ragazzi ho fatto, spero vi piaccia, ora vado a dormire, domani devo svegliarmi alle sei!
4 capitolo
"Vedo la foto che ho accanto al comodino e mi sveglio sperando non sia soltanto una foto. Guardo quel sorriso innocente di chi non hai mai detto una bugia, mi scopro a sorridere e vederti dovunque, mi hai lasciato dentro il mare Michael, il mare quant'è grande? Infinito, come la tua amicizia, sapevi donare e non volevi ricevere, amavi donare e non ti serviva niente in cambio, mi piaceva il tuo sorriso, era quello il tuo primo dono che mi regalasti, quello il più spontaneo, quello ciò che nessuno potrà eguagliare. Riguardo l'immagine e la tengo vicino al petto, il dolce profumo si diffonde nella stanza..."
-Era andata bene- pensavi, guardavi compiaciuto il giornale con le foto del concerto appena svolto 4 giorni fa, mi guardavi a distanza e mi salutavi mentre io ero dall'altra parte del vetro, stavamo sbaraccando perchè i concerti del Bad World Tour lì a Tokio-Dome erano finiti, ora avevi qualche giorno di pausa e dopo il 25 saresti stato al Korakuen Stadium...tutta un'altra cosa.
Guardavi le immagini e sorridevi, ti divertivi a vedere se eri venuto bene e "nella posa giusta" in foto, e io dall'alto ti vedevo appena, poco dopo sbaraccai le apparecchiature audio e venni giù.
Per 3 giorni non ti avevo parlato, troppo teso ed esuberante tu per parlarmi, troppo tesa e occupata io per rivolgerti un qualsiasi saluto, eppure sarebbe bastato, perchè ora mi sentivo le farfalle nello stomaco, e pensavo già ti fossi dimenticato di me. Era normale infondo. Chi si ricorda una ragazzina, un tecnico dei suoni, mentre ha il mondo ai suoi piedi? Trascinai le casse giù sul camion che doveva portarle direttamente a Yokohama, non si sa perchè ma i lavori degli aiutanti spettavano tutti a me, ma infondo avevo staccato il mio turno quindi non avevo granchè da fare.
Dopo aver caricato le casse, ritornai dentro i camerini, di cui uno era riservato anche a me, infondo facevo anche io parte dello stage! Era piccolo, niente a confronto con quello del mio capo o degli stessi miei colleghi, ma se confrontato con la mia stanza in Italia, questo camerino erano le sette meraviglie...
Mi feci una doccia, -era il 15 settembre 1987- , mi misi un paglio di jeans, delle scarpe da ginnastiche nere e bianche, una t-shirt nera con la scritta '69, insomma la mia data di nascita e un giubbetto color violetto e nel dentro del cappuccio viola a striscie bianche.
Una leggera spolverata di trucco acqua e sapone ed ero pronta, uscì fuori dal mio camerino con il mio zaino color grigio nuvola...mi appogiai quindi alle scalette che fino a ieri avevano fatto salire - o scendere- la più grande star di tutti i tempi: Michael Jackson.
Mi accostai al mancorrente ruvido e freddo e presi dal mio zaino una cioccolata; mi stavo quasi per addormentare quando all'improvviso compare lui, Michael; -che fai?-compari tu, Michael. Michael Jackson, mi prendo quasi uno spavento, scatto all'improvviso e vado a sbattere inconsapevolmente sul mancorrente, provocandomi un -Ahia!- che non mi risparmiò una risata compiaciuta della star.
-Michael!- faccio io e lui ride -Oh cavolo è da tanto che non dormo, stavo riuscendo finalmente a dormire- dico e mi massaggio il capo appena urtato; -Scusa. Ti da fastidio se resto un po con te?- , lo guardo un po intimidito -No, assolutamente...prego!- gli faccio un po di posto sulla scala.
-Cosa stavi facendo?- mi domanda, i suoi occhi nocciola scuro mi penetrano nel cuore, aveva uno sguardo che penetrava il cuore, l'anima, gli stessi pensieri; -Ni..niente. Cioè, stavo per addormentarmi..-.
-Ti ho interrotto quindi? Perdonami, se vuoi vado via- sta per andarsene, lo afferro per un polso -No Michael resta, mi fa piacere stare accanto a te- subito dopo aver detto la frase diventai rossa come un pomodoro, avevo appena preso per il polso Michael Jackson infondo, no?
-Ok Rosalie, ma ora lasciami- mi indico la manica sgualcita -giuro che non me ne vado-. Me ne stetti 5 minuti buoni zitta come una mosca, con l'intento di parlare ma di fare un discorso troppo stupido per uno come lui, per uno come Michael Jackson, ad un tratto chinai la testa e pensai a qualcos'altro -mamma...- dissi senza rendermene conto.
