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UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

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    SusannaM.
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    00 19/07/2010 15:13
    Curati e guarisci in fretta..aspettiamo pazientemente il proseguimento.....del romanzo!!
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    angelaserre
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    King Of Pop Fan
    00 19/07/2010 15:53
    mi dispiace x tutto cio che ti è accaduto.riprenditi presto e riposa, [SM=x47938]
    [Modificato da angelaserre 19/07/2010 15:54]
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    ChiccaMJ
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    The Essential Fan
    00 19/07/2010 16:21
    mi spiace per quello che ti è accaduto! riposa e non preoccuparti per la FF, l'osso sacro è dolorosissimo!!! mi dispiace tanto,davvero!
    Un bacio!
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    malabi
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    00 19/07/2010 20:11
    Re:
    susy03108, 19/07/2010 13.19:

    Ciao Laura io sono Susy ho letto in questi giorni la tua FF e devo dire che mi ha colpito molto il tuo modo di scrivere, adoro leggere solitamente leggo molta narrativa ma in questi giorni avevo bisogno di qualcosa di spensierato e ho trovato la tua storia avvincente..per nulla melensa...oserei dire quasi reale...mi piace molto. Mi dispiace tanto per la tua caduta ti auguro di rimetterti al più presto... in bocca al lupo....e continua così.




    Susy ben arrivata e grazie per i tuoi complimenti e per gli auguri di pronta guarigione.

    Approfitto per ringraziarvi tutte indistintamente, siete davvero stupende e sono molto onorata che voi siate mie lettrici. Stanotte posto, lo prometto.

    baci a tutte.


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    dirtydiana66
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    Number Ones Fan
    00 19/07/2010 22:12
    ben tornata , vai tranquilla per il capitolo ,
    come stai?
    un abbbraccio
    [Modificato da dirtydiana66 19/07/2010 22:14]





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    BEAT IT 81
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    Bad Fan
    00 19/07/2010 22:16
    Lalli vai tranquilla col capitolo, l'importante è che ti riposo e ti riprendi dal capitombolo dell'altro giorno, quindi nn strapazzarti, ok? ;-)))))))) . A presto, bacione Sara

    It's all for Love...L-O-V-E - Michael Jackson




    The Dancer on the Moon - our Michael Jackson Blog.

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    malabi
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    Invincible Fan
    00 20/07/2010 03:44
    56° Capitolo.

    Al terzo squillo, mio padre risponde ed io, con un po’ di agitazione gli dico:

    “Ciao Papà, ti disturbo, che stai facendo?”

    Lui mi risponde, che si era appena fatto una doccia e poi mi chiede:

    “Tu invece che stai facendo? Ti è passato il mal di testa?”

    Un po’ titubante rispondo:

    “Sì abbastanza, ma ho bisogno di parlarti. Posso venire da te, tra 10
    minuti.?

    Cambiando un po’ il tono, mio padre mi chiede subito:

    “Sì certo, ma che succede?”

    “Niente di grave, non preoccuparti. Ho solo bisogno di parlarti.”

    Lui, per niente tranquillo, mi risponde:

    “Ok. Allora vieni subito.”

    “Grazie papà, arrivo.”

    Interrompo la comunicazione e guardo Michael che nel frattempo si era allontanato, andandosi a posizionare nuovamente davanti alla finestra, per discrezione, anche se, della conversazione con mio padre, non ha capito nulla e accortosi del sopraggiunto silenzio si gira verso di me, sorridendomi dolcemente ed io appoggiando il cordless sul suo alloggio sopra un mobile, gli vado vicina sorridendo un po’ malinconicamente e toccandogli il braccio chiedo:

    “Ok, Miky, mio padre mi sta aspettando, mi fai accompagnare giù, per favore?”

    Lui, senza dirmi una parola, fissandomi, mi abbraccia e mi dice:

    “Certo, ti faccio accompagnare subito, ma ti prego, appena finisci di parlare con lui, chiamami.”

    Lo guardo un po’ ironica, e capendo il perché del mio sguardo, senza farmi aprire bocca, immediatamente aggiunge:

    “Fai questo numero, è quello mio diretto, ti risponderò io stesso. Ti prego credimi, è così, a questo numero, posso rispondere solo io.”

