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CAPITOLO 31




“La donna che sopprime il suo bambino con l'aborto violenta la sua profonda natura di madre. Un trauma che la inseguirà per tutta la vita.
Abortire non è un gesto di liberazione, un atto che rende la donna più serena e sicura di sé, ma una lesione che lascia in eredità un rimorso così profondo da spegnere la voglia di vivere.”
Spesso le donne che hanno abortito non riescono a perdonare se stesse. La psicologia non basta a superare questo trauma, che sfocia nella coscienza reale della morte che il peccato causa.
Ma si può davvero condannare una donna che ha abortito? Puntarle il dito contro senza neanche sfiorare completamente l'idea che sicuramente ci saranno state cause ben più gravi che l'hanno costretta a farlo.
A decidere della morte del bambino non ancora nato, accanto alla madre, ci sono molto spesso altre persone. A partire dalla figura maschile del padre, che a volte indirettamente favorisce tale sua decisione perchè la lascia sola di fronte ai problemi della gravidanza. Non di rado la donna è sottoposta a pressioni talmente forti da sentirsi psicologicamente costretta a cedere all'aborto.
Assurdo quasi a dirsi...una donna che soffre e può arrivare al punto di uccidere suo figlio convinta di risistemare tutto, di rimettere in ordine la sua vita...nella maggior parte dei casi di tratta di una decisione sofferta, drammatica...dove trovare la forza di giudicare ? Dove trovar la forza di puntare il dito contro una donna che per troppa sofferenza si è sentita costretta a fare ciò?
La verità è che una donna in queste condizione non deve essere lasciata sola...al dolore e alla consapevolezza di sentirsi carnefici di un omicidio si aggiunge la desolante realtà nel ritrovarsi completamente sole, abbandonate a se stesse.
Cosa c'è di più orrendo di questo?



Avevo rischiato un overdose di farmaci.
Non ero stato ricoverata in ospedale grazie al pronto intervento dei soccorritori che avevano allestito una sorta sala “medica” a Neverland dove avevano cercato di rimettermi in sesto.
Mi aveva trovata stesa sul pavimento della camera da letto Mary che impaurita aveva chiamato i soccorsi.
Di Michael neanche l'ombra, molto probabilmente non era neanche a conoscenza di ciò che era successo, e a questo punto incominciai a pensare che in fin dei conti non gliele importava più di tanto di me.
Erano passati già 4 giorni, ma non aveva fatto neanche una telefonata.
Che stupida ! E io che avevo ancora la speranza di riaprire gli occhi e trovare i suoi...
I giorni trascorrevano lenti e noiosi, io ero completamente su altri pianeti, la sofferenza che avevo dentro mi aveva logorato psicologicamente e fisicamente....il fatto di vivere ancora in quella casa non faceva altro che far riaffiorare nella mia mente tutti i ricordi che ogni volta mi colpivano come pugni in pieno volto.
C'era ancora il suo profumo sul suo cuscino che tenevo gelosamente stretto a me la notte, immaginando che fosse lui.
Dopo un settimana avevo riniziato le sedute con il mio psicologo che vedevo quasi tutti i giorni ormai...avevo bisogni di sfogarmi, volevo riuscire a rimettermi in piedi ancora una volta...la paura di morire che avevo testato il giorno dell'overdose mi aveva dato uno scossone, come se mi avesse risvegliato da un torpore in cui ero caduta da troppo tempo ormai.
Passavo da ore di euforia, in cui mi sentivo motivata ,energica e decisa ad andare avanti a voltare pagina per poi ricadere nel buio più nero, la depressione che mi portava a stare stesa per ore e ore a fissare il vuoto mentre nella mia testa sentivo il pianto di un bambino....quel bambino mai nato.
Mi ero allontanata da tutto e da tutti, rifugiata nella gabbia d'orata che non era più la mia casa, non avevo più contatti con il mondo esterno da più di 3 settimane. Sembrano lontanissimi ora quei giorni che avevamo passato felici a Vienna...ancor più lontani i tempi d'oro del nostro matrimonio.
Guardo la fede che tenevo ancora al dito...


11- dicembre -1990 notte fonda.

