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Italiani all'estero

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  • °Mark Lanegan°
    00 27/03/2013 04:44
    Necessità, sogno o avventura?

    Ok, chiedo cortesemente di spostare i topic generatisi per caso nel thread dello "sfogo", così da riportare la discussione qua dentro.

    Più in generale mi pare che anche in questo forum vi siano italiani all'estero per motivi di studio, lavoro, passione, oppure un po' per tutte queste cose assieme, come è naturale che sia.
    Di primo acchito posso dare i primi dati che mi passano per la mente per tentare di spiegare il fenomeno; al solito non sto citando alla perfezione ma vado a memoria, prelevando i dati da un topic simile apparso sul blog di beppe grillo.
    Allora, dopo i Romeni gli Italiani sono attualmente il primo Paese della UE per emigrazione, fenomeno in aumento costante con preoccupante punto di picco verso la germania.
    L'emigrazione italiana non è più connotata da un coefficiente basso di educazione scolastica ed anzi, viceversa, alla fuga oramai storica dei "cervelli" verso l'america si è aggiunta di recente la diaspora selvaggia dei normali laureati e specializzati post lauream.
    Oltre a questa deve ulteriormente computarsi la delocalizzazione di imprese e detentori di partita Iva, alla quale si è accodata da ultimo perfino quella di società di servizi, professionisti (io) ed in generale quella di lavoratori autonomi, freelance, eccetera.
    Se si tiene conto inoltre che lo studio presso un'università europea nei vari progetti erasmus, leonardo eccetera è considerato oramai un 'must' e chi non lo fa quasi deve giustificarsi, ben si capisce come il fenomeno dell'internazionalizzazione tocchi l'italia da vicino.
    Per converso, un italiano all'estero soffre di un male oscuro e mancandogli la terra di casa sotto i piedi si abbandona a rituali che mi aumentano il tasso di sarcasmo in modo esponenziale.
    Purtroppo però il tema non è solo allegro perché l'italia è da sempre terra di migranti e perfino la mia terra, il trentino a.a., ora ricca e civile ha visto per centinaia di anni la povertà più assoluta con necessaria fuga all'estero di ragazzi e uomini di ogni età. Trentini ora se ne trovano in america, in argentina, in germania, in austria ed un po' dovunque. E non parliamo del meridione perché è fatto notorio ed ha contribuito allo stereotipo dell'italiano pizza e mandolino e anche ieri, a cena con i colleghi, mi sono sentito chiedere che problemi ho avuto con la mafia quando ero a casa.
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    sery84
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    00 27/03/2013 22:26
    ma vara ti! ghe mancheva propri! Set en trentinazz anca ti?
    E poi basta...mi sono sempre rifiutata di imparare il dialetto vallagarino.

    PS: cerca "Trentini nel mondo", nel dipartimento di emigrazione della provincia di Trento, sapranno dirti delle belle.

    Io ho vissuto all'estero per 3 anni, un anno dei quali trascorso in Germania. Purtroppo è solo un poco di ignoranza che fa andare gli Italiani in Deutschland: la propaganda sul fatto che lì vada tutto bene. In realtà è l'industria pensante che tira in Germania, quindi sono favorite le figure professionali in tale ambito, il resto c'è perchè gira ancora qualche soldo. Per il resto,è terra evitabile, tranquillamente.
    Io personalemte come tanti italiani non so stare senza viaggiare e senza vivere in posti diversi a dire il vero, è il sague di Marco Polo che circola un po' nelle vene delle migliori persone, è un continuo evolversi o forse un cercare, o forse neppure lo so, è però vero che viaggiando la costante è il mutevole.
    L'Italia d'altro canto spaventa, è la terra più ricca al mondo per cultura,senza paragoni di alcun genere, ma bisogna saperne cogliere le sfide continue. Ora la sfida è cambiare il mondo partendo dal Bel Paese, l'Italia dal suo periodo più buio è riuscita a tirar fuori la cosa più bella di questi ultimi decenni globali: la democrazia diretta. E' un Paese che ha ancora tanto da dare, ma bisogna esserne all'altezza, o si getta la spugna e si va via. Io sto cercando di emigrare di nuovo per necessità, le sfide mi hanno travolta in pieno sopratutto una. Ma so già che un posto come l'Italia non c'è, ho troppa esperienza per credere che esista il mondo dei balocchi, chi ve lo dice,è perchè trova bello qualsiasi altro posto che non sia la solita antimeritocratica Italia. E come dargli torto d'altronde?
    L'altra sfida è costruire un futuro, non per noi,a noi l'hanno tolto, volontariamente, per puro torna conto, ma per darlo a chi è appena nato sul suolo natio. Chissà! Magari andandosene via sarà un motivo per far crescere l'Italia, se penso solo alle possibilità di impresa con un network di italiani in tutto il mondo,che importa ed esporta ricchezza (mafia a parte, che brutta storie i tuoi colleghi!)

