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Maria Luisa Busi lascia il TG1: "Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di parte"

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    Torture
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    Bad Fan
    00 13/07/2010 16:01
    FINALMENTE QUALCUNO SI RIBELLA
    Sò che è una lettera lunga, ma per favore leggete,Maria Luisa Busi si è opposta a questa "prostituzione intellettuale" ed è un forte segno che stiamo andando verso la via di non ritorno.


    Questa è la versione integrale pubblicata dall'Ansa, indirizzata al direttore
    Augusto Minzolini e al Cdr, e per conoscenza al direttore generale della Rai
    Mauro Masi, al presidente dell'azienda Paolo Garimberti e al responsabile
    delle Risorse umane Luciano Flussi.

    Una scelta difficile ma obbligata


    Caro direttore - scrive la Busi - ti chiedo di essere sollevata dalla
    mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del TG1, essendosi
    determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito
    senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me -
    prosegue - una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale
    che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del
    quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di
    credibilità nei confronti dei telespettatori.

    Come ha detto - osserva la giornalista - il presidente della Commissione di
    Vigilanza Rai Sergio Zavoli: 'la più grande testata italiana, rinunciando
    alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua
    identità, parte dell'ascolto tradizionale´.
    Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perchè è un grande giornale. È
    stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il
    giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era
    questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei
    colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che
    sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il
    Paese. Il giornale degli italiani.

    Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di
    una voce sola. Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di
    parte.
    Dov'è il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono
    aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi
    salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare
    avanti perchè negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli?
    Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro
    titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un
    milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie.

    Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E
    i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare
    neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i
    cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende
    che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè
    falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare?
    Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata.

    Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima
    elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo
    spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande
    progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna
    interattiva multimediale.
    L'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto
    della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un
    editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro
    sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato,
    smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante
    volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel
    lago, alle mutande antiscippo.

    Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei
    programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale
    del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese.
    Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero
    dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto
    profilo e interesse generale.
    Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni
    professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una
    conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto.
    Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene
    ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante
    del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.

    I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova.
    Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al
    grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che
    ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso.
    È quello che
    accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda
    alla verifica.

    Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia
    professione. Dissentire non è tradire
    . Non rammento chi lo ha detto
    recentemente. Pertanto:
    1) respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche
    che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto
    oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già
    mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di
    leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la
    circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un
    arricchimento.

    Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è
    più alcuno spazio per la dialettica democratica al TG1. Sono i tempi del
    pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.

    2) Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui
    mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede
    semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e
    onesti.
    E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai,
    lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le
    loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non
    debba trarre profitto dal proprio ruolo.

    3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo
    l'intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato
    all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai
    accusato di `danneggiare il giornale per cui lavoro´, con le mie
    dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato
    quelle dichiarazioni.

    Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il tg1 darà conto
    delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a
    campagne ideologiche´. Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è
    quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire
    altrettanto.

    Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta
    campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale
    Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me
    diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche
    alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi
    dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni.
    Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista
    senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo.
    Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint
    Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio
    legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle
    20.

    Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo
    molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che
    abbiamo bisogno.
    Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il
    pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia
    azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori,
    nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il
    dovere.
    [Modificato da Torture 13/07/2010 16:11]


    E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione.
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    mimma58
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    00 13/07/2010 16:19
    non ho parole,dico solo poveri noi.Quando i veri politici ,smetteranno di litigare e non pensare alla poltrona,ma di fare i POLITICI.Forse riusciremo a salvare,questo paese.Questa è una vera giornalista,non di parte,ma dalla parte dei più deboli,degli onesti che per fortuna ci sono ,e esigono la verità sui fatti,è un nostro diritto.
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    anna77@
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    00 13/07/2010 16:22
    questo ancora una volta mostra quanta gente dignitosa ci sia ancora in italia. Come vorrei davvero che gli italiani aprissero gli occhi,che la smettessero di essere servi,piccoli uomini e piccole donne interessati solo al loro rendiconto; di più oramai non so che aggiungere, so solo che mi sento oppressa e schiacciata nella mia dignità.
    [Modificato da anna77@ 13/07/2010 16:24]

    Se mantieni la calma mentre tutti intorno a te hanno perso la testa, probabilmente non hai capito qual è il problema! W. Allen
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    mercymj
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    00 13/07/2010 16:27
    Questa si che è una donna...tanto di cappello! [SM=x47932]

    E comunque, come al solito, chi ha il coraggio di parlare per una giusta causa ne paga le conseguenze perchè faranno di tutto per distruggerlo.

    Che vergogna!

    Ma non bisogna abbassare la testa!


    You didn't understand...

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    rossijack
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    00 13/07/2010 16:50
    Ammiro questa donna ,che mi e' sempre piaciuta in ogni senso,per il suo immenso coraggio!Non ho parole da aggiungere,ha detto gia' tutto.Purtroppo con la manipolazione e l'omissione della verita' il governo pensa di mantenere ed allargare il suo potere,io pero' comincio ad avere una certa fiducia in una inversione di tendenza e piano piano le famiglie,i lavoratori,gli insegnanti,gli scolari ecc ecc si renderanno sempre piu' conto che sono tutte fandonie quello che gli si vuol far credere, perche' non ne avranno conferma nel loro quotidiano. Allora qualcosa succedera'....
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    Anto (girl on the line)
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    Bad Fan
    00 13/07/2010 18:14
    Bravissima la Busi,molti suoi colleghi dovrebbero prendere esempio da lei...
    La sua lettera è perfetta..
    Che voglia essere uno dei primi passi per il cambiamento?Me lo auguro,anzi lo auguro all'Italia...
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    (Miss Piggy)
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    00 13/07/2010 20:15
    Re:
    rossijack, 13/07/2010 16.50:

    Ammiro questa donna ,che mi e' sempre piaciuta in ogni senso,per il suo immenso coraggio!Non ho parole da aggiungere,ha detto gia' tutto.Purtroppo con la manipolazione e l'omissione della verita' il governo pensa di mantenere ed allargare il suo potere,io pero' comincio ad avere una certa fiducia in una inversione di tendenza e piano piano le famiglie,i lavoratori,gli insegnanti,gli scolari ecc ecc si renderanno sempre piu' conto che sono tutte fandonie quello che gli si vuol far credere, perche' non ne avranno conferma nel loro quotidiano. Allora qualcosa succedera'....[/QUOTE]


    Se non se ne stanno rendendo conto ora.....secondo stiamo scavando da un pezzo (dopo aver allegramente raggiunto il fondo), quindi voglio essere fiduciosa in un cambio di tendenza.
    Dài e che ti ridài, cominceremo ben a capir qualcosa [SM=g27820] .In tasca ci stanno andando, e da che mondo e mondo è l'unico verbo che comprendono gli Italiani. Ho fatto un bel filotto di luoghi comuni,nevvero? [SM=g27824]
    Comunque massimo rispetto e ammirazione per la Busi.