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"Gli piaceva che la musica fosse a volume altissimo, tanto che spesso i suoi collaboratori erano costretti a indossare i tappi per le orecchie o a lasciare la stanza.
Di solito cantava con le luci spente, perché l'oscurità lo aiutava ad immergersi del tutto nella canzone, senza nessun imbarazzo.

Cantando, ballava o batteva i piedi, oppure schioccava le dita.
Se non aveva ancora scritto il testo, canticchiava dei versi o inventava delle parole a caso mentre procedeva. Tra una sessione e l'altra gli piaceva scarabocchiare su qualche pezzo di carta o giocare con gli animali che portava con sé, come lo scimpanzé Bubbles o il pitone Muscles (che adorava il calore della postazione di regia)".


- Dal libro "Man in the Music", di Joseph Vogel -