00 08/11/2012 18:06

La copertina de "Il Manifesto" di 4 anni fa dopo l'elezione di Obama rimane inarrivabile e una delle più geniali del giornalismo italiano ("Indovina chi viene a cena?", ricordate [SM=g27827] ?), ma anche quella di oggi non è male,





e il titolo si riferisce ai referendum per i quali si votava in alcuni Stati, e per i quali vi metto un interessante articolo.
Dài che la prossima volta ce la facciamo ad eliminare la pena di morte anche in California [SM=g27825], ci siamo quasi, o ad approvare l'eutanasia legale in Massachusetts!!!


Elezioni Usa, avanza l’America liberal sì a marijuana e nozze gay


NEW YORK - Il matrimonio non è più un istituto esclusivamente riservato alla coppia eterosessuale. Lo hanno dichiarato sulle schede elettorali gli elettori del Minnesota, scrivendo così una pagina di Storia americana.Il quesito ha cominciato ad apparire a fianco delle consultazioni politiche a partire dalla fine degli anni ’90, e da allora era stato puntualmente rigettato da 32 consultazioni popolari. I conservatori che temevano la rottura del fronte del no, hanno iniziato a proporre a livello statale leggi che definissero l’unione eterosessuale come l’unica riconosciuta legalmente sul territorio. Una di queste leggi è stata oggetto di giudizio per la trentatreesima volta martedì per gli elettori del Minnesota, e l'abrogazione da loro decisa ha ora aperto la strada alla ridefinizione del concetto di matrimonio.

Quesiti leggermente diversi sono stati posti in Maine e in Maryland, dove i referendum propositivi chiedevano di ammettere la legalità del matrimonio gay, come già fanno altri sei Stati americani e il distretto di Columbia, a fianco di quello tra eterosessuali. I cittadini del Minnesota invece per la prima volta hanno contraddetto il principio che le nozze eterosessuali siano il punto di riferimento costitutivo di una famiglia americana. Una piccola precisazione legale, ma con grandi ripercussioni nel dibattito giuridico in corso sull'argomento.

La decisione è un altro segno del cambiamento sociale che ha investito il voto di martedì. Ad esprimersi sulle scelte politiche così come su quelle di vita quotidiana, si sta affacciando una nuova generazione di cittadini americani, meno legata ai precetti religiosi o ai vecchi metri di giudizio con i quali la classe bianca, protestante e cattolica, ha governato il paese in passato.

Come spiegare altrimenti l'altra questione referendaria che ha legalizzato l'uso della marijuana in Colorado e nello stato di Washington, e che ne ha reso legittimo l’uso per fini farmaceutici in Massachusetts? Con la capitolazione di quest'ultimo sono ora 18 gli stati americani che permettono la coltivazione controllata dal governo locale, oppure la semplice la vendita su ricetta medica della cannabis. Questo è un cambio di mentalità radicale se si pensa che il paese ha speso mille miliardi di dollari negli ultimi quaranta anni per la lotta contro le droghe leggere, e che 850.000 americani sono stati arrestati nel solo 2010 per aver violato il divieto di possesso e di uso. Il cambio di posizione in materia non è peraltro universale: la marijuana medica è stata rigettata martedì dagli elettori dell'Arkansas, e il bando dell'uso e del commercio è stato confermato in Oregon.

Né il vento del cambiamento soffia nella stessa direzione dovunque. L'Alabama ha votato per escludere l'obbligo di assicurazione medica dettato dalla riforma sanitaria voluta da Obama; la Florida ha invece rifiutato una simile proposta. I californiani si sono espressi contro [SM=g27825] (52,8%) l'idea di abolire la pena di morte, e la Florida ha votato contro la proposta di sottrarre finanziamenti alle cliniche che offrono l'aborto [SM=g27823] . Il Massachusetts ha rifiutato l'eutanasia legale (51%), e l'Oklahoma ha votato per contraddire le leggi che oggi favoriscono l'equilibrio razziale nelle assunzioni sul lavoro [SM=g27825] .
La stessa California che pure ha liberalizzato da tempo l'uso della marijuana e fa oggi un uso massiccio dei ricavi fiscali sulle vendite, martedì ha affossato la richiesta di abolire il così detto principio del «three strikes and you are out», la detenzione obbligatoria al terzo arresto per crimini legati alla droga. Istituito da Ronald Reagan alla fine del suo secondo mandato, è divenuto nel tempo il maggiore fattore di affollamento delle carceri in tutti gli Usa.

Il Messaggero

Ho sottolineato l'ultimo passaggio perchè descrive il motivo per cui Murray verrà mandato a casetta sua tra un anno [SM=g27815] .
[Modificato da (Miss Piggy) 08/11/2012 18:07]