00 26/03/2016 12:48
Re:
migi.mj, 15/03/2016 18.53:



«Quando una qualsiasi autorità religiosa di qualsiasi confessione si pronuncia su problemi che concernono i princìpi dell’etica naturale, i laici debbono riconoscerle questo diritto: possono consentire o non consentire sulla sua posizione, ma non hanno nessuna ragione per contestarle il diritto di esprimerla, anche se si esprime come critica al modo di vivere del non credente. Non ritengo esista il diritto inverso. I laici non hanno diritto di criticare il modo di vivere di un credente. Non vedo perché debbano scandalizzarsi perché la Chiesa cattolica condanna il divorzio: se vuoi essere cattolico non divorzi, se vuoi divorziare fatti protestante. Io confesso che sono persino irritato di fronte agli omosessuali che vogliono essere riconosciuti dalla Chiesa, o ai preti che vogliono sposarsi. Ci sono ricevimenti (laicissimi) in cui è richiesto lo smoking, e sta a me decidere se voglio piegarmi a un costume che mi irrita, perché ho una ragione impellente per partecipare a quell’evento, o se voglio affermare la mia libertà standomene a casa» (In cosa crede chi non crede, Liberal Libri 1996, p. 13).





una citazione interessante che a prima letta sembrerebbe liberale, ma non lo è affatto.
La filosofia ha uno scopo. Non è che uno si diverte a ragionare sull'esistenza perchè non ha nulla da fare. La filosofia "indaga sul senso dell'essere e dell'esistenza umana, tenta di definire la natura e analizza le possibilità e i limiti della conoscenza", (wikipedia).
Tenendo presente questo e tenendo presente cos'è il relativismo, corrente filosofica cui appartiene Eco, cerchiamo di rifletterci un po' sopra.
Dunque, secondo il relativismo non esistono verità universali ma solo soggettive. Per capirci, prendo ad esempio l'opera più famosa di Eco, "Il nome della rosa". La rosa non esisterebbe come realtà oggettiva, ma come percezione ed essendo questa diversa da individuo a individuo, ne viene che per una persona la rosa è rosa, per un'altra è una cosa diversa e così via. Quindi alla fine cosa rimane della rosa? Rimane solo il nome.
Ora, dato che la filosofia ha uno scopo, cerchiamo di vedere se questo modo di ragionare può essere applicato alla realtà.
Riprendo ciò che Eco dice sul divorzio e, ipotizzando che in Italia non ci sia una legge sul divorzio, vi chiedo se voi foste il presidente del consiglio e vi trovaste a legiferare sulla questione, avendo la popolazione divisa in due, divorzio sì e divorzio no, cosa fareste? Come vi comportereste? Tenete presente che le singole posizini sono equivalenti secondo il relativismo, non ce n'è una dominante rispetto ad un'altra.

PS: per la fonte non citata nell'altro post mi scuso ma capita di chiudere in fretta un post quamdo tuo figlio di due anni ti chiama ogni 15 secondi
[Modificato da Yukino.mjj 26/03/2016 12:54]