“ Si, lo voglio...” mi imita canzonandomi per la sicurezza con cui lo avevo detto.
“ E' inutile che fai il simpatico, non è che tu sei andato poi così meglio !” gli tiro il cuscino del hotel dietro.
Scoppio a ridere divertita mentre paurosa della sua reazione mi copro il viso con il vestito bianco che ancora indossavo.
“ Lo sai che non dovevi proprio farlo questo vero ?”
“ Mmmh e sentiamo...se no che fai?” vado verso di lui che ha la cravatta slacciata e il colletto della camicia sgualcito, lo guardo...gli tolgo il bicchiere con lo spumante che stava sorseggiando e lo bevo tutto d'un fiato pulendomi la bocca con il dorso della mano.
Mi afferra su fianchi, mi bacia mentre lo ricambio in maniera appassionata affondando tutte le mie mani tra i suoi capelli morbidi.
“ Ti amo !” mi guarda negli occhi.
“ E tu...?”
“ Io cosa?” dico.
“ Mi ami ?”
“ Mmh, devo pensarci...” gli do un bacio a stampo mentre mi stacco maliziosa da lui.
“ Ora sei la signora Jackson tesoro !! Devi essere contenta”
“ Oh ti prego non mi ricordare che l'ho fatto davvero...” ridiamo spensierati, visibilmente alticci.
E' davanti a me...indossiamo ancora tutti e due i vestiti della cerimonia, ci guardiamo....non eravamo ancora sotto le coperte per il semplice fatto che avevamo fatto sesso già due volte prima della cerimonia e subito dopo nel aereo che in gran segreto ci aveva portato in hotel...non avevamo resistito.
Ci guardiamo , ancora increduli per quello che avevamo evidentemente fatto....ci eravamo sposati.
Mi viene da ridere solo a pensarlo.
“ Lo abbiamo fatto davvero?....voglio dire....sono tua moglie porca puttana !”
“ E CHI LO AVREBBE MAI DETTO....” dice, scoppiamo a ridere.
“ Sei stupenda lo sai ?”
Ecco che ancora una volta riusciva a farmi imbarazzare...gli corro incontro mentre mi prende in braccio cercando di districare le mani tra il vestito che era ridotto un cencio...mi bacia mentre mi stende sul letto....sorride steso sopra di me...
“ E adesso....SOLLETICOOOOOOOOO!” si avventa sopra la mia pancia mentre rido a crepa pelle contorcendomi tra i suoi baci e i suoi abbracci.



Una lacrima che scende sul mio viso mi riporta alla realtà....
Bei tempi...quanto ancora non ero nessuno agli occhi del mondo, quando ancora il nostro amore era così
travolgente da farci superare ogni cosa....segreto agli occhi di tutti...ricordo con tristezza la passione che ci travolgeva all'improvviso cogliendoci impreparati...il periodo che arrivavo a fare un vero e proprio tour de force solamente per vederlo un paio di giorni, quando ancora ero sposata con il mio ex marito ricordo che smuovevamo mari e monti per poterci vedere.
Convinti di vivere la più bella e passionale storia d'amore toccavamo tutti e due il cielo con un dito quando riuscivamo a vederci anche per poco.
Non ne avevamo mai abbastanza l'uno dell'altro....lui era fantastico, mi chiamava nel bel mezzo della notte solo per poter ascoltare la mia voce, continui regali, mi sentivo amata dall'uomo più bello e perfetto del mondo...ai miei occhi lui era così....
Mi diceva che ero il suo primo pensiero la mattina e l'ultimo la sera, delle volte faceva addirittura fatica a comporre o a concentrarsi sul lavoro tanto che DiLeo più volte ha provato a invitarmi a non passare molto tempo a Neverland per non distrarlo dai suoi impegni.
Ma ce ne fregavamo, non ci importava nulla, vivevamo per stare insieme...io facevo la mia vita, non ero ancora “famosa” e potevo benissimo passeggiare tranquillamente per le strade, ero innamorata e mi sentivo amata...credo che quello sia stato il periodo più bello della mia vita!
Ma non sempre quelle che sembrano favole finiscono altrettanto bene...avevo accettato di sposarlo...non ricordo nemmeno io come siamo arrivati a questo passo, da amanti clandestini a marito e moglie...
Mi fece lunghe chiacchierate riguardo ciò..tutto quello che comportava diventare sua moglie, ma io evidentemente ho sottovalutato il problema.
Vedete....quando sei innamorato e il tuo sentimento è ricambiato ti senti potente, senti che niente e nessuno potrà farti del male... e affronti tutte le situazioni di petto, il più delle volte sbagliando.
E fu dopo pochi mesi di matrimonio, quando il mio nome iniziò a comparire sui giornali di mezzo mondo, che iniziarono i primi problemi...da li un escalation di errori, rancori, litigate, cose non dette...che hanno portato all'inferno che sto vivendo ora.


Mi alzo dal letto, strisciando vado in bagno...mi guardo allo specchio...scruto la mia immagine riflessa come a cercare qualcosa o qualche appiglio che mi permettesse di rimettermi in piedi, di tornare ad essere quella che non ero più da troppo tempo...mi rendo conto che sono ancora troppo scossa e debole per metabolizzare tutto ciò che è accaduto...
Non mi preoccupava la sua assenza, ero convinta nella mia testa che prima o poi sarebbe tornato e come sempre avremmo rifatto pace, ma era evidente che ciò era solo frutto della mia invenzione.

