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"Remember the Time: Protecting Michael Jackson in His Final Days", il libro dei bodyguard Bill Whitfield e Javon Beard

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    LOREMJ
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    00 23/03/2014 22:47
    sono d'accordo con DD
    credo che per noi fan non è nè curiosità,neppure violare la privacy di Michael,ma è per cercare di conoscerlo ancora meglio come persona e in quello che era la sua vita quotidiana.
    gioire nel leggere di come faceva il padre e di quanto i suoi figli lo amassero e magari cercare di capire meglio alcune logiche della sua vita.
    E' logico che chi scrive libri gioca su questo nostro interesse,ma non mi sento di giudicarli e se il libro dovesse uscire in italiano lo comprerò sicuramente,o spererei in una traduzione ben fatta.
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    ornellamj
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    00 24/03/2014 13:35

    Come fan di MJ che ha letto tutti i libri scritti su di lui cerco libri unici ed interessanti che lo riguardano. Questo libro corrisponde alle aspettative su questo fronte, non è la stessa roba vecchia già letta un milione di volte prima, è l'esperienza unica e di prima mano di Bill e Javon. Solo questo potrebbe essere una ragione sufficiente per prendere il libro.



    ero dubbiosa, ma ora devo dire che la recensione di Ivy mi ha fatto venir voglia di acquistarlo.

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    Dangerous89
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    00 24/03/2014 17:44
    se esce in italiano lo acquisterò di certo, mi pare molto interessante
    grazie 4everMJJ per la traduzione
  • Yukino.mjj
    00 24/03/2014 18:11
    lo prenderò nch'io se esce in italiano.

    grazie Cri
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    (Miss Piggy)
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    00 24/03/2014 21:17
    Quindi roba come Michael che fa il bucato
    Blanket che chiede un ippopotamo come animale domestico dopo che Prince ha avuto il suo cane Kenya


    Molto interessante, grazie Cri! I due aneddoti qui sopra mi son particolarmente piaciuti.

    perché quelle persone là fuori non me lo lascerebbero fare. Non avete idea di come ci si sente, non la potete avere. Voglio solo vivere la mia vita con i miei figli".

    Questa invece mi ha fatto molto tristezza: spero che un pò di quei grandissimi rompicogl...i dei followers che stazionavano fissi fuori da casa sua, lo seguivano ovunque e si credevano "molto fan" proprio per questo, si sentano delle cacche!

    E, sinceramente e morbosamente, se un giorno le signore Friend e Flower volessero raccontarci qualcosa, non farei finta di scandalizzarmi...a meno che non raccontino oltre il "lecito", s'intende [SM=g27827] !
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    4everMJJ
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    00 25/03/2014 21:10
    [SM=g2927031]
    e sai benissimo quanto! [SM=g27826] (anche sull'ultima frase eh [SM=g2927030] )

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    4everMJJ
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    00 03/06/2014 23:35
    Oggi è uscito (in inglese) sia questo libro che Michael Jackson, Inc. e ovviamente ci sono un sacco di articoli che parlano di tutti e due i libri [SM=x47930]
    I due bodyguard hanno fatto un lungo Q&A con MJJCommunity, per ora vi ho tradotto la prima parte, domani vedo di postarvi la seconda [SM=g27822]
    Ah, per chi chiedeva notizie di pubblicazioni in altre lingue: per adesso a parte la versione giapponese del libro di O' Malley non mi pare di aver visto nulla [SM=g27813]


    Q&A DI MJJC CON BILL WHITFIELD AND JAVON BEARD, AUTORI DI "REMEMBER THE TIME: PROTECTING MICHAEL JACKSON IN HIS FINAL DAYS"




    MJJC: Cosa vi ha portato a voler scrivere un libro?

    Bill & Javon: Abbiamo scritto Remember the Time perché avevamo una storia da raccontare sul Michael Jackson che conoscevamo. Se siete fan e sostenitori di Michael Jackson meritate di conoscerlo più dal lato personale, non solo chi era ma quello che ha subito come uomo e come padre, meritate un racconto vero da coloro che erano lì, non da coloro che possono solo ripetere quello che hanno sentito da altri.

