Un'amicizia speciale
10 Gennaio 1988
Oggi è ufficialmente il mio primo giorno di lavoro. Sono tesa, ma piena di adrenalina e tanto basta. In fondo devo solo ballare... ma ballare per lui, è tutta un'altra cosa. Forse è perché questo è un sogno che si realizza.
Sono persa, completamente persa nei miei pensieri mentre Chynthia mi tortura tentando di sistemare i miei ricci in uno chignon. Non tengo il conto di quanti capelli mi abbia già strappato, ma nemmeno ci faccio caso. Poverina, si sta impegnando e vuole solo essermi vicina, almeno credo. Più verosimile è il fatto che si senta in colpa perché non ha rispettato la richiesta che le avevo fatto, cioè di non venire all'ospedale. Ma la capisco, in fondo l'avrei fatto anche io, e nonostante le abbia detto almeno un migliaio di volte che non me n'è importato niente, non ci crede e continua a scusarsi ogni volta che può.
-Dai Chynthia, lascia stare, tanto non ce la fai.
Sorride. -Beh, almeno ci ho provato, no?
-Sì, la buona volontà è bene accetta in questa casa.
Mi alzo dalla sedia, prendo un elastico e lego i capelli in uno chignon perfetto.
-Ma perché tu ci riesci e io no?
-Perché io sono io, cara.
Mi avvio verso quella che si preannuncia essere una nuova vita.
***
-Ma sei davvero brava a ballare!
-Grazie, ma te l'avevo detto che era il mio lavoro! E sinceramente non pensavo che tu ti saresti fidato sulla mia parola...
-Infatti non mi sono fidato, come vedi siamo soli. Questo era il tuo provino e, dannazione, l'hai passato alla grande.
Il mondo comincia a girarmi intorno. Se prima tutto ciò non mi era sembrato vero, ora era irreale quanto Biancaneve bionda. Ciononostante mantengo un atteggiamento impassibile, come se tutto ciò fosse normale.
-Allora, quando si comincia a lavorare?
-Domani alle otto qui in sala.
-Siamo mattinieri eh?
-No, è diverso.- ride. -Non vado proprio a dormire.
-Neanche io, non so quanto è che non dormo! Credo... sì... tre giorni.
-Cioè, tu mi stai dicendo che sono tre giorni che non dormi e sei così attiva? Io ho passato una sola notte in bianco e sembro uno zombie!
-Ma tu sei un debole esponente della specie maschile. Incapace di sopportare anche il minimo dolore.
-Ah, capisco. Quindi tu saresti una specie di Xena in miniatura?
-Certo! Non vedi che ho anche i capelli neri?
-Credevo fossero castani.
-Ma sei cieco?! Stai male eh!
-No, davvero!
-Lasciamo stare va.
-Ci vediamo domani!
Un sorriso che illumina la mia giornata.
11 Gennaio 1988
Lavorare con Michael è impossibile. Puntiglioso ed esigente com'è, vuole la perfezione in ogni singolo movimento, ma piccoli errori ci sono sempre. Cinque ore e parecchi movimenti dopo, una sola canzone si è completata.
Non è davvero possibile, inizia a pretendere troppo da tutti noi.
Ma lui è chiuso nella sua bolla di magia, dove stanchezza e dolore non esistono, dove si deve continuare fino a finire o fino a svenire, e dove, che sia maledetto, esiste l'amore totale e incondizionato.
Quell'amore che, anche se non me ne rendo ancora conto, ha sempre guidato la mia mano e i miei passi verso un sogno che credevo impossibile.
L'impossibile esiste, perché è una cosa, e se esiste una cosa, ed è possibile toccarla, allora l'impossibile è possibile.
Si gira verso di noi. Quasi confuso, oserei dire.
Beh, non posso che dargli ragione. In fondo, ci siamo tutti incantati a fissarlo.
-Forti. Ballerini statue. Al lavoro, forza.
Una risata collettiva rompe l'incantesimo.
Tutti al lavoro per creare l'incanto di una magia che non esisterà mai più.
-Comunque a me ''She's out of my life'' non piace.
-A chi lo dici!- esclamo rivolgendomi a un ballerino poco distante da me.
-E' troppo triste. Anche se, per come la vedo io, divorzio uguale liberazione.
-No, ma perché impegnarsi anche solo col fidanzamento?
-Sento già che mi sarai simpatica. Come ti chiami?
-Helena.
-Piacere, donzella. Il mio nome è Chris.
-Viva i romantici ideali dell'amore.
Michael gronda sarcasmo come non mai.
-Viva chi non origlia.
-Viva chi non si accorge che sono ancora qui.
Scoppiamo a ridere tutti e tre. In effetti abbiamo emarginato un tantino Chris.
-Oh, andiamo, non te la devi prendere per così poco.
Di nuovo giù risate a non finire. A forza di scherzare, non ci accorgiamo che l'orario di fine giornata è passato da un pezzo e che tutti gli altri se ne sono già andati.
Anche Chris va via, e ci lascia soli.
Michael mi abbraccia, un gesto spontaneo che lo lascia confuso e imbarazzato. Ma io sorrido, mi ha fatto piacere.
-Grazie Michael.
You're the sun ɑnd I'm the moon.
In your shɑdow I cɑn shine.