    - you're squawking like a pink monkey bird -
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    Rarronno
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    00 28/03/2013 09:51
    Re: Necessità, sogno o avventura?
    °Mark Lanegan°, 3/27/2013 4:44 AM:


    Ok, chiedo cortesemente di spostare i topic generatisi per caso nel thread dello "sfogo", così da riportare la discussione qua dentro.


    Allora, dopo i Romeni gli Italiani sono attualmente il primo Paese della UE per emigrazione, fenomeno in aumento costante con preoccupante punto di picco verso la germania.





    Curiosità: in percentuale o in assoluto?

    Forse ne avevamo già parlato io e te Mark, ma com'è la situazione dell'emigrazione "da illusione" in quel dell'Asia? Intendo quelli che partono convinti di trovare il bengodi e finiscono "delusi".

    “You have to be realistic about these things.”
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    Keep the faith
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    00 28/03/2013 11:52
    Né più mai toccherò le sacre sponde
    ove il mio corpo fanciulletto giacque,
    Zacinto mia, che te specchi nell'onde
    del greco mar da cui vergine nacque

    Venere, e fea quelle isole feconde
    col suo primo sorriso, onde non tacque
    le tue limpide nubi e le tue fronde
    l'inclito verso di colui che l'acque

    cantò fatali, ed il diverso esiglio
    per cui bello di fama e di sventura
    baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

    Tu non altro che il canto avrai del figlio,
    o materna mia terra; a noi prescrisse
    il fato illacrimata sepoltura.
    [Modificato da Keep the faith 28/03/2013 11:52]

    Ah Avvocà io un termine per note ve lo concedo...però non scrivete troppo perchè io non ce la faccio a leggere
  • °Mark Lanegan°
    00 28/03/2013 15:32
    Re:
    sery84, 27/03/2013 22:26:

    ma vara ti! ghe mancheva propri! Set en trentinazz anca ti?
    E poi basta...mi sono sempre rifiutata di imparare il dialetto vallagarino.

    PS: cerca "Trentini nel mondo", nel dipartimento di emigrazione della provincia di Trento, sapranno dirti delle belle.

    Io ho vissuto all'estero per 3 anni, un anno dei quali trascorso in Germania. Purtroppo è solo un poco di ignoranza che fa andare gli Italiani in Deutschland: la propaganda sul fatto che lì vada tutto bene. In realtà è l'industria pensante che tira in Germania, quindi sono favorite le figure professionali in tale ambito, il resto c'è perchè gira ancora qualche soldo. Per il resto,è terra evitabile, tranquillamente.
    Io personalemte come tanti italiani non so stare senza viaggiare e senza vivere in posti diversi a dire il vero, è il sague di Marco Polo che circola un po' nelle vene delle migliori persone, è un continuo evolversi o forse un cercare, o forse neppure lo so, è però vero che viaggiando la costante è il mutevole.
    L'Italia d'altro canto spaventa, è la terra più ricca al mondo per cultura,senza paragoni di alcun genere, ma bisogna saperne cogliere le sfide continue. Ora la sfida è cambiare il mondo partendo dal Bel Paese, l'Italia dal suo periodo più buio è riuscita a tirar fuori la cosa più bella di questi ultimi decenni globali: la democrazia diretta. E' un Paese che ha ancora tanto da dare, ma bisogna esserne all'altezza, o si getta la spugna e si va via. Io sto cercando di emigrare di nuovo per necessità, le sfide mi hanno travolta in pieno sopratutto una. Ma so già che un posto come l'Italia non c'è, ho troppa esperienza per credere che esista il mondo dei balocchi, chi ve lo dice,è perchè trova bello qualsiasi altro posto che non sia la solita antimeritocratica Italia. E come dargli torto d'altronde?
    L'altra sfida è costruire un futuro, non per noi,a noi l'hanno tolto, volontariamente, per puro torna conto, ma per darlo a chi è appena nato sul suolo natio. Chissà! Magari andandosene via sarà un motivo per far crescere l'Italia, se penso solo alle possibilità di impresa con un network di italiani in tutto il mondo,che importa ed esporta ricchezza (mafia a parte, che brutta storie i tuoi colleghi!)



