00 16/08/2012 21:38
Buona lettura!!!

Capitolo diciassettesimo

29 Agosto

Clara si alzò di buon mattino e trovando la casa vuota sgattaiolò in cucina. Dopo aver controllato che non vi fosse nessuno fuori chiuse la porta e non appena si voltò rimase quasi spaventata quando vide davanti a sé una figura aggirarsi nella penombra. Era Joan. Tirò allora un sospiro di sollievo . Lo invitò a parlare a bassa voce.
“La torta è pronta??” Lui annuì soddisfatto.
“I soldi che ti ho dato sono bastati vero?” Annuì di nuovo.

Clara si era ritrovata con un suo modesto gruzzoletto qualche giorno avanti. I suoi “alunni” si erano presentati con un piccolo segno di gratitudine offertole da tutti unanimemente e furono vani i tentativi di rifiuto. Una volta che li ebbe tra le mani non le sembrava reale e cominciò a ipotizzare cosa farsene. Da una parte il suo orgoglio di donna la spingeva a perdersi in sottigliezze di vanità, poi però riflettendo, scoprì che il modo più saggio ,in quel momento, per spenderli era farci qualcosa in occasione del compleanno di Michael.

“I bambini verranno?”
“Ho avuto il consenso”
“Il personale ha accettato?” Joan annuì fiero di essere riuscito a coinvolgerli lui stesso.
“Allora è fatta! Dì alle cuoche di preparare qualcosa per la serata.” E detto questo uscì fiduciosa della sua organizzazione.
“Buon giorno Clara! Anche oggi mattutina!” Lo vide e sussultò come una bambina colta a rubare la cioccolata.
“Buongiorno” rispose cercando di essere il più disinvolta possibile.
“Ehi, hai la faccia di chi ha rubato?” osservò ironico scendendo in camicia da notte ancora assonnato.
Clara si irrigidì assumendo un’espressione vaga. “è la mia faccia appena sveglia.” trascinò in un faticoso sorriso.
Michael le girò intorno con un buffo fare indagatore. Clara restò immobile.
“oooooook,”le andò faccia a faccia (l’aria misteriosa cominciava a divertirlo) e cercò di leggerle qualcosa “nello specchio dell’anima”.
“Vado a vestirmi per la colazione” disse non potendo più trattenersi e scomparve con goffa naturalezza disopra.
Michael scosse la testa e si avviò in cucina per prendere l’acqua da dare al dono di Clara come era ormai solito fare ogni mattina. Joan, stava borbottando qualcosa tra sé e sé mentre puliva a colpi decisi un lavello. Udendo dei passi disse: ”Il pasticcere è stato molto cortese. Pensa a persino titubato ad accettare i soldi per qualcosa al suo titolare!”
Michael trattenne una risata e arretrò senza creare il minimo rumore.
Aveva ricevuto molte telefonate nel corso della giornata. Clara pensò che sicuramente ne soffriva per il fatto che dentro quella casa benchè tutti ne fossero a conoscenza non gli era giunto neanche un augurio. Quel pomeriggio i bambini erano completamente immersi nella lezione con Clara saltando il momento del gioco. Michael allora si era rintanato per tutto il tempo nello studio a cui ogni tanto Clara gettava occhiate di rimorso. Ma, ogni volta che era tentata a far saltare quella messa in scena si ricordava che era questione di minuti .Quando finalmente l’ora designata scoccò, delegò Matthew in” missione distrazione.”
“Quando Joan verrà, solo quando verrà lui, potrai raggiungerci” fu la richiesta quasi a preghiera che porse al ragazzino. Infilatisi poi tutti nel salone ripassarono con lei le disposizioni.
“Allora, dove vi sistemerete voi bambini?”
“Ben accucciati dietro il tavolo” dissero piano in coro divertiti e in fermento all’idea di quel che li aspettava.
“Voi?” si rivolse al personale.
“Addossati al muro” assicurò Joan parlando anche per gli altri.
“Perfetto, io porterò la torta appena Joan sarà entrato con Michael.” concluse Clara.
Una manina si alzò. “e se dovessi andare in bagno nel frattempo che ce ne dovremo stare zitti?”
Esplose una risata generale. Clara ricercò il controllo e agitando le braccia per far tornare la calma assicurò “Non accadrà. Poi ,non ci vorrà molto” e l’impensierito si sentì sollevato chiedendosi il perché c’era tanta ilarità nella sua seria domanda.
“ora vado, mi raccomando a tutti.” Corse in cucina e Joan, spegnendo la luce, verso il festeggiato .
Sembrava davvero che in quella stanza non vi fosse anima ,persino quando vi si aggiunse a fatica Matthew .La voce di Michael e Joan si faceva sempre più distinta.
“Mi devo preoccupare?”
“Di cosa?”
Michael si lasciò tranquillamente trasportare nella situazione che in parte aveva intuito.
Attesero in mezzo alla stanza qualche secondo finchè Michael non si ritrovò accanto il volto di Clara sorridente illuminato dalle fiammelle delle candeline. Ricambiò al sorriso e senza perdere tempo si chinò e soffiò tenendo gli occhi fissi sul grazioso volto di Clara pensando a chissà quante belle cose. Il buio li riavvolse e fu una buona occasione per dare un discreto bacio a Clara.
La luce fu riaccesa e si levarono gli auguri da chi spuntava fuori all’improvviso e chi applaudiva.
“Scommetto che è tutta opera tua.” le sussurrò.
“Volevo fare qualcosa di speciale… nei miei limiti ovviamente.”
Joan era sul punto di piangere. Mai visto tanto felice il suo “datore”.
Ci fu un chiacchierare festoso e un viavai incontrollabile. Furono inutili i tentativi delle cuoche a lasciar tagliare loro la torta. Clara si appartò poi un momento ad ammirare il suo lavoro ben riuscito. Michael le si avvicinò travolto dalla gioia.
“Dai Clara! Non puoi startene proprio tu così in disparte. Vieni da noi.”
Bè, non si sa quanti avrebbero tollerato di vedere la torta regalata con tanto amore finire in faccia a qualcuno o magari a se stesso, di sicuro c’è che Clara non sarebbe rientrata in quella categoria. Anzi la cosa la divertì molto e si unì alla battaglia coinvolgendo anche Joan che a differenza degli altri adulti, era rimasto a godersi lo spettacolo. Si divertì così tanto che poteva volerne ordinare un’altra per continuare.
A fine festa ,le mura erano imbrattate in ogni dove e Clara assicurò le domestiche che avrebbe provveduto lei a ripulire e cominciò con l’aiutare i bambini a togliersi la panna e le altre cose appiccicose di dosso. Michael la fornì di una grande quantità di asciugamani.
“Credo che ad averne più bisogno siamo noi due.”
Clara si guardò e in effetti era abbastanza impiastricciata.

