CAPITOLO 33
“ Anna?? Oh mio dio...cosa ci fai qui?!” quasi strilla dal citofono.
“ Perchè non mi fai entrare così ne parliamo davanti a una bella cioccolata calda che sta piovendo a dirotto?” mi so letteralmente bagnando da capo a piedi.
“ Si scusa, hai ragione tesoro...4 piano interno 11 !”
Mi apre il portone, entro...chiudo l'ombrello cercando alla meglio di sistemarmi i capelli bagnati.
Prendo l'ascensore, ammetto di essere parecchio agitata, tiro un bel respiro...sono arrivata.
Eccola, davanti alla porta di casa, lo sguardo duro che non l'aveva mai abbandonata, piccolina...capelli perfettamente pettinati in una sofisticata messa in piega, posa da “gran donna” , le labbra corrucciate....mi blocco un attimo per osservarla...penso che anche se è molto che non ci vediamo è rimasta sempre la stessa, non so se devo gioire o meno di ciò.
In questo caso tutti si aspetterebbero una abbraccio forte lungo 10 minuti con “ti voglio bene”” mi sei mancata” e bla bla bla....ma con mia madre non funziona così.
Sorrido mentre stringo bene la borsa che ho tra le mani, gli vado piano incontro...
“ Ciao mamma...” sussurro appena.
Quel ghigno maledetto non lo avrebbe mai levato, ci salutiamo con la cerimonia dei due bacetti sulle guance.
“Vieni entra, sei tutta bagnata...piove tanto fuori?” chiede mentre sgrullo l'ombrello e in punta di piedi entro nel caldo appartamento a me familiare.
“ Si, parecchio...ha iniziato quando sono scesa dall'aereo e non ha più smesso...”
Andiamo in cucina in silenzio, guardo quelle mura estasiata, i ricordi mi riaffiorano in mete come un fiume in piena, passiamo davanti alla porta chiusa di quella che tanti anni fa era la mia camera dove avevo anche fatto la mia prima volta con un mio compagno di liceo...
A guardarla così sembra più vissuta come casa, ci sono più quadri e i mobili sono diversi, ma mantiene sempre quel tepore di calore familiare che mi aveva sempre affascinato.
“ Hai lasciato tutto come allora....” dico sorridendo.
“ Si abbastanza, anche se ho dato via qualche mobile vecchio....vuoi un po di caffè o una cioccolata calda ?” chiede guardandomi negli occhi...la osservo bene...mi è mancata, la sua sola presenza riusciva a darmi la carica necessaria di durezza che ho sempre avuto, era lei l'unica mia vera “terapeuta” in grado di rimettermi in piedi.
Rispondo di si sorridendo, mi sento bene, ma il solo pensiero che ora avrei dovuto raccontargli tutto quello che era successo mi faceva sentire male.
“ Allora? E' inutile che ci giriamo intorno...da dove scappi?” chiede seria mentre si gira a guardarmi.
Sbuffo, non mi andava di parlarne subito ma a quanto pare non me la sarei tolta dai piedi fin che non gli avrei raccontato tutto.
“ Da Neverland...” dico piano abbassando lo sguardo, inizio a giocare con gli anelli che ho alle dita.
“ Problemi con tuo marito?”
“ Si...”
“ Immaginavo....solo lui riesce a ridurti in questo stato, l'ho visto ieri in tv, con la sua solita faccia di bronzo ! Come hai fatto a sposarlo non lo so!!”
Scatto appena sento che lo ha visto in tv, mi irrigidisco tutta al solo pensiero di poterlo rivedere.
“ Era in tv?” chiedo mentre quasi mi trema la voce.
“ Perchè scusa non lo sai? Sei sua moglie ! Da quanto è che non lo vedi?”
“ Quasi tre mesi...” mi salgono le lacrime agli occhi, forse ho sbagliato a venire qui.
“ Tre mesi ??” spalanca gli occhi.
“ Si...” sussurro.
“ Che cosa è successo? Siete separati ??!” si mette a sedere non smettendo di fissarmi.
“ A dire la vertià non lo so nemmeno io cosa siamo, io non lo vedo ne lo sento da tre mesi...ho solo parlato con il mio avvocato...credo che vuole chiedere il divorzio...” mi scendono le lacrime da sole, nonostante mi fossi ripromessa a me stessa più volte che non avrei più pianto per lui e soprattutto non lo avrei mai fatto davanti a mia madre.