    Mi mette in mano un suo biglietto da visita, dove sotto è riportato un numero, credo del suo cellulare.

    Osservo questo cartoncino, pensando quanto prezioso possa essere quel semplice rettangolino di carta pregiata, con stampato il suo monogramma e con sotto indicato il suo numero privato, ma penso soprattutto che per ottenerlo, ci sono voluti cinque giorni e cinque notti di tormento ed estasi, di Michelangiolesca memoria, dopodiché, guardando lui con aria interrogativa e senza perdere la mia vena ironica, sorridendo, gli chiedo:

    “Che devo fare, lo memorizzo e poi lo mangio per non farlo cadere in mani estranee?”

    Lui mi dà un’occhiata un po’ severa ma poi scoppia a ridere e risponde:

    “No, non pretendo tanto, è sufficiente che tu lo bruci.”

    Poi, con uno scatto mi afferra per un braccio, mi attira a sé, e mentre mi abbraccia, mi dice:

    “Dai, non dire stupidaggini e chiamami per favore.”

    Lo tranquillizzo e mentre aspettiamo qualcuno della sicurezza, mi bacia sulle labbra, sussurrandomi:

    “A più tardi, tesoro.”

    Esco dalla sua suite, stringendo tra le mani il suo biglietto, mentre vengo accompagnata al mio piano, e dopo aver salutato e ringraziato, mi dirigo a passi lunghi verso l’appartamento di papà, arrivata davanti alla porta, faccio un bel respiro, suono il campanello e subito dopo, mio padre mi viene ad aprire salutandomi con un bacio sulla guancia. Entro e lui notando che già sono vestita di tutto punto mi chiede come mai sia già pronta, visto che di solito sono sempre in ritardo di almeno un quarto d’ora e mentre aspetta la mia risposta, mi siedo sul divano e con tono molto calmo gli dico:

    “Senti Papà, vieni a sederti che devo dirti una cosa.”

    Lui mi guarda con apprensione e mi chiede:

    “Che è successo? Dalla faccia, non mi sembra niente di buono.”

    Faccio finta di non raccogliere e inizio a parlare.

    “Papà ascolta, ti prego di farmi parlare senza interrompermi perché quello che sto per dirti è molto importante per me. Dunque, tu sai che io a Las Vegas ci sono andata con Michael, perché ovviamente lui mi piace molto, altrimenti, avrei tranquillamente declinato l’invito. Sai, infatti, che non è che io sia proprio affascinata dalle celebrità, comunque, lì è successo qualcosa ed io mi sono accorta che per me, lui è molto importante. Ora immagino tutto quello che avrai da dirmi sull’argomento, ma sappi che qualsiasi cosa tu possa dire, io me la sono già detta e ridetta decine, anzi forse centinaia di volte, e so che quello che sto facendo è una pazzia, comunque, visto che tu mi hai detto che non partiremo dopodomani, io l’ho riferito a Michael e lui ci tiene moltissimo che io l’accompagni a Neverland………………….”

    Mio padre, mi interrompe per chiedermi:

    “Scusa che cos’è Neverland? Un parco giochi, tipo Disneyland?”

    Mi viene da ridere mentre gli rispondo:

    “………….Beh, in un certo senso. No, Neverland è casa sua, è il nome del suo Ranch. Beh, ecco lui ci tiene moltissimo e anch’io a dirti il vero, e dato che credo che un’occasione così, non mi capiterà più nella vita, io desidero andarci, quindi ho pensato, di partire stasera stessa, con tutti loro. Spero che non ti dispiaccia e che tu soprattutto capisca.

    Mio padre mi guarda sconcertato e replica:

    “Scusa ma perché stasera? Non puoi raggiungerlo domani? Stasera abbiamo un invito. Perché tutta sta fretta?”

    “Nessuna fretta è che vorrei viaggiare con loro. Senti Papà, io ci tengo molto, questo lo capisci vero? Tui sai che io non ho avuto momenti così felici nella mia vita, e sai anche che il mio matrimonio è stato un disastro e dato che, comunque purtroppo tra qualche giorno dovrò partire e lasciarlo per forza, io non voglio sprecare nemmeno un minuto, perché ho davvero poco tempo per essere un po’ felice, prima di risprofondare nella tristezza e malinconia. Non sono più una bambina e so quello che faccio. Con Phil, se vuoi mi scuserò personalmente, gli dirò che non sto bene, d’altronde può succedere no?”

