Appena sarebbe capitato il momento giusto gliel'avrei chiesto. Si stava svegliando. -Ciao...- disse stropicciandosi gli occhi. -Ciao. Stai bene?- -Sí... solo la solita nausea.- mi rispose sorridendo. Mi avvicinai lentamente al suo volto. -Baciami... mi manchi.- mi bisbiglió facendomi muovere i riccioli. Sorrisi. I suoi occhi fissavano il mio viso. La baciai, intanto le presi le mani. Ci staccammo, la aiutai ad alzarsi. -Che facciamo oggi?- chiese appoggiando la testa ancora mezza addormentata sulla mia spalla. -Vestiti facciamo un giro.- Mentre si preparava andai in cucina, le preparai qualcosa da mangiare. Circa dieci minuti dopo scese. Venne in cucina. Le porsi una ciotola di fragole e panna. - Fragole!!- urló felice come una bambina. Mentre le mangiava andammo fuori, passeggiando per i prati. -Ahm... Mike... Tu le volevi le fragole?- -No...- dissi ridendo sotto i baffi. -Hey... Michael!- -Ne ho mangiate un po' prima...- Si fermó e fissó un punto, la osservai per un po'... -A cosa pensi?- -Niente... Solo che mia madre è allergica alle fragole...- -oh... Un pensiero molto intenso... Dico sul serio!- pochi attimi dopo mi venne da ridere. -Molto spiritoso! - mi disse ridendo e spingendomi. Eravamo in mezzo al prato più bello di Neverland, con qualche albero sparso qua e la. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Mi voltai per guardare Michael, ma non c'era... Strano, due secondi prima mi aveva parlato! -Michael? Dove sei?- chiesi urlando. Mi guardai attorno, non c'era anima viva! Mi arresi, mi appoggiai ad un albero. Sentii qualcosa toccarmi la testa. La alzai e vidi Michael. -Cucú!- disse sorridente. -Eccoti! Mi hai fatto preoccupare! Volevo chiamare l'FBI!- Incrociai le braccia e fissai i suoi occhi, lui era comodamente sdraiato a pancia in giú su dei rami bassi orizzontali. Mi avvicinai e lo baciai. -Aspetta che scendo piccola.- disse iniziando a scendere. Facendo attenzione scese, e in pochi secondi me lo ritrovai di fronte. Ci prendemmo per mano. -Michael guarda!- dissi ad un tratto indicando l'orizzonte. Il sole stava tramontando dietro le colline di Neverland. -É stupendo...- mormorai come ipnotizzata. Il suo sguardo fisso mi fece distrarre. -Giá... stupendo. Raggiante come il tuo viso... i suoi raggi sono delicati e biondi come i tuoi capelli... e... la luce è come quella che vedo nei tuoi occhi.- disse togliendosi gli occhiali a specchio. Il cuore inizió a battere forte. Mi avvicinai a lui e mi strinsi al suo petto. Mi diede un tenero bacio sulla guancia. Prese fiato. -Soraya...- disse prendendomi le mani e guardandomi negli occhi. -Sí?- dissi con voce flebile. -Noi due ci amiamo... non è cosí?- mi toccai la pancia che sembrava quasi ingombrante. Annuii sorridendo con la testa. -Soraya Slater... mi vuoi sposare?- e tiró fuori una scatolina di velluto rosso. Ne estrasse un anello in oro bianco e mi prese la mano. Trattenni le lacrime. Me lo infiló al dito. Una lacrima mi scese dall'occhio... rigandomi la guancia. Dava segni di nervosismo. Serrava la mascella e le tempie gli pulsavano. -Io...- iniziai emozionata. Lui mi fissava la bocca e gli occhi come a supplicarmi. -Io... penso... che noi due non...- la sua espressione cambió. -Che noi due non dobbiamo aspettare neanche un giorno di piú per sposarci!- e mi buttai fra le sue braccia. -Sí! Sí Michael! Lo voglio!- e lo baciai facendogli quasi perdere l'equilibrio. Ricambió il bacio.
Michael mi prese in braccio e mi portó in casa. Mildret ci guardava sorpresa. -Ehm... sí... noi... dobbiamo... parlare... in camera! Cammina! Ti devo fare un bel discorsetto!- mi disse mettendomi giú. Andammo su per le scale e continuó a fare questa sceneggiata fino alla porta della stanza. La chiuse dietro di sè. Mi sedetti sul letto e risi.
-Mmh... di cosa dovevi parlarmi?- chiesi stando al gioco. Mi si avvicinó scherzosamente.
-Lei... è la mia paziente! E come dovere di medico devo curarla!- disse prendendo un bloc notes e iniziando a scarabocchiarci sopra qualcosa. Lo guardai ridendo.
-Bene... mi elenchi i sintomi...- disse con tono autoritario. Risi.
