00 16/11/2010 19:37
Maroni: "Infamie, intervenga Napolitano"
Saviano: "Sono stupito e allarmato"
Il ministro dell'Interno furioso per il monologo dello scrittore, che ha parlato di rapporti tra la 'ndrangheta e la Lega al nord, prima chiede alla Rai di replicare, poi, dopo il diniego dell'azienda, scrive al Cda, al Capo dello Stato e ai presidenti di Camera e Senato. L'Idv attacca : "Intollerabile intimidazione a chi vive sotto scorta".
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ROMA - "Come ministro e ancora di più come leghista mi sento offeso e indignato dalle parole infamanti di Roberto Saviano, animate da un evidente pregiudizio contro la Lega". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, commentando le parole sulla Lega nel monologo dello scrittore 1 ieri sera nel programma Vieni via con me. "Ho chiesto al Cda della Rai il diritto di replica", ha aggiunto Maroni. "Vorrei un faccia a faccia con lui per vedere se ha il coraggio di dire quelle cose guardandomi negli occhi". Diritto di replica negato dalla Rai: il responsabile del programma Loris Mazzetti invita il ministro a rivolgersi alla magistratura. Pronta la controreplica di Maroni, che a questo punto si appella alle massime cariche dello Stato: "Giro al presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato la questione, se la Rai deciderà di negarmi il diritto di replica a Saviano". Mentre lo scrittore campano si dice "stupito e allarmato" dalle parole di Maroni, e diversi esponenti politici parlano di "intimidazione" da parte del ministro.

La protesta di Maroni. "Chiedo risposta - ha spiegato il ministro - anche a nome dei milioni di leghisti che si sono sentiti indignati dalle insinuazioni gravissime di Saviano e quindi auspico che mi venga concesso lo stesso palcoscenico per replicare ad accuse così infamanti che devono essere smentite". Maroni ha scritto al presidente della commissione vigilanza Sergio Zavoli, ai presidenti del Senato, Renato Schifani e della Camera, Gianfranco Fini e all'intero Cda della Rai e al direttore di Rai3 Paolo Ruffini.

"Chiunque ha diritto di replicare, - aveva detto il ministro nel pomeriggio - altrimenti vuol dire che siamo tornati al tribunale della Santa Inquisizione. Non credo che alla Rai si sia arrivati a questo punto, ma non mi stupirei di nulla. Attendo risposta". Nella lettera inviata dopo il diniego della Rai alla replica, Maroni ha scritto: "Come ministro dell'Interno che combatte quotidianamente ogni forma di criminalità organizzata con assoluta determinazione, mi sento profondamente offeso da queste parole e chiedo, per tanto, di poter esercitare il diritto di replica per contestare tali falsità nel corso della prossima puntata del programma".

Il no della Rai. La replica arriva da Loris Mazzetti, capostruttura di Raitre e responsabile del programma: nessun invito per Maroni. "'Vieni via con me' non è intenzionata ad ospitare il ministro dell'Interno", dice Mazzetti. "Se noi abbiamo detto cose non vere, cose smentibili se lo abbiamo ingiuriato o offeso, che si rivolga direttamente alla magistratura", conclude. Sull'ipotesi di ospitare altri politici nel programma dopo Fini e Bersani, sollecitata da più parti, Mazzetti dice: "Non lo sappiamo ancora: ci stiamo ragionando".

Le parole di Saviano in tv. Nel corso della trasmissione di ieri sera (video) 2 Roberto Saviano ha detto: "La 'ndrangheta al Nord, come al Sud, cerca il potere della politica e al Nord interloquisce con la Lega. Che ha sempre detto che non vuole qui le manette o la repressione, ma non basta, perché sono i soldi legali che irrorano questo territorio, è lì che il fenomeno deve essere contrastato". Lo scrittore ha citato poi un brano di un'intervista a Miglio in cui l'ideologo della Lega si definiva a favore del "mantenimento anche della mafia e della 'ndrangheta e sottolineava che "bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate". "Insomma - ha commentato - Miglio diceva che le mafie devono essere costituzionalizzate".

La replica dello scrittore a Maroni. "Sono stupito e allarmato dalle parole del ministro Maroni". Così Roberto Saviano in una nota replica alle dichiarazioni del ministro Roberto Maroni. "Non capisco di quali infamie parli - prosegue Saviano -. Temo che abbia visto un'altra trasmissione. Lo invito a rivederla e riascoltarla: io ho parlato solo di fatti, frutto di un'inchiesta giudiziaria dell'Antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della 'Ndrangheta e sulla sua presenza culturale, politica ed economica in Lombardia. Fatti che dovrebbero preoccupare il ministro dell'Interno invece di spingerlo ad accusare chi li denuncia".

Le reazioni. Mentre Caparini, parlamentare del Carroccio, fa sapere che per le accuse di Saviano alla Lega è pronto il ricorso all'Agcom, a Maroni risponde l'Idv: "Nessuno tocchi Saviano", dice Leoluca Orlando. "Dal ministro arriva un'intollerabile intimidazione ad uno scrittore che vive sotto scorta per la sua denuncia coraggiosa di tutte le mafie. Il ministro dell'Interno, invece di reagire in maniera scomposta, faccia pulizia all'interno del suo partito e cacci i disonesti". Orlando conclude: "Per la carica che ricopre avrebbe l'obbligo morale di elogiare chi predica l'onesta e lotta contro la criminalità". E Donadi, presidente del gruppo Idv alla Camera, aggiunge che le accuse di Maroni sono un favore alle cosche: "Un ministro dell'Interno non può permettersi di legittimare, con le sue parole, il clima di omertà sugli affari delle mafie al Nord e sulle collusioni tra criminalità e politica".

Per Maroni la mafia non esiste? chiedono i Verdi. "Il ministro dell'Interno Maroni rischia di accodarsi a quella lunga lista di persone che dicevano che la mafia non esiste mentre le organizzazioni criminali uccidevano ed investivano fior di miliardi al Nord e a Milano", dichiara il Presidente nazionale Angelo Bonelli.

Nessun partito è immune da possibili infiltrazioni, Lega compresa, dice Pina Picierno del Pd. Invece di attaccare un giornalista coraggioso, Maroni "dovrebbe piuttosto rinnovare il proprio impegno per dare vita a politiche serie di contrasto alle collusioni delle mafie nell'economia e nella politica, guardando con coraggio anche in casa propria".

Dall'Udc il deputato Roberto Rao considera pretestuose le polemiche della Lega contro Saviano: "Lo scrittore ha denunciato una realtà già emersa da molte indagini e operazioni condotte in queste ore: la crescente ramificazione delle organizzazioni malavitose nel nord del paese. Il ministro dell'Interno - dice Rao - sta facendo un ottimo lavoro nel contrasto alla criminalità organizzata, ma non può pretendere di nascondere una parte di realtà italiana solo perché scomoda per i suoi elettori".

Con Maroni si schiera invece Gianni Alemanno: "Non posso non condividere quanto detto dal ministro anche perché proprio la sua attività è la dimostrazione migliore che non c'è nessun rapporto" con le organizzazioni mafiose, dice il sindaco di Roma. "Mai come con il governo Berlusconi e sotto il ministero Maroni - continua Alemanno - c'è stato contrasto attivo concreto alla criminalità organizzata, con un aumento vertiginoso degli arresti anche di ricercati eccellenti e di sequestri e confische del patrimonio della criminalità organizzata". "I dati dimostrano che non c'è alcun contatto ma anche nessuna contiguità o nessuna disattenzione quindi è giusta l'indignazione del ministro Maroni".

(16 novembre 2010)


www.repubblica.it/politica/2010/11/16/news/maroni_saviano-9164864/?re...

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