00 07/05/2013 22:14
Ciao Streetwalker, nella vita reale di MJ non si sa chi sia davvero la madre di Blanket e quindi qui non lo indico. Ecco il capitolo 20! Ciao!


20

Siamo quasi a fine luglio.Molto del lavoro è stato fatto e ora devono solo uscire i singoli che anticiperanno l’uscita del disco.Sono molto stanco.Per il cd è praticamente quasi tutto pronto ma sto organizzando diverse uscite per la promozione e lo spettacolo per il 30° anniversario della mia carriera che si terrà a New York a Settembre.
I miei bambini mi mancano molto. Li vedo a colazione e a cena e talvolta li metto a letto, poi torno alle mie canzoni e ai miei progetti.Per fortuna Sabine è stata molto presente con loro fino a quando non è tornata in Francia circa dieci giorni fa.Sabine…Anche lei mi manca molto.E mi è mancata tanto anche quando era qui con me:ho lavorato cosi tanto ed ero sempre talmente sotto pressione e diviso su mille fronti che non la vedevo quasi più.Se n’è risentita e spesso e volentieri si finiva con il litigare o comunque con il nervoso addosso.Certo poi si faceva sempre pace ma il giorno dopo un’altra discussione ci allontanava e le lacrime che ultimamente comparivano puntuali sul suo viso iniziavano a infastidirmi.In realtà mi facevano male.Ammetto che fui quasi sollevato quando la vidi salire sulla macchina che la portava all’aereoporto.Durò poco.La notte avevo gli incubi e la sua mancanza si faceva sentire sempre di più.La lontananza ridimensionò i nostri malumori e con un oceano di mezzo iniziammo di nuovo a parlare con più tranquillità.Ero di nuovo felice di parlare con lei e la sua voce ritrovò il potere di calmarmi.Ma erano già quasi due giorni che non la sentivo e l’angoscia che sembrava avermi abbandonato tornò a farsi sentire.
“Andiamo Sabine, rispondi!” dico ad alta voce.
Ricompongo il numero.Uno squillo,due,tre.Alla fine sento rispondere dall’altra parte.Ma non è lei.E’di nuovo la voce di donna che ha risposto anche ieri.Sto per chiudere la telefonata ma il tono triste e accorato di quella voce mi trattiene. Riavvicino il telefono all’orecchio ma non dico niente.
“No,s’il vous plait…Ecoute moi…Vous etes encore la? ”mi domanda
“Oui…” rispondo in lingua a voce bassa
“Vous comprenez le francais ?”
“Oui,mais je prefere l’anglais”rispondo.
“Bien…Per favore mi ascolti,può anche limitarsi a dirmi si o no…Se chiama questo numero conosce Sabine…”la ragazza parla nella mia lingua e ora sta facendo una piccola pausa.La sento respirare.
“Come le dicevo, riguarda mia sorella…”
A quelle parole il cuore inizia a battere all’impazzata.E’ Antoinette. Come ho fatto a non riconoscerla?Abbiamo parlato cosi tante volte per telefono!Tra l’altro ha una voce molto bella,che non si dimentica
tanto facilmente.Antoinette prosegue ma io non riesco più a seguirla. La testa pulsa e il cuore batte più di prima.Faccio come chiede e accendo la televisione.
“E’ uno scherzo!” chiedo con voce rotta.
“No…”sospira Antoinette.
Il dolce viso della mia Sabine rimbalza da un canale all’altro. L’ultima cosa che vedo è una foto che la ritrae sorridente e felice in compagnia di quell’uomo di affari francese che per tanto tempo le ha fatto la corte e che inconsapevolmente ci ha coperti ulteriormente.
“Voglio andare da lei!”dico d’impeto.
“Oh Mon Dieu! Michael!!Sei tu!!”la voce di Antoinette è emozionata e malferma.
“Si, sono io…Antoinette,scusami se ieri ho chiuso la telefonata in maniera cosi brusca…”
“Oh Michael,Dio ti ringrazio…”dice sollevata “Sei sicuro che puoi venire?Sabine mi ha detto che sei impegnatissimo in questo periodo…”
“Già…”risposi realizzando che non potevo proprio muovermi da Los Angeles.“Non è possibile per me partire ora…Ho troppi impegni,sai per il nuovo disco e…”
“…peccato…tu sapresti per certo cosa fare per lei…”ora Antoinette piange.Le lacrime scendono anche sul mio viso e mi sale la rabbia per non poter andare dalla mia Swan.
“Antoinette, ci sei ancora?”chiedo.Mi è venuta un‘idea.
“Si, tesoro, dimmi…”
Tesoro.Ha iniziato a chiamami cosi dopo l’ultimo nostro incontro.
“Io e Sabine usiamo questo telefono per sentirci.Pensi sia possibile che possa parlarle?”
“Ma certo!”
“Allora dammi solo il tempo di organizzarmi e tieni sempre carico questo telefono.Ti chiamo tra un’ora!”
“Ok.A più tardi, grazie tesoro, grazie!”
“Eh no,amore mio…Non puoi farmi questo!Non adesso,non ora” dico ad alta voce controllando i miei impegni per quello e i prossimi giorni.

