" il mio cuore era pronto per ricevere e donare amore, ma evidentemente non era il momento.
ciò nonostante sarò ancora qui, con le lacrime agli occhi, fino a quando il grande momento non arriverà."
Quando ero piccola ho vissuto nella casa dei miei nonni paterni, perchè i miei genitori erano troppo impegnati a rovinarsi la loro vita attraverso l'alcool e la droga.
decisero, perciò di affidarmi a loro, per non prendere la loro via.
non avevo molti ricordi legati a loro, ma l'unica cosa che la mia mente riusciva ancora ricordare erano le sigarette che trovavo disposte nel tavolo della cucina e la vodka vicino alla televisione del salotto.
Qualche anno dopo morirono entrambi nello stesso momento.
i miei nonni, al contrario di me, non avevano intenzione di lasciarmi andare al funerale.
fatto sta che ci andai ugualmente di nascosto con la bicicletta, la appoggiai delicatamente a un albero e ci salii senza far troppo rumore.
Appena potei vedere entrambe le tombe, i miei occhi erano ricoperti da una candida cascata di lacrime.
Avevo avuto la possibilità di salutarli per l'ultima volta per poi andarmene.
Tornata nella mia stanza l'unico mio Desiderio era quello di rivederli un giorno nei miei sogni e di domardargli aiuto qualora ne avessi avuto bisogno.
I mesi passavano e quando mi distesi sul letto per incontrarli non succedeva mai niente, sentivo solamente un vento gelido prendere la mia vita e ridurla come cenere.
le giornate diventavano sempre più fredde e gelide; senza più sentire le voci dei miei genitori la mia esistenza era inutile come una foglia quando cade da un albero.
più frequenti erano le accese litigate da parte dei miei nonni; attraverso lo spioncino della porta vedevo utto e sentivo qualsiasi csa: parolacce, insulti, riuscivo a vedere anche le sberle che mio nonna dava a sua moglie.
Sentivo come se la colpa di tutto questo fosse mia, che la sola mia presenza causasse in loro un atteggiamento violento.
Questo permetteva a me di riflettere.
passavano gli anni e divenni una ragazza tosta, sicura di sè e che non le importava nulla della gente.
crescendo ho imparato il vero significato della vita, di essere riconosciuta come una creatura.
dopo la morte dei miei genitori, la mia esistenza era in continuo cambiamento.
Riscoprii i valori semplici di quando ero piccola, il mondo era più ricco e rigoglioso e il mio cuore aveva ricominciato a gioire e ad amare.
Un giorno come tanti altri, me ne stavo nella mia stanza a osservare vecchie fotografie della mia famiglia, volevo che mi parlassero, ma almeno che mi ascolatassero, ma non succedeva niente di tutto ciò.
Socchiusi leggermente gli occhi e in quel momento grida, urle e schianti risuonavano all'interno della casa.
- Donna!
- Uomo!
- Tu non fai mai nulla in questa casa! Lavo, stiro, apparecchio, faccio tutto! Quello che non fa niente sei tu mio caro!
La mia mente ricordava quei litigi quando abitavo ancora con la mia vera famiglia.
Uscii dalla mia stanza silenziosamente e appoggiai la mia testa nella ringhiera della scalinata.
Ogni qualvolta mia nonna spostava la sua attenzione verso le scale correvo verso il bagno per non farmi vedere ai suoi occhi.