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«Ora basta»: la famiglia Jackson insorge contro il documentario e propone le soluzioni


“Leaving Neverland”, il documentario sui presunti abusi sessuali su minori da parte di Michael Jackson in arrivo al Sundance Festival, ha portato la sua famiglia all'esasperazione e a dire «basta, ne abbiamo abbastanza».

A seguito della feroce denuncia del film da parte dell’Estate di Michael Jackson, molti membri della famiglia del defunto cantante stanno a loro volta denigrando il progetto – diretto da Dan Reed, realizzatore di “The Pedophile Hunters” nel 2014 – tramite i social media. Il fratello di Michael, Jermaine, ha definito il film una vera e propria “diffamazione” ed ha esortato i suoi fan a firmare una petizione, così che “questo mendace documentario” non veda la luce del giorno. Uno dei nipoti di Michael, Taj Jackson, ha a sua volta detto di star prendendo in considerazione una raccolta di fondi per la produzione di un documentario che “ponga fine a tutte le sciocchezze” una volta per tutte.


Jermaine, tramite il suo profilo Facebook, ha sottolineato l’importanza della petizione – “Poniamo fine alla Diffamazione di Michael Jackson & Pronunciamo la Sua Innocenza” [nome originale “End the Defamation of Michael Jackson & Pronounce His Innocence”] diretta, tra gli altri, al Sundance stesso, al suo fondatore Robert Redford e a Dan Reed - scrivendo: «L’innocenza di Michael è stata dimostrata in un tribunale e da un’indagine dell’FBI durata 10 anni, questa è da considerarsi legalmente diffamazione di un individuo». La petizione sta prendendo piede; nel giro di due giorni ha ricevuto più di 26.000 firme.



Post di Jermaine Jackson di giovedì 10 gennaio 2019


Taj, figlio del fratello di Michael, Tito, e lui stesso un artista, si è rivolto ai social media per mandare all’aria il progetto di Reed – «Sono così stanco di queste bugie su mio zio» - e per screditare gli accusatori. Tra questi vi è il coreografo Wade Robson, ora 36 enne, che intentò una causa per abusi sessuali contro l’Estate di Jackson nel 2013, sostenendo che il cantante lo avesse molestato all’età di 7 anni; l’altro accusatore è Safechuck, che insieme al primo citò in giudizio l’Estate, sempre per abusi sessuali. Entrambe le cause furono respinte dai giudici.





Quando qualcuno ha suggerito la creazione di un documentario approvato dai Jackson, Taj è immediatamente saltato sul carro dell’idea. Non sarebbe solo “un documentario”, ha scritto, ma “il documentario che porrà fine a tutte queste assurdità”.





Ha detto, inoltre, di star esaminando l’opzione del finanziamento collettivo – nonostante tutte le implicazioni negative che potrebbe avere – dai numerosi fan di Michael in tutto il mondo.







Ha anche aggiunto di avere delle “ricevute” – ovvero delle presunte prove dell’innocenza di suo zio. Ha condiviso, ad esempio, una e-mail che Robson gli inviò nel 2009 chiedendo di essere ammesso – insieme ad alcuni ospiti – alla cerimonia funebre di Michael.





#Justice4MJ ha ricondiviso il video di Robson che danza su una delle canzoni di Michael (Unbreakable), probabilmente datato 2012, insieme ad un’affermazione secondo cui Robson stava qualcuno che pubblicasse il suo libro sulle “sue false accuse su Michael”, PRIMA di andare dalla polizia. Insomma, Robson ballava sulle note di MJ solo un anno prima di mentire sul suo conto davanti a tutti.





Taj ha detto di voler fare chiarezza ora sul nome di suo zio perché, come nuovo papà, “non lascerà crescere sua figlia con queste bugie”.





Ed ha chiesto alle persone di essere mentalmente aperte, di “cercare la verità”.





Nel frattempo anche TJ, il fratello di Taj, ha boicottato a sua volta il film, sottolineando quanto questo faccia male ai figli di Michael – i suoi cugini Paris, Prince e Blanket – soprattutto. “Loro sono le vere vittime”, ha scritto.





Loro fratello, Taryll, ha pubblicato questo post, dicendo che “l’amore vincerà sempre” sulle “bugie, l’avidità e la gelosia”.





“Leaving Neverland” debutterà al Sundance Film Festival a fine mese e andrò in onda su HBO questa primavera. Il riassunto del film, dalla durata complessiva di 4 ore divise in due parti, recita così: “All’apice della sua fama, Michael Jackson ha iniziato relazioni a lungo termine con due ragazzi, di 7 e 10 anni, e le loro famiglie. Ormai trentenni, i due raccontano la storia di come sono stati abusati sessualmente da Jackson e di come hanno fatto i conti con questo anni dopo”.

Robson ha parlato delle sue accuse contro Michael in un’intervista del 2013 al Today Show:





In una dichiarazione rilasciata a Yahoo questo giovedì, l’Estate di Jackson ha detto: “Questa è una produzione che rappresenta l’ennesimo, oltraggioso e patetico tentativo di sfruttare Michael Jackson e fare soldi con il suo nome. Wade Robson e James Safechuck hanno entrambi testimoniato sotto giuramento che Michael non ha mai fatto nulla di inappropriato nei loro confronti. Safechuck e Robson, l’autoproclamatosi “maestro dell’inganno”, in passato hanno intentato cause contro l’Estate di Michael chiedendo milioni di dollari. Entrambe le cause sono state respinte. Questo cosiddetto “documentario” è solo un rifacimento di accuse ormai datate e screditate. È sconcertante che un regista credibile posta prestarsi ed impegnarsi in un simile progetto.”


Fonte: Yahoo! Entertainment

Traduzione a cura di Vittoria Moccia per Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da Morphine95 13/01/2019 15:33]