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[bio] Parla Darlene Donloe, addetta stampa dell'History Tour: «Ecco la mia verità su Michael Jackson»

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    00 08/04/2020 11:26
    Darlene Donloe ha lavorato come addetta stampa di Michael Jackson per tutta la durata dell'HIStory World Tour: dalla tappa di Praga del 7 settembre 1996 al concerto sudafricano di Durban del 15 ottobre 1997.

    In questa lettera, la giornalista ci racconta il Michael che ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscere: una superstar forte e determinata, ma anche un uomo gentile ed estremamente sensibile ai bisogni di chi gli stava intorno.

    Un uomo che, nel silenzio assordante dei media, ha tramutato quello che doveva essere un mastodontico tour mondiale nell'ennesima occasione per aiutare i più sfortunati, tra visite in ospedali e orfanotrofi, donazioni e parole di conforto.

    Mettetevi comodi perché ne vale davvero la pena.
    __________________________________

    ::: LA LETTERA DI DARLENE :::

    «PRENDILO E TAGLIALO IN PICCOLE STELLE»


    «Non c’è bisogno di dirvi che era un genio, o di parlarvi del suo impatto nel settore musicale, o di quanto fosse amato in tutto il mondo. In vena di una completa confessione, non ho nulla di male da dire su Michael Jackson.
    Anzi, è esattamente il contrario: mi ha regalato alcuni dei momenti più memorabili della mia vita, e per questo gli sarò per sempre grata.

    Era l'estate del 1996 quando il mio amico Bob Jones mi chiamò chiedendomi quali progetti avessi per i successivi sei mesi. Disse: "Ti piacerebbe andare in tour con Michael? Ha bisogno di un addetto stampa per il tour".

    Tenevo incredula la cornetta del telefono tra le mani, mentre Bob continuava il suo imbonimento. Che cosa si aspettava che dicessi? "Beh, Bob, devo controllare l’agenda?". Perché dovrei voler volare in giro in prima classe, su un aereo privato, per un tour di Michael Jackson, visitare posti esotici, incontrare funzionari, mangiare ottimo cibo e soggiornare in alberghi a cinque stelle?

    Dissi di sì. Ci credete?
    Circa tre settimane dopo, ero su un aereo che atterrò a Praga, la prima tappa dell'HIStory World Tour di MJ.

    Passò una settimana prima che incontrassi ufficialmente Jackson. Anche se lo avevo accompagnato in molte delle sue uscite, nessuno si era preso la briga di presentarci formalmente.
    I suoi consiglieri mi avevano raccomandato di non rivolgere la parola al Re del Pop se prima non lo avesse fatto lui. Stavano scherzando? Lavoravo per lui… Da circa una settimana!

    Avevo deciso che la prossima volta in cui mi fossi ritrovata ad accompagnarlo in un ospedale, un orfanotrofio o un negozio di dischi, avrei fatto la mia mossa NINJA . Pensai che il peggio che mi poteva accadere è che sarei stata licenziata in tronco.

    Mentre guardava i CD nella sezione R&B di un negozio di dischi locale, iniziai ad avvicinarmi. Quelli intorno a lui erano inorriditi. Era come se l'aria fosse stata risucchiata all'istante dalla stanza. Imperterrita, mi avvicinai a lui e dissi:

    "Signor Jackson, mi chiamo Darlene. Sono il suo addetto stampa".
    Si voltò e mi guardò dritto negli occhi: "Oh, ok", disse. "Hai intenzione di fare tutto il tour?".
    "", risposi. "A meno che lei non sappia qualcosa che io non so"
    "Oh, no". Rise e tornò a guardare i CD.

    "Beh", pensai, "è stato normale". Tuttavia, in segreto, era stato totalmente appagante. Scoprii poi che sapeva esattamente chi ero, perché aveva chiesto: "Chi è la ragazza nera?". Naturalmente, col passare del tempo, si sentì più a suo agio nel tenermi vicina.

    Quando i fan chiedevano al Re del Pop se potevano avere un autografo o scattare una foto con lui, diceva occasionalmente: "Se va bene a lei...", indicandomi.
    Andava sempre bene a me. Chi ero io per spezzare il cuore di un fan?

    Quando Michael è morto, tutti i ricordi di quel tour mi hanno travolta. Mi sono ricordata della notte in cui si sposò con Debbie Rowe, e rimasi in piedi per due giorni per le infinite chiamate dei media. Mi trincerai dietro la classica risposta: "Non ho commenti sulla vita personale di Michael Jackson".

    Far parte dell'entourage di Jackson fu affascinante e rivelatorio. Ebbi modo di vedere il funzionamento della 'macchina' intorno a una superstar. Dovevo essere sempre reperibile e dovevo essere pronta ad accompagnare MJ al minimo preavviso.

    Divenne presto chiaro che, pur essendo sempre pacato, aveva una forte volontà ed era molto diretto quando voleva dire una cosa importante o che qualcuno facesse qualcosa.

    Le sere dei concerti lo osservavo mentre andava dalla sua auto a un punto sotto il palco, dal quale una piattaforma lo avrebbe elevato in modo che facesse un ingresso potente.

