Spike Lee celebra Michael Jackson
«Era un genio». Ed è già Badmania
Anteprima mondiale del documentario «Bad25». Il regista: da ragazzino volevo essere lui ma non sapevo cantare né ballare»
VENEZIA - Date retta a Spike Lee. Il 31 agosto è una delle date chiave della cultura pop contemporanea. Venticinque anni usciva Bad di Micheal Jackson, l'album che seguiva l'esplosione di Thriller, che resta il disco più venduto nella storia (100 milioni di copie nel mondo). Non eguagliò quel record, ma sostiene Spike Lee, l'album e il tour che lo seguì ebbero un'influenza maggiore, diventato una sorta di canone - sonoro, estetico. cinematografico - per qualunque artista. E' stata la Sony (che il 18 settembre manderà nei negozi il cd Bad25) a volere il regista he nel '96 girò un video per Micheal Jackson, Don't care about us. «La mia è una lettera d'amore a Michael J. Io sono nato un anno prima di lui, nel 1958, a undici anni lo vidi con Jackson Five all'Ed Sullivan Show e mi conquistò. Volevo essere lui, avevo capelli afro coem lui, ma non so cantare né ballare... ».
DICHIARAZIONE D'AMORE - Una dichiarazione d'amore costruito seguendo la tracklist dell'album e chiamando a raccolta tutti coloro che resero possibile a Micheal Jackson diventare, dice Lee, «un genio musicale». Questa veneziana è un'anteprima mondiale, (già applauditissime le proiezioni stampa) che coincide con la consegna al regista di Fa la cosa giusta del premio Jaeger-LeCoutre - Glory to Filmaker. Il 1 settembre ci sarà l'anteprima parigina. Il pubblico Usa lo avrà come piatto ricco del Thankgiving: l'ABC ha acquistato i diritti. In Italia sono in corso le trattative, prossimamente si saprà quale canale tv lo trasmetterà. Ma intanto la Badmania dilaga non solo sui social network (#Bad25 è nelle TT di vari paesi). Spike Lee non si stupisce. «E' arrivato il momento di riconoscere il valore alla sua musica, al suo geniale talento musicale. Lasciamo stare il resto». Come dice Quincy Jones nel doc: «Parlare del'eccentricità di Michael Jackson è come osservare una ragnatela nella Capella Sistina».
SUDORE E LACRIME - Spike Lee ha lavorato a stretto contatto con il produttore John Barca e con Quincy Jones. La chiamata a raccolta è impressionante: praticamente tutti i musicisti, tecnici, coreografi che lavorarono all'album. E poi Martin Scorsese autore del video di Bad (ma Jacko preferiva chiamarli cortometraggi) , Steve Wonder, Mariah Carey, Sheryl Crowe, Chris Brown, Justin Bieber, Kanye West. «Molte di queste persone sono dei miti per me, poterci lavorare è uan delle cose belle della mia vita. Volevo che si vedessero il sudore e le lacrime che ci sono dietro un capolavoro simile. Vedrete cose mai viste, come il foglietto con l'appunto di Michael 'studiare i grandi per diventare più grande'. Studiava i suoi miti, da James Browne a Fred Astaire e li incorporava. Avendo accesso libero a tutto il suo materiale ho avuto la conferma di quanto lavorava sodo. Chi è maestro nel suo campo non lo diventa senza fatica».
LACRIME - I fan di Micheal Jackson e di Spike Lee non resteranno delusi: nelle due ore di Bad25 si ride, ci si stupisce (in quanti avevano capito che il video, pardon, il cortomeraggio di Smooth criminal è un diretto omaggio al Fred Astaire di Band Wagon di Vincent Minelli e che l'Annie doi cui si preoccupa - Annie are you ok?» - non è una donna ma un manichino per esercitazioni di pronto soccorso?), ci si emoziona, si piange. Piangono tutti quando il regista domanda: «Dov'eri quando hai saluto della sua morte?». E tutti dicono: non può essere vero. Un po' come i fan che in rete si dicono certi che Jakson nons ia morto quel 25 giugno 2009. In quanto a lui, Spike Lee, quel giorno era a Cannes. «Come tutti non volevo crederci. Sono tornato a New York e la sua morte è diventata un'ossessione. Per mesi a casa ascoltavo solo i suoi pezzi, la mia famiglia stava impazzendo». Ma il figlio adolescente che lo ha accompagnato a Venezia si dichiara fan.
SPECCHIO - Il film si chiude su Man in The Mirror, nell'esibizione a Wembley. «Quando morì Jihn Lennon i fan trasformarono Imagine in un inno. Quello di Michaeal è Man in The Mirror. Guardate quell'interpretazione a Wembley e capirete che già lì lui non è più di questo mondo, sta su un altro pianeta».
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"Hanno mangiato la mia anima ma non importa, io ho milioni di anime, quelle dei miei fans" (1995 Michael Jackson)