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E' morto don Gallo prete degli ultimi

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    Modesty
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    00 22/05/2013 18:44
    Il sacerdote è mancato nella Comunità di San Benedetto. Aveva 84 anni. Le sue condizioni erano improvvisamente peggiorate dopo i tre giorni di ricovero in ospedale

    [IMG]http://i39.tinypic.com/2wfshol.jpg[/IMG]

    E' morto don Gallo prete degli ultimi Don Andrea Gallo
    Don Andrea Gallo è morto. Se n'è andato il "prete degli ultimi", lui che aveva dato voce, conforto e speranza a chi era rimasto ai limiti o fuori della società. Ha ceduto il suo cuore, il cuore che tanta parte ha avuto nella sua storia di prete.

    Don Andrea da un po' non stava bene, ma aveva continuato, comunque e sempre, la sua vita piena di impegni, per i "suoi ragazzi" per la gente della Comunità di San Benedetto al Porto. Solo qualche giorno fa sono riusciti a convincerlo a farsi ricoverare in ospedale, per una serie di controlli.

    Tre giorni con il "don" che scalpitava per tornare a casa. Alla fine c'era riuscito, a tornare in Comunità, ma appena arrivato le sue condizioni sono peggiorate: cuore e polmoni in tilt, una situazione che è scivolata via in fretta, con i suoi ragazzi" attoniti , i medici che lo seguivano disperati per quel paziente che stimavano e a cui volevano bene. Fino a ieri sera è stato cosciente, oggi pomeriggio si è addormentato per sempre.

    genova.repubblica.it/cronaca/2013/05/22/news/e_morto_don_gallo_prete_degli_ultimi-5...



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    00 22/05/2013 19:39
    Che palle!! Solo ieri avevo letto che stava male. Ma me l'aspettavo, purtroppo...
    Un resistente che ci mancherà molto.
    Che periodo di cacca per Genova....
    Buon viaggio e salutaci Fabrizio [SM=g27823] !!

    Edit: a futura memoria, metto questo articolo.

    Don Gallo, coscienza critica di un Paese: il cammino di un prete dalla parte degli ultimi

    Un sacerdote difficile e scomodo. Una voce "contro" a Genova e non solo. Dai tempi della parrocchia del Carmine, alla Comunità di San Benedetto al Porto, la storia del "Gallo", che ha lasciato il segno
    di MASSIMO RAZZI




    Così anche Andrea, "il Gallo", o semplicemente "il Don", se n'è andato lasciandoci un cammino da percorrere: quello insieme "agli ultimi" che, per lui, è stato l'imperativo di una vita. E da dovunque adesso si trovi, ci guarderà ridacchiando con gli occhi ironici, il sigaro in bocca e qualche frase di quelle che, lì per lì, ti sembravano magari strampalate, ma poi, ti restavano appiccicate all'anima o a qualunque cosa abbiamo dentro.

    Ricordo che la prima volta che lo incontrai, a un dibattito in una sezione del Pci, io ero un ragazzo di sinistra e lui un prete già abbastanza famoso, almeno a Genova. Pensai subito: "Non vale...". Come si fa a competere, in termini di impegno, con uno che aveva dentro l'ardore di un grande prete e quello di un altrettanto grande comunista? Che aveva una vita da dedicare totalmente al prossimo, mentre tu riuscivi a dare agli altri solo pezzi della tua esistenza? Pensai anche che... avercene di gente come lui... Perché Andrea era uno di quelli che dovunque passasse o qualunque cosa facesse, lasciava un segno, lacerava cuori e anime, ti metteva davanti a te stesso, alle tue debolezze, interrogava la tua disponibilità, ti costringeva a scegliere...

    Tossicomane o deputato, giornalista curioso o genitore disperato, rivoluzionario o capitalista, portatore di guai o benefattore, don Andrea Gallo ti riceveva sempre nel suo piccolo ufficio della comunità di San Benedetto al Porto a Genova, sprofondato nella poltrona vecchia e smandrappata, col sigaro in mano e lo sguardo buono e indagatore. Ti parlava di pace e di libertà, di droga e di ribellione, di buoni e cattivi del mondo, di amore e politica. Insisteva sugli "altri", sui "diversi", sugli "ultimi". E ti ricordava sempre quell'impegno a camminare insieme...

    Di rado ti raccontava quello che da tanti anni faceva per stare dalla loro parte, ma ti inondava di pensieri travolgenti che ti restavano dentro anche quando non eri sicuro di condividerli. La voce roca, il genovese strascicatissimo, le mani che si muovevano nell'aria... ti parlava di uomini, quasi mai di fede o di Dio, ma te ne andavi con la strana idea che quel vecchio comunista, pacifista, no global fosse più prete e sacerdote di quanti tu ne avessi mai incontrati.

    No, "il Gallo", non era mai un incontro indifferente. Tutta Genova e tanta gente adesso lo piange e sentirà la mancanza un uomo che ha vissuto e lavorato per gli altri, che ha fatto dell'incontro con il prossimo e della condivisione una ragione di vita, che ha saputo farsi rispettare anche dai suoi nemici.

    I nemici... quanti... "Sai - ti raccontava dalla poltrona smandrappata - lì, al tuo posto, l'altro giorno c'era seduto il tale... Ha fatto un'offerta generosa per la Comunità, per i ragassi..." (diceva "ragassi" come solo un vecchio genovese può dirlo).... Il "tale" poteva essere l'imprenditore, il potente di turno, il baciapile che in pubblico attaccava Don Gallo e le sue "follie", che in Curia invocava la testa del sacerdote "matto, comunista, blasfemo", ma che, poi, di nascosto, mezzo in incognito, si presentava a San Benedetto per chiedere o dare una mano. Una mano, magari, per un figlio o un nipote che aveva incontrato la piovra dell'eroina; o anche, invece, un assegno generoso per ringraziare di un aiuto ricevuto, di un ragazzo salvato; o, forse, solo per una coscienza ripulita.

    Altri tempi, quando Gallo scese in campo. Era l'estate 1970 quando, parroco, della chiesa del Carmine, sopra il porto di Genova, se ne uscì (durante una predica domenicale) con un discorso sulla droga allora davvero "scandaloso". Era stata scoperta, da quelle parti, una fumeria di hashish (in realtà, quello che oggi descriveremmo più normalmente con "quattro ragazzi che si facevano della canne") e i giornali ci avevano dato dentro. Lui provò a precisare che c'erano altre "droghe" di cui parlare: dalle parole scritte su una pagella per cui un ragazzo poteva diventare "inadatto agli studi", al bombardamento di un villaggio vietnamita definito "azione a difesa della libertà". Scoppiò la bugna: la città benpensante, Curia in testa, gli si scagliò contro. Molti chiesero che venisse spretato. Ma tanti lo difesero e per mesi, la chiesa del Carmine vide venire a messa giovani che da anni non frequentavano più nessuna parrocchia.

    Per mesi, finché, il cardinal Siri (che, pure, in fondo in fondo apprezzava lo strano sacerdote) decise di darci un taglio: chiamò Andrea e gli fece sapere che la storia del Carmine era chiusa, finita. Don Gallo, che è sempre stato profondamente prete, obbedì. Almeno tecnicamente: lasciò il Carmine e si trasferì a San Benedetto al Porto dove il parroco, don Federico Rebora, lo accolse e gli diede spazio. Andrea non chiedeva di meglio e lì, in quegli anni, cominciò a occuparsi di emarginati e tossicomani, a far nascere e crescere la sua comunità.

    San Benedetto era al Porto e divenne "porto" per ogni sorta di disgraziati. Erano gli anni dell'eroina e ogni giorno, sulla sedia davanti alla poltrona smandrappata, si accomodavano genitori disperati o ragazzi con la scimmia nelle vene. La Comunità cresceva e si allargava e di nuovo, Andrea, divenne pietra di scandali. Lo accusarono di ogni nefandezza, di aver comprato eroina per i suoi ragazzi (non si esclude che l'abbia fatto davanti a crisi di astinenza ingestibili), di plagio e chissà di quante altre cose.