    toi, vallagarina uber alles.
    le parti in grassetto non mi vedono del tutto d'accordo, eh.
    Per il resto direi che questo è un momento favorevole per spostarsi.
    Io direi in prima battuta questo: non è che uno deve andare all'estero perché scappa dalla fame ed è costretto. Uno va all'estero se ha un progetto in mente, se è motivato, se ha qualche obiettivo od un traguardo che in italia non si può raggiungere.
  • °Mark Lanegan°
    00 28/03/2013 15:46
    Re: Re: Necessità, sogno o avventura?
    Rarronno, 28/03/2013 09:51:




    Curiosità: in percentuale o in assoluto?

    Forse ne avevamo già parlato io e te Mark, ma com'è la situazione dell'emigrazione "da illusione" in quel dell'Asia? Intendo quelli che partono convinti di trovare il bengodi e finiscono "delusi".




    Non voglio fare da moderatore di questo topic, quindi rispondo poco e prefeisco che ognuno passi qui dentro, magari anche a distanza di tempo, lasciando le proprie impressioni sulla cosa. [SM=g27823]
    Oh, direi in percentuale, per quanto riguarda la tua domanda. Certo, dovrei controllare. Ma mi sembra che i Portoghesi (i quali pure stanno letteralmente migrando in massa verso il Brasile) siano in percentuale meno che gli italiani.
    Per l'asia. Beh, ma attualmente l'asia è un continente che offre tantissimo a chiunque, basta solo cercare. La mongolia quest'anno farà +16% del pil ed è probabile che ci sia lavoro per tutti, ammesso che piaccia mangiare carne di montone ogni giorno.
    Senza massacrarsi, ci sarebbee il myanmar che come pil farà poco meno ma è molto più organizzata e ci sarebbe il vantaggio dei first mover; lì verrà fuori un'altre tigre asiatica e giapponesi e cinesi sono già tutti in loco (italiani zero).
    Ci sono gli emigrati illusi, pronti a fare ritorno? Ma sì, suppongo di sì. Ma è una categoria che non voglio considerare, nel senso che gli italiani sono già maestri di disillusioni e tentare di prendere lavoro, che sia al nord d'italia oppure a singapore, è una cosa che non dovrebbe essere vissuta così male. A mio parere.
  • °Mark Lanegan°
    00 28/03/2013 15:51
    Re:
    Keep the faith, 28/03/2013 11:52:

    Né più mai toccherò le sacre sponde
    ove il mio corpo fanciulletto giacque,
    Zacinto mia, che te specchi nell'onde
    del greco mar da cui vergine nacque

    Venere, e fea quelle isole feconde
    col suo primo sorriso, onde non tacque
    le tue limpide nubi e le tue fronde
    l'inclito verso di colui che l'acque

    cantò fatali, ed il diverso esiglio
    per cui bello di fama e di sventura
    baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

    Tu non altro che il canto avrai del figlio,
    o materna mia terra; a noi prescrisse
    il fato illacrimata sepoltura.



    Eh, ma tu con quei capelli selvaggi che corri sui prati dei concerti di michele figliodigiacomo, questa è "zacinto" o "canne"? [SM=x47954]

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    Keep the faith
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    00 28/03/2013 16:00
    Ma non voglio mandarti in vacca il topic con i miei interventi sempre in-opportuni

    devo esprimere solo un concetto che mi è caro, chi va via dall'Italia, lo fa in massima parte per necessità, non dico di mangiare, ma magari di crescere professionalmente ecc.ecc.

    ma quello che volevo dire era che, coloro che vanno via, non devono sentirsi dei traditori, dal momento che, è fuor di dubbio che le menti eccelse, e anche quelle meno eccelse, non siano messe nelle condizioni di far crescere il loro paese...a prescindere dai richiami periclei...


