00 09/03/2013 11:51
Spensi la tv. Guardai fuori dalla finestra. La mia città. Era innevata anche se era appena Novembre. Poi decisi di uscire e di andare a fare un giro. Mi coprii per bene dato che faceva freddo. Camminai un po' per le gelide strade. I lampioni emanavano una luce fievole che io adoravo sempre da bambina. Passai davanti al cimitero e decisi di entrarci. Le luci la dentro sembravano spettrali. Mi avvicinai a due lapidi. Le accarezzai e lasciai dei fiori che avevo comprato. Tornai a casa. Mi tolsi il giubbotto. Non feci in tempo ad appenderlo che un conato di vomito mi nacque in gola. Mi appoggiai allo spigolo del tavolo tenendomi la pancia. Corsi al bagno e vomitai. Mi lavai la faccia e mi misi il pigiama. Sentii bussare alla porta. Andai a vedere chi era. Aprii lentamente la porta e trovai sul pianerottolo Michael. Lo guardai con gli occhi fuori dalle orbite.
-Cosa ci fai qui?- chiesi fredda.
-Ti riporto a Neverland.- mi rispose senza fare una piega.
-No Michael. Ne ho abbastanza delle nostre litigate! Sono piú le volte che litighiamo che le volte in cui andiamo d'accordo!- gli confessai tutto quello che pensavo. Scosse la testa sorridendo ironico.
-Su Soraya non fare la testarda.- disse prendendomi per il polso. Opposi resistenza indietreggiando. Entró in casa e chiuse la porta. Mi mise le sue mani sui fianchi e la sua bocca si avvicinava pericolosa al mio collo. Mi diede un umido bacio sul collo. Mi vennero i brividi e chiusi gli occhi, sciogliendomi sotto il calore del suo amore. Ma no! Non potevo cedere!
-Sei la maledetta passione nella quale piomberei in ogni istante.- mi disse baciandomi sulle labbra. Dopo questa frase l'avrei perdonato sicuramente. Ma non potevo dargliela vinta cosí facilmente. Ed ecco che un altra fitta alla pancia mi fece piegare in due dal dolore. Michael si allontanó di scatto da me. Corsi al bagno a vomitare. Mi sedetti per terra. Arrivó Michael che si accasció vicino a me.
-Cos'hai?-
-Oh Michael non ce la faccio piú... è insopportabile! Ho sempre fame e nausea allo stesso tempo. Vado in bagno almeno dieci volte al giorno e ho sempre mal di pancia.- gli dissi piangendo. Mi accolse nelle sue possenti braccia e mi strinse forte al petto.
-Lasciami un attimo sola per favore.- chiesi asciugandomi le lacrime. Non disse niente e uscí dal bagno. Presi un test di gravidanza e lo feci. Il risultato era quello che non mi sarei mai aspettata. Come era possibile? Io non potevo avere figli. Invece eccolo la. Il test diceva benissimo che ero incinta. Uscii dal bagno saltellando. Corsi incontro a Michael saltandogli al collo e piangendo.
-Cosa c'è piccola?- chiese lui accarezzandomi lentamente la schiena.
-Michael... io... s...sono in...cin..ta...- dissi singhiozzando. Le sue braccia mi lasciarono. Mi guardó incredulo.
-...Come...?- chiese lui intontito.
-Incinta!- dissi piangendo di felicità. Mi riabbracció piú forte sollevandomi da terra. Inizió a baciarmi ovunque per poi arrivare al mio orecchio.
-Oh Soraya... ti amo!- mi disse al settimo cielo. Continuai a piangere e a singhiozzare. Michael si sciolse dal mio abbraccio e mi asciugó le lacrime. Notai che anche a lui due lacrime stavano nascendo agli angoli degli occhi.
-Michael... come è successo?!- chiesi continuando a piangere e a toccarmi la pancia. Lui abbassó la testa e si asciugó le lacrime.