    La parte che preferivo del mio lavoro era stare dietro le quinte notte dopo notte, guardandolo lasciare il segno e pensando a quanto fossi fortunata per il fatto di poter osservare un maestro al lavoro.

    Aveva una presenza così imponente che credo la gente dimenticasse che era un uomo. Era stato elevato allo status di superstar per così tanto tempo che risultava difficile per alcuni guardarlo come un essere umano, uno che si infila i pantaloni una gamba per volta.

    L'ho visto in quei pensosi momenti di tranquillità prima di salire sul palco. L'ho visto, senza le telecamere televisive, seduto in un ospedale mentre confortava e parlava con un bambino che stava combattendo contro una grave malattia.

    Michael è il ragazzo che, il giorno del Ringraziamento in Australia, pensò fosse abbastanza importante festeggiare insieme e condividere un pasto con tutto il suo staff.

    Quando si tratta di Jackson, posso solo dire la mia verità: il Michael che ho conosciuto era cordiale e rispettoso con me. E, nelle occasioni in cui ho incrociato il suo sguardo, mi donava quel timido sorriso infantile.

    La seguente citazione da 'Romeo e Giulietta' di Shakespeare è stata letta recentemente al memoriale di un amico. Penso che sia più che appropriata per Jackson:

    E quando egli morrà, prendilo e taglialo in piccole stelle,
    ed egli renderà così bello il volto del cielo che tutto il mondo s’innamorerà della notte e non presterà più nessun vuoto all’abbagliante sole
    ”.

    In segno di gratitudine, voglio dire: "Grazie, Michael Jackson".
    Grazie per la magia, grazie per la musica e per i ricordi che serberò per tutta la vita.

    Darlene, la ragazza nera».
    __________________________________

    A cura di Emanuela Arezzi per il Michael Jackson FanSquare.

    Grazie a Vincenzo Compierchio per l'introduzione e a Eric Di Scenza per la foto.


  • Sharon_Diamante_
    00 08/04/2020 13:07
    Re:
    Compix83, 08/04/2020 11:26:

    Darlene Donloe ha lavorato come addetta stampa di Michael Jackson per tutta la durata dell'HIStory World Tour: dalla tappa di Praga del 7 settembre 1996 al concerto sudafricano di Durban del 15 ottobre 1997.

    In questa lettera, la giornalista ci racconta il Michael che ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscere: una superstar forte e determinata, ma anche un uomo gentile ed estremamente sensibile ai bisogni di chi gli stava intorno.

    Un uomo che, nel silenzio assordante dei media, ha tramutato quello che doveva essere un mastodontico tour mondiale nell'ennesima occasione per aiutare i più sfortunati, tra visite in ospedali e orfanotrofi, donazioni e parole di conforto.

    Mettetevi comodi perché ne vale davvero la pena.
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    ::: LA LETTERA DI DARLENE :::

    «PRENDILO E TAGLIALO IN PICCOLE STELLE»


    «Non c’è bisogno di dirvi che era un genio, o di parlarvi del suo impatto nel settore musicale, o di quanto fosse amato in tutto il mondo. In vena di una completa confessione, non ho nulla di male da dire su Michael Jackson.
    Anzi, è esattamente il contrario: mi ha regalato alcuni dei momenti più memorabili della mia vita, e per questo gli sarò per sempre grata.

    Era l'estate del 1996 quando il mio amico Bob Jones mi chiamò chiedendomi quali progetti avessi per i successivi sei mesi. Disse: "Ti piacerebbe andare in tour con Michael? Ha bisogno di un addetto stampa per il tour".

    Tenevo incredula la cornetta del telefono tra le mani, mentre Bob continuava il suo imbonimento. Che cosa si aspettava che dicessi? "Beh, Bob, devo controllare l’agenda?". Perché dovrei voler volare in giro in prima classe, su un aereo privato, per un tour di Michael Jackson, visitare posti esotici, incontrare funzionari, mangiare ottimo cibo e soggiornare in alberghi a cinque stelle?

    Dissi di sì. Ci credete?
    Circa tre settimane dopo, ero su un aereo che atterrò a Praga, la prima tappa dell'HIStory World Tour di MJ.

    Passò una settimana prima che incontrassi ufficialmente Jackson. Anche se lo avevo accompagnato in molte delle sue uscite, nessuno si era preso la briga di presentarci formalmente.
    I suoi consiglieri mi avevano raccomandato di non rivolgere la parola al Re del Pop se prima non lo avesse fatto lui. Stavano scherzando? Lavoravo per lui… Da circa una settimana!

    Avevo deciso che la prossima volta in cui mi fossi ritrovata ad accompagnarlo in un ospedale, un orfanotrofio o un negozio di dischi, avrei fatto la mia mossa NINJA . Pensai che il peggio che mi poteva accadere è che sarei stata licenziata in tronco.