“ Cosa diavolo ti ha fatto quel pazzo !?!” quasi urla.
“ Ho fatto una cosa che non dovevo fare...io..io...mamma...io...non ce...l'ho...fatta...” scoppio a piangere davanti a lei che come sempre rimane di pietra, credo che si sente molto scossa, ho sempre cercato di non piangere mai davanti a lei e ora era la prima volta che accadeva una cosa del genere.
“ Che cosa è successo ?”
“ Ho abortito...ho ucciso il mio bambino....” ormai sono come un fiume in piena mi accascio sul tavolo della cucina mentre esterno tutto il mio dolore convinta che mai e poi mai mi sarei potuta riprendere da una così grande disgrazia.
Sta in silenzio, non dice nulla...ad un certo punto sento la sua mano sulla mia...la sta piano piano stringendo, sento che quasi gli trema...alzo a fatico lo sguardo, con gli occhi colmi di lacrime.
“ Anna...sono fiera di te....” gli trema la voce, cerca di rimanere di pietra ma so che sta morendo dentro.
“ Nessun uomo e dico nessuno ! Ha il diritto di trattarti male ! Non ti sentivi pronta e io lo sapevo che non lo eri fin da quando decisa mi dissi che aspettavi un figlio...lo sapevo....sono sicura che tu hai provato a parlargli per esternargli il tuo disagio ma lui non ti ha minimamente ascoltato...hai fatto bene!! hai tirato fuori le palle e te ne sei andata ! Questa è la Anna che conosco !!”
“ Ho perso mamma, ho perso...io...io lo amo ancora....”
“ Passera....tutto passa ! Il tempo cancella le ferite , affievolisce il dolore e quello che ora ti sembra impossibile da superare tra un paio di anni sarà solo un lontano ricordo...non permettergli di farti altro male, lui non è in grado di essere un bravo marito perchè è quello che è, non è un uomo come tutti gli altri, anche se non lo conosco bene sai meglio di me che questo matrimonio è stato una pura follia...”
“ Non l'ho sposato perchè non sapevo cosa fare o perchè mi sono fatta prendere dal entusiasmo del momento...l'ho sposato perchè ero innamorata persa !! non ci capivo più nulla, mi ha cambiata, sono cresciuta, io l'ho cresciuto !! Io gli sono stata accanto, io lo coccolavo la notte per farlo addormentare, io con tutta la forza che avevo in corpo ho cercato di tirarlo fuori dalla dipendenza, ho cercato di stargli dietro, di non crearli problemi, volevo renderlo felice....ma ...alla fine...ho fallito...”
“ Smettila di dire così ! Non parlare mai più di te stessa in questo modo ! Non abbatterti per un uomo, non falro mai, ciò che vali come donna dipende solo ed esclusivamente da ciò che sei e non da chi hai accanto !! Speravo di avertelo insegnato questo !!”
“ Quando ti innamori non ci sono insegnamenti che reggono...” lo dico sussurrando quasi a vergognarmi.
Mi fissa, poi riprende il discorso.
“ Il passo più grande lo hai fatto, sei qui...hai fatto le valige e te ne sei andata ! Ora ci sono io. Promettimi che non gli concederai più il privilegio di farti del male!!”
“ Mamma...io...”
“ Promettilo ! Non devi prometterlo a me ma a te stessa.”
“ ….Lo prometto....”
Per la prima volta forse, dopo anni, vedo che mi guarda dolcemente...forse prova pena per me e ciò non mi piace affatto.
“ mi dispiace se ho deluso anche te...” confesso.
“ De Balzac diceva che “ Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono.” e te Anna non mi hai deluso...mai ! Sei una bellissima giovane donna, capace ,intelligente, elegante...e.... famosa...” scherza mentre mi stringe la mano.
“ Mi farà bene stare con te...non ce la facevo più...”
“ Sta tranquilla, puoi rimanere qui quanto vuoi, anzi, mi farebbe piacere se restassi qui con me fin chè non ti sentirai pronta...”
“ Non sarà affatto facile uscire da questa situazione...”
“ Lo so, non sei la moglie di nessuno...ma questo lo sapevi e di ciò devi assumerti tutte le responsabilità...ma non sei sola ! Ci sono io, hai bisogno di tornare ciò che eri...” mi fa l'occhiolino “ schiaffeggiandomi” la mano.