    Abbiamo discusso a lungo se avessimo o meno dovuto scrivere un libro. Fondamentalmente siamo d'accordo con quelli che dicono che il signor Jackson merita la sua privacy e merita di riposare in pace. Ma alla fine siamo giunti alla conclusione che i suoi fan meritano di sapere e, si spera, in qualche modo questo può portare sollievo a qualcuno e verità ad altri.
    Abbiamo anche sentito il dovere di raccontare al mondo il nostro periodo con il signor Jackson perché non c'è davvero nessun altro che possa raccontare questa parte della storia. Durante il periodo che il signor Jackson ha trascorso a Las Vegas, tra il suo ritorno dall'Irlanda e l'inizio di "This Is It", semplicemente non c'erano molte persone intorno. Molto spesso le uniche persone presenti erano il signor Jackson e i suoi tre figli. Il signor Jackson è stato derubato della possibilità di raccontare la propria storia e i bambini erano troppo piccoli per sapere davvero buona parte di quello che stava succedendo in quel momento. Restiamo noi. Se il mondo vuole capire appieno cosa è successo a quest'uomo amato e incredibile, questa è una storia che deve essere raccontata. Sappiamo già come Michael Jackson è morto, il nostro obiettivo è quello di aiutare le persone a capire il perché.

    MJJC: Quanto tempo avete impiegato per scrivere il libro? E' stata una sfida mettere l'esperienza di proteggere Michael Jackson in parole? Raccontateci questa esperienza.

    Bill & Javon: La parte più lunga e più difficile del processo è stata trovare l'editore giusto che capisse il nostro approccio e la nostra filosofia. Quando era in vita, il mondo di Mr. Jackson era pieno di avvoltoi che cercavano di approfittare di lui in ogni modo possibile. Lo abbiamo visto con lui e lo abbiamo visto di nuovo dopo la sua scomparsa, nel modo in cui le persone ci approcciavano per la nostra storia. C'è stato un lungo processo di interviste a intermittenza con possibili collaboratori, quasi due anni. Una volta trovati i partner giusti, persone di cui ci fidavamo e con cui eravamo a nostro agio, la scrittura vera e propria del libro in realtà ha richiesto circa un anno. Abbiamo trascorso diversi giorni seduti, a ricordare e raccontare la nostra storia, e poi nel corso dei successivi mesi abbiamo trascorso ore al telefono, esaminando i capitoli, facendo modifiche, e così via.

    In principio è stato difficile parlare delle nostre esperienze. Spesso ci ha fatto arrabbiare, pensando: "Avremmo potuto fare di più in questa occasione?" E' stato anche doloroso rivivere alcune delle cose brutte che sono successe a lui. Spesso non era sereno a causa di come veniva ritratto dai media e perché c'erano così tante persone di cui non poteva fidarsi. Abbiamo sempre voluto proteggerlo da tutto questo, ma c'erano alcune cose che semplicemente non potevi controllare. Ma più scrivevamo e rivivevamo i momenti che abbiamo condiviso con il signor Jackson più sapevamo che stavamo facendo la cosa giusta.

    MJJC: La maggior parte dei libri su Michael sono pieni di sensazionalismo. Il vostro non lo è. Perché no, e perché avete scelto questo tipo di approccio?

    Bill & Javon: Il sensazionalismo era l'opposto di quello che volevamo scrivere. Prima di tutto il nostro periodo con il signor Jackson non è stato "sensazionale", nel bene e nel male. Non ci sono stati grossi scandali da tabloid, ma neanche concerti da stadio sold-out. La maggior parte dei nostri due anni e mezzo con Mr. Jackson sono stati un periodo tranquillo, quando lui era concentrato quasi esclusivamente sul crescere i suoi figli e dare loro una casa. C'era molta tensione e dramma con la sua famiglia e con i suoi affari, ma nessun grande spettacolo, perciò raccontare la nostra storia è un'opportunità per vedere chi era davvero l'uomo lontano dalle telecamere.

    Abbiamo sempre detto alla gente che non lavoravamo per il Re del Pop, lavoravamo per Michael Jackson. Erano due persone diverse. E' stato solo alla fine, quando la macchina del This Is It ha iniziato la sua conclusione a Los Angeles, che abbiamo visto lo spettacolo da tabloid prendere il sopravvento, e non in modo sano. Ma non eravamo parte di questo, siamo rimasti a Las Vegas a gestire alcune delle attività del signor Jackson, e dovevamo ricongiungerci con lui a Londra per gestire la sicurezza nella proprietà che doveva affittare.

