00 10/05/2012 22:29

I partiti ormai cominciano ad avere paura della minaccia reale dell'avanzamento del partito lanciato da Grillo,che in questa tornata ha ottenuto il 7 % ma secondo i sondaggi sarebbe il terzo partito del Paese e viene dato al 15% come proiezione per le politiche,significherebbe 100 rappresentanti in Parlamento,un terremoto!!Frattanto Casini,dopo la disfatta del Terzo polo,si congeda da Rutelli e Fini ;Berlusconi,con il suo partito del Sarchiapone,e' anche lui disorientato dopo la sconfitta elettorale delle amministrative,idem La lega....



da Quotidiano.net

Roma, 9 maggio 2012 - Le analisi politiche della tornata elettorale di maggio, nelle linee generali, concordano sulla loro essenza: è stato un serio campanello d’allarme per i partiti. Lo dice l’affluenza (meno 7%) che segnala disaffezione per la politica. Lo dice il successo (difficilmente negabile) della lista elettorale più antisistema del momento: quella di Beppe Grillo. Che il giorno dopo si prende lo sfizio di sfottere il presidente Napolitano ("L’anno prossimo si riposerà"), reo di non avere esaltato il successo del movimento: "Di boom ricordo quello degli anni ’60".
Soprattutto, agli occhi di Grillo, un leader politico che ha sempre tutelato il ruolo, anche costituzionale, dei partiti, recentemente difesi dagli attacchi sull’eclisse della politica di fronte alla novità del governo "tecnico" di Mario Monti. Oggi, a risultati ormai archiviati e pur di fronte a un test amministrativo circoscritto (solo 9 milioni alle urne), per Napolitano (e non solo per lui, pensiamo) ci sono molti motivi di "riflessione" sulla politica e sulla governabilità. Un invito, innanzitutto, a fare attenzione ai distinguo proprio rispetto al governo Monti. Per il Pdl la sconfitta è nell’appoggio al governo. Ma ha perso, e pesantemente, anche la Lega, che pure sta all’opposizione.
Il governo è appoggiato dal Pd, che pure non ha perso, ma ora alza la voce: Monti deve ascoltarci di più. La solita Babele. Emblematico e paradossale l’ennesimo inciucio partitico. Sembra di vederla la scena: mentre dalle urne si gonfiava questo tsunami, due parlamentari di maggioranza, il pd Bressa e il pdl Calderisi, chiusi in un ufficio di Montecitorio, toccano e ritoccano il nuovo finanziamento pubblico dei partiti. Tagliare tutto, come strillano nelle piazze i grillini? No, la metà. Troppo, facciamo il 33. E non sono bruscolini, perchè col 33 si passa da 182 a 122 milioni di euro, con la metà a 91. Ogni anno. Un premio dell’1% in più, poi, al partito che eleggerà almeno un terzo di donne. Sa di mercificazione.
Con questi partiti, tuttavia, dovremo fare i conti. E li dovrà fare Mario Monti fino al 2013, perché queste elezioni hanno finito per rafforzarlo. Chi s’azzarda, con questo clima, ad andare al voto in autunno? Ma potrà lavorare, soprattutto potrà procedere col risanamento in attesa di svolte europee sulla crescita? Sembra in difesa, il premier. Anche ieri, quando ha detto che le "tragedie umane" scatenate dalla crisi "dovrebbero far riflettere chi ha portato l’economia italiana a questo stato, non chi cerca di farla uscire". Allude ai suicidi di questi giorni. E Monti, ancora una volta, corre ai ripari. Dov’è finito lo stile british, così rassicurante, di Mr Monti?"