00 28/01/2011 21:21
Re: Re:
4everMJJ, 28/01/2011 18.36:




Ma infatti il discorso di Semino è proprio questo: in America quello di MJ non è l'unico caso, purtroppo, di celebrità che muoiono per prescrizioni "allegre" di medicinali, basti pensare a Heath Ledger e Brittany Murphy recentemente o andando indietro nel tempo a Elvis Presley. Il problema della facilità con cui i medici assecondano le richieste dei propri pazienti facoltosi è molto sentito ed è un problema prettamente americano, in Europa la legislazione è molto più severa e non consente ai medici di operare così facilmente e farla franca. Per cui Semino auspica che dal processo di Murray venga fuori un "freno" a una pratica medica così facilona, una legislazione più severa, che indubbiamente non riporterebbe indietro MJ, ma almeno potrebbe evitare in futuro che medici che "curano" le persone facoltose si comportino quasi come "pusher".

"Che Jackson chiedesse o meno il propofol, il suo "latte", è irrilevante in questo caso. Il dottor Conrad Murray, un medico con licenza in tre stati, non avrebbe mai dovuto dare il medicinale a Michael Jackson."

Questo secondo me è il succo del discorso: un medico non deve venire meno alla sua professionalità, neanche se è il paziente a chiedere certe soluzioni e neanche se ha i soldi per pagarsele...




[SM=g27811]
Ben detto!

"Se vieni al mondo sapendo di essere amato e lo lasci sapendo la stessa cosa, allora tutto quello che nel frattempo è accaduto, sarà valso la pena" -Michael Jackson-