-Ho mal di testa...- inventai. Mi tenni la testa con la mano facendo un espressione dolorante. Lui rise ma si trattenne.
-Mal di testa... ok e poi?-
-Ho freddo!- dissi strofinandomi le braccia. Appoggió il bloc notes sul letto e si avvicinó a me.
-Forse...conosco il modo per riscaldarti..- disse bisbigliando. Si distese sopra di me. In poco tempo i vestiti erano a terra e i nostri baci erano bollenti proprio come i nostri corpi.
-Ti amo.- disse spingendo il suo bacino contro il mio. Sentimmo la voce di Mildret che si avvicinava. Guardai Michael con gli occhi sgranati. Rimase immobile.
-Cosa facciamo ora??- chiesi agitata col fiato corto.
-Se ne andrà.- Mildret invece inizió a bussare alla porta.
-Michael... siamo nella merda!- dissi aggrappandomi alle sue spalle.
-Shhh!- bisbiglió.
-Michael? Soraya?- chiamó Mildret. Michael si schiarí la voce.
-Arriviamo.-
-La cena si fredda!- e se ne andó. Mi baciò e ricominció a muoversi. Ci stringemmo in un intimo abbraccio. Dopo qualche minuto ci rivestimmo e scendemmo a cena. Katherine era venuta in visita.
-Ciao mamma.- disse Michael sedendosi.
-Ti ho aspettato per ben quindici minuti. Dove ti eri cacciato?- chiese prendendo dell'acqua. Io e lui ci guardammo complici.
-Ho parlato con Soraya.- disse cercando di evitare il discorso. Quella sera non avevo molta fame. Avvicinai la mia mano al bicchiere e Katherine notó l'anello. Le si illuminó il viso.
-Vi sposate??- chiese felice. Michael mi guardó e fece di sí con la testa.
-Non sappiamo ancora quando.- aggiunsi io. Mi alzai e andai in cucina.
-Michael!! Non trovo lo zucchero!!- e cosí Michael venne da me in cucina. Chiudemmo la porta.
-Quindi?- mi chiese guardandomi a braccia conserte.
-Ho voglia di baciarti...- dissi prendendolo per il colletto della camicia e avvicinandolo al mio viso. Mi abbracciò e appoggió le sue labbra sulle mie. Un bacio semplice. Ci sciogliemmo dall'abbraccio.
-Lo diciamo a tua madre?- chiesi alzandomi la maglietta.
-Credo sia giunto il momento... fra qualche settimana si vedrà piú che bene.- e mi accarezzó la pancia. Sorridemmo. Mi tirai giú la maglietta. Michael mi prese per mano e mi portó in sala da pranzo. Katherine ci guardava con aria interrogativa.
-Mamma...- inizió lui. Ma io lo fermai con un gesto. Mi misi di profilo e alzai la maglietta. Katherine sorrise e corse incontro a noi abbracciandoci.
-Oh auguri Michael!- gli disse dandogli un bacio sulla fronte. Poi mi guardó.
-Soraya grazie... l'hai reso padre!- sorrisi timidamente. Mi ritirai nella stanza da letto e mi misi sotto le coperte. Presi da un sacchetto ai piedi del letto un libro. L'avevo comprato quando ero ancora a casa. Parlava della gravidanza e di come si sviluppava il bambino. Iniziai a sfogliarlo con interesse quando Michael entró chiudendo a chiave la porta.
-Ciao amore...- disse gattonando nel letto fino a me.
-Che fai?- chiese togliendosi i vestiti e rimanendo in boxer. Si mise sotto le coperte con me.
-Leggo un libro....- risposi assorta. Si strinse al mio corpo e guardó anche lui il libro.
-Il bambino è cosí.- dissi indicando un disegno. Lui mi guardó sorridente e mi bació sulla guancia. Chiusi il libro sospirando.
-Cosa ti preoccupa piccola?- chiese abbracciandomi e mettendo il suo viso vicino al mio.
-Ho solo un po' paura...- ammisi accoccolandomi fra le sue braccia.
-Oh di cosa?- chiese iniziandomi ad accarezzare i capelli.
-Di questa gravidanza... ho anche paura di partorire...-
-Amore... non devi aver paura! Tu mi ami?-
-Immensamente Michael.- risposi sicura
-Ecco. Quell'esserino somigliante a un pesce che hai nella pancia è frutto del nostro amore. Durante il parto ci saró. Promesso.- e mi diede un bacio sulla guancia. Sorrisi.
-Quando nascerà la mia scimmietta?- chiese facendomi stendere su di lui. Appoggiai il mento sul suo petto nudo.
-Siamo a Gennaio e sono al terzo mese quindi...a Luglio o ad Agosto se non erro- dissi guardandolo negli occhi.
-Pensa che bello se nascesse come me! Sarei l'uomo piú felice del mondo!- le sue mani iniziarono a scorrere sui miei fianchi.
