Berlusconi ai funerali di Comincioli:
«Dove trovo i soldi, se condannato?»
Lodo Mondadori: «Rischio di dover dare tanti soldi a De Benedetti». Alle esequie don Verzè, e Fedele Confalonieri
Berlusconi ai funerali di Comincioli (Fotogramma) MILANO -
«Ma dove trovo i soldi se i giudici mi condanneranno?». Si sarebbe sfogato con gli ex compagni di classe il premier Silvio Berlusconi, al termine del funerali del senatore Pdl Romano Comincioli che si sono svolti nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano. «Se i giudici mi condanneranno, dovrò pagare un sacco di soldi a De Benedetti» avrebbe detto il premier (secondo quanto riferito da alcuni dei presenti alla conversazione che si è svolta sul sagrato) facendo esplicito riferimento al lodo Mondadori. «Rischio di dover pagare 2.500 miliardi di vecchie lire». Berlusconi ha anche parlato della batosta dei referendum, attribuendo la sconfitta alla paura del nucleare. «Gli elettori hanno ragionato così perché indotti dalla paura», ha detto spiegando l'esito referendario agli amici che si sono intrattenuti con lui. Secondo quanto riferito dai presenti, quindi, si sarebbe trattato di un risultato dettato soprattutto dall'onda emotiva che il disastro di Fukushima avrebbe accentuato negli gli italiani.
Il premier era arrivato poco prima delle 11 alla basilica di Sant'Ambrogio a Milano, per i funerali di Comincioli. Il senatore Pdl e fondatore di Forza Italia, deceduto due giorni fa a Milano, era amico personale e collaboratore del premier. Berlusconi è stato accompagnato all'interno della basilica dal prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. Presenti alla cerimonia anche il presidente del Senato Renato Schifani e la vicepresidente Rosy Mauro, oltre a gran parte dello stato maggiore del Pdl, da Gaetano Quagliariello a Maurizio Gasparri, i coordinatori del partito lombardo Mario Mantovani e Luigi Casero. Tra i presenti anche il presidente della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, don Luigi Verzè, Paolo Bonaiuti e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. Presenti l'impresario dello spettacolo Lele Mora e la consigliera regionale del Pdl in Lombardia, Nicole Minetti, entrambi coinvolti nell'inchiesta sul cosiddetto caso Ruby.
Al fianco di Berlusconi, Comincioli ha trascorso buona parte della sua vita e della sua carriera, prima nelle aziende del premier e poi in politica. Il senatore, 75 anni, è morto martedì al San Raffaele, dove era da tempo ricoverato. Ai tempi della nascita di Forza Italia, nel 1994, Berlusconi scelse Comincioli come «suo uomo in Sardegna», delegato a gettare le basi del nuovo partito sul territorio (fu il primo coordinatore regionale del partito). In Sardegna Comincioli aveva già passato alcuni anni, occupandosi di affari immobiliari, e in quel periodo ebbe rapporti con il faccendiere Flavio Carboni: proprio quel legame lo portò sotto inchiesta a Roma (al processo venne assolto). Negli anni a seguire, il rapporto del senatore con l'isola è rimasto strettissimo: è stato un punto di riferimento sia per la classe politica del centrodestra in Sardegna, sia per lo stesso premier nei periodi di vacanza che ha sempre passato in Costa Smeralda.
Ex dirigente di Publitalia, Comincioli era nato a Venezia il 10 novembre 1935 e in Senato ha passato le ultime tre legislature, sempre eletto nelle circoscrizioni della Lombardia. È stato lo stesso senatore a raccontare gli anni in cui il legame con Berlusconi passò dalla scuola, al lavoro: «La nostra collaborazione iniziò nel 1965 - ha ricordato qualche tempo fa Comincioli -: a quell'epoca io vendevo ciò che Berlusconi costruiva. Abbiamo continuato così fino al 1975, poi mi sono trasferito due anni a Olbia». A Milano, per qualche tempo, avevano anche abitato nello stesso palazzo, in via Alciati, uno stabile costruito da Berlusconi.
Redazione online
15 giugno 2011
milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_giugno_15/morto-comincioli-1908710798...
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