-Oh... non so come dirlo...- disse ridendo. Gli diedi un bacio sulla guancia.
-Sei stato tu!- dissi ridendo. Piangevo e ridevo allo stesso tempo. Mi prese il viso fra le mani e mi bació intensamente. Le nostre lingue girarono insieme. Mi calmai e smisi di singhiozzare. Mi asciugó il viso bagnato. Mi abbracció ancora, tanto da alzarmi da terra. Strinsi i suoi riccioli fra le mani. Andammo in camera da letto e... successe quello che succedeva ogni qual volta litigavamo. Dopo molto tempo aprii lentamente le palpebre. Michael era disteso di fianco a me nel letto. Eravamo entrambi nudi e sotto le coperte. Mi avvicinai a lui e appoggiai la testa vicino al suo collo. Lui poi mi abbracció, era sveglio. Sentivo la sua pelle contro la mia. Era la sensazione che adoravo di piú al mondo. Mi accarezzó la schiena fino ad arrivare all'osso sacro.
-Ti amo.- disse sussurando vicino al mio orecchio. Mi mordicchiò il lobo dell'orecchio.
-Hai una pelle buonissima... il tuo odore mi fa impazzire...- continuava a bisbigliare. Altra fitta alla pancia. Mi alzai di colpo dal letto e misi la vestaglia per poi correre al bagno. Michael arrivó in mio soccorso e mi tenne una mano sulla fronte sudata.
-Apposto?- mi chiese quando mi voltai verso di lui.
-Sí.- dissi in un sussurró. Mi toccó la pancia. Era un tocco dolce e timido. Mi bació. Mi guardó con degli occhi stupendi.
-Cosa c'è?- chiesi io cercando di evitare il suo sguardo.
-Grazie.- mi disse lui pieno di riconoscenza.
-Ma per cosa?- chiesi io stordita.
-Per avermi dato un bambino.- mi disse abbassando lo sguardo. Gli alzai il mento con un dito.
-Hey... non sono io... questo siamo noi.- gli dissi toccandomi la pancia. E ci abbracciammo di nuovo. Ed ecco che avevo voglia di fragole.
-Ho fame...- dissi io staccandomi dall'abbraccio. Mi prese per mano e andammo in cucina. Stavo giá per prendere le fragole e per riscaldare il latte quando lui mi fermó per le spalle.
-Eh no! Tu adesso stai seduta e tranquilla. Al resto ci penso io.- disse facendomi sedere sulla panca che avevo in cucina. Sbuffai. Però a ripensarci vederlo alle prese con i fornelli sarà divertente! Lo osservai mentre cercava in giro qualcosa da mangiare. Risi e mi alzai andando ad aprire il frigorifero e tirando fuori delle uova.
-Dai... levati.- dissi ridendo ed aprendo la confezione delle uova. Ma lui mi fermò di nuovo e mi prese in braccio, facendomi sedere sul tavolo.
-Uff... e sarà cosí per nove mesi?!- chiesi facendo una faccia deprimente. Lui rise e mi bació.
-Sí...- bisbiglió in modo estremamente sensuale. Ad interrompere quel fantastico momento, che in pochi attimi si sarebbe trasformato in passione, ci fu lo squillo del mio cellulare. Lasciai solo Michael ai fornelli e andai a rispondere, buttandomi sul divano.
-Proontooo?- chiesi annoiata.
-Ciaooo S!- mi rispose una voce pimpante dall'altra parte del telefono. Ovviamente la riconobbi, e senza pensare urlai il suo nome.
-Andy!- dissi euforica.
-Come stai?- chiese assumendo un tono di voce degno di una diciannovenne.
-Bene... e...- dissi lasciando la frase appesa.
-E...?- chiese curiosa.
-Sono incinta!! Ma te ne rendi conto!?- esultai saltando dal divano e trattenendo a stento le lacrime. Anche lei era felice.