    Abbiamo scelto di raccontare la storia così, attraverso le nostre personali conversazioni, per dare ai lettori la sensazione di essere lì mentre le cose accadevano. Molto di ciò che si legge su Michael Jackson lo mette su un piedistallo o lo getta nella spazzatura. Volevamo un libro che desse al signor Jackson il rispetto dovuto e onorasse la sua eredità, ma anche un libro realistico che lo mostrasse come una persona reale, nella vita di tutti i giorni, perché è quello che la maggior parte delle persone fraintende su di lui.
    I tabloid hanno sempre voluto dipingerlo come una sorta di cartone animato, ma dietro lo spettacolo del Re del Pop c'era un vero essere umano che era pieno di grande amore e generosità, ma che soffriva per il dolore e la solitudine. Volevamo mostrare al mondo quel vero essere umano, perché Michael Jackson merita di essere trattato come una persona.

    Abbiamo anche scelto di raccontare la storia dal nostro punto di vista, al fine di evitare tutte le speculazioni di seconda mano e il riciclo di storie da tabloid a cui si affidano altri libri su Michael Jackson. Dato il modo in cui i media hanno trattato la vita di Michael Jackson, fino ad oggi non ci fidiamo di nulla scritto su di lui di cui non siamo stati testimoni di prima mano. Oltre a fare riferimento a informazioni ben documentate sul passato di Michael Jackson (come il numero di album che Thriller ha venduto) e usare alcuni fatti di base documentati nei pubblici registri (tipo come è stata gestita l'ipoteca su Neverland), il libro è strettamente un resoconto di ciò che abbiamo visto e sentito e di quelle che erano le nostre reazioni e i nostri sentimenti. Volevamo che fosse più onesto e reale possibile.

    MJJC: Un sacco di gente del passato di Michael ha approfittato del fatto di conoscerlo/lavorare con lui per fare soldi. Potete dirci se è questa la motivazione che vi ha portato a scrivere questo libro?

    Bill & Javon: Il denaro non era e non è mai stato la nostra motivazione. Abbiamo rifiutato le offerte di denaro dai tabloid che volevamo che mettessimo in piazza gli elementi più scandalosi della vita di Michael Jackson. (In realtà non avevamo molta spazzatura da dare loro, perché non era questo l'uomo che conoscevamo). Come diciamo nell'introduzione al libro, non lo abbiamo venduto per un enorme anticipo a un grande editore in cerca di segreti da tabloid. Siamo andati da un piccolo editore che era disposto a pagare un anticipo modesto per darci una possibilità sul tipo di libro che volevamo scrivere. Non abbiamo neanche preso niente dell'anticipo per noi, abbiamo investito per essere sicuri che la storia di Michael Jackson venisse fatta bene. Con buona parte dei soldi abbiamo pagato uno scrittore, Tanner Colby, un autore di bestseller del New York Times, che sentivamo avrebbe gestito la storia con il rispetto che merita. Il resto è andato a coprire spese varie, come i viaggi per incontrarci con i nostri redattori e così via. L'unico modo per fare soldi da questo libro è a posteriori. Se voi, i fan, deciderete che abbiamo fatto un buon lavoro e questo è un libro che sceglierete di sostenere, questa sarà la nostra ricompensa.

    MJJC: Quale era la vostra opinione su Michael prima di iniziare a lavorare per lui? Le vostre opinioni sono cambiate dopo aver lavorato per lui?

    Bill & Javon: Entrambi siamo sempre stati grandi fan di Michael ancor prima di lavorare per lui. Bill ha ancora tutti i vecchi 45 giri, essendo cresciuto con i Jackson 5. Javon aveva letteralmente "Smooth Criminal" come suoneria quando ha ricevuto la chiamata per venire a lavorare per il signor Jackson. Nessuno di noi ha mai creduto alle accuse mosse contro di lui, o una qualsiasi delle altre cose folli stampate nei media. Ci è sempre sembrato così dolce e gentile, come se non potesse far del male a una mosca.

