00 26/04/2010 12:04
Re:
Compix83, 26/04/2010 2.01:



Rispetto ovviamente la tua opinione. Ma non riesco proprio a capire perché si continui a sottovalutare così tanto la produzione musicale del Michael Jackson post '93.

Ciò che spesso noto, ad esempio, è una tendenza generale a paragonare History Continues con l'antecedente Dangerous. Senza tener conto che History non è un album studio. Non è mai stato concepito come tale. History è una raccolta di hits, supportata da 15 pezzi inediti. Alcuni recenti, altri meno. Alcuni straordinari, altri più modesti. Pezzi che inizialmente dovevano essere 5 o 6, ma che alla fine, per giustificare il prezzo, si è deciso dovessero riempire l'intero disco. Anche al costo di inserire dei riempitivi.

Grazie a questa operazione, Michael con History ha raggiunto il suo secondo, insuperabile primato dopo Thriller: il doppio disco più venduto nella storia della musica. Un mattone da 50 mila lire che è riuscito nell'impresa di essere acquistato da 20 milioni di persone in tutto il mondo. E con il quale ci ha regalato alcune tra le canzoni più emozionanti, intime e pregevoli del suo repertorio: da Scream a They don't care about us, da Stranger in Moscow a Earth Song, da You are not alone a Childhood. Pezzi forti e sperimentali come Money, Tabloid Junkie, 2 Bad, History, Little Susie. Due covers infinitamente più fighe delle originali: Come togheter e Smile. E poi che dire dell'History Tour: tutto in play back, sì... ma che show!

In quanto a Invincible, penso sia stato un disco vergognosamente sottovalutato. Un po' per il deciso cambio di rotta nel sound, un po' per il sabotaggio della Sony, e un po' per le precarie condizioni fisiche di Mike. Eppure è un album che, analizzandolo col senno di poi, nel 2001 già custodiva al suo interno tutta l'innovazione musicale di questo decennio. Con uno stile e un sound che hanno ispirato schiere di artisti contemporanei.

Così come fu per Dangerous, anche Invincible fu accolto da molte perplessità alla sua uscita nei negozi. Nell'anno successivo, molti si azzardarono perfino a porlo in paragone con "Justified" di Justin Timberlake, indicando nello stile di quest'ultimo il tipo di musica che Jackson avrebbe dovuto produrre per restare al passo coi tempi. Questi "critici" non hanno mai tenuto conto che la musica di Timberlake (così come quella di Alicia Keys e di Beyoncé) altro non è che il riflesso, rimodulato in chiave moderna, del classico R&B anni '70 e '80. Una musica che guarda al passato, che non innova. Una riproposizione del vecchio, del già sentito. E' il vuoto di idee che si involve e si rifugia verso schemi pregressi, opportunamente riveduti e corretti per essere apprezzati dalle nuove generazioni.

Michael, che la musica anni '70 e '80 l'ha creata e rivoluzionata, non poteva ricorrere a queste comode scorciatoie. Ripiegandosi su sé stesso e rinunciando all'evoluzione, avrebbe dato al mondo la prova definitiva che il Re del Pop non avesse più nulla da dare alla musica. O, almeno, nulla più degli altri. Il risultato di questo sforzo, rischioso e complesso, fu Invincible. Un disco commerciale e innovativo allo stesso tempo. Diverso dalle sperimentazioni spericolate del suo coetaneo Prince, ma comunque in rotta di collisione con tutto ciò che di Pop era stato prodotto fino a quel momento.

Per concludere: penso che tutti i dischi di Mike, da Off the Wall a Invincible, abbiano sempre apportato grandi elementi di innovazione rispetto al contesto musicale in cui sono stati pubblicati. Prediligere Dangerous a Thriller, History a Bad, o Invincible a Off the Wall, è soltanto una questione di gusti, di età, di cultura. A volte, semplicemente, di stato d'animo.




Non ho altro da aggiungere! Perfetto! E chissà quanto Michael aveva ancora da dare....