Infatti sono d'accordo con te quando dici che non avrebbe senso copiare una storia altrui,tuttavia non ho potuto fare a meno di notare alcune
nette somiglianze tra le mie prime due FF
Storyteller e
Teach me Love e questa (l'altra che tu hai scritto non l'ho letta)... così evidenti che mi viene il dubbio che siano solo "ispirazioni" simili.
-E’ tutto finito...era solo un brutto sogno.-
Mady si muoveva ancora immersa nella sensazione ovattata di quella visione, al buio, con le ciglia impastate dal mascara, si muoveva sentendo la sua guancia scivolare sul quella di lui, con le braccia attorno alle sue spalle. Continuava ad accarezzarle i capelli, con delicatezza, con fare paterno e rassicurante. Le loro fronti una contro l’altra, la vista annebbiata dall’assenza di luce e dall’emozione, si ritrovarono a perdersi uno negli occhi dell’altra, fu in quel momento che le carezze lasciarono qualsiasi fare paterno, per far posto ad altri intenti decisamente meno disinteressati. Michael alzò il mento quel tanto che bastava per avvicinarsi alle sue labbra in un contatto che divenne un bacio, un bacio caldo, immobile. Mady lasciò che quel contatto durasse un istante infinito, persa nella sensazione del tutto nuova di un bacio di una tenerezza disarmante. Con le mani ancora tremanti lasciò scivolare le dita sulla camicia di Michael e strinse la stoffa in un pugno come a volerlo scuotere da quella sensazione che la stava letteralmente facendo morire. Ancora labbra contro labbra, lui le prese la mano e la fece rilassare nella propria, intrecciando le dita con le sue. Dischiuse le labbra per farle aderire nuovamente a quelle di lei, stavolta con più intensità mentre un brivido le percorreva tutta la schiena, rendendola ancora una volta incapace di muoversi. Mady aprì lentamente la mano e si staccò da quell’unione allontanandosi, a fatica, con la testa in subbuglio. Riusciva a sentire solo il suo respiro, a percepire da quanto tempo avesse desiderato che ciò accadesse. Gli accarezzò la guancia, sorridendo appena. Mise due dita sulle sue labbra, riuscendo a sentire sotto la pelle ancora l’umido nettare lasciato dalla bocca di lui che unito al suo aveva creato un nuovo straordinario sapore. Si morse il labbro inferiore come a voler provare a diventare un tutt’uno con quella piacevole sensazione che sapeva di zucchero, deglutì a fatica…
-Devo andare.-
-Si....-
Michael sospirò, pronunciando quell’unica parola come se si fosse appena liberato da un peso. Con un velo di imbarazzo che mascherava a fatica la sua timidezza, sperò che il buio della stanza si fosse apprestato a nascondere ogni traccia di rossore sul suo volto.
Forse era stato un sogno, lei ancora non si era svegliata…si quello doveva essere stato proprio un sogno…
da Storyteller capitolo 6 e Teach me Love capitolo 3
Le loro teste si avvicinarono ancora,ora le fronti erano l'una contro l'altra mentre il cuore di lei sembrava essersi spostato direttamente in gola. Le dita che teneva premute contro la bocca di Michael parvero scottare all'improvviso e le tolse stringendole intorno alla sua mandibola. Con un lento movimento del collo lui alzò la testa quel tanto che bastava per azzerare la distanza tra le loro labbra ed in quell'istante le note si spensero.
Melanie fremette intensamente ma non ebbe assolutamente la forza di spostarsi di un solo centimetro. Lasciò che il contatto durasse per un istante infinito,persa nella sensazione del tutto nuova di quel bacio di una tenerezza estenuante. Tremando lasciò scivolare le dita alla camicia di Michael e la strinse come aveva fatto solo due giorni prima sotto la grande quercia a Neverland, questa volta non voleva allontanarlo ma semplicemente scuoterlo,provocare una qualsiasi altra reazione che non fosse il bacio che la stava facendo letteralmente morire. Si sentiva immobilizzata,incapace di muoversi,stretta in una ipnotica morsa che non avrebbe mai voluto lasciare anche se il suo cervello stava facendo a botte con il corpo spronandola ad andarsene immediatamente.
Le prese la mano che stringeva convulsamente il lembo di stoffa e all'istante la fece rilassare nella propria.Michael dischiuse appena le labbra per farle aderire di nuovo a quelle di lei e stavolta con più intensità mentre un brivido gli correva per tutta la schiena.
-Non sono triste quando sei con me...-
Sussurrò soffiando le parole tra le labbra di Mel,staccandosi appena.
Le accarezzò la guancia ancora una volta facendola appoggiare contro la spalla e si distesero entrambi sul divano. L'orecchio di lei sul petto di Michael,il battito del cuore perfettamente regolare che sembrava volerla cullare. Stordita,confusa e stanca si lasciò persuadere da quel suono rassicurante e da quelle braccia morbide a scivolare nel sonno.