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“Buongiorno Sabine!”ti sussurro accarezzandoti il viso.
Mi sorridi e mi guardi teneramente. Poi ti alzi, drappeggiandoti addosso un pareo a vivaci colori e vai in bagno a vestirti.Ti seguo e per la mezz’ora successiva l’abito e il trucco non sono più una
priorità per te.
“Devi andare” mi dici piano.
“Lo so”mi attardo“Ci vediamo a pranzo”
“Si…”mi sorridi.
E poi io vado alla mia riunione tu in teatro.Siamo sposati da circa quattro mesi e la nostra storia va a gonfie vele.Avevo ragione io e tu hai dovuto ricrederti in fretta:anche il matrimonio a distanza può funzionare. E noi ci riusciamo benissimo.La sera stessa della firma del contratto,mi hai chiamato,amore mio,e mi hai detto di averci
ripensato,che volevi provarci perché i baci che ci siamo scambiati la sera della festa ti erano rimasti nel cuore più di quanto avessi creduto e che le tue reticenze erano dovute al fatto che non pensavi
affatto a sposarti né a mettere su famiglia.Tempo un mese ed eri già mia moglie.Eri stupenda,mia adorata,e il fatto che abbiamo dovuto procedere cosi in fretta non ha turbato il tuo radioso sorriso nemmeno un po’.Siamo riusciti ad organizzare comunque la festa che sognavi con i nostri genitori al settimo cielo per noi.La mia tradizionale famiglia ha dovuto scendere a patti con la tua popolarità e tutto ciò che era stato adottato per le precedenti spose Kuentz-Bas per te non valeva più.Il contratto pre-matrimoniale per esempio:il tuo avvocato l’ha demolito punto per punto e ne ha creato uno su misura per te, personaggio pubblico di fama mondiale.E la certezza della tua presenza a tutte le nostre feste ed eventi non è più stata data cosi per scontata.Mia madre su tutti si è schierata dalla tua parte difendendo la tua condizione, di vitale importanza per te,di continuare a danzare come avevi sempre fatto fino ad ora,non potendo sopportare di perdere il suo idolo un giorno con l’altro.Si è adombrata solo quando le hai detto che a causa degli accordi presi con il L.A. Teathre non avresti avuto bambini prima dei tre anni fissati per la scadenza del contratto e che avresti preferito aspettare ancora anche dopo prima di diventare madre.Le spose Kuentz-Bas restano incinte entro il primo anno di matrimonio solitamente;questo permette loro di avere un altro bambino nel giro di pochi anni.Ma,so che sarai d’accordo con me e dopo due anni mi lascerai pagare la penale;ti godrai la fama e la popolarità che meriti ma poi cercheremo quel bambino.Chi si sposterà per noi due sarò io,periodi di vacanze a parte.La tua casa di L.A.è davvero molto bella e dotata di ogni comfort. Credo proprio che mi abituerò in fretta e chissà che,anche grazie alla tua popolarità,non si riesca a conquistare il mercato americano.Il nonno ci aveva provato anni fa ma non è andata affatto bene.La musica si è interrotta e tu ti alzi per spegnere lo stereo. Da qualche giorno ascolti sempre lo stesso
disco,Invincibile,del tuo idolo:Michael Jackson.A volte mi domando se davvero lo conosci cosi poco come sostieni.Credo che con lui ci sia stato qualcosa,che non vuoi rendere noto.Svii sempre l’argomento e pur piacendoti da matti parli sempre poco di lui.Non che la cosa sia cosi importante, anzi!Meglio cosi!Sai,ieri mi ha telefonato Eva.Te la ricordi, vero?Mi ha detto che ha le prove che tu e Michael vi siete frequentati.Mi ha raccontato una bizzarra storia sul fatto che tu travestita da fan hai girato per il Principato di Monaco,a maggio dello scorso anno quando Jackson era lì per ritirare un premio.
E’ quasi certa che alloggiavate nello stesso hotel e che avevi tutte le possibilità di andare e venire dalla sua suite a tuo piacimento e anche di girare per il principato sotto copertura.Che idea assurda!ho obbiettato.Pensaci su le ho detto:l’hotel asserragliato dai fan, giusto qualche ora per le prove,e tutto il resto del tempo,da passare in un albergo dotato di ogni comfort e col personale pronto a soddisfare ogni capriccio.Se fossi stato al suo posto non ti avrei mai lasciata uscire dal mio letto.Lei è convinta di quello che dice,ma io credo che sia una delle sue storie inventate ad hoc per attirare
l’attenzione come suo solito.La settimana prossima partiremo per le Hawaii:una piccola vacanza prima dei tuoi impegni teatrali.
Non vedo l’ora di averti tutta per me per quindici giorni di fila.
Ora devo andare,maman mi aspetta per il pranzo.A presto,amore mio.

