00 15/07/2009 15:21
Re:
michaelino78, 15/07/2009 14.43:


La bocca come cavità centrifuga, punto di dispersione, da cui tutto esce, nulla rientra. Nessuno sente la propria voce come la sentono gli altri. Il cantare è un dono inevitabile, non è mai per se stessi.

Qualcuno disse un tempo che per essere un grande cantante occorono l' "oralità"e la carica affettiva di una puttana.

Il detournement più spinto di un corpo, un corpo che perde le sue funzioni, i suoi colori, le sue forme. Cancellarsi con l'alibi di cercare un'identità. Il miracolo di creare un'arte, la musica, che pur nella sua etereità, sia più fisica, pastosa, di chi la crea. Raggiungere l'invisibile fisico, il gradus del bianco spinoziano, non diventare bianco, ma diventare luce. Michael Jackson era vapore, la sua musica è un macigno.

Il genio non si appartiene. E' territorio dell'Altro, o del Prossimo se volete dare a questo concetto una venatura cattolica. Michael Jackson era l'assenza, il vuoto eckhartiano, una bocca che, amando, si divorava.

Adios Michael.



Noto "sottili" e conosciute vene filosofiche in questo tuo scritto! Sai, concordo con molto di quello che hai scritto. E aggiungerei che il genio è territorio dell'Altro (se recepisce il suo effetto) e del sacro (non in puro senso religioso)...è un territorio oscuro da cui tutto trae origine, in cui non ci si può addentrare con la razionalità, ma con i sensi, in tutte le loro capacità...intuizione, empatia, sentire...
In questo, i veri fan di Michael non possono che concordare...un genio razionalmente compreso nel suo aspetto musicale eppure tanto incompreso sul piano umano, se a guardarlo sono solo gli occhi della pura ragione... E questo crea tanta, tanta rabbia...