michaelino78, 15/07/2009 14.43: La bocca come cavità centrifuga, punto di dispersione, da cui tutto esce, nulla rientra. Nessuno sente la propria voce come la sentono gli altri. Il cantare è un dono inevitabile, non è mai per se stessi. Qualcuno disse un tempo che per essere un grande cantante occorono l' "oralità"e la carica affettiva di una puttana. Il detournement più spinto di un corpo, un corpo che perde le sue funzioni, i suoi colori, le sue forme. Cancellarsi con l'alibi di cercare un'identità. Il miracolo di creare un'arte, la musica, che pur nella sua etereità, sia più fisica, pastosa, di chi la crea. Raggiungere l'invisibile fisico, il gradus del bianco spinoziano, non diventare bianco, ma diventare luce. Michael Jackson era vapore, la sua musica è un macigno. Il genio non si appartiene. E' territorio dell'Altro, o del Prossimo se volete dare a questo concetto una venatura cattolica. Michael Jackson era l'assenza, il vuoto eckhartiano, una bocca che, amando, si divorava. Adios Michael.