Forse era un sogno,doveva essere tutto soltanto un sogno...
E ancora...
Angel's eyes
-Shhh tranquilla, Madyson, tranquilla.-
Nel buio, nel silenzio totale, la voce di Michael cercava di placare quella sofferenza tanto agognante che quell’incubo le aveva dato. Sentiva ora il suo profumo dieci volte più forte e una mano calda sfiorarle delicatamente la fronte. Cercò di ritrovare il filo logico della realtà, ma il cuore che batteva ancora a mille le impediva di capire cosa stesse succedendo.
Storyteller
-Sthhhh tranquilla.-
Nel buio e nel silenzio più completo,la voce di Michael è della solita dolcezza,ma dieci volte più potente. Il il suo corpo è vicino al mio,avverto il suo profumo e ancora la mano che mi sfiora la fronte delicatamente.
-Era solo un brutto sogno...-
La mia mente cerca di riprendere subito il filo della realtà ma ci riesce a fatica,assordata dal battito folle del cuore che sembra essersi trasferito nelle orecchie.
Angel's eyes
-Si.-
-Certo.-
-No, no ma figurati.-
-Nooo ho detto di no.-
-Va bene…-
No, non era impazzita, era semplicemente al telefono con sua madre. Sapete le solite raccomandazioni, le decine di consigli che ogni madre si sente in obbligo di dover dare ai propri figli anche se hanno ormai trent’anni. Del resto era la sua unica figlia, e lei era il suo unico genitore, piuttosto comprensibile un atteggiamento tanto apprensivo anche se ormai fuori luogo.
I genitori sono così e peggiorano quando gli diamo la prova di non essere riusciti a seguire le loro indicazioni alla lettera.
Perciò distratta dalla telefonata mattutina e da altri miliardi di pensieri Madyson finalmente con le scarpe ai piedi era pronta per affrontare un’altra giornata al Neverland Ranch.
Storyteller
-Sì.
No.
Nooo.
Sì.
Sì,sì,ok.
No,proprio no.-
No,non sono scema,ero semplicemente al telefono con mia madre per il sacro rituale delle raccomandazioni al quale mi sottopone ogni volta che accetto un nuovo lavoro. La lista,che annovera una ventina di voci generali e cinque/dieci inventate ad hoc per ogni occasione,comprende anche punti imbarazzanti come: "non andare a letto col capo" , "ricordati che i soldi non comprano tutto" e persino " mi raccomando copriti bene quando esci di casa" che credo sia un retaggio di quando avevo 12 anni e venivo spedita a prendere mio fratello alla scuola materna cinque isolati più in là.
Angel's eyes
Rimboccarsi le maniche, questo c’è da fare, mettersi a lavoro con la testa china sui libri e incamerare quanto più possibile. Se non hai nessuno che ti spiani la strada allora l’unica cosa che puoi fare per non farti schiacciare è diventare qualcuno, mettercela tutta e non piangersi mai addosso, mai.
Guardatevi in giro, analizzate, osservate, studiate, ma soprattutto sbatteteci la testa contro, solo così potrete dire di avercela messa davvero tutta e se non và, beh almeno non avrete rimpianti, ma se i piani vanno come vi eravate prefissi allora nulla potrà più fermarvi, niente si metterà mai tra voi e il vostro sogno. Crederci davvero, prepotentemente, vi porta già a metà dell’opera
Storyteller
Cosa c’entra la cultura allora? Presto detto:la cultura è l’unico mezzo che ti può aprire le porte dei sogni quando non sei dotato di un papà con la Visa Gold o di quel raro dono divino chiamato talento artistico. Se avete barrato entrambe le ipotesi appena esposte allora non resta che rimboccarsi le maniche e mettersi ad apprendere. Studiate,osservate,annusate,assaporate,stupitevi,sperimentate,sporcatevi le mani,se necessario fatevi anche male, nutritevi di tutto ciò che il vostro cervello può incamerare. C’è una gigantesca spugna nella testa,capace di cose che nemmeno la scienza riesce a spiegare troppo bene,tutto sta a fornirle acqua fresca e quella non farà altro che bere,trattenere e dimostrare le sue potenzialità.
Ne ho notate altre che non starò qui a sottolineare...spero che non si ripetano più questi spiacevoli episodi =)
PS:ringrazio manu 62 per l'apprezzamento ai miei lavori
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Le mie Fan Fiction
Amare è un verbo, non un sostantivo.
Non è una cosa stabilita una volta per tutte, ma si evolve, cresce, sale, scende, si inabissa, come i fiumi nascosti nel cuore della terra, che però non interrompono mai la loro corsa verso il mare. A volte lasciano la terra secca, ma sotto, nelle cavità oscure, scorrono, poi a volte risalgono e sgorgano, fecondando tutto.
Alessandro D’Avenia
" Bianca come il latte, rossa come il sangue"