Michