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«Michael Jackson era come uno sciamano capace di penetrare nei tuoi sogni. Un essere unico al mondo.
È morto di crepacuore. La sua scomparsa, un altro terribile lutto... Per lui nutrivo un affetto speciale.

Ricordo la prima volta che è arrivato sul set di Captain EO, alle cinque del mattino: era già truccato, bellissimo, un po' androgino, vagamente alieno. Ero strabiliata.

Lo avevo visto solo sui giornali o in TV. Ma di persona era diverso. Faceva impressione, in senso positivo intendo.
Il modo in cui lavorava, la sua professionalità, il perfezionismo con cui studiava ed eseguiva ogni coreografia o canzone erano ammirevoli.
Io, dopo due ore di trucco, cominciavo a spazientirmi; lui non batteva ciglio. Mi prendeva la mano, e mi calmava subito. [...]

Era molto dolce e timido. Mi invitava a pranzare nella sua roulotte, dove si divertiva a guardare in TV i cartoni animati.
Per certi aspetti, era in effetti come un bambino, cresciuto solo nel fisico, un vero Peter Pan: introverso, ma anche eccentrico, elettrizzante... Si caricava a mille davanti al pubblico.

All'inizio, stentava ad esprimere sentimenti tipo la rabbia, come se nel suo DNA non esistesse quel gene. Sapeva invece esprimere il dolore e la tenerezza.

Ricordo una mattina in cui, dopo una settimana di macchina da presa rivolta su di me, avremmo dovuto girare le sue scene; ed ero irritata perché aveva preteso che io, pur non essendo 'in camera', recitassi le mie battute completamente truccata e vestita da strega.
Eppure, nel momento in cui lui salì sulla piattaforma e cominciò a cantare e a ballare, il mio cuore iniziò a battere forte, mi vennero i brividi.
Una magia, una forza della natura. Un'esibizione di puro talento che non avevo mai visto prima.

Dopo Captain EO l'ho incontrato solo di rado... Ma, ironia della sorte, l'ho visto circa un mese fa, per caso, nello studio del nostro dermatologo, Arnie Klein.
Ci siamo abbracciati, e ci siamo rinchiusi in una delle stanze dello studio a chiacchierare per un paio d'ore.
Abbiamo parlato di quanto si era sentito umiliato con l'accusa di molestie sessuali. E del dispiacere per la perdita di Neverland, dove aveva vissuto tanti anni.

Ricordo le sue parole:

"Hanno rovinato il mio sogno. Avevo questo sogno, magari infantile e sciocco, di un luogo concepito per celebrare l'innocenza di quell'infanzia che non ho mai avuto... E me l'hanno tolto.
Io amo i bambini, non potrei mai fare loro del male. Ho passato tutta la vita ad amarli e a cercare di fare cose buone per loro.
Una diffamazione, quella di aver fatto del male a un minore, che mi spezza il cuore. Un dolore insostenibile... Sono accuse ingiuste e terribili
".

Mentre diceva queste cose, si mise a piangere. Lo strinsi tra le mie braccia. Era così magro e fragile...

Mi disse che stava preparando i concerti di Londra. Gli dissi: "Ti consiglio di non cancellare nemmeno una serata, se no ti massacrano". Mi rispose: "Lo so... Per questo mi sto preparando al meglio, perché altrimenti non avrò più speranze di tornare e di farmi amare". [...]

Una cosa posso dire: si sentiva in lui tanto dolore per il passato, e tanta ansia ed incertezza per il futuro.
Michael aveva il cuore a pezzi. Per questo è morto.
Certo, con l'autopsia troveranno chissà quante cose... farmaci, e così via. Ma la verità è che gli hanno spezzato il cuore.

Michael ha cambiato il mondo. Ha cambiato tutto nella vita degli afroamericani, provando che non esiste barriera tra il bianco e il nero. Lui era davvero sia bianco che nero.
Ci sono stati altri come Elvis Presley, ma mai come Michael Jackson. Aveva qualcosa di extraterrestre che nessun altro aveva, e che nessun altro avrà mai».

- Anjelica Huston, che oggi compie 70 anni, in un'intervista a la Repubblica del 7 luglio 2009.



Post di Francesca De Donatis e foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da Compix 08/07/2021 22:35]