    Mio padre, che mi conosce abbastanza per sapere che quando mi metto una cosa in testa, nessuno è capace di levarmela, con un tono più rassegnato replica:

    “Ma hai pensato alle conseguenze? Guarda che poi, quando davvero dovrai partire, sarà molto peggio e soffrirai molto, ma molto di più. E poi con quella jena del tuo ex marito, come farai? Se quello ti telefona e non ti trova? Hai idea di quello che può succedere?”

    Mentre rifletto sulle parole di mio padre, cerco di mettere insieme un’idea, che mi era balenata fin da quando lui stesso, mi aveva comunicato che la nostra partenza era rimandata e sempre con molta calma ribatto:

    “Ho pensato che potrei dirgli, che dato che dobbiamo trattenerci per altri giorni, e che qui in albergo, oltre alla data prenotata non c’è disponibilità di camere, noi saremo ospitati a casa di Phil e che non desidero che lui telefoni lì, per non disturbare i nostri ospiti e che chiamerò io, più volte al giorno per sapere se va tutto bene. Lui non sa nemmeno come si chiama Phil, io gli ho sempre parlato di un produttore americano e quindi non c’è assolutamente nessun problema. Alla reception dirò che se ci sono telefonate dall’Italia, di farsi lasciare il nominativo perché abbiamo lasciato l’albergo. Vedrai Papà, non ci saranno problemi. Comunque io comprerò un cellulare, chissenefrega se lo userò solo qui, tanto costano niente e tu potrai chiamarmi per qualsiasi cosa. Comunque non è che vado dall’altra parte del mondo. Michael abita a circa 200 chilometri da qui. Dai, che ne pensi?”

    Mio padre ora mi guarda con sguardo rassegnato e risponde:

    “Che vuoi che ne pensi? Tanto ormai hai già deciso tutto. L’unica cosa è che credo che soffrirai molto, d’altronde però, hai quasi quarant’anni e non posso certo io venirti a dire di fare o non fare una determinata cosa. Non sono molto contento, questo sì, però la vita è tua ed è giusto che tu la viva come meglio credi.”

    Detto questo si zittisce come seguisse un suo pensiero e mentre io stavo rispondendogli, riprende per aggiungere:

    “Sai tanto innamorata vero?”

    Abbasso lo sguardo e con tono di voce più sommesso, confesso:

    “Sì, moltissimo.”

    Dopo questa mia risposta, assolutamente sincera, lui riprende con più veemenza, domandandomi:

    “Allora mi vuoi dire come farai quando dovrai partire per l’Italia, sapendo che forse nemmeno riuscirete a vedervi più? Ma hai idea di che vita faccia lui e di quante ne può trovare come te, forse anche meglio di te? E tu pensi che quello, si scomodi per 10.000 chilometri, magari per passare qualche giorno con te? Ma hai pensato a questo? Hai pensato che starai ogni giorno con la speranza di sentire il telefono squillare ed ogni volta che succederà, tu ti illuderai, nel momento in cui solleverai la cornetta, di sentire la sua voce dall’altra parte, e tutte le volte, per te sarà un colpo al cuore, sentendo che non è lui a chiamarti. Hai pensato che vivrai nell’attesa spasmodica di un suo cenno, che forse non arriverà mai, nell’illusione di un altro incontro che forse non ci sarà mai? Ma vuoi passare per davvero, non so quanto tempo, forse un’infinità, a vivere nel ricordo di lui, elemosinando, se ti andrà bene, un po’ d’amore, se, e dico se, riuscirai ad incontrarlo nuovamente e sempre comunque di nascosto e fugacemente. Ma ti rendi conto di questo o no?”

    Certo che me ne rende conto, perché queste cose le so ormai a memoria, perché me le sono ripetute come un Mantra infinito e so che mio padre ha ragione su tutto, tuttavia gli rispondo:

    “Sì Papà, me ne rendo perfettamente conto ed infatti prima ti ho detto che qualsiasi cosa tu mi dirai, io me la sono già ripetuta centinaia di volte. Però penso anche che, comunque, se io decidessi di non andare, non è che starei meglio. Non è che, nel momento in cui partirò, io soffrirò meno e non è che a casa, non sobbalzerei ogni volta che sentirò il telefono squillare, sperando che sia lui e non è che sarò meno triste quando sentirò che dall’altra parte della cornetta non c’è lui. Non è che io non mi illuderò e non spererò di passarci assieme qualche altro momento. Non è che io penserò meno a lui. Quindi, perché rinunciare a questi pochi giorni di felicità? Tanto io soffrirò dopo comunque.”