Sorrido amara in volto, doveva rassicurarmi ma ho paura che l'ombra di Michael mi seguirà sempre, purtroppo sono ancora innamorata e forse, penso rassegnata, lo sarò per sempre.
“ Allora ? Ti va di andare a cena fuori ? Ti ricordi quando la sera tornavi da scuola e non mi andava di cucinare allora andavamo nei ristoranti più costosi della città ? Ne conosco alcuni davvero deliziosi” si alza pimpante dalle sedia.
“ Non sai quanto mi piacerebbe ma credo che ti andrà la cena di traverso...”
“ Ah già ! Ogni volta mi dimentico che sei più famosa del papa...”
“ Grazie mamma...” dico sarcastica.
“ Io ci riderei su, in azienda mi chiedono tutti se un giorno verrai mai a conoscere i dipendenti...credo che non mi abituerò mai a vederti in copertina, proprio ieri c'era un articolo dove Lady Diana ha parlato anche dell'amicizia che vi lega.”
Sobbalzo dalla sedia appena sento quel nome, avevo promesso di richiamarla ma non lo avevo più fatto...
“ Dove lo hai letto?”
“ Sul Sun...non dirmi che non sai nulla? Non siete amiche?”
“ Che cosa dovrei sapere?” dico posando la cioccolata sul piattino.
“ Carlo e Diana stanno divorziando...”
Rimango di pietra.
“ Scherzi vero ?”
“ No affatto...non so cosa sia successo, qui in Inghilterra non si parla d'altro...ma pensavo sapessi qualcosa di più...”
“ Ho vissuto in uno stato di semi isolamento per quasi 3 mesi...” non gli avrei parlato dell'overdose o si sarebbe intavolata una discussione che non volevo affrontare.
“ mah....comunque è proprio così....adesso dicono che lei si è trasferita nel suo appartamento...ee...non mi ricordo dove però....”
“ Kensington palace !”
“ Si quello.... vedi , la mia memoria inizia a fare cilecca !”
“ Non ci credo, è da tempo che non la sento e non mi ha chiamato per dirmi nulla...la conosco ...si sarà scicuramente chiusa in se stessa anche lei...”
“ E' periodo di crisi coniugale...tra poco si parlerà anche di voi, lo sai questo si?”
“ Purtroppo...”
“ Ma come diavolo ti è venuto in mentre di sposarlo...” sbuffa contrariata.
“ Mamma ti prego...non è il momento...” la blocco prima che affondi il dito nella piaga.
“ Ok ok, non dico nulla....comunque ti è sempre piaciuto...”
La guardo strano.
“ Che vuoi dire?”
“ Che ti è sempre piaciuto! Non mi dimenticherò mai quando una sera dopo cena, vivevi da poco con me, c'erano i Jackson 5 in tv e tu per scherzare mi dissi che un giorno saresti diventata famosa... allora io divertita ti chiesi come avresti raggiunto il successo e te rimasi un attimo pensierosa su come avresti potuto fare...poi puntasti il disto contro la tv e indicasti il volto di Jackson e dissi “ Sposerò Michael Jackson!”
Rido divertita mentre mi racconta questo aneddoto che avevo completamente rimosso.
“ E l'ho fatto....sono una donna di parola! Ahahah”
“ Beh, questo l'ho sempre saputo ma non cera bisogno che lo dimostrassi in questo modo...ahahahah”
Per un attimo mi rendo che conto che ero riuscita a non pensare a nulla e ciò mi rallegra parecchio.
“ Allora ? Vuoi dormire nella tua vecchia stanza o ti rifaccio il letto nel salotto ?”
Neverland Ranch ore 02.30 di notte.
Era tornato da poco nella sua casa, come si dice nel gergo giovanile era “stra fatto”.
Imbottito di antidolorifici se ne stava steso sul letto a pancia in su farfugliando qualcosa senza senso...
Voleva dormire, voleva solo dormire....voleva per un attimo mettere fine al dolore e alla rabbia che lo aveva mangiato vivo nel corso di questi tre lunghi mesi.
