I lati positivi della cosa? Beh... un attimo che ci penso eh.
15 febbraio 1988
Tutto questo mi sembra assurdo ora. Il ballo, il lavoro, il tour,
Michael... tutte cose che fino a un anno fa non avrei nemmeno immaginato di poter ottenere, un giorno.
La mia nuova vita è fantastica ora.
O perlomeno questo potrebbe pensare una persona normale che vede la mia vita da fuori. La realtà è completamente diversa e molto più oscura. Ma devo fare la facciata della ragazza felice.
Cosa c'è di così sbagliato, vi chiederete voi. Beh, vi rispondo subito.
Anche se sono mattiniera, sonnambula et similia, svegliarsi alle quattro per farsi trovare alle cinque vestita e pronta per la tua amica e alle sei per il tuo datore di lavoro che ti porta in sala non è facile.
Non è facile essere una ballerina con una caviglia rotta, ti senti fuori dal mondo, la staticità non è il tuo elemento, e tentare di imparare le coreografie di un mese solo con gli occhi non è cosa da poco.
Non è facile accettare il fatto che fra solo un mese andrai in tour con quella che probabilmente è la persona più conosciuta del pianeta.
Si può passare sopra a tutto questo, però. Ho una memoria invidiabile, per non dire straordinaria, le notti insonni le posso sopportare benissimo e posso sopportare anche di passare il prossimo mese da ferma.
Non posso passare sopra al fatto più ovvio. E più nascosto, anche. Non posso ignorarlo, non posso fare finta che non esista, non posso schiacciarlo sotto una coltre di brutti ricordi e delusioni per soffocarlo e distruggerlo, per farlo morire, per farlo perire miseramente.
Cos'è questo fatto?
E' un sentimento.
E' un sentimento che attraversa l'anima, distrugge le parole, rivoluziona il mondo, confonde la gente, la porta a fare pazzie, la porta a vivere in Paradiso.
E' un sentimento immortale, è un sentimento per il quale si è disposti a morire o anche a uccidere, se necessario.
E' un sentimento che non si può soffocare sotto una coltre di ricordi spiacevoli, poichè la sua luce li cancellerà uno a uno, tutti quanti, alleggerendo il peso della sofferenza.
E' un sentimento che non si può ignorare, perché è prepotente, fa forza per uscire, vuole essere accettato e capito, vuole donarsi con tutto sè stesso.
E' un sentimento che esiste e deve esistere, perché qualcuno si è divertito a crearlo per ucciderci tutti piangendo o ridendo.
E' l'amore.
La colpa di tutto questo è di Michael, ovviamente.
Sì, da piccola lo amavo, ma lo amavo in modo diverso, più... ingenuo. Ero sicura e disillusa di non poterlo avere e non mi dispiaceva, mi bastava che lui fosse felice di quel che faceva.
Ma ora, ora che posso vederlo, averlo vicino, parlargli, guardarlo all'opera, ballare con lui e per lui, è diverso.
Il mio amore non è stato rimpiazzato, si è diversificato, si è evoluto adattandosi alle attuali circostanze.
Circostanze che mi confondono.
Circostanze che mi fanno stare male.
Perché so con sicurezza che per lui sono solo una ballerina, o al massimo un'amica.
Ma anche di questo in fondo sono felice.
Essere sua amica è bellissimo.
E' come sperare di poterlo capire, di poter alleggerire quel peso che è decisamente troppo per una persona giovane come lui, ma che io posso sopportare senza rimanerne schiacciata.
Non so perché sto pensando a tutto questo ora, forse è l'antidolorifico che mi fa fare queste riflessioni sulle quali potrei scrivere un'enciclopedia. Tutti i miei pensieri, tutte le mie parole, tutti i miei respiri sono volti solo a
lui, solo per vedere ancora una volta disegnarsi il sorriso su quelle labbra perfette, quel sorriso che mi fa stare male e che allo stesso tempo mi fa sentire in pace.
Forse sono paranoica.
Forse il mio ripetere tutti questi ''forse'' mi sta facendo diventare scema.