    Mentre guardava i CD nella sezione R&B di un negozio di dischi locale, iniziai ad avvicinarmi. Quelli intorno a lui erano inorriditi. Era come se l'aria fosse stata risucchiata all'istante dalla stanza. Imperterrita, mi avvicinai a lui e dissi:

    "Signor Jackson, mi chiamo Darlene. Sono il suo addetto stampa".
    Si voltò e mi guardò dritto negli occhi: "Oh, ok", disse. "Hai intenzione di fare tutto il tour?".
    "", risposi. "A meno che lei non sappia qualcosa che io non so"
    "Oh, no". Rise e tornò a guardare i CD.

    "Beh", pensai, "è stato normale". Tuttavia, in segreto, era stato totalmente appagante. Scoprii poi che sapeva esattamente chi ero, perché aveva chiesto: "Chi è la ragazza nera?". Naturalmente, col passare del tempo, si sentì più a suo agio nel tenermi vicina.

    Quando i fan chiedevano al Re del Pop se potevano avere un autografo o scattare una foto con lui, diceva occasionalmente: "Se va bene a lei...", indicandomi.
    Andava sempre bene a me. Chi ero io per spezzare il cuore di un fan?

    Quando Michael è morto, tutti i ricordi di quel tour mi hanno travolta. Mi sono ricordata della notte in cui si sposò con Debbie Rowe, e rimasi in piedi per due giorni per le infinite chiamate dei media. Mi trincerai dietro la classica risposta: "Non ho commenti sulla vita personale di Michael Jackson".

    Far parte dell'entourage di Jackson fu affascinante e rivelatorio. Ebbi modo di vedere il funzionamento della 'macchina' intorno a una superstar. Dovevo essere sempre reperibile e dovevo essere pronta ad accompagnare MJ al minimo preavviso.

    Divenne presto chiaro che, pur essendo sempre pacato, aveva una forte volontà ed era molto diretto quando voleva dire una cosa importante o che qualcuno facesse qualcosa.

    Le sere dei concerti lo osservavo mentre andava dalla sua auto a un punto sotto il palco, dal quale una piattaforma lo avrebbe elevato in modo che facesse un ingresso potente.

    La parte che preferivo del mio lavoro era stare dietro le quinte notte dopo notte, guardandolo lasciare il segno e pensando a quanto fossi fortunata per il fatto di poter osservare un maestro al lavoro.

    Aveva una presenza così imponente che credo la gente dimenticasse che era un uomo. Era stato elevato allo status di superstar per così tanto tempo che risultava difficile per alcuni guardarlo come un essere umano, uno che si infila i pantaloni una gamba per volta.

    L'ho visto in quei pensosi momenti di tranquillità prima di salire sul palco. L'ho visto, senza le telecamere televisive, seduto in un ospedale mentre confortava e parlava con un bambino che stava combattendo contro una grave malattia.

    Michael è il ragazzo che, il giorno del Ringraziamento in Australia, pensò fosse abbastanza importante festeggiare insieme e condividere un pasto con tutto il suo staff.

    Quando si tratta di Jackson, posso solo dire la mia verità: il Michael che ho conosciuto era cordiale e rispettoso con me. E, nelle occasioni in cui ho incrociato il suo sguardo, mi donava quel timido sorriso infantile.

    La seguente citazione da 'Romeo e Giulietta' di Shakespeare è stata letta recentemente al memoriale di un amico. Penso che sia più che appropriata per Jackson:

    E quando egli morrà, prendilo e taglialo in piccole stelle,
    ed egli renderà così bello il volto del cielo che tutto il mondo s’innamorerà della notte e non presterà più nessun vuoto all’abbagliante sole
    ”.

    In segno di gratitudine, voglio dire: "Grazie, Michael Jackson".
    Grazie per la magia, grazie per la musica e per i ricordi che serberò per tutta la vita.

    Darlene, la ragazza nera».
    __________________________________

    A cura di Emanuela Arezzi per il Michael Jackson FanSquare.

    Grazie a Vincenzo Compierchio per l'introduzione e a Eric Di Scenza per la foto.




    Grazie le testimonianze sono sempre interessanti

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    Compix
    Post: 7.451
    Registrato il: 18/07/2009
    Sesso: Maschile
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    Thriller Fan
    Direzione
    00 08/04/2020 18:03
    Re: Re:
    Sharon_Diamante_, 08/04/2020 13:07:


    Grazie le testimonianze sono sempre interessanti


    Prego! 😎
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    bubblespis
    Post: 20
    Registrato il: 12/03/2020
    Città: PIOMBINO
    Età: 46
    Sesso: Femminile
    Utente Certificato
    This Is It Fan
    00 08/04/2020 18:42
    bella testimonianza 🙂
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    (Miss Piggy)
    Post: 11.690
    Registrato il: 30/12/2009
    Città: BOLOGNA
    Età: 52
    Sesso: Femminile
    Utente Certificato
    Thriller Fan
    00 08/04/2020 21:44
    Grazie anche da me!
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    Adelina78
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    Registrato il: 12/04/2019
    Sesso: Femminile
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    HIStory Fan
    Thriller fan
    00 09/04/2020 06:00
    Grazie. È bello rivivere tra le righe questi bei ricordi.

    Forever with you MJJ
    You are engraved in my heart ♥
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