    Mentre dico queste cose, i miei occhi si sono riempiti di lacrime, ma non voglio assolutamente cedere alla commozione, per cui, inghiottendo per sciogliere il groppo in gola, aggiungo.”

    “Ti prego Papà, almeno tu cerca di stare dalla mia parte. Tanto niente e nessuno potranno farmi cambiare idea, io voglio passare questi ultimi giorni, con lui. Di tutto il resto, qui, in questo momento, non me frega niente.”

    Mio padre capisce che è inutile insistere, per cui rassegnato mi dice:

    “Va bene. Allora, per favore adesso chiama Phil, scusati con lui e digli che stai male. Poi nei giorni seguenti mi inventerò che sei andata a trovare nostro cugino Carlo, che tanto ha conosciuto anche lui, alla festa che ha dato per noi al mare. Poi domani, procurati subito questo benedetto cellulare e chiamami per lasciarmi il tuo numero, se non mi trovi in albergo lascialo alla reception. Chiama tuo marito, anzi il tuo ex, scusa, non t’arrabbiare e dì pure a lui che non stai bene, anzi, lo chiamo io, che ore sono? Le 7, quindi in Italia sono le 10 di mattina, quello è al lavoro ora. vabbè lo chiamo stanotte e se comunque lui chiama prima, gli dirò che non hai risposto perché hai staccato tutto perché non ti sentivi bene e che stai dormendo e che ti farai sentire domani per parlare con la bambina. Gli dirò pure che la partenza è rimandata perché stiamo aspettando il contratto. Non mi frega, gli dico la verità. Però mi raccomando, anzi fai una cosa, prima di partire, vai nel negozio, qui dell’albergo e vatti a comprare sto cellulare, così almeno sto più tranquillo. Però ora chiama Phil per cortesia.”

    Guardo mio padre con affetto e gratitudine mentre chiede il numero di Phil e mi passa il cordless e appena sento la sua voce, lo saluto e gli dico:

    “Phil, scusa ti sto chiamando per ringraziarti dell’invito, ma mi dispiace non posso venire perché ho un mal di testa terribile.”

    Lui molto premuroso mi dice di non preoccuparmi e si raccomanda di riguardarmi, poi mi chiede se mio padre è qui con me e glielo passo, e mentre aspetto che finisca di parlare, riguardo il biglietto di Michael, che avevo tenuto per tutto il tempo nella mia mano e mi rendo conto che non vedo l’ora di riparlare con lui per dirgli che tutto è a posto e che sono felice, come non mai, di poter partire con lui e mi sembra che il mio cuore stia scoppiando per la troppa felicità e dato che ormai sono abituata ad avere anche spiacevoli sorprese, proprio nei momenti in cui pensavo finalmente di poter toccare con mano quei momenti felici che pregustavo, cerco di non pensare a quanto potrò esserlo, fino al momento in cui finalmente starò seduta in macchina con lui, in viaggio verso Neverland.

    Quando mio padre interrompe la conversazione, mi alzo e gli dico che andrò a comprare subito il cellulare e lo chiamerò immediatamente. Prima di uscire lo abbraccio forte, lo bacio sulle guance, lo ringrazio ed esco dalla sua suite, e mi dirigo verso l’ascensore per andare ad acquistare il telefonino.