“è stato il più bel compleanno della mia vita.” ammise mentre si separavano per andare a dormire.
Clara che intanto si districava dai capelli un po’ di panna, con difficoltà, provò ancor più piacere di quanto ne aveva già accumulato. Prese tra le mani una ciocca e se la portò agli occhi. Fece sfuggire un gemito alla vista di quell’intrico appiccicoso. Michael le andò incontro. Le prese la fezza bionda e con infinita pazienza le separò i capelli tirando via la panna. Fece la stessa cosa, come meglio potè con il resto. Vederlo concentrato in quella impresa fu di un incanto senza precedenti. Ogni tanto la guardava per accertarsi che non le stesse facendo del male.
“Ora dovrebbe essere più facile pulirli.” commentò lui andandole dietro per poter giudicare il suo lavoro.
“Vuoi anche tu una mano?”
“No ,non sono messi tanto male.” li tastò.
“Non come i miei!” concordò.
“Mi dispiace per la torta, ma è stato divertente no?” disse ad un tratto ripensando al fatto che aveva speso i suoi soldi per farla realizzare.
“Hai visto Joan come si è divertito?” fu la gioiosa reazione di Clara.
Michael si rincuorò. ”Dimmi, sembrava anche a te ringiovanito?”
Clara rise annuendo e inaspettatamente si sentì avvolta in un abbraccio.
“Non smetterò mai di ringraziare Dio per avermi fatto conoscere una persona come te.” fu la frase che penetrò nel profondo di Clara. Si staccò un po’ e pose le mani sul suo petto per guardarlo negli occhi.
“Potrei dire la stessa cosa. Ho trovato un angelo che mi ha portato nel suo regno.”
“Addirittura un angelo!” esclamò Michael lusingato.
“Sì, un angelo al gusto di panna e cioccolato”
“AhAh, spiritosa.”