00 14/01/2012 12:11
E non potevo esimermi dal postare la recensione di quel bel ragazzo di Zack O'Malley Greenburg (che oltre a scrivere per Forbes da bambino è stato anche uno dei protagonisti di un bellissimo e toccante film, "L'olio di Lorenzo", non c'entrava nulla ma ve l'ho detto lo stesso [SM=g27823] ).
La recensione è su Forbes, per cui si parla anche di questioni finanziarie, ma vale la pena di leggerla



Non capita spesso che scriva di libri in questa rubrica, FORBES ha l'eccellente blog "Booked" per questo, ma di tanto in tanto qualcosa che leggo ha molto a che fare con gli argomenti che tratto regolarmente qui, perciò mi sento costretto a buttare giù dei pensieri.

Uno di questi libri è il fantastico Man In The Music di Joe Vogel(Sterling, 2011), che esplora la vita e l'opera di Michael Jackson. Il Re del Pop, ovviamente, è un argomento frequente per me, ho iniziato a scrivere su di lui il giorno della sua morte e sono rimasto ben presto affascinato dal suo giudizio negli affari enormemente sottovalutato. Questo è stato sottolineato negli ultimi anni dal suo successo postumo finanziario, incrementato pesantemente dall'accorta gestione economica della sua estate, che ho trattato ampiamente per Forbes.

Jackson ha incassato mezzo miliardo di dollari dalla sua morte ed è regolarmente in testa alla nostra classifica annuale dei guadagni delle celebrità defunte. Del resto, lui ha battuto ogni artista vivente nel 2010 e ha battuto tutti tranne gli U2 quest'anno; un altro numero annuale totale a nove cifre sembra probabile con il successo di "Michael Jackson Immortal World Tour", una joint venture tra l'estate e il Cirque du Soleil che ha rimesso Jackson in cima alle classifiche dei tour di Pollstar a dicembre.

Man In The Music mette il lettore direttamente nello studio con Jackson, facendo la tanto agognata luce su un uomo misterioso e incompreso. Anche se si concentra principalmente sull'eredità sonora di Jackson, offrendo un'analisi canzone per canzone di ogni album, una piena comprensione della musica di Jackson porta il suo successo finanziario in chiara prospettiva.

Per esempio, veniamo a sapere che Jackson era estremamente efficiente in studio (almeno all'inizio della sua carriera), arrivando con tutte le sue canzoni impeccabilmente preparate e pronto per registrare, un "sogno del produttore".

Ci vengono offerti aneddoti dal produttore Quincy Jones, dall'ingegnere del suono di lunga data Bruce Swedien e da altri collaboratori tra cui Rod Temperton, Greg Philinganes, Brad Buxer e Bill Bottrell. Questi servono a mostrare quanta fatica Jackson e la sua squadra impiegavano nella produzione di musica composta di suoni che l'orecchio non aveva mai sentito, soprattutto in alcuni dei suoi ultimi (e sottovalutati) lavori, come l'album del 1995 HIStory.

Vogel ricorda anche al suo pubblico le smisurate ambizioni commerciali di Jackson. Dopo il suo grande debutto da solista con Off the Wall disse ai suoi produttori che voleva che quello successivo fosse il disco più venduto di tutti i tempi. Loro risero. E poi Jackson pubblicò Thriller, che presto compì la sua profezia. Dopo di che il suo obiettivo dichiarato era che il suo prossimo album vendesse 100 milioni di unità. Sebbene Bad abbia venduto "solo" circa 35 milioni di copie in tutto il mondo, Thriller ha superato i 110 milioni.

Le sofferenze e le tribolazioni fortemente pubblicizzate di Jackson sono menzionate in tutto il libro, ma chiaramente il libro non ci si sofferma. Se non altro Vogel porta avanti l'idea che questi eventi hanno così profondamente colorito la percezione di Jackson, che il suo lavoro in seguito non fu mai giudicato oggettivamente.

Man in the Music merita assolutamente una lettura, e non stupitevi se vi farà tornare ad ascoltare "Stranger in Moscow" con una prospettiva del tutto nuova sul Re del Pop.

www.forbes.com/sites/zackomalleygreenburg/2012/01/13/michael-jackson-man-in-th...