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“Ciao tesoro, come stai?”mi chiede Antoinette“Eh si lo so…Siamo tutti increduli anche noi…Si te la passo…” mi dice poi.
Inizio a parlarle,deciso a riportarla qui,anche se so che il mio alla fine sarà solo un monologo.Da parte sua c’è solo silenzio e ancora una volta me la prendo perché non posso andare da lei.Ben si avvicina per la seconda volta dicendo che il mio tempo è finito e dobbiamo andare alla riunione.
“By my love, I’ll call you later…I love you…”
“I love you too…”sento dall’altra parte.Sabine mi ha parlato?
Mi faccio sentire da Anoinette e quando glielo faccio notare lei è evasiva ma non posso indagare oltre e chiudo la telefonata con una strana sensazione di euforia addosso.


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“Scusami sorellina,ma mi sentivo stanca…Avevo proprio bisogno di sedermi…com’è pesante tutta questa situazione”.Mi sposto sulla sedia accanto alla finestra e appoggio la fronte al vetro e lascio che i miei pensieri vaghino al di fuori di questa stanza.Impercettibilmente volto il viso verso lo stereo che immancabilmente fa suonare uno dei brani di Michael.Non sopporto più questo disco!Funzionano davvero queste cose?Io non credo…però prima hai davvero parlato,anche se con un fil di voce…Ti ho sentita e ti ha sentita anche Michael…Ma chi mi dice che non sia solo un po’ di delirio?Realizzo di essere incollata al vetro da un po’:ho il viso freddo.Ho anche l’impressione di essere osservata.Ma so che è impossibile:qui ci siamo solo io e te e tu non puoi vedermi.Decido di girarmi comunque anche perché ora voglio togliere la fronte dal vetro.E incontro i tuoi occhi.
Inizio a piangere “Da quanto mi stai guardando?”chiedo euforica.Tu però non mi rispondi.
Sbatti le palpebre e ti giri pian piano intorno con lo sguardo e poi col capo.Mi domando se girare la testa cosi non possa farti male.
“Dove…so..no…”chiedi poi.
“In ospedale…”
“Per…chè…”
“C’è tempo per questo…Come ti senti?Hai dolore da qualche parte?”
Di nuovo non mi rispondi.
Ma dopo qualche minuto,mentre mi avvicino al letto per chiamare i dottori mi sento chiedere:
“Do…v’è...mio…ma…rito?Lei…lo sa?”