-Hai delle belle forme...- confessó sovrappensiero. Risi.
-Shh! È tardi! Poi si svegliano tutti!- mi zittí mettendomi una mano sulle labbra.
-Scusa...- feci la faccia triste. Il suo sguardo si addolcí.
-Ma come faccio a rimproverare un angioletto come te?- chiese passandomi le mani fra i capelli sciolti e spettinati.
-Ti amo!-
-Io di piú!- ribattè baciandomi. Ci baciammo ancora. Mi prese saldamente per i polsi e il gioco si ribaltó. Continuammo a baciarci senza sosta. Sfamandosi l'un l'altro. I nostri animi si placarono.
-Michael!- dissi io. Smise.
-Cosa c'è?-
-Pesi... mi fai male.- ammisi mettendogli una mano sul petto. Si stese di fianco a me.
-Scusa piccola... adesso la tua pancia... è cosí gonfia!- disse accarezzandomela. Mi strinsi al suo petto, appoggiando la testa su di esso. E con il dolce suono del suo cuore mi addormentai. Stretti l'un l'altro dormimmo.
-Soraya... Soraya...- sentii chiamarmi. Michael mi toccó la spalla nel vano tentativo di farmi svegliare. Ma io non ne volevo sapere di alzarmi dal letto. Era comodo e odorava del suo profumo, cosa che mi faceva sempre impazzire.
-Dai amore... svegliati...- continuó a scuotermi. Aprii lentamente gli occhi. Una smorfia si dipinse sul mio viso.
-Michael...- guardai l'orologio appoggiato sul mio comodino. Erano le 6.30.
-E tu mi hai svegliato alle 6.30!?- chiesi esterrefatta. Lui mi fece stare zitta baciandomi.
-Shhh... o sveglierai mia madre! Dobbiamo andare su un set.- mi spiegó.
-Di che?- chiesi chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sul cuscino.
-In The Closet.- rispose. Mi coprii con la coperta ma lui con uno strattone mi riscoprí.
-Alzati!- disse lui. Mi alzai controvoglia. Avevo addosso solamente la mia camicia da notte che mi stava ormai stretta. Rise mettendomi un braccio attorno al fianco destro.
-Devo regalarti un altra camicia da notte... ti sta piccola!- e rise ancora. Lo fissai per qualche secondo. Avvicinó le sue delicate labbra alle mie e mi bació con amore. Andai in bagno e mi lavai la faccia. Mi vestii ed uscii. Michael si stava infilando la giacca e aveva già in mano gli occhiali a specchio.
-Che rapidità!- feci notare guardandolo.
-Su! Andiamo!- disse per l'ultima volta prendendomi per mano e aiutandomi ad infilare una giacca leggera.
-Michael... sono orribile cosí! Non ho neanche un filo di trucco!- mi lagnai.
-Sei stupenda.- ed uscimmo. Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso il set. Dopo un paio di ore arrivammo. C'era il mare con mia sorpresa! Michael mi aiutó a scendere dal suv nero. Mi tenne per mano mentre camminavamo verso il camerino. Aprí la porta facendomi entrare. Mi sedetti su una sedia.
-È stupendo qui!- esclamai pensando al mare. Inizió a togliersi la giacca. Cosí come la camicia. Guardai le sue possenti spalle. Si infiló invece una canottiera bianca. I pantaloni erano neri.
-Sei fantastico cosí...-
-Grazie piccola.- rispose assolto mentre si stava facendo la coda. Mi guardai attorno. Era un normalissimo camerino.
-Senti Soraya... ti va se stai qui durante le riprese?- mi chiese lui guardandomi.
-Non capisco il motivo di questa domanda.- ammisi. Michael si fece pensieroso.
-Fa caldo fuori e non vorrei che ti affaticassi troppo.- disse tenendomi la mano.
-Ti prego voglio assistere! Starò all'ombra!-. Mortificato annuì con la testa. Lo baciai e mano nella mano uscimmo dal camerino. Una donna slanciata si stava avvicinando a noi. Era Naomi Campbell?
-Michael... ma chi è?- sussurrai al suo orecchio.
-Oh ma ciao Mike!- lo salutó lei buttandogli le braccia al collo. Mi scostai.
-E lei chi è?!- chiese con punta di disgusto.
-Sono la sua...- iniziai io ma Michael mi interruppe.
-É una mia cara amica.- disse sorridendo. Eh no, questa me la pagava! Si vergognava di me? Mi limitai a sorridere anche io. Naomi mi stava fissando la pancia.
-Auguri...- disse sforzandosi. Mi toccai la pancia.
-Grazie.- dissi anche io controvoglia. Continuammo a lanciarci perfide occhiatacce nei minuti a seguire. Michael si accorse che la situazione non stava prendendo una bella piega e cosí ci esortó ad andare a prendere qualcosa al banco del cibo.
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