00 14/05/2010 19:05
ok vi accontento con un 2 e breve capitolo

CAPITOLO 2
(Da questo momento le parole di Michael saranno scritte in italiano corretto perché non ho la pretesa di sapere come un americano “potrebbe parlare l’italiano” nonostante lo abbia studiato.)

-Non andare via… forse ,magari potresti essere tu il mio “Somheone in the dark!
Mi volto con il sorriso più dolce che il mondo abbia mai visto e ora anche a me scendono delle copiose ma silenziose lacrime. Lui mi guarda intenerito e si morde il labbro. “Dio mio quanto mi piace quando fa così!”
-Vogliamo fare quattro passi insieme?- Gli dico senza sapere neanche io cosa volevo dire ma…tutte queste emozioni insieme non riesco a sorreggerle proprio e dovevo proprio interrompere questo contatto magico perché….già, perché…PERCHE’???? Forse perché per tutti è così difficile leggersi e far leggere agli altri quello che si ha nel cuore…! E’ un problema comune in questa fase del mondo, a prescindere dall’età. Forse perché, nessuno di noi adulti riesce più a ricordare la spontaneità di quando eravamo bambini… nemmeno l’eterno PETER PAN per eccellenza!”
-Ohhh! - Mi risponde apparentemente più tranquillo. -Dove andiamo?-
-Sapevi che hai la fortuna di essere capitato in uno dei più bei borghi…piccoli paesi… medievali del centro Italia?
-Un po’ sì. Nel senso che ho scelto di rifugiarmi qui proprio per questo ma, sinceramente non conosco il tuo paese…”borgo medievale”…si dice così?
Sorrido finalmente un po’ rilassata. -Sì, …borgo medievale! Sì! Ok!
Finalmente sorride di nuovo anche lui. Così cominciamo una bella passeggiata tra le mura esterne del mio bellissimo borgo nella quale cerco di raccontargli tutto ciò che mi ricordo sulla storia medievale e locale.
-Forse non capisci tutto ciò che ti dico e magari ti annoio un po’ ma siccome so che sei un appassionato di storia dell’arte…..
Non mi fa neanche finire la frase :
- Oh, sei molto brava a farmi capire tutto ed è molto bello ciò che mi dici….Non mi annoio per niente, anzi, era da tempo che non stavo così bene!
-Ok…non sai quanto mi rende felice quello che mi hai detto! Se non capisci qualcosa però dimmelo, non farmi parlare a vanvera….a sproposito….aspetta…. insomma… da sola senza che mi capisci come una scema!!! -Si mette a ridere…di gusto, di quella risata che conoscono solo quelli che lo amano e che mi fa capire che SI STA DIVERTENDO VERAMENTE!”
Ogni tanto, una parte di me che fino a qualche ora fa era quella che governava la mia vita mi dice “ma ti rendi conto che stai facendo una passeggiata turistica con Michael Jackson?” Ma io non è che la senta molto, per fortuna… dopo tanto tempo che non sentivo altro che questa!!!! Più che altro c’è un’altra parte di me che era da tempo che non sentivo più che mi dice…..no, non mi dice niente ma mi fa sentire tanto bene! E’ questa solo che voglio ascoltare, per lo meno adesso, per lo meno ora…domani si vedrà ma ORA ci sono solo io e il mio cuore, io e il mio sogno…IO e LUI!!!!
Parliamo, parliamo e parliamo…di tutto e di più…di tutto tranne che di noi ma va bene così! Mi sento bene, finalmente bene, dopo tanto tempo.
Improvvisamente un abbaiare inaspettato disturba la nostra magia. Lui, istintivamente mi spinge verso il lato opposto della strada…spaventato. “ Ho sentito , per la prima volta la sua mano che toccava il mio corpo! Non so descrivere l’emozione …qualche attimo, solo qualche secondo per viverla pienamente…prima che l”altra me” mi suggerisce che Michael ha paura dei cani.
-Ok…ok….E’ tutto ok. Sorry, avrei dovuto avvertirti prima ma mi sono dimenticata! -Eppure io quel percorso lo conosco a menadito e lo so che quando arrivo qui quei due maledetti e bruttissimi cani inferociti cominciano ad abbaiare… ma me ne sono dimenticata!!!
-C’è un recinto… sta tranquillo c’è un recinto-. E’ buio e non riesco a guardarlo in viso ma a giudicare da come ansima immagino sia terrorizzato. Vorrei tanto abbracciarlo e rassicurarlo ma non riesco a fare in tempo a connettere il cervello con il cuore che lui si è già allontanato da me.
-Tranquillo, sta tranquillo…C’è un recinto, non possono raggiungerci! -Lui si china con le mani sulle ginocchia e si mette a piangere…almeno così mi sembra! Poi alza il suo viso “luminoso” verso di me, rimanendo in quella posizione e allora capisco che…non sta piangendo ma…sta ridendo. Sta ridendo di quelle risate tipiche che non si sa mai che ti passa per la testa! Ride, ride a più non posso e non riesce a fermarsi.
- Sorry…..sorry…..- e continua a ridere…. Io rido insieme a lui. Come è bello ridere insieme a qualcuno senza sapere bene il perché! -Scusa ma io… sono terrorizzato dai cani …soprattutto da quelli che abbaiano in modo stonato come questi! -E continua a ridere. Continuo a ridere anche io. Ora sono un po’ più tranquilla e mi godo meglio la risata perché so che lui non sta male. Lo invito ad allontanarci da lì per non sentire più quella brutta stonatura. Lui mi segue senza fare opposizione e continuando a ridere. “Che bel momento! “ dice il mio cuore e…anche il mio cervello.
I nostri passi continuano a camminare insieme…come se l’avessero sempre fatto. E passo dopo passo, arriviamo al luogo che a me è più caro. Niente di che… un semplice e immenso “lavatoio” sul fiume del mio piccolo borgo.
-Sai Michael, questo è un luogo magico per me!
-Davvero? Cos’è?-
-E’ uno dei luoghi preferiti della mia infanzia-
- Oh,…perché?-
-Perché quando io ero piccola e tu già cantavi e ballavi con i tuoi fratelli…io venivo qui, con la mia mamma a lavare i panni.- Mi guarda corrucciando le sue sopracciglia. Non capisce.
-Quando io ero piccola, solo poche persone avevano la lavatrice in casa. Tutti gli altri venivano a lavare i vestiti e le lenzuola qui…con un pezzo di sapone e tanta forza di braccia. Io accompagnavo la mia mamma e la invidiavo perché volevo farlo anche io ma ero troppo piccola. Allora lei mi dava un pezzettino di sapone e qualche piccolo straccetto. Ci posizionavamo nel punto in cui l’acqua era più bassa e quindi non c’erano pericoli e mi faceva lavare. Quanto mi piaceva! E dovevo stare bene attenta a non far cadere nell’acqua niente perché a quei tempi tutto era prezioso… anche un piccolo straccetto per spolverare. Che divertimento era per me, insaponare, sciacquare e rinsaponare e risciacquare…e poi strizzare…senza far cadere niente nel fiume! E pensare che ora mi pesa anche di mettere i vestiti nella lavatrice! Che bei tempi
Lui mi guarda e mi sorride… un po’ imbarazzato. Sento che vuole dirmi qualcosa ma… so che non devo forzare la mano e volgo lo sguardo verso l’acqua e infilando la mano dentro comincio a muoverla come in una danza. Dopo qualche secondo, interminabile per me, sento che la mia mano non è più sola. C’è un’altra mano che sta danzando nell’acqua con la mia. Si muovono autonomamente, si studiano, si cercano e poi… si sfiorano. Non so bene se è la mia che ha cercato la sua o viceversa ma la mia emozione è grandissima. Ora danzano insieme …nell’acqua sulle note di non so quale musica. Si toccano solo per pochi attimi ma…durante quegli attimi “sono insieme” in un passo a due pieno di magia e di sensualità. Vorrei che questo momento non finisse mai ma i fari di una macchina ci fanno ritrarre dalla nostra danza.
-E’ bello quello che mi hai raccontato? Tu avevi un buon rapporto con i tuoi genitori?
-Sì, abbastanza. Adoravo mio padre che mi voleva un bene dell’anima ma…era di poche parole e quando avevo bisogno di aiuto…Non so… era come se si sentisse imbarazzato. Forse per il fatto che ero una femmina e allora relegava tutto a mia madre. Una gran donna ma come ogni donna che vive al fianco di un uomo sensibile e debole, spesso era troppo … fredda
-Fredda???
-Sì, nel senso che so che mi voleva bene anche lei ma non riusciva proprio a dimostrarmelo … fisicamente! Mi accontentava in tutto ciò che volevo ma… non riusciva mai a darmi un abbraccio, un bacio. Figurati che ricordo ancora….- Mi interrompo, non riesco ad andare più avanti e le lacrime fanno fatica a restare nei miei grandi occhioni scuri.
-Cosa? Cosa ricordi?- Mi chiede accarenzandomi dolcemente i capelli con la sua mano.
-Ricordo che, per farmi mangiare…incominciava a raccontarmi delle fiabe… ma poi… quando avevo finito…interrompeva il racconto e… mi diceva che aveva da fare le faccende. Ed io….ed io…
-E tu cosa? Cosa facevi? Come ti sentivi?-
-Io… mi sentivo abbandonata, …e… così sola! La odiavo. Mi sentivo tradita perché quel momento magico del racconto era servito solo per farmi mangiare e non…per stare con me… non giocare con me. La odiavo e desideravo avere un’altra mamma. Una di quelle mamme patinate delle pubblicità che ridevano sempre e giocavano con i loro bimbi, che andavano a spasso con loro che…- Non riesco più a trattenere le lacrime scendono copiose dai miei occhioni neri…senza nessun suono.
A questo punto accade qualcosa che non mi aspettavo proprio. Le sue grandi braccia mi avvolgono con una tenerezza infinita e iniziano a cullarmi mentre le mie lacrime…iniziano ad avere una voce che era da tempo che non sentivo…forse dal giorno che mia madre è morta, più di un anno fa.
-Oh, Michael...Michael…scusami non volevo, non è giusto…So che hai vissuto un’infanzia ben peggiore della mia e ora sei tu che stai qui a consolare me.” Il suo abbraccio si allenta un po’ ma non mi abbandona. Mi prende il mento lo solleva verso di lui e sorridendomi, ma di un sorriso fatto di dolore, mi dice “ Oh, baby, non sentirti in colpa per questo. Purtroppo, l’infanzia di tutti noi è segnata da qualche evento, ricordo o situazione che ci spinge a piangere ancora da adulti. Non importa mica la gravità della cosa…qualsiasi bambino la vive sulla propria pelle come se fosse la cosa più brutta del mondo
Ora lo guardo negli occhi “velati” di lacrime :- Michael,…ma che dici? Quanti bambini al mondo ci sono ben più infelici di me… e di te…Non è giusto…non è giusto!- E risprofondo nel suo caldo abbraccio.
-E’ vero piccola…non è giusto, non è giusto!!!- Ora lo sento piangere e singhiozzare insieme a me in un abbraccio che non ha nulla di sensuale ma che racchiude in sé tutto il dolore del mondo.