    Ma la città, questa volta, lo difese. Una volta, alcuni parrocchiani di primo piano decisero di scrivere al cardinale spiegando che Gallo aveva plagiato il povero e mitissimo don Rebora trasformando la casa parrocchiale in un ricettacolo di perversione. Il parroco, che era uomo di pochissime parole, lesse la lettera che Siri gli aveva fatto pervenire; poi, per la prima e l'ultima volta, la domenica in chiesa, ruppe il silenzio. Disse che ringraziava i parrocchiani per la missiva e per il pensiero, ma aggiunse con fermezza che a lui tutto quello che faceva Andrea andava benone e che si sentiva pienamente corresponsabile. La cosa finì lì e nessuno, più, risollevò il problema.

    Oggi Don Gallo lascia a Genova una Comunità grande e importante: sei cascine, un'ottima trattoria ("A' Lanterna"), una libreria, una tipografia e tante iniziative, persino a Santo Domingo. E dopo migliaia di giovani vite salvate e rimesse in strada, nessuno osava più attaccarlo. Andrea, a Genova (e non solo), era un'istituzione ascoltatissima, andava in tv, parlava, interveniva. Era diventato, se vogliamo, una potenza. Ma restando dalla parte degli ultimi, con pervicacia e ostinazione. Per le amministrazioni genovesi era un interlocutore profondamente critico: non le mandava a dire a sindaci e assessori. Diceva pubblicamente le cose che non andavano. Magari, a volte, esagerava... Ma se l'avessero ascoltato....

    Sul G8, nel luglio 2001, cercò fino all'ultimo di mediare tra protesta e istituzioni. Poi, davanti al corpo di Carlo Giuliani, scelse di non mediare più e seppe gridare forte. E continuò, negli anni successivi, segnalando nodi che sono venuti al pettine della sinistra, chiedendo a tutti coerenza e scelte di campo.

    A Don Gallo non si può nenache dire "addio". Perché la sua ingombrante presenza non finisce con la sua vita terrena. Resterà sempre nel cuore di chi l'ha conosciuto, continuerà a dirci cose che, a volte, ci peseranno... Ma quasi sempre, dovremo riconoscergli almeno una parte di ragione...


    http://www.repubblica.it
    [Modificato da (Miss Piggy) 23/05/2013 19:04]
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    ikaika
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    Dangerous Fan
    00 22/05/2013 21:02
    R.I.P [SM=g27813]


    A chi ti aiuta......
    Guardando il cielo,
    a trovare ancora la forza di sognare di fronte ad un mondo che fa di tutto per infrangere anche i sogni più semplici e belli.
    Grazie di farmi sogna]
    re un mondo meraviglioso e una vita speciale assieme a te MICHAEL JACKSON PERCHÉ SEI PARTE DI ME!! :-* :-*
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    rossijack
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    Bad Fan
    00 23/05/2013 11:49
    Mi dispiace tantissimo,lo ammiravo,ero sempre stupita dalle sue parole cristiane che valicavano la chiusura e il bigottismo.Aveva il cuore e l'animo aperto a tutti,poi quel suo ottimismo e il senso della speranza davano tanta forza.
    Una bella testimonianza per il nostro tempo travagliato e un esempio per tutti!Grazie della tua opera,buon viaggio! [SM=g2927046
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    chiara64
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    HIStory Fan
    00 24/05/2013 15:05
    Ce ne vorebbero di più uomini così.
    Fà buon viaggio Don Gallo. [SM=g27825]
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    AntonellaP85
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    Bad Fan
    00 28/05/2013 15:31
    Mi dispiace infinitamente. Don Andrea Gallo era una delle persone migliori che questo paese abbia mai avuto, uno di quei cattolici che davvero ha compreso e messo in pratica il messaggio cristiano autentico, senza paura e con grande forza e determinazione. A Febbraio ho avuto l'occasione di ascoltarlo in un dibattito politico con Nichi Vendola, poco prima delle elezioni politiche, al Leoncavallo a Milano, e vi assicuro che, nonostante la sua età e gli acciacchi, ha monopolizzato la platea, infondendo energia e speranza e riuscendo anche a zittire il buon Nichi (e vi assicuro che non è impresa facile [SM=x47979] ). Mi mancherà molto. Vi posto una foto di un abbraccio tra loro due, che ho scattato in quell'occasione: