00 20/12/2011 19:27

Minuziosa ed intelligente discussione su un pezzo che adoro.
Ricordo le varie polemiche sia della versione Brasiliana che di quella in prigione; vi confesso che all'epoca rimasi piacevolmente sorpresa di quello che io percepivo come una svolta "politica" di Mike sia per quanto riguarda il testo che per le scelte di ambientazione di entrambi i video.

Può un artista/cantante pop veicolare messaggi contro il razzismo, il pregiudizio, la povertà?
Naturalmente la risposta è si, ma evidentemente all'epoca (e non solo all'epoca [SM=x47979] ) alcuni cattedratici e/o critici dell'arte dell'intrattenimento pensavano che MJ fosse privo di senso della realtà.

Mi piace evidenziare il passaggio del mitico Spike Lee:

"Michael Jackson. Perché, dimenticando per un minuto tutta quella merda degli altri, nella canzone 'They Don’t Care About Us,' Michael Jackson dice " Sue me, Jew me, Kick me, Kike me". Cosa è successo? E’ stato fatto a pezzi da Spielberg e da David Geffen, e il disco è stato ritirato dai negozi. Così, Quentin Tarantino dice nigger e lui è un artista, ma Michael Jackson dice kike e non può essere esposto al pubblico?"

Michael riferiva a se stesso gli epiteti ingiuriosi/oltraggiosi non solo per "metaforicamente" porsi quale oggetto principale del dileggio al fine di dar voce a tutti gli altri come dice chiaramente (Io sono la voce di tutti) ma anche (a mio parere) per invitare le controparti a mettersi nei panni dell'oppresso, del povero, del negro o dell'ebreo.


Per quanto riguarda il passaggio su BOTDF....... [SM=x47975]

Grazie Niki
[Modificato da Antonella-60 20/12/2011 19:32]