-Cosa ti avevo detto? Keep the faith babe!- mi canticchió ridendo. Ridemmo come ai vecchi tempi.
-Come sta Mick?- chiesi ad un punto.
-Bene...- rispose trattenendo un risolino.
-Cosa mi nascondi?- dissi incuriosita.
-Stasera... usciamo insieme... senza il bambino.- confessó lei timida.
-Oooh... prevedo una nottata... emozionante!- dissi prendendola sul ridere. Rise.
-Chissà...- pensó ad alta voce lei.
-Ehi... ma vuoi due...- iniziai ad abbassare la voce.
-Eh?- bisbiglió lei senza capire. Roteai gli occhi.
-L'avete già fatto?- chiesi coprendo il cellulare con la mano per far evitare di sentire a Michael.
-Oh... ehm...-
-Andy... puoi dirmelo!- esordii io.
-No...- mi rispose delusa.
-Oh...-
-Sai... non è mai il momento giusto. Poi c'è il bambino che è piccolo... forse stasera è quella buona...- finisce ridendo.
-Oh! A proposito, dove sei?- chiesi guardando la finestra.
-A casa... intendo in Svizzera.- rispose assorta.
-Pure io e Michael siamo qui.- dico entusiasta.
-Possiamo incontrarci... domani!-
-Sì! Va bene ciao ciao!- chiusi la telefonata. Michael sbirciava da dietro lo stipite della cucina.
-Andy!?- chiese esterrefatto.
-Cucina! Domani vedrai...- dissi baciandolo con passione. Mi strinse a se ma mi staccai.
-Ho voglia di pancake!- ammisi toccandomi la pancia.
-Oh... perfetto! Ora mi dovró comprare un libro di ricette fra tutte le tue voglie!- rispose ridendo e continuando a cucinare. Andai a sedermi di nuovo sul tavolo e feci penzolare le gambe. Ad un tratto sentii il mio stomaco borbottare.
-Michael...- sospirai io -Il mio stomaco o il mio bambino ha fame... perció sbrigati!- dissi ridendo. Si voltó e in mano aveva un piatto con sopra dei pancake. Si sedette al tavolo con me.
-Tieni Sor.- disse porgendomi il piatto. Mangiammo e poi ci mettemmo sul divano insieme. Mi abbracció da dietro appoggiando le sue mani sulla mia pancia. Dormimmo così.
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Andy:
Aprii lentamente gli occhi e vidi di fronte a me Mick. Mi chiesi cos'era successo. Eravamo in una camera d'hotel. Lui dormiva ancora. Mi misi a guardarlo. Aveva la pelle mulatta, come piaceva a me. Poi ad un tratto ricordai. Dopo la stupenda serata mi aveva trascinato per mano fino all'hotel... poi... solo amore e passione. Dolci momenti.
-Ehi... ciao piccola.- mi disse aprendo gli occhi. Mi diede un bacio.
-É stato bellissimo ieri notte...- dissi abbracciandolo. Ricambió.
-Già.- bisbiglió. Sussultai.
-Oddio!- dissi alzandomi e mettendomi i vestiti che avevo lasciato a terra.
-Ehi cosa c'è?- chiese alzandosi anche lui e venendomi incontro.
-Il bambino! È da solo!- dissi preoccupata.
-Hey... calmati... non ricordi? C'è mia sorella Hannah che lo cura...- mi disse abbracciandomi.
-Oh... già.-
-Andy... hai diciannove anni... sei giovane! Divertiti!- esclamó ridendo.
-Avró pure diciannove anni ma sono una madre! Ho un figlio da accudire!- risposi mettendo le mani sui fianchi. Rise. Ci rivestimmo e tornammo a casa. Appena entrai vidi Hannah e Michael. Lui mi corse incontro. Lo presi in braccio e lo riempii di baci.
-Mamma!- disse lui agitando la manina sulla mia guancia.