Era arrabbiato con tutti e con tutto, da quando era finito il tour si era completamente isolato dal resto del mondo e non parlava con una voce amica da troppo tempo ormai, era stato a Encino per vedere sua madre ma ciò che sperava potesse rimetterlo in sesto non aveva funzionato, assumeva farmaci regolarmente, passava intere giornate sdraiato sul letto in stato confusionale poi scendeva in salotto e parlava con i manichini che secondo lui erano gli unici che gli facevano compagnia, faceva un po di giri sulle giostre dava da mangiare agli animali e da un po di tempo aveva iniziato a sfogliare riviste pornografiche, non sapeva neanche lui perchè...gli aveva sempre fatto “schifo” quel tipo di sesso e non sopportava che il corpo della donna venisse utilizzato, sfruttato per tutto ciò, ma adesso sentiva il bisogno di avere qualcuno accanto, pensava che se avesse fatto sesso con qualcuna la stanchezza si sarebbe fatta sentire e sarebbe riuscito a dormire per un po...ma era un altro il pensiero che lo faceva diventare matto...lei !
La odiava, con tutto se stesso...voleva un bambino lo voleva, sarebbe stato disposto a fare tutto pur di avere un figlio...lei lo aveva brutalmente privato di tutto ciò...donna perfida! Pensò...
“ The girl is Bad, the girl is Dangerous...” mai parole più vere si convinse...
I giorni passavano, lenti, tutti uguali alcuni neanche li ricordava...non toccava cibo, si vedeva orrendo, brutto, le macchie della vitiligine gli sembravano così enormi tanto che aveva ordinato alla servitù di togliere tutti gli specchi che c'erano in casa, andava in giro con una sciarpa che gli copriva il volto e con gli occhiali...mai come ora sentiva tutta le pressione addosso a se, tutto il malessere per quello che era...forse era solo una calo di nervi....era sempre stato bravo a sopportare il dolore ma anche se, come diceva lui “ aveva una pelle da rinoceronte”, prima o poi tutti scoppiano, tutti hanno un crollo emotivo e la separazione non faceva altro che ucciderlo ancora di più...
Era steso sul divano, guardava la tv ma non capiva cosa stavano dicendo...ancora una volta non era lucido...squilla il telefono.
Lo guarda....non gli va di rispondere...decide di lasciarlo suonare....
Smette di suonare....ma ecco che ricomincia....sbuffa contrariato con le pupille dilatate e la vista un po appannata lo afferra e risponde.
“ Pronto...”
“ Michael ?”
“ Chi é?” dice stanco.
“ Ma come chi è ? sono Miko....”
“ Ah, ciao...”
“ Ah ciao ??? sono settimane che non ti sento....stai bene?”
“ Si...”
“ Sicuro?”
“ Si sto benone...” sbiascica un po le parole.
“ Cosa diavolo hai preso?!?” Miko agitato dall'altra parte.
“ Fatti i cazzi tuoi per una buona volta amico !!” Non voleva rispondere così, ma i medicinali avevano effetto anche sul suo umore che a volte lo rendevano triste e arrendevole altre euforico e rabbioso.
“ Sai...mi dispiace...mi fai quasi pena...ti stai distruggendo con le tue mani...” per Miko sentirlo così
era un dolore enorme.
“ Lasciami stare...mi sono rotto di vivere...mi sento vecchio voglio morire...”
“ Non dire puttanate...alza la cornetta e vattela a riprendere...”
“ Non parlare di lei !!!”
“ Perchè??? sai meglio di me che è l'unica che in qualche modo riesce a starti vicino quando sei in queste condizioni.” sapeva che stava facendo un buco all'acqua a parlare con uno che era in evidente stato confusionale ma ci provava lo stesso.
“ Mi fa schifo !! Quella puttana !”
Miko rimase di sasso, non fu capace di dire o fare nulla per buoni 30 secondi, non lo aveva mai sentito parlare così...pensò che fosse davvero in pericolo, il suo amico non era in lui, chi sa di quale sostanza aveva abusato...sta di fatto che capi che non poteva lasciaro da solo in quelle condizioni, decise che sarebbe corso da lui per poterlo aiutare...
“ Vengo li entro domani...”
“ Ti ho detto di lasciarmi stare....non voglio nessuno....” disse ora quasi piagnucolando. Era ovvio che non ci stava con la testa...il problema era questo...che ogni volta che si trovava in queste condizioni aveva la capacità di allontanare tutte le persone che volevano lui bene, le tagliava automaticamente fuori dalla sua vita perchè convinto che tutti fossero li per fargli del male.
A Miko venne quasi da piangere mentre prese la macchina per poter andare a Neverland, sentire il suo migliore amico in quelle condizioni lo aveva distrutto, era un fratello per lui e di certo questa volta non lo avrebbe lasciato marcire nel suo dolore.