    Ah Avvocà io un termine per note ve lo concedo...però non scrivete troppo perchè io non ce la faccio a leggere
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    sery84
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    00 28/03/2013 17:47
    Re: Re:
    °Mark Lanegan°, 28/03/2013 15:32:



    toi, vallagarina uber alles.
    le parti in grassetto non mi vedono del tutto d'accordo, eh.
    Per il resto direi che questo è un momento favorevole per spostarsi.
    Io direi in prima battuta questo: non è che uno deve andare all'estero perché scappa dalla fame ed è costretto. Uno va all'estero se ha un progetto in mente, se è motivato, se ha qualche obiettivo od un traguardo che in italia non si può raggiungere.




    Progetto in mente di sicuro, non bisogna credere di trovare il mondo dei balocchi. Ho incontrato tanti italiani in giro per il mondo che erano tristissimi e volevano tornare a casa: il solito perchè qui è così, perchè lì è cosà... ovvio, ogni luogo alla fine è paese.
    In quanto a cultura, onestamente, l'Italia è di gran lunga sopra agli altri. Dall'America alla Cina c'è molto meno.

    ciao
    Serena

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    00 28/03/2013 18:24
    Re: Re: Re: Necessità, sogno o avventura?
    °Mark Lanegan°, 3/28/2013 3:46 PM:




    Non voglio fare da moderatore di questo topic, quindi rispondo poco e prefeisco che ognuno passi qui dentro, magari anche a distanza di tempo, lasciando le proprie impressioni sulla cosa. [SM=g27823]
    Oh, direi in percentuale, per quanto riguarda la tua domanda. Certo, dovrei controllare. Ma mi sembra che i Portoghesi (i quali pure stanno letteralmente migrando in massa verso il Brasile) siano in percentuale meno che gli italiani.
    Per l'asia. Beh, ma attualmente l'asia è un continente che offre tantissimo a chiunque, basta solo cercare. La mongolia quest'anno farà +16% del pil ed è probabile che ci sia lavoro per tutti, ammesso che piaccia mangiare carne di montone ogni giorno.
    Senza massacrarsi, ci sarebbee il myanmar che come pil farà poco meno ma è molto più organizzata e ci sarebbe il vantaggio dei first mover; lì verrà fuori un'altre tigre asiatica e giapponesi e cinesi sono già tutti in loco (italiani zero).
    Ci sono gli emigrati illusi, pronti a fare ritorno? Ma sì, suppongo di sì. Ma è una categoria che non voglio considerare, nel senso che gli italiani sono già maestri di disillusioni e tentare di prendere lavoro, che sia al nord d'italia oppure a singapore, è una cosa che non dovrebbe essere vissuta così male. A mio parere.




    Perchè se gli italiani risultano primi per emigrazione in assoluto, è un dato perfettamente comprensibile (siamo il più povero dei “supermassimi” UE; e comunque non mi stupirei se anche il Regno Unito fosse ai primi posti). In assoluto sarebbe molto più preoccupante.

    Comunque - a sensazione - il Myanmar e la Mongolia possono andare benissimo per investirci e aprire imprese (fermo restando che la remunerazione potenzialmente altissima fa il paio con un rischio non indifferente); ma un minimo di progetto o dei soldi ci vogliono e poi bisogna avere “il pelo” che percentualmente - in tutto il mondo - in pochi hanno. Credo siano posti interessanti anche se vai li già da impiegato di qualcuno. Ma per il “partiamo e cerchiamo un lavoro” non penso siano tra i posti da scegliere.

    Sul Portogallo, mi è capitato di avere qualche rapporto con un omologo portoghese. A quanto pare il 90% del loro lavoro (quantomeno fuori dal portogallo) è fare da ponte per le ex colonie - comprese le africane - in Europa.

    Poi vabbè, la sindrome dell'emigrante che descrive Sery è comprensibile e credo sia comunissima. A parte l'aspetto economico-lavorativo, è difficile sentirsi veramente parte di un paese straniero....

    “You have to be realistic about these things.”
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