il bambino dal cappellino rosso

portava un cappellino rosso
un orsacchiotto tra le mani
e non ne ho mai saputo il nome

passava con la mamma
sorriso triste la chiamavo
rideva sopra gli occhi
le labbra screpolate
qualche mese tra Le spine
ti graffiano anche quelle


ad ogni angolo un barattolo
disinfettante profumato
i nuovi sempre a usarlo
lui non lo guardava più


tre riviste, seminuove
ignorate come le plafoniere
occhi paralleli
binari ad uno scambio
sopra il linoleum
più freddo di novembre


a destra la stanza dei giocattoli
qualche colore un arcobaleno
per camuffare un po’
mentre aspettava sergio
che lo accompagnava oltre la porta
con quel disegno strano


un vecchio, accanto a me
urlava sottovoce
l'ingiustizia è ortica
che ti punge e gonfia
rabbia da bere in un boccone
che t’aggroppa in gola
un occhio al cappellino
l’altro a una bestemmia
tanto dio non può sentirlo

portava un cappellino rosso
l’orsacchiotto tra le mani
un seme sotto al sasso
che cercava un po’ di sole

E non ne ho mai saputo il senso

Poesia tristissima che sconforta, non siamo nulla di fronte alla sorte e non possiamo nemmeno proteggere i nostri bambini

keryan @, 4/19/2017 12:14 PM:

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Poesia tristissima che sconforta, non siamo nulla di fronte alla sorte e non possiamo nemmeno proteggere i nostri bambini

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Hai ragione Tristissima,
è l'incontro in sala d'attesa con un bimbo che faceva raadioterapia,due volte al giorno " il seme sotto al sasso "
e un vecchio che bestemmiava all'ingiustizia il tutto in una cornice che era appunto la sala d'attesa e i suoi ospiti.

Ciao e grazie della tua attenzione
Pino

avevo già letto questa poesia diverse volte, ma non avevo commentato, diviso come ero e sono tra l'empatia e il giudizio critico.

Ma, parlando di poesia, è il giudizio che deve avere la prevalenza e quindi :

il tema è suggestivo ma la sua presentazione è troppo lunga, dispersiva, " parlata ", quindi suggerirei una maggiore sintesi, e una ricerca più profonda di quella che è la fonte poetica che ci spinge a parlare del dolore.

luigi38, 4/24/2017 9:15 AM:

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avevo già letto questa poesia diverse volte, ma non avevo commentato, diviso come ero e sono tra l'empatia e il giudizio critico.

Ma, parlando di poesia, è il giudizio che deve avere la prevalenza e quindi :

il tema è suggestivo ma la sua presentazione è troppo lunga, dispersiva, " parlata ", quindi suggerirei una maggiore sintesi, e una ricerca più profonda di quella che è la fonte poetica che ci spinge a parlare del dolore.

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Grazie innanzi tutto del tuo interesse, questa voleva solo essere l'immagine di una situazione, la sceneggiatura, un fotogramma disarmante
ma forse hai ragione tu, è prosa "poetica ".

Ciao Pino