-Avete sentito!? La sua prima parola!!- esclamai al settimo cielo. Lo abbracciai forte. Sapevo che quello non era un figlio nato dall'amore ma dagli abusi. Ma lo sentivo come tale. L'avevo portato io nella pancia per nove mesi. L'avevo tenuto io dentro di me come se fossimo un tutt'uno. L'avevo dato al mondo io. Mick mi si avvicinó e me lo prese dalle braccia. Controvoglia lasciai la presa. Ad ammetterlo ero anche un po' gelosa. Lo prese in braccio anche lui, coccolandolo un po'.
-Hey piccolino!- gli disse facendogli il solletico. Rideava come un matto.
-Pa!- disse a me indicando Mick. Voleva dire papà. Vedevo che Mick era felice che lui l'avesse chiamato papà. Mi voltai verso la sorella.
-Grazie mille Hannah!- le dissi tirando fuori dalla tasca il portafogli. Ma lei mi fermó.
-Non ce n'è bisogno. Dopo tutto quello che hai passato. È un piacere aiutarti.- mi disse sfoderando un sorriso. Ringraziai e uscí di casa. Io e Mick ci sedemmo sul tappeto e giocammo con Michael. Era una bellezza da vedere. Mentre era intento a giocare con i mattoncini mi girai verso Mick.
-Grazie...- bisbigliai.
-Per che cosa?- mi chiese sorridendo.
-Per aver accettato Michael... anche se non è tuo figlio.- gli dissi abbassando la testa. Mi fece alzare il mento.
-Io amo te e il bambino. Non mi interessa se non sono il padre biologico. Avremmo altre occasione per avere dei bambini.- mi disse guardandomi dritto negli occhi. Mi bació. Michael si giró e guardandoci rise. Ci guardammo e andammo a fargli il solletico. La sua risata cristallina illuminava l'anima di ognuno.
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Soraya:
Quando aprii gli occhi corsi immediatamente al bagno a vomitare. Uscii dal bagno ancora addormentata e Michael mi prese alla sprovvista baciandomi e abbracciandomi.
-Mh... buongiorno non si dice?- chiese ridendo.
-Dai... sto male!- gli confessai tenendomi la pancia.
-Oh... hai fame?-
-Sí! Peró voglio fare colazione fuori...- dissi pensando all'incontro con Andy.
-Uh... ma non mi riconosceranno?- chiese perplesso.
-Oh stai tranquillo! Qui nessuno ti calcola.- dissi ridendo. Ci preparammo e lo trascinai correndo al primo bar che mi piaceva. Lo feci sedere al tavolo e corsi al bagno. Ancora vomito! Uscii dal bagno e di nascosto chiamai Andy.
-Sono qui al bar... sí in centro... sí con Michael. Porta il bambino se vuoi. Ok.- sarebbe arrivata fra pochi minuti. Ritornai al tavolo raggiante.
-Piccola tutto ok?- chiese guardando la mia pancia.
-Sí.- mi sedetti. Arrivó una cameriera che chiese cosa volevamo.
-No grazie... aspettiamo un'amica.- dissi gentilmente. Michael si sistemó sulla sedia guardandomi storto. Accavallai le gambe.
-Amica?- chiese d'un tratto.
-Shhh...- gli dissi baciandolo. Mi guardó mordendosi il labbro. Scorsi in lontananza una donna e un passeggino. Era lei. La salutai con la mano e ricambió aumentando il passo. La sagoma si fece piú vicina. Si sedette al nostro tavolo mettendo il passeggino di fianco alla sua sedia. Michael era rimasto con la bocca aperta.
-Ciao...- disse lei dondolando il passeggino. Michael non diceva ancora niente. Si tolse gli occhiali da sole e si avvicinó ad Andy come a volerla scrutare per vedere se era veramente lei. Andy gli sorrise.
-Sí... sono io.- disse sorridendo e scostandosi i capelli dalle spalle.
