La morte di Michael Jackson è arrivata del tutto inaspettata per milioni di fan che attendevano con febbricitante attesa i cinquanta concerti all'arena O2 di Londra. Alla sconvolgente notizia, i parenti, i media, gli internauti e soprattutto quelli che speravano di poter prendere parte all'ultimo fenomeno musicale del decennio si sono raccolti, tutti, in un pianto disperato in ogni parte del globo. Per le strade, nei locali, addirittura nelle case, ad ogni ora del giorno c'era qualcuno che ricordava cantando, ballando o con una lacrima l'artista scomparso. This is it rende tributo a loro, a chi ha gioito, ballato, creduto e sofferto con lui durante l'intero arco della sua vita.
È il concerto che si fa spettacolo, si trasforma in evento e raggiunge chiunque abbia vissuto la tragedia con fastidiosa impotenza. Perché il Michael stacanovista, nonostante le operazioni chirurgiche, le ansie, la vitiligine e i pressanti problemi di salute, era ancora in ottima forma: sul palco balla, canta, si scatena e con una forza quasi divina continua a tutelare il suo dono. Offre e dichiara amore, in ogni cosa che fa, risultando addirittura nauseante per un pubblico non abituato al suo carattere; ma lui era così, un uomo grande, sia di statura artistica che di cuore. Il film, realizzato con il completo supporto della "Fondazione Michael Jackson" nello Staples Center di Los Angeles, mette in scena le sequenze migliori del dietro le quinte voluto da MJ in persona per la sua videoteca personale; sfizio tramutatosi improvvisamente in grossa fonte di guadagno per Kenny Ortega – regista, coreografo, amico – per la Sony e per i partner associati – sebbene parte degli introiti arriveranno nelle tasche della madre e dei figli.
This is it è un documentario palesemente agiografico, perché è ciò che si aspettano i fan, ma suo è il merito di non compiacersi troppo, risultando nei limiti sincero e commovente. Uno spettacolo unico che ne consacra, oltre l'uomo, il mito: attento alla sua immagine ma anche generoso e sensibile ai problemi sociali quali povertà, inquinamento e deforestazione. Un talento innovatore che non esclude rivisitazioni in 3D di Thriller, duplicazioni generate al computer per They don't care about us e un divertente incontro anacronistico con Humphrey Bogart, in versione Smooth Criminal. A vederlo sorridere così, con quella voglia di segnare indelebilmente i volti entusiastici dei fan che tanto adorava, viene rabbia a saperlo chissà dove. Il suo insegnamento però rimane indiscusso: anche se la vita di un uomo si interrompe, l'amore è per sempre. E laddove c'è amore c'è vita. Speechless, Unbreakable... Invincible.
Voto: 3/5