    Arrivata al piano dove sono i negozi con una certa fretta, mi dirigo verso un commesso libero che mi accoglie con un ampio sorriso, gli chiedo se oltre l’inglese parli qualche altra lingua e quello mi dice che parla il tedesco e il francese. Opto per quest’ultima e gli spiego quello di cui ho bisogno, me ne suggerisce uno, di poche pretese, visto che a me serve solo per telefonare e ricevere, a prezzo abbordabile, considerato che è appunto un negozio di un albergo di lusso, e beata America, senza tanta burocrazia, nel giro di 10 minuti sono in possesso del mio cellulare, con tanto di numero attivo. Ritorno di corsa al piano dove sono ubicate le nostre suite e busso a quella di papà, per dargli subito il numero, che lui si memorizza sul suo, abilitato anche alle chiamate internazionali, mentre il mio, quello italiano non lo è. Fatto questo, risaluto papà, entro di corsa nella mia suite e per provare il mio cellulare, chiamo il numero privato di Michael, mentre digito i numeri sulla tastiera, per l’emozione, sbaglio e li devo ripetere almeno un paio di volte, prima di digitarli tutti correttamente, poi con il cuore in gola, aspetto che mi risponda, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, al settimo squillo, quando già ormai stavo perdendo ogni speranza, una voce assolutamente estranea risponde:

    “Hallo?”

    Sto per attaccare, ma l’educazione mi impone di scusarmi, se ho sbagliato numero, quindi, dopo un attimo di esitazione e al secondo “Hallo”, più perentorio, sempre da questa voce sconosciuta, con tono sommesso, dico:

    “Sorry, I do the wrong number……….”

    Mentre però, sto attaccando, sento la voce di Michael, che mi dice:

    “Lailiiiii, ma sei tu?”

    Non riuscendo a capire cosa diavolo stesse succedendo, rispondo:

    “Michael? Sì sono io, ma chi mi ha risposto prima?”

    Lui si mette a ridere, e per tutta risposta mi chiede:

    “ma da dove stai chiamando? Ho visto un numero che non conoscevo, in un primo momento, nemmeno volevo rispondere.”

    “Ho comprato un cellulare, così potrò tenermi in comunicazione con mio padre, lui ha insistito perché lo prendessi. Ma eri tu prima quando hai risposto?”

    Lui ridendo:

    “No, era mio fratello.”

    Sempre più sbigottita chiedo:

    “Quale fratello? Perché uno dei tuoi fratelli è qui?”

    Lui continua a ridere, mentre dice:

    “No, sono qui tutti.”

    Io a questo punto, quasi gridando replico:

    “Come tutti? Ma quando sono arrivati? Ma non mi ha detto niente. Omioddio, e come mai sono qui?”

    Lui a questo punto comincia a ridere come un matto, e quasi non riesce più a parlare, mentre io disperatamente continuo a chiedergli perché stia ridendo così, ma lui farfuglia qualcosa tra una risata e l’altra che non capisco, quindi mi rassegno ed aspetto pazientemente che questo attacco di ridarella gli passi per potermi far spiegare questa novità dei fratelli. Dopo un bel po’ lui si calma, un tantino, non del tutto, e mi dice:

    “Tesoro, sei fantastica, ma perché sei tanto preoccupata per i miei fratelli? Guarda che sono bravi ragazzi. Aspetta che ti faccio parlare con uno di loro……..”

    Non lo lascio finire perché preoccupatissima gli dico:

    “Michael no ti prego, non voglio parlare con nessuno, non so cosa dire, per favore……..”

    Ma mentre cerco di finire la frase, sento di nuovo, la stessa voce di prima che dice:

    “Hallo”

    Ed io assolutamente intimidita ed imbarazzata ripeto:

    “Hallo?”

    Poi, la voce:

    “Hy, sono il fratello di Michael e tu chi sei?”

    “Io, sono un amica di Michael.”

    Sento di sottofondo delle risatine, e comincio un po’ ad innervosirmi, per cui, con tono un po’ più sostenuto, dico:

    “Ok, fratello di Michael, sono contenta di aver parlato con te, mi puoi far parlare con tuo fratello per favore?”

    Sempre la voce mi risponde:

    “Ma sono io mio fratello.”

    Capisco, anche se molto in ritardo che Michael mi sta prendendo in giro, ma non so con esattezza come, e non so soprattutto chi sia quello che è lì con lui, per cui rispondo:

    “Ah davvero, bene, allora io sono mia madre, quindi visto che entrambi siamo persone diverse, forse dovremmo finire questa telefonata e permettere, tu a tuo fratello, ed io a mia figlia di parlare tra loro, perché credo che io e te non abbiamo granchè da dirci. Ciao fratello di Michael.”