    Purtroppo, come con molte celebrità le cui vite sono distorte dai tabloid, tu non credi a quello che viene detto, ma non hai la conoscenza personale per dire altrimenti. Così, quando ci è stata data l'opportunità di lavorare per lui, abbiamo prestato più attenzione a lui e alle sue azioni e abbiamo visto le cose che confermavano ciò che abbiamo sempre voluto credere su di lui. Abbiamo visto quanto era bravo come padre, come si preoccupava per i meno fortunati. Quindi le nostre opinioni su di lui in realtà non sono cambiate, ma è stato bello sapere che il Michael Jackson che supportavamo come fan non era il Michael Jackson che era stato riportato dai media.

    MJJC: Michael aveva una stazione radio o delle canzoni preferite da ascoltare mentre era in auto/SUV?

    Bill & Javon: Mr. Jackson ascoltava solo musica classica in auto. A volte, se uno di noi aveva la radio su una stazione di R&B, ci chiedeva di lasciarla, ma per il resto era praticamente sempre musica classica. Con una sola eccezione: una volta ha sentito una canzone per caso alla radio e ci ha mandato da Best Buy a comprargliela. Poi la faceva sentire più e più volte in macchina, cantando dal sedile posteriore, e cantava quella canzone con convinzione. Era una canzone che in realtà parlava di lui e delle sfide che stava affrontando. Ma per questo dovete leggere il libro (un uccellino ha twittato che si tratta di "My Prerogative" di Bobby Brown, ndt).

    MJJC: Michael ha mai invitato i fan all'interno della sua casa per passare del tempo con loro?

    Bill & Javon: Mr. Jackson spesso invitava i fan a Neverland, ma le case prese in affitto a Las Vegas non erano la stessa cosa. Non erano le case che voleva mostrare e in cui ricevere ospiti. Erano solo posti in cui stare, davvero. Perciò non sono mai entrati i fan, la maggior parte del tempo che passava con i fan era in macchina, all'ingresso e fuori di casa. Ci fermavamo sempre e lui salutava e chiacchierava per un po'.

    Mentre viveva a Las Vegas, il signor Jackson era alla ricerca di una nuova limousine e, una sera d'estate, abbiamo organizzato un test drive in una limousine SUV. Il veicolo poteva portare sedici persone. Appena tirato fuori dal vialetto, c'erano circa cinque fan seduti davanti al cancello. Mr. Jackson ha detto al conducente di fermare il veicolo, ha abbassato il finestrino e ha chiesto ai fan se volevano andare a fare un giro. Quindi ha aperto la porta e loro sono saltati dentro. Abbiamo girato per circa 45 minuti e il signor Jackson e i suoi fan hanno chiacchierato del più e del meno. Per quanto sia stato snervante per noi come sicurezza, tutto è andato bene. A lui è piaciuto e anche a loro.

    MJJC: Avete mai sentito Michael parlare senza il suo falsetto?

    Bill & Javon: No. Mr. Jackson ha sempre parlato con la stessa voce calma e pacata che usava in pubblico.

    MJJC : Michael amava leggere molto. Per quanto ne sapete amava i romanzi o preferiva leggere autobiografie o libri che raccontano storie vere? Se preferiva i romanzi, quale era il suo genere preferito?

    Bill & Javon: Mr. Jackson leggeva qualsiasi cosa su cui poteva mettere le mani. Andavamo costantemente da Barnes & Noble, spendendo anche cinquemila, diecimila dollari in libri in una sola notte. Se avesse una particolare predilezione, non possiamo dirlo. Se c'era un libro che lo vedevamo leggere più frequentemente, era la Bibbia.

    MJJC: Potete dirci le differenze tra il Michael pubblico e il Michael privato?

    Bill & Javon: Il Michael Jackson pubblico era un intrattenitore. Il Michael Jackson privato era un padre, un figlio. Il Michael pubblico era molto consapevole dell'immagine. Quando sapeva che stava andando da qualche parte dove ci sarebbero state un sacco di telecamere, andava dal suo acconciatore e si metteva un vestito unico realizzato da un designer top.

    Passava 4-5 ore solo per prepararsi per le telecamere e le luci. Il Michael privato amava stare con i suoi figli, guardare film, mangiare popcorn e camminare in giro per casa in pigiama, senza pensieri.

    MJJC: Potete descrivere una giornata tipo nella vita di Michael Jackson?

    Bill & Javon: Il lato professionale della vita di Michael Jackson era una macchina in continuo movimento. Attraverso il suo management e i suoi rappresentanti legali, i suoi giorni erano spesso pre-programmati con conference call e riunioni. Ogni giorno veniva preparato un itinerario per il signor Jackson, su dove doveva essere, con chi doveva parlare.

    A volte seguiva il programma alla lettera, e altre volte mandava al diavolo il programma e faceva quello che voleva fare.





    MJJC: Proteggendo Michael qual è stata la cosa più spaventosa che vi ha fatto preoccupare per la sua sicurezza?

    Bill & Javon: Per essere onesti, all'inizio la sfida più grande eravate voi: i fan. Come per ogni celebrità per cui abbiamo lavorato, bisogna sempre tenere i fan e la folla a distanza di sicurezza. Ognuno è una potenziale minaccia. Naturalmente, il rapporto di Michael Jackson con i suoi fan era diverso. Lui abbassava il finestrino della macchina e salutava le persone per chiacchierare, per passare del tempo con loro. Come sicurezza, il nostro istinto naturale era quello di cercare di metterci in mezzo per fare da tampone, ma il signor Jackson ci prendeva sempre da parte e diceva: "Siate gentili con i miei fan, non lascerebbero mai che mi accadesse nulla". Sapeva che i suoi fan erano i suoi più grandi sostenitori e protettori.

    Oltre a questo, per la sicurezza dei suoi figli, il signor Jackson era attentissimo alla sicurezza. Essendo stato uno degli uomini più famosi della Terra per tutta la sua vita, sapeva tutto quello che c'è da sapere su protezione personale e privacy, quindi era raro che si mettesse in qualsiasi situazione di pericolo. Era consapevole del fan che aveva sparato e ucciso John Lennon. Sapeva che alcune persone erano troppo ossessionate da lui e aveva paura che qualcuno usasse il suo essere fan per avvicinarsi abbastanza e fargli del male. Perciò il signor Jackson avrebbe potuto abbassare la guardia per essere vicino ai suoi fan, ma noi, come sua squadra di sicurezza, non lo abbiamo mai fatto.

    MJJC: Come faceva Michael ad affrontare tutta la spazzatura da tabloid che veniva scritta su di lui? Quanto era esperto di computer? Utilizzava spesso Internet? Quali siti web visitava? I suoi figli avevano il permesso di usare la televisione o Internet?

    Bill & Javon: Non la affrontava, si rifiutava. L'aveva chiusa completamente fuori dalla sua vita. Non voleva che i suoi figli fossero esposti. Dato che vari talk show ancora lo deridevano e scherzavano su di lui, non c'era nessuna TV, neanche via cavo, in quella casa. Guardavano solo film e spettacoli su DVD. Gli unici giornali che leggeva regolarmente erano il Wall Street Journal e il Robb Report, perché nessuno di essi riportava notizie da tabloid. Ogni volta che andavamo in edicole e librerie i suoi manager ci facevano sapere se un giornale o una rivista dicevano cose negative su di lui. In caso positivo, uno di noi ci andava in anticipo per rimuovere tutti i numeri dall'espositore. Per la stessa ragione non andava mai su Internet e non permetteva ai bambini di andarci, a meno che non fossero monitorati. La sola navigazione web che ha fatto è stata un paio di volte dopo che Bill gli ha mostrato come acquistare e fare offerte su eBay per oggetti da collezione.

    Essendosi isolato dai media, una delle fonti primarie di "notizie" del signor Jackson eravate voi, i suoi fan. Leggeva ogni singola lettera che riceveva; noi lo portavamo a fare lunghi giri e lui si sedeva dietro ed esaminava la posta. Riceveva lettere da persone che raccontavano le loro esperienze personali dalla Cina al Medio Oriente a tutto il mondo. Gli davano consigli su cosa doveva cantare. Quelle lettere erano la sua ispirazione e la sua connessione con il mondo esterno.





    MJJC: Raccontateci un po' di più sul rapporto di Michael con i suoi figli. Come insegnava loro la disciplina?