-Io... non ci credo.- disse lui incredulo. Gli raccontai velocemente tutto e alla fine sembró convinto.
-Il bambino?- chiese alzando un sopracciglio. Andy prese il bambino dal passeggino. Lo strinse amorevolmente fra le sue braccia. Lo coccoló per poi dargli un bacino sulla fronte.
-Ok ti credo...- conversammo animatamente per tutta la mattinata. Ordinai ben tre cioccolate calde con panna per me. La gravidanza mi stava già facendo impazzire. Avevo sempre una fame immensa! Finimmo di fare colazione e dopo aver pagato (offrí tutto Michael) tornammo ognuno a casa propria.
-Ancora non ci posso credere...- disse Michael mentre io cercavo le chiavi. Aprii la porta ed entrammo. Trovai i miei genitori che ci guardavano con dei punti interrogativi negli occhi. Non li vedevo da ben un anno o piú! Mio padre aveva i capelli neri e mia mamma se li era tinti di biondo scuro.
-Ciao eh!- mi disse mia madre acida. Non ero in buoni rapporti con loro. Da quando ero partita per l'America già non ci parlavo.
-Cosa ci fate a casa mia?- chiesi un po' alterata.
-Siamo venuti a vedere come stavi...- poi si accorsero di Michael. Gli lanciarono delle occhiata che non erano molto gradite da lui.
-Mh...- disse mio padre.
-Cosa c'è?- chiesi fredda.
-State assieme?- mi chiese mia madre.
-Sí e sono anche incinta se proprio volete saperlo.- risposi senza fare una piega. I loro visi sbiancarono.
-In teoria non potrei avere figli.- aggiunsi infine. Li vidi uscire dalla porta senza dire niente. Shockati. Mi sedetti sul divano e piansi. Michael mi si fece subito vicino abbracciandomi.
-La situazione è stata sempre cosí... non ne hanno mai voluto sapere niente di me...- singhiozzai.
-Ci sono io...- mi disse baciandomi. Rimanemmo abbracciati fino a che non mi passó e... di nuovo in bagno a vomitare.
-Oh ma basta!!!- urlai accasciandomi a terra.
-Nove mesi!- mi canzonó Michael passando dal bagno. Mi andai a stendere nel letto. Rimasi tutto il pomeriggio a guardare la tv e a sonnecchiare. Michael nel frattempo mi stava riordinando i cassetti in camera. Forse me ne stavo approfittando? Naaah.
-Ehm... dove metto questo?- chiese imbarazzato prendendo in mano un paio di mutande rosa. Gliele strappai di mano. -Uff!!- dissi ficcandole in un altro cassetto.
-Lascia stare... vieni a letto piuttosto.- gli proposi alzando le coperte. Erano le otto di sera... era troppo presto. Ci baciammo finchè i baci si fecero caldi e passionali. La sua lingua toccava dolcemente la mia. Facemmo l'amore. Sospiri e gemiti. Dolci carezze ed emozioni.
-Ahi!- dissi ad un tratto. Si fermó all'istante. Come pietrificato dalle mie parole.
-Scusa... oddio... io non... volevo farti male!- disse balbettando.
-Fai solo piú piano... perfavore.- chiesi timida. I sospiri continuarono e cademmo in un sonno profondo. Credevo di averlo spaventato... forse durante la gravidanza non potevamo... ma vabbe. Lo osservai dormire profondamente. E dormii anche io. Quando mi risvegliai lo vidi che mi stava accarezzando i capelli.
-Ciao Michael.- dissi scrutandolo.
-Ciao sweet.-
-Come hai dormito?- chiesi sbadigliando.
-Bene con il tepore del tuo corpo vicino al mio.-
-Mh... ok.- dissi.
-Scusa...per ieri... notte...- arrossí abbassando lo sguardo.
-Oh ma fa niente... non hai fatto apposta. Dai alziam...- non feci in tempo a finire la frase che una fitta mi colpí la pancia. Michael si preoccupó.