O forse, e questa è un'ipotesi ben più terribile, lo amo.
Lo amo davvero, lo amo col cuore.
Non me ne importa niente chi è.
Lui è Michael.
Il mio piccolo e ingenuo Michael.
Quel ragazzo venuto dal cielo che un giorno di gennaio ha deciso di cambiare la mia vita.
E renderla meravigliosa ma anche infinitamente confusa.
Senza una destinazione precisa.
E' una vita al buio di un sentiero sconosciuto, non puoi sapere a cosa andrai incontro finchè non ci sbatti la testa.
E la botta fa male, ma quel che trovi dopo è così meraviglioso, che non ti importa nulla del dolore immediato, finchè non senti la botta della delusione.
E' una vita che promette di essere breve ma fantastica.
Un sussulto mi ricorda che io gli sto mentendo.
Io non glielo ho detto.
Io lo sto facendo gioire, per farlo soffrire dopo.
Le mie lacrime accarezzano le guance, morendo sulla mia bocca.
Sto sbagliando.
Ma non è facile dirglielo.
Come confessargli che non potrò rimanere con lui per sempre come vorrei?
Come?
Non lo so.
L'urlo di Chynthia mi distrae.
-Ehi, Helena, guarda chi c'è in TV!
So già chi è.
Lui, il mio ragazzo dal cuore d'oro.
Annuncia il Bad Tour. Come prevedibile, i fan sono in fermento.
Le telecamere riprendono il bagno di folla che Michael è costretto a subire.
Ma cosa ti fanno?
Ora capisco perché ha paura della gente.
Come non averne paura?
-Menomale che più tardi viene da noi!- sospiro.
-CHE COSA?!?!
-Ah, non te l'ho detto? Vuole assaggiare la tua torta al cioccolato!
-E tu me lo dici adesso?
Con movimenti frenetici, comincia a preparare l'impasto per la torta.
-E se non è pronta per quando arriva? Oddio, come faccio?
-Chynthia, calmati, sarà qui fra due ore, hai tutto il tempo che vuoi!
Sospira, ma non smette di muoversi con una fretta che mi dà sui nervi.
***
Quando suona il campanello, io non mi muovo dal divanetto del soggiorno sul quale sono sdraiata, come una matrona romana. E' Chynthia ad aprire, correndo come una bambina impacciata.
Io sorrido, senza cambiare posizione.
Sbaglio, o quella emozionata dovrei essere io?
Ma sono emozionata. Il cuore vuole uscirmi dal petto, mentre la sua risata risuona per l'ingresso.
Il sorriso più bello lo riserva a me, quando mi vede sdraiata sul divano blu scuro del soggiorno. Ricambio, quasi con le lacrime agli occhi per il dolore e l'emozione che mi fa provare, tutto insieme.
Poi la sua attenzione si sposta su Chynthia, permettendomi di riprendere fiato.
-Allora Chynthia, sai bene perché sono qui.
Chynthia sorride.
-Oh, ma certo! La mia torta!
-Helena, non fare l'asociale. Vieni qui.
-Michael, vuoi morire giovane?
La sua risata cristallina lo accompagna fino al mio divano. Mi prende delicatamente e mi fa sedere sulla sedia del soggiorno dove c'è scritto il mio nome.
-Sedie personalizzate?- chiede, curioso.
-Sì, Chynthia è molto gelosa delle sue cose perciò... abbiamo diviso.
-Adesso non mi dipingere come una pazza maniaca e possessiva, Helena.
-No, non sia mai Chynthia, lo sai che ti voglio bene!
-Helena, non fare impazzire la tua amica, poverina, credo sia difficile sopportarti.
-Ehi, non ti ci mettere anche tu!
Passiamo il pomeriggio così, fra cioccolato, succo d'arancia e risate, e quando
lui varca la soglia per andarsene, una felicità sconosciuta e travolgente uccide il mio male e la tristezza, facendo rimanere vivido e impresso il suo sorriso fatto di sole e aria pura.
You're the sun ɑnd I'm the moon.
In your shɑdow I cɑn shine.