    E attacco. Trenta secondi dopo, squilla il mio cellulare, rispondo, come se niente fosse e sento finalmente la sua voce, che ridacchiando mi dice:

    “Allora che ne pensi di mio fratello?”

    “E tu che ne pensi di mia madre?”

    “Di tua madre penso tutto il bene possibile, perché ha fatto una figlia meravigliosa, peccato però che si sia un po’ arrabbiata con il mio povero fratellino. In effetti c’è rimasto un po’ male.”

    “Ah sì? Mi dispiace, d’altronde sai, lei è una donna un po’ brusca, e poi è un’altra generazione e certi scherzi non li capisce. Cercherò di spiegarglielo se vorrai dirmi, gentilmente, con chi ha parlato prima.”

    Lui ridacchia, ma io gli intimo quasi, di non ricominciare a ridere e poi con tono davvero sorpreso mi dice:

    “Tesoro, con nessuno, ero io. Ma davvero non l’hai capito?”

    Resto davvero sorpresa, perché anche se ho subodorato, che qualcosa non andasse, non avrei pensato mai che davvero quella voce fosse la sua. E’ vero che anche in un’altra circostanza l’avevo sentita trasformata, quando appunto si arrabbiò con Franky, per quella telefonata inopportuna, ma questa era ancora del tutto diversa da quella, quindi cadendo dalle nuvole chiedo:

    “Sul serio eri te? Ma come fai a cambiare voce così. Comunque quanto ti diverti a prendermi in giro? Ed io cretina, che ogni volta ci casco. Sei terribile.”

    Lui ora con un tono un po’ dispiaciuto, ma non troppo, mi dice:

    “Dai, non prendertela, io adoro quando posso scherzare con te, perché comunque trovi sempre la maniera di cavartela bene, stando allo scherzo. Guarda che quella risposta che eri tua madre, quando ti ho detto che ero mio fratello, l’ho trovata geniale. Te l’ho già detto, saresti una compagna perfetta per fare degli scherzi. Ok, adesso parliamo di cose serie. Com’è andata con tuo padre?”

    “E’ andata bene, t’ho detto ho comprato un cellulare apposta.”

    “Sono felice, che tu non abbia avuto problemi. Ok, allora per quando pensi di esseri pronta?”

    “Credo tra un’ora più o meno. Per te va bene?”

    “Sì, perfetto. Nel frattempo faccio mangiare i bambini. Quando sei pronta, chiamami. Senti se hai fame, faccio preparare dei sandwich, così potrai mangiare qualcosa in viaggio, poi a Neverland ceneremo. Se hai voglia di qualcosa in particolare, dimmelo, così telefono per farla preparare.”

    “Michael non ho molta fame, e comunque andrà bene qualsiasi cosa, anche un po’ di frutta per me va più che bene.”

    “Ok, anche per me la frutta va benissimo. A più tardi tesoro.”

    Prima di salutarlo però, voglio dirgli quello che mi sta ronzando in testa, da quando sono uscita dalla stanza di mio padre.

    “Michael?”

    “Sì?”

    “Volevo dirti che sono molto felice e che ti amo tantissimo.”

    Lui resta un momento in silenzio e mi risponde:

    “Anch’io lo sono e ti amo anch’io ancora di più.”
    [Modificato da malabi 20/07/2010 14:19]


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    dirtydiana66
    Post: 206
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    Number Ones Fan
    00 20/07/2010 06:29
    Buon giorno Lalli grazie del capitolo, finalmente un po' di serenità a qsti due,anche se ho un presentimento che nn durerà molto, cmq lasciamoli felici per il momento.
    un abbraccio
    riposati....riposati...





  • Daniela(75)
    00 20/07/2010 07:36
    Bellissimo capitolo. Spero che tu stia bene, che non abbia più nessun dolore. Baci e buona giornata.
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    shamona
    Post: 422
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    Invincible Fan
    00 20/07/2010 07:48
    Ciao Lallina, sei tutta intera, vedo...
    Brava, come sepre molto verosimile: è risaputo degli scherzetti di Mike al telefono ...
    Che bel finale ...
    Sei insostituibile. Baci.

    Born To Amuse, To Inspire, To Delight
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    Gone One Night

    Meravigliosa creatura fai in modo che possa starti vicino perchè io non ti lascio.
    -KING'S OF HEARTS ROYAL SEXYNESS-
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