-Sor tutto ok??- chiese alzandosi. Si rimise i pantaloni e la maglietta.
-No Mike... sono troppo forti...- dissi piegandomi in due dal dolore.
-Vuoi un dottore?-
-Sí!- urlai quasi. Michael andó a chiamare un dottore e nel giro di tre quarti d'ora me lo ritrovai in camera.
-Buongiorno signorina. Cosa si sente?-
-Ho delle continue fitte al ventre.- il suo sguardo si fece pensieroso.
-Sono incinta...- aggiunsi. Il dottore spostó lo sguardo da Michael a me e viceversa.
-É normale in gravidanza. Potrebbe essere causato anche da un rapporto... ne avete avuti per caso?-
-sí.- rispose tranquillo Michael.
-Bene... la prossima volta fate... ehm... con calma. Cerchi di non sforzarsi e di non sprecare energie. Si riposi e mangi quanto le va. Auguri e arrivederci.- disse filandosela in men che non si dica.
-Michael...- dissi chiamandolo.
-Cosa amore?- rispose lui.
-Non so cosa sento dentro di me... ma sono felice nonostante il dolore e la nausea.- mi guardò in modo dolce.
-Amore... è amore... è vita... è nostro figlio.- mi bació intensamente.
-Ho una strana voglia...-
-Oddio... di cosa?- chiese divertito e alzando gli occhi al cielo.
-Non sono mai stata a Disneyland...-
-Oh tesoro... sei incinta...-
-Vabbè!-
Sospiró. Mi rattristai. Il giorno passó velocemente. Rimasi tutto il giorno a letto. La notte fu infuocata. E cosí passarono i due mesi di pausa. Una mattina peró mi svegliai e guardai il mio riflesso allo specchio. Mi misi di lato e notai con felicità che la pancia si vedeva. Alzai la maglietta e la accarezzai. Senza accorgermene di lato arrivó Michael. Mi osservó curioso.
-Sta crescendo piccola.- disse toccandomi la pancia.
-Ho visto...- risposi baciandolo. Ci abbracciammo. Il telefono squilló. Andai a rispondere.
-Oh ciao Andy.-
-Ciao...-
-Cosa c'è?- chiesi io. Aveva un tono preoccupato.
-Hanno scoperto di voi...-
-Chi?!-
-I tabloids.- disse dispiaciuta.
-Come hanno fatto?!-
-Non lo so! Ho visto le vostre foto sul giornale. In una vi baciate.-
-Oh...-
-Eh... ho una notizia bella...-
-Cosa?-
-Sono incinta..-
-Di Mick??- chiesi felice.
-Sí! Aspettiamo due bambine...-
-Gemelle??-
-Sí!-
-Auguri!!!- parlammo ancora un po' finchè non ci salutammo. Lo sguardo mi diventò triste e Michael se ne accorse piuttosto velocemente.
-Cosa ti turba?-
-Hanno scoperto di noi Mike... ci sono le foto sui giornali.- dissi dispiaciuta.
-Oh... maledetti...- disse a denti stretti e stringendo i pugni.
-Fa niente Mike... l'importante è il bambino.- gli ricordai prendendolo per le spalle.
-Già...-
-Andy è incinta... di due gemelle...-
-Oh che bello!- disse sorridendo. Ma qualcosa non andava. Ritornai a Neverland mentre Mike risolveva degli affari fuori casa.
-Soraya!- sentii una voce chiamarmi. Mi voltai e vidi Mildret che mi sorrideva felice.
-Oh... che piacere vederti Mildret!-
-Ma piacere mio!- mi guardó la pancia. Alzai la maglietta e mi misi di lato. Lei fu felicissima.