Io giorni trascorrevano così...vuoti, malinconici, instabili...Neverland iniziava a soffocarmi...la sua presenza in ogni cosa mi opprimeva dentro lasciandomi senza respiro, piano piano stavo riprendendo peso, e avevo iniziato a sognarlo di notte...come accadeva sempre quando entravo in “astinenza” da lui.
Avevo deciso di non guardare più la tv, non l'accendevo da settimane...avevo paura...paura di vederlo, paura di sentire cosa si dicesse la fuori...solo vedere quell'apparecchio mi faceva entrare in ansia.
Il mio psicologo mi disse che piano piano avrei dovuto trovare il coraggio di rientrare a far partire anche nel mondo esterno, non potevo continuare a fuggire dalla realtà.
Aveva ragione, ma è come se ogni volta che cercavo di rientrare a far parte la mia mente me lo impediva...inoltre il pensiero di avere ucciso mi figlio mi rendeva morta dentro.


1 ottobre 1992

Fisso la data sul calendario, oggi sarebbe finita la prima parte del tour...era passato più di un mese dall'ultima volta che lo avevo visto..ne una parola, ne una telefonata.
Il mio matrimonio era finito...
Avevo da poche ore contattato il mio avvocato di fiducia, Tom, gli avevo a fatica spiegato la situazione...mi aveva ascoltato in silenzio, era dispiaciuto....

“Sei per metà proprietaria di Nerverland e della “Heal The World Foundation” e ci sono tante altre cose intestate a te, almeno che non decida di lasciarti con il culo per terra togliendoti anche tutto ciò, non credo che avrai problemi economici in futuro...” disse.
“ E se lo facesse?”
“ Inizieremo un battaglia legale...ma lo conosco Anna, non credo che lo farebbe mai...”
“ Tom ma io non ho niente ! Capisci? Niente !! Tutto ciò che possiedo adesso è suo...non sono nulla senza di lui ! Non so neanche dove andare a vivere!”
“ Torna da tua madre a Londra, fidati Anna che non ti lascerò senza un soldo...ti aiuterò io...ma da amico mi sento in dovere di consigliarti di cercare di rimediare prima di pensare al divorzio....”
“ Lo farei se vedessi almeno uno spiraglio di luce in fondo al tunnel...ma credimi...questa volta è definitiva...”

Avevo riattaccato amareggiata...questa volta non ero disperata, ero arrabbiata !
Con lui, il suo comportamento...non affrontava le situazioni di petto, aveva preso aveva fatto baracca e baracconi e se ne era andato, come faceva ogni volta che gli si presentava un problema coniugale.
Lo ammetto, sono io quella che ha sbagliato, ne sto pagando le conseguenze e le pagherò per il resto della vita...ma era ovvio che prima o poi avremmo dovuto parlare. Cosa ne guadagnavamo stando lontani senza sapere nulla l'uno dell'altro?
Tanti giorni ho pensato che forse lo avrei dovuto chiamare, ma non me la sentivo, e grazie a Dio mi era rimasta anche un briciolo di dignità che ora non avrei mandato a puttane per nulla al mondo!
Lacrime di rabbia scendono ora sul mio viso, che rimane come impietrito impassibile, come se non stesse accadendo nulla, le lacrime proseguono la loro corsa....le lascio scorrere, non le asciugo nemmeno....
perchè so che ce ne saranno altre che non si fermeranno.
Nonostante sono stanca di farmi del male, le lascio cadere fino a che da sole diventeranno parte, di questo viso di pietra.


Bucarest ( Romania) ore 19.30

“ Volevo fare i miei complimenti a tutti voi, i costumi il trucco siete stati fantastici alle prove...non posso dire lo stesso per le luci e il palco, ci sono stati alcuni problemi che non ho potuto non far presente. Comunque bravi davvero ! ”
Parte un applauso di gruppo con fischi e ovazioni.
Michael sente pacche sulle spalle e incoraggiamenti mentre prede la mani dei ballerini che stavano a fanco a lui per iniziare tutti insieme a fare la preghiera di rito.
Pochi minuti di silenzio e poi il caos più totale nello stanzino dove tutto il cast era riunito.
“ MERDA ! MERDA !MERDA !” urla mentre salta su se stesso per darsi la carica necessaria per affrontare questo importate ultimo concerto che segnava la fine della prima parte del fortunatissimo tour.
Aveva passato giorni difficili. Dormire era diventato impossibile pensava a lei continuamente, ogni volta che scorgeva in lontananza una chioma bionda aveva un tuffo al cuore.
Pensò di essere ancora innamorato, forse lo era veramente ma non voleva vederla, era uscita definitivamente dalla sua vita e lui non voleva avere più nulla a che fare con lei.
Deciso, duro, potente e motivato va sotto il palco mentre sente salire l'adrenalina che riusciva a percepire ogni volta che si esibiva, decise che avrebbe dedicato questo concerto a suo figlio...quel bimbo che tanto desiderava. Cercò per pochi minuti di immaginarselo...vide davanti ai suoi occhi una bimba bionda...piccolina....era uguale a lei, a sua moglie...rabbrividì al solo pensiero.
Chiuse gli occhi e si concentrò, deciso a scaricare tutta la rabbia e la frustrazione che aveva in corpo ancora una volta.





Buon weekend a tutti !


Michela.



[Modificato da Michela Jackson 95 12/11/2011 13:42]