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«Nel 2005 ho vestito Michael ogni giorno delle sue quattordici settimane di processo, e ho visto il suo spirito piegarsi mentre lottava contro le accuse sconcertanti che gli erano state rivolte.

La sua colpa è di aver creduto nella bontà degli uomini. E per quella ingenuità, io ho perso il mio amico, che non ha più "suonato musica" con la cerniera dei pantaloni e non mi ha più preso in giro masticando il suo chewing-gum.

Ma nonostante tutto, Michael ha mostrato una forza tremenda quando, dopo aver subito ogni sorta di umiliazione dentro e fuori dal tribunale, ha avuto ancora il coraggio di tornare a casa ed essere un padre per i suoi figli».

- Michael Lee Bush, stilista di Michael Jackson.
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Post di Vincenzo Compierchio e foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.