-É stato un lungo lavoro ma ce l'abbiamo fatta!- esclamai ridendo. La salutai e andai a fare un giro per Neverland pensando ai miei genitori. Non capivano quanto stavo male. Ma... aspetta un'attimo! Potevo ancora chiamare mia mamma! Difatti... mio padre ha divorziato con lei e si è messo con quella strega di Celine. Presi il cellulare e composi il numero.
-Pronto?-
-Mamma!- urlai felice.
-Soraya! Come stai tesoro?- chiese dolcemente.
-Bene mamma... sono da Michael...- mi arrampicai su un albero e mi sedetti su un ramo a parlare con lei.
-Sí... ho visto le foto...- rispose pensierosa.
-Già...-
-Stai bene?-
-Sísí... solo che...-
-Che?-
-Sono incinta mamma.- dissi tutto d'un fiato.
-Oh! Che bello! Auguri!!!- urló dall'altra parte della cornetta.
-Papà non ha voluto saperne niente..- e scoppiai in un pianto a dirotto. Mia madre cercò inutilmente di calmarmi. Chiusi la telefonata e continuai a piangere.
-Soraya!! Scendi!- era Michael.
-Mike non ce la faccio... non voglio piú continuare la gravidanza...-
-Sei pazza! Scendi!!- scesi e continuai a piangere. Michael mi abbracció e mi accompagnó in salotto dove mi fece sedere sul divano.
-Cos'è questa storia dell'aborto?!-
-Mi sento in colpa a dare al mondo questo bambino... nessuno mi ama... nessuno si preoccupa per me...- dissi singhiozzando. Mi diede uno schiaffo. La vista mi si appannó. Le lacrime scesero velocemente mentre mi tenevo la mano sulla guancia.
-Riprenditi ragazza! Pensa prima di parlare!- urló furioso alzandosi dal divano.
-Io ti amo!! Mi preoccupo per te quasi come mi preoccupo per me se non di piú!- disse calmandosi e accarezzandomi la guancia.
-S...scusa... io ... non volevo piccola...- si scusò abbracciandomi.
-Perchè mio papà non ne vuole sapere niente di me?- chiesi a lui.
-Oh tesoro non lo so... ma ora ci siamo solo io, tu e il bambino.- mi disse tenendomi stretta al suo petto e accarezzandomi i capelli. Le palpebre mi si chiusero.
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Si era addormentata fra le mie braccia. La presi e la portai in camera dove l'adagiai delicatamente sul materasso. Le alzai piano la maglietta e mi godetti quella fantastica visione. La sua pancia era gonfia. Si vedeva adesso. Ci passai una mano sopra. Ad un tratto sentii un... movimento. Una specie di calcio. Mi immaginai mio figlio che già ballava nella pancia della mamma. Le ricoprii la pancia e le misi addosso una coperta per poi lasciarla dormire profondamente. Il mio cellulare squilló e mi affrettai a rispondere per evitare di destarla.
-Pronto?-
-Ciao Michael! Sono Naomi.- disse lei. Ci eravamo accordati per girare il video di In The Closet con lei. Sarebbe stata una buona occasione per portare Soraya a prendere una boccata d'aria fresca.
-Sí ciao Naomi. Mi hai chiamato per il video giusto?-
-Sí. Che ne dici se domani iniziamo a girare? Il regista ha detto che ci vuole domani sulle scene.-
-Oh. Di giá? Va bene... porterò anche Soraya.- risposi sovrappensiero.
-Soraya? É la ragazza dei giornali?-
-Sí. Ora devo andare. Mi chiamano dalla casa discografica... ciao.- dissi sbrigandomi a chiudere la telefonata. Nessuno sapeva di lei. Almeno, nessuno pensava facessimo coppia fissa e che fosse incinta. Chissà cos'avrebbero pensato. Neanche sposato e già con una donna incinta. Matrimonio. Quella parola mi balenó in testa come un fulmine a ciel sereno. Avrei chiesto di sposarmi. Appena sarebbe capitato il momento giusto gliel'avrei chiesto.


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