-cosa?- si girò verso di me, io chinai la fronte -emn..niente, non problem..- lui invece si fece chino su di me -stavi pensando a tua madre? L'altra volta ho visto che tenevi una sua foto vicino ai tasti d'audio- a quanto pare mi ricordava benissimo, e anzi, ricordava tutto del primo giorno in cui io lo conobbi come "amico" -Già- mi girai -sai mia madre era una persona bellissima...ma purtroppo è venuta a mancarmi 3 anni fa, per questo feci tanti concorsi per diventare tecnico d'audio qui in America, sai, non c'era più niente che mi legava alla mia terra...-
-L'Italia?- fece lui con il broncio -si, la mia cara Italia- mi guardò attentamente come fosse in cerca di nuovi particolari da vedere -sai che il prossimo anno dovremmo andare a Roma e a Torino...- lo guardai -si, lo sò, io ci sarò- ad un certo punto pensai che la discussione che stavamo facendo era troppo triste, non mi andava di angosciarlo, infondo lui stava fiorendo nel suo Tour, perchè maledattamente dovevo rovinare la sua felicità? -Michael, non mi va di parlarne- oh e quanto invece avrei voluto parlare con lui..-cosa farai questo pomeriggio?- gli dissi senza pensarci due volte, lui era preso alla sprovvista -non so, veramente avevo deciso di ripassare un po le coreografie...- volevo toglierlo almeno un po a tutto lo stress che stava accumulando. In quell'istante non pensai che quello che avevo davanti era Michael Jackson in persona, non pensai che lui poteva -per una mia mossa sbagliata- licenziarmi e io sarei stata fregata a vita, non pensai a lui come ad una superstar invincibile ma ad un ragazzo che come me amava lo svago, il divertimento, allontanarsi dei buoni 10 minuti dalla franchezza della ragione...
-Michael ti va di andare al centro commerciale?- come fosse mio amico di sempre, gli chiesi una domanda così banale, ma che un giorno mi disse che era la domanda che gli aveva fatto piangere il cuore, mi disse grazie, grazie di avermi pensato come ad un ragazzo almeno per un po, tu solo riesci a farlo...a staccare la mia immagine dalla mia persona.
-Michal, ti va?- chiesi di nuovo, quello mi guardava attento -emn...si...-borbottò, forse, anche lui incredulo della situazione...
Uscimmo dallo stadio e io gli diedi degli occhiali neri che mi aveva prestato un mio amico d'Italia come portafortuna. E se non si chiama fortuna questa! Quegli occhiali glieli regalai, avete presente i primi occhiali che portò Michael nel Bad World Tour, bè quelli erano il mio regalo, che lui aveva sempre con sè...
Strano ma vero, il giorno dopo nessun tabloid o media trasmise qualche informazione sulla nostra uscita pomeridiana del 15 settembre, nessuno capii che quel ragazzo con gli occhiali e un paio di jeans blu era Michael Jackson. Gli dissi che forse, era perchè era così splenditamente "Michael" un ragazzo come tanti, che nessuno gli fece caso. A lui e alla sua amica: Rosalie -io- .
Certo evitammo le vie centrali di Tokio, e ci perdemmo anche, ma fu una giornata che sia io, sia Michael non abbiamo mai dimenticato...
Mi ricordo l'odore del sushi che poi a Michael piacque tanto, mi ricordo quel giapponese antipatico che non voleva pagassimo con i contanti; mi ricordo i suoi occhi e li vedo ancora nel mio riflesso.
-Michael è stata una bella giornata-
-lo rifaremo?-
-ti piacciono quindi i videogiochi?- avevamo consumato gli ultimi spiccioli in una sala di videogiochi.
-Certamente! E poi hai visto tutti quelli che bisbigliavano il mio nome e un attimo dopo lo ritraevano dicendo che non potevo essere io quello li, perchè ero molto più bello, molto più alto, molto più la..molto più qua..?-
-Certamente Michael. E' stato tutto così bello-
-Ti voglio bene-
-anche io te ne voglio, anche se non lo credevo possibile-
-lo sò, nemmeno io-
-cosa?-
-l'amicizia. Pensavo di essere solo-
-Non lo sarai più-
-lo sò- mi sorrise e poi mi guardò -certo vuoi farmi sentire vecchio...-
-eh?- mi indicò la mia maglietta- so che ho 10 anni più di te, non c'è bisogno di ricordarmelo!-
-Oh- risi -E tu non devi allora ricordarmi che sei il miglior cantante ballerino che il pianeta abbia mai visto, Michael!-
-Vero- ridesti anche tu -Michael, spero di parlarti di nuovo-
-anche io, anche io Rosalie, con te tutti i miei pensieri svaniscono-
-Buona notte-
-Notte Rosalie, io non credo dormirò mi metterò un po a ballare- me ne andai via con un taxi diretta al mio albergo, e per le strade trafficate di Tokio sentii una canzone...
(I'm gonna make a change, for once in my life
It's gonna feel real good, gonna make a difference
Gonna make it right...
As I, turn up the collar on my favorite winter coat
This wind is blowin' my mind...)
Mi lascio trasportare dalla canzone...Man in The Mirror...perchè era vero quello che dicevi, questa sera tu, Michael, avevi fatto un cambiamento...avevi scoperto il sapore della complicità, una volta sola la felicità, non ti sarebbe mai più successo...
Oh, straordinario tu, Uomo allo specchio...
[Modificato da GioTanner 19/10/2009 22:41]