Londra, Febbraio 1993...
Ero seduta da più di un ora sul divano mentre cercavo invano di leggere un libro concentrandomi su questo 3 capitolo, ma mi accorsi che rileggevo la prima pagina da quasi 15 min...
Chiudo il libro e lo poso sul divano, non sarei riuscita a concentrarmi comunque, neanche se lo avessi voluto. Mi alzo, vado verso la finestra per guardare fuori...sta piovendo...
Penso a lui...
Chi sa cosa sta facendo...chi sa con chi è....forse mi sta pensando...
Mi illudo che ancora mi ama....la verità purtroppo era un altra...
Avevamo divorziato da un mese....così, improvvisamente li mio matrimonio era finito proprio come era iniziato...in un batter d'occhio non ero più la signora Jackson, ero uscita dalla sua vita...aveva deciso di tagliarmi fuori completamente, non sapevo di quali persone si circondava in questo momento, non lo sentivo ne vedevo da 8 lunghi mesi...forse i più lunghi della mia vita, i più duri...soffrivo ancora di depressione anche se il dolore che prima non mi permetteva di respirare ora si era placato, i miei nervi erano un tanto più rilassati...non dico che il divorzio non sia stato brutto ma ero talmente stanca emotivamente che ho fatto tutto senza pensare, non ricordo nemmeno il giorno che ho firmato quelle carte...ho ringraziato tante volte il cielo che vicino a me c'era mia madre e Lady D che mi hanno sostenuto in tutto e per tutto, quest'ultima in particolare perchè stava vivendo la stessa identica cosa.
Tutto sembrava strano e io reagivo passivamente a ciò che le vita mia aveva messo davanti...non volevo combattere contro ciò che non potevo più riavere...sarebbe stato inutile...
Non avevo ancora trovato un lavoro anche se i soldi non mi mancavano, quando sei l'ex moglie di Michael Jackson di certo non morirai di fame...
Avevo cercato di riallacciare i rapporti con un po di persone che non sentivo da tempo, nonostante mi facesse male avevo passato una settimana a casa di Liz Taylor, avevo voglia di rivederla a patto che non avessimo mai parlato di me e di Michael...e così fu.
La stampa si era accanita su di noi per alcune settimane subito dopo l'annuncio della separazione...un mese barricata in casa! Telefonate ovunque, mi chiedevano interviste o piccole dichiarazioni da ogni parte del mondo...sapevo che sarebbe andata così, ero preparata...un po come il colpo finale, quello che ti stende a terra senza più forze...ed ero pronta a riceverlo, ormai non avevo più paura di nulla.
Sapevo che sarei stata seguita per il resto della mia vita ma era anche vero che la pressione mediatica andava piano piano scemando e io potevo iniziare a concedermi di uscire ben coperta la sera per farmi una passeggiata per le strade di Londra senza essere riconosciuta.
Improvvisamente squilla il telefono.
“ Pronto!” rispondo un po agitata, era passato solo un mese da divorzio e i giornalisti potevano telefonare a qualsiasi ora.
“ Anna...” dice piano...era Diana, ci sentivamo spesso da quando ero tornata a Londra.
“ Diana ! Perchè parli piano?” chiedo sentendola ridere dall'altra parte del telefono.
“ L'ho fatto” dice trattenendo una risata. Non la capisco.
“ Cosa hai fatto?”
“ Sono andata via...” scoppia in una fragorosa risata, che capisco ben presto si tratta di un piccolo attacco isterico.
“ Sono tornata a casa mia ahahahahha ….ci credi ? L'ho fatto ! Me ne sono andata....libera ! Libera libera !” grida piangendo e ridendo allo stesso momento, credo che avesse bevuto qualcosa.
“ Dove sei ora ?”
“ Nella mia casa ! Ho chiesto il divorzio...ahahhahha oddio...non è bellissimo !?” sbiascica tra una risata isterica.
“ Vengo li da te , non ti muovere...”
Quella stessa mattina in un hotel a Los Angeles...
“ Michael?...” Bill apre la porta.
“ Si dimmi...” Mike si aggiusta il colletto della camicia davanti allo specchio.
“ Lei è arrivata...” dice serio.
“ Ma certo, falla entrare pure....”
“ Signora Presley, pergo....”
Ovviamente, continua.....
Rimanete con me....
Michela.