migi.mj, 29/04/2014 16:49:
Sono anche io un po' perplessa, e sì, blinking lights è proprio
là ad un passo.
Pero' per esempio l'ultima che hai postato
è un gioiellino, e chi se ne frega di tutto il resto allora....
e c'è anche da dire (a favore di dischi così) che:
i) quel suono scarno e limpido, perfino semplice, assicura una longevità di interesse e di ascolto tale che tra qualche anno questo disco verrà rivalutato con la dicitura di "classico" e di solito dischi del genere raccolgono maggiori consensi a qualche anno di distanza dalla presentazione (e da questo punto di vista mi rendo conto che il voto "storico" ad un disco così dovrebbe essere mezzo punto o un punto di più);
ii) il blue mood di tutto il disco è totalmente omogeneo ed assicura un ampio utilizzo, risolvendosi la tracklist in una playlist di umore conforme (mi ricorda da vicino la soluzione dei "Black Heart Procession" e solo il parallelo non mi sembra poco);
iii) il suono è quello tipico degli Eels per cui è perfino paradigmatico di M. E., per cui si può immaginare che Trouble with Dreams o Mistakes ecc. finiranno su un ipotetico "Best" of Eels, ammesso che per gli Eels sia data un giorno una raccolta di successi (?)
iv) a questo punto della carriera mettere un disco che suona un po' da compendio di tutto quanto fatto fino ad oggi può presagire ad una corretta svolta, ad un cambio di pagina con il giusto timing, epitome di quanto un artista ha con valore rappresentato sino ad oggi per una certa corrente di musica;
v) trovare la maturità artistica svolgendo il suono dell'inizio, senza essere banale a vent'anni di distanza, rischia di portare quel suono nell'olimpo, nella hall of fame della musica, con il marchio di chi l'ha consacrato, tanto che oramai quel timbro è il suono Eels e non sto parlando delle caratteristiche personali (come la voce) ma di quel particolar dialogo tra suoni inconfondibili di tastiere tremolanti e deboli chitarre metalliche gracchianti tra l'insicurezza generale dell'ambiente.
Insomma da qualunque parti lo si guardi un disco così è un'operazione, ok, non mi piace questo termine, facciamo un'opera riuscita, anche senza avere messo giù un pezzo memorabile o di primo acchito di impatto.
Edit: non correggo nemmeno gli errori di digitazione di cui sopra perché voglio solo dire questa cosa che pure mi fa incazzare come una iena. Già mi immagino i tre o quattro bastardoni a mollare 5/10 a questo disco e sto parlando dell'innominabile critico, blow up e i navigati dei forum musicali. Che è come dire che gli ultimi quadri di raffaello valgono di meno dei primi perché di maniera. In realtà se esiste un modo Eelsiano di approccio al blues questo è il pieno e 7/10, o innominabile, è l'unico voto accettabile. Mi gioco le palle che mette 5 di voto, 6 solo se quella mattina è incazzato con x e i y e a quel punto trasferisce qualcosa in più a tutto il resto oppure non so, è felice come una pasqua.
p.s. Lockdown hurricane un gioiellino? E' quello che mi fa gridare "maaaaay beloved monster....". Il sinfonismo di M.E.: in stato febbrile, esageratamente lezioso, contornato da carillon e suoni tremolanti, velatamente ironico anche se non più sarcastico come in Beautiful F. O ES BLues. Mi pare un'idea da sempre alternativa e con quel preciso marchio di fabbrica: puàò non essere di assoluto valore oggi, ok lo ammetto. Ma non mi sembra dozzinale (come vorrei dire è ogni cosa dei Cure di oggi, me lo consentirà Daniela).
[Modificato da mark frankie teardrop 30/04/2014 09:10]
Almost immediately, their incredible and unclassifiable music went against every possible grain. Their confrontational live performances, light years before punk rock, are the stuff of legend. Their first, self-titled album is one of the single most challenging and noteworthy achievements in American music