Kehindle Wiley parla di politica, dipingendo e ritraendo Michael Jackson mentre svela i suoi nuovi lavori a Londra
Nicholas Cullinan, il direttore della National Portrait Gallery mentre conversa con Kehinde Wiley
24 novembre 2017
La scoperta di essere nati con un solo giorno di differenza ha fatto iniziare con il piede giusto la conversazione tra i quasi gemelli Kehinde Wiley e Nicholas Cullinan, direttore della National Portrait Gallery. Ciò è stato poi seguito da un animato e illuminante scambio con Wiley, che andava dalla storia dell'arte alla situazione politica attuale, sia nel Regno Unito che negli USA: "È come se avessimo deciso tutti di suicidarci di fronte alla complessità." Ha anche discusso ciò che descrive come "l'accidentalità radicale" dei suoi metodi di lavorare, che spesso comportano invitare giovani uomini e donne di colore incontrati casualmente per le strade della città ad essere ritratti in una posa artistica storica a loro scelta.
L'artista Wiley, che lavora a New Yor e Pechino, ha parlato anche della sua sbalorditiva nuova serie di dipinti marittimi, svelati ieri (23 novembre) alla Stephen Friedman Gallery. Questi nove lavori di uomini che combattono contro mari impetuosi e rimangono in piedi a contemplare l'orizzonte del mare rivisitano i lavori di Turner, Winslow Homer, e Hieronymus Bosch per inserirsi nella controversa storia di "corpi neri e corpi d'acqua". La mostra include anche il primo film a tre canali di Wiley, Narrenschiff (Nave di stolti) in cui si scontra con le pesanti tematiche della migrazione, della pazzia e della colonizzazione affiancando immagini drammatiche di figure sommerse in acqua alle letture di Michel Foucault e Frantz Fanon. "Penso di aver caricato molto questo show", ha ammesso.
Nonostante un accordo confidenziale impedisca a Wiley di discutere la sua recente commissione di dipingere Barack Obama, è stato felice di parlare del ritratto di Michael Jackson che realizzò nel 2008, che fu l'ultima immagine commissionata della star. Il dipinto, che rappresenta un Michael in armatura in groppa ad un destriero in modo molto simile al ritratto di Filippo II dipinto da Rubens nel XVII secolo, fungerà da gran finale della mostra Michael Jackson: On the Wall, quando aprirà alla National Portrait Gallery a giugno 2018.
Wiley ha omaggiato in particolar modo la "profonda e personale comprensione che Jackson aveva per la pittura" e ha rivelato che il musicista (che a quanto pare possedeva una libreria di oltre 10.000 libri d'arte) aveva ingaggiato con lui lunghe conversazioni su "le pennellate differenti nei primi dipinti di Rubens rispetto agli ultimi e della viscosità della vernice", "abbiamo parlato della pratica del mio studio a livello granulare". Alla delicata domanda di Cullinan riguardo a quale periodo della fisionomia di Jackson avesse scelto di ritrarre, Wiley ha diplomaticamente risposto che certi ritratti commissionati creano "una versione idealizzata di chi siamo nel mondo, è un compito molto rischioso, aver a che fare con qualcuno così amato". Tuttavia ha anche confessato di averci messo del suo, aggiungendo sfacciatamente "a livello di colorito, gli ho aggiunto un po' di cacao!"
FONTE
- Traduzione a cura di
dearmichael per Michael Jackson FanSquare -