    Bill & Javon: Non sarà una sorpresa per i membri di MJJCommunity sapere che il signor Jackson era un padre gentile e amorevole. Quello che la gente non può sapere è quanto attento e impegnato era in ogni singolo aspetto della loro educazione. Era aggiornato su tutti i programmi scolastici statali ed esaminava ogni settimana con l'insegnante della scuola i suoi piani di insegnamento, assicurandosi che i bambini stessero raggiungendo e superando tutti gli obiettivi necessari. Se uscivamo di casa e fuori era freddo e Blanket non aveva cappello e guanti, ci chiamava: "Tornate a casa, avete dimenticato i guanti". Era presente per tutto, in ogni modo. Si può certamente dire che essere un padre era la cosa più importante nella vita di Michael Jackson a quel punto; più che registrare, esibirsi, qualsiasi cosa. I bambini venivano prima comunque.

    Ad essere onesti il signor Jackson non doveva imporre la disciplina sui bambini molto spesso. In generale, erano molto ben educati, molto cortesi, dicevano sempre "per favore" e "grazie" per tutto. Blanket era l'incognita, il ribelle. Quando uno di loro si comportava male, o se uno di loro non fosse andato bene in un compito scolastico, poteva farli sedere e fare loro il discorso sulla responsabilità o poteva togliere loro alcuni privilegi, come l'annullamento di una serata al cinema o qualcosa di simile. Ma anche questo era raro. Era un eccellente padre e ha allevato quei tre ragazzi con un buon carattere e buoni valori, e lo si può vedere nel modo in cui hanno affrontato le enormi pressioni che sono state esercitate su di loro da quando è deceduto.

    MJJC: Michael è mai andato in un nightclub mentre viveva a Las Vegas?

    Bill & Javon: A Las Vegas il signor Jackson era molto concentrato sull'essere padre, aiutando i bambini a fare i compiti ogni sera e alzandosi presto per preparare loro la colazione e farli vestire per la scuola la mattina. Quindi non ci sono state molte grandi notti fuori. Siamo andati a un concerto di Prince sulla Strip e il signor Jackson ha declinato l'invito ad andare nel backstage e parlare con Prince. Era tardi ed i suoi bambini erano ancora in piedi e lui sapeva che non sarebbero andati a dormire fino a quando non fosse arrivato a casa. Così lo abbiamo portato subito a casa.

    Siamo andati in un nightclub quando si trovava al Palms, nel gennaio del 2008. Il signor Jackson voleva solo uscire e farsi vedere da alcune persone. Questo club aveva un balcone VIP che si affacciava sulla folla, così abbiamo predisposto il tutto per farlo andare lì. Eravamo nel club forse da 2-3 minuti quando il deejay ha iniziato a suonare una delle sue canzoni; stavano facendo un mixaggio con un gruppo di altri brani. Il signor Jackson muoveva la testa a tempo con la musica e ha detto: "Wow, non sapevo che suonavano ancora la mia musica".

    E noi, che cosa?! Gli abbiamo detto: "Signore, suonano sempre la sua musica. Nei bar, nei club, ovunque".

    E lui: "Davvero?"

    Sembrava sorpreso. Era stato lontano dai riflettori e massacrato dai tabloid per così tanto tempo, al punto che era davvero preoccupato del fatto che forse il mondo fosse andato avanti, che non fosse più così popolare. Lo ha reso davvero felice sentire le sue canzoni nel club.





    MJJC: Quando lo avete visto più felice? E quando più triste?

    Bill & Javon: Più felice durante i momenti di quiete, semplici, come quando facevamo sgattaiolare lui e i bambini al cinema, così da poter vedere un grande film d'azione il giorno della prima e goderselo con un grande pubblico come una famiglia normale, o durante i mesi che abbiamo trascorso in Virginia, quando lui e i suoi figli hanno soggiornato in questa casa con un enorme cortile. Da lontano si vedevano i quattro in giro per casa, giocare e ridere. Era bello sentirlo ridere, lo faceva così di gusto.

    Più triste senza dubbio è stato quando suo fratello Randy ha distrutto il cancello anteriore con la sua auto e si è seduto nel vialetto, chiedendo soldi, rovinando a Mr. Jackson la possibilità di partecipare alla festa di compleanno di Elizabeth Taylor. Dovete leggere il libro per sapere l'intera storia, ma dopo quello che è successo il signor Jackson è scomparso nella sua stanza e non l'abbiamo visto o sentito per tre giorni.

    MJJC: Michael vi ha mai insegnato il moonwalk?

    Bill e Javon: Non ci ha mai fatto vedere come fare il moonwalk, ma ci ha detto come faceva l'inclinazione in "Smooth Criminal". Fantastico!

    MJJC: Chi secondo voi è stato davvero un buon amico per Michael? Chi gli è stato vicino nel bene e nel male? Chi era la persona con cui Michael parlava più spesso al telefono?

    Bill & Javon: La madre di Michael Jackson era probabilmente l'unica che disinteressatamente gli è stata vicino durante tutta la follia. C'erano quelli come Miko Brando, Chris Tucker, Eddie Griffin e il Rev. Jesse Jackson che sono venuti a trovarlo un paio di volte e la loro amicizia sembrava essere vera, ma era il suo rapporto con la madre che lui amava e apprezzava di più.

    MJJC: Michael raccontava barzellette?

    Bill & Javon: Mr. Jackson aveva un grande senso dell'umorismo. Scherzava spesso e rideva con i suoi figli e con noi. Abbiamo fatto uno sforzo per catturare questo nel libro, perché un sacco di ciò che è scritto su di lui non mostra questo suo lato meraviglioso.

    MJJC: C'è mai stato un momento in cui avete visto Michael particolarmente arrabbiato per un motivo o per l'altro? Ci potete raccontare un momento in cui ha perso la calma?

    Bill & Javon: Mr. Jackson era notoriamente non aggressivo. Non gli piaceva il conflitto, ma dato il modo in cui era trattato dai paparazzi e da alcune persone del settore, aveva molti motivi per essere arrabbiato. A volte veniva fuori, per la maggior parte del tempo abbiamo lavorato per l'uomo dolce e gentile che cantava "Heal the World", ma ogni tanto vedevamo il tipo di "Scream".

    Un pomeriggio di primavera del 2007, il signor Jackson era al cellulare di Bill per una conference call con il suo manager e il suo avvocato. Abbiamo sentito uno forte schianto dal trailer della sicurezza e siamo corsi in cucina per vedere che aveva scagliato il telefono attraverso la porta di vetro, frantumandola in mille pezzi. Aveva la testa tra le mani e diceva: "Sono tutti demoni, dovrei far venire mio padre a prenderli a calci in culo". Poi si è offerto di acquistare a Bill un nuovo telefono cellulare.

    C'è stata un'altra occasione, a Washington DC, quando il signor Jackson ha visto una telecamera di sicurezza che pensava stesse riprendendo segretamente i suoi figli. L'espressione "ha perso il controllo" non inizia neanche a descrivere la sua reazione, ma per questo dovete leggere il libro.

    MJJC: Quante volte Friend e Flower sono andate a trovare Michael? Le avete sentite dal memorial?

    Bill & Javon: Friend e Flower sono venute quando eravamo in Virgina; e separatamente, naturalmente. Dal memorial, Bill ha comunicato di tanto in tanto con Flower via e-mail, di solito intorno all'anniversario della morte di Michael Jackson o al suo compleanno.

    MJJC: Sembrava in salute/pronto per il This It Is? Aveva paura? Era apprensivo? Non voleva farlo, era costretto?

    Bill & Javon: Per la maggior parte del tempo il signor Jackson è sempre apparso in buona salute, ma spesso diceva che non aveva intenzione di fare lo stesso tipo di performance rigorose, atletiche che aveva fatto durante i tour Bad e Dangerous. Aveva 50 anni e alcuni di questi anni erano stati piuttosto duri per lui. La sua voce era in gran forma, incredibile come sempre, ma questi promotori stavano chiedendo sforzi fisici per cui sapeva di non essere all'altezza. Quando è stata lanciata l'idea di fare una cinquantina di spettacoli, lo abbiamo sentito dire al telefono: "Non posso fare cinquanta spettacoli", come se pensasse che queste persone fossero pazze anche solo per averglielo chiesto. Ma qualunque cosa stesse succedendo con i suoi affari, era stato messo con le spalle al muro e gli veniva detto che non aveva scelta. Non era una cosa che faceva con grande entusiasmo.

    MJJC: Avete detto di aver parlato con Michael poco prima che morisse. Sembrava felice? Ci potete parlare della vostra ultima telefonata con lui? Qual è l'ultima cosa che Michael vi ha detto?

    Bill & Javon: Le nostre ultime conversazioni con Mr. Jackson sono state solo brevi chiamate su questioni giornaliere legate al lavoro. Niente di terribilmente significativo è stato detto, perché nessuno sapeva cosa stesse per accadere. L'ultima conversazione di Javon con il signor Jackson è stata diverse settimane prima della sua morte; Mr. Jackson chiamava per controllare alcune cose che aveva in deposito a Las Vegas e ha chiesto come stava la famiglia di Javon, cosa che faceva sempre. L'ultima conversazione di Bill con il signor Jackson è stata pochi giorni prima della sua scomparsa. Sembrava essere di buon umore. Eravamo a Las Vegas, a lavorare sui piani per la sicurezza nella residenza di Londra, e il signor Jackson ha chiamato perché ci voleva a Los Angeles e voleva prendere accordi perché andassimo lì. Non siamo arrivati a Los Angeles in tempo.





    MJJC: Cosa vi manca di più di lui?

    Bill & Javon: Per lo più ci mancano i semplici momenti tranquilli a guardarlo godersi la vita da padre, come guardarlo cercare di pettinare i capelli di Paris e non riuscirci molto bene, o dire a Blanket di non allontanarsi, o aiutare Prince e Paris nei loro piccoli battibecchi fra fratelli. Ci mancano anche i lunghi giri in macchina con lui, parlando di qualsiasi argomento venisse fuori. Lui ci chiedeva di spegnere la radio e ci chiedeva delle nostre famiglie e di come stavano i nostri ragazzi. Vedevamo una ragazza che camminava per la strada e ci chiedeva se pensavamo che fosse carina e, se dicevamo che non era il nostro tipo, diceva che ci servivano gli occhiali perché era bella. Ci manca anche l'emozione di essere intorno a lui e non sapere quello che sarebbe successo nella giornata.

    MJJC: Infine, c'è qualche messaggio che desiderate inviare ai membri di MJJCommunity e ai fan di Michael Jackson in generale?

    Bill & Javon: I fan dovrebbero sapere che, oltre la madre di Michael Jackson e i suoi figli, erano la priorità numero uno nella sua vita. Ha sempre apprezzato il sostegno che gli hanno dato attraverso tutti gli alti e bassi, e lui li amava per non avergli mai voltato le spalle. Ha sempre saputo che senza i fan non ci sarebbe stato nessun Re del Pop. E anche noi ve lo dobbiamo. Come indicato nel libro, non ci sarebbe nessun libro senza il sostegno e l'amore dei fan di Michael Jackson. Abbiamo scritto Remember the Time per voi. E' bello sapere che siamo supportati. e senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile. Tanto amore a tutti i fan e supporter del signor Jackson.

    Traduzione a cura di 4everMJJ per MJFanSquare.
    In caso di diffusione si prega di riportare la fonte e il link diretto a questo topic, grazie.



    Trovate Bill e Javon qui:
    www.rememberthetime-book.com/
    www.facebook.com/MJBodyguard
    twitter.com/MJBODYGUARDS


    www.mjjcommunity.com/forum/threads/133116-MJJC-Exclusive-Q-amp-A-with-Bill-Whitfield-and-Javon-Beard-authors-of-Remember-The-Time-Protecting-MJ?p=4016465#pos...
    [Modificato da Compix 04/06/2014 23:37]
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    divo80
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    Invincible Fan
    00 03/06/2014 23:51
    ho quasi finito di leggerlo...
    appena finito metto una recensione....comunque è d'obbligo per chi come me divora i libri su MJ...il punto di vista è molto interressante e gli anedotti si sprecano......bello....bello per il momento.
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    DOUBLE-D
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    Utente Certificato
    Thriller Fan
    00 04/06/2014 14:45
    SPero veramente che lo pubblichino in ita, non si può fare la richiesta? [SM=g2927018] Come pure per l'altro libro? [SM=g2927018]

    Altrimenti lo prenderò in english...


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    chiara64
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    HIStory Fan
    00 04/06/2014 19:54
    Speriamo eschino in italiano. Io l'inglese.... [SM=g2927026] [SM=x47958]
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