La musica di Michael Jackson, per antonomasia, è ricca di suoni cristallini pensati e ripensati al fine di offrire all'ascoltatore il massimo della purezza acustica possibile.
Le tecniche di registrazione che la contraddistinguono spaziano attraverso metodi ben ponderati, studiati, frutto di ricerche e sperimentazioni che si sono modificate ed evolute nel corso di tentativi talvolta decennali.
Una di queste tecniche, al limite del rocambolesco,
riguarda la registrazione della batteria.
Il fido ingegnere del suono di Michael Jackson,
Bruce Swedien,
fece infatti costruire una piattaforma in legno che misurava 2.45 metri quadrati, sopra la quale poggiava l'intero strumento a percussione.
La piattaforma, inoltre, veniva sollevata 25 centimetri da terra.
I microfoni utilizzati per catturare il suono delle percussioni erano principalmente tre: il Neumann U 47 e il Neumann U 87 (con tecnologia a condensazione) per registrare grancassa e tamburi, e l'RCA 77DX (con tecnologia a nastro) per i piatti e gli hi-hat.
Secondo Swedien, questi tre microfoni rappresentavano la miglior scelta per tale scopo, poiché il sound trasmesso agli speaker era proprio quello che lui desiderava: il suono nudo e crudo di rullanti, piatti, hi-hat e grancassa.
A tal proposito, Bruce raccontò: <
Don't Stop 'Til You Get Enough'. Ti consiglio di ascoltare la purezza di quel suono per capire il motivo per cui ho scelto questo microfono.
Per quanto riguarda rullanti e grancassa, niente è meglio degli Neumann U 47 e U 87.
Fai un favore a te stesso e ascolta 'Billie Jean', quello è il sound che una batteria deve avere!>>
Ma per quale ragione la piattaforma doveva essere sollevata dal pavimento? Bruce Swedien svela l'arcano:
«La ragione per cui volevo la batteria sollevata da terra è piuttosto tecnica: serviva a mantenere una bassa frequenza dei suoni delle percussioni - come ad esempio la grancassa e i tamburi - così da non trasmettere le loro vibrazioni sulla superficie del pavimento, l'area circostante dello Studio e i muri.
Così facendo, le vibrazioni percussive non avrebbero avuto modo di interferire sui microfoni che registravano gli altri strumenti durante la sessione.
Grazie a questa tecnica, quei suoni a bassa frequenza non avevano alcuna possibilità di disturbare nessun altro strumento presente in Studio».
Fatto tesoro di questo prezioso aneddoto, la prossima volta che ascolterete l'iconico attacco di batteria di "Rock With You", la decisa drum-line di "Billie Jean" o l'incalzante e ipnotica base percussiva di "Get on the Floor" - per citarne alcune - ricordatevi di questo scrupoloso accorgimento, aguzzate l'udito e gustatevi il limpido e accurato sound jacksoniano in tutta la sua purezza.
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Post di Marco Di Gregorio e foto di Eric Di Scenza dal nostro Gruppo Facebook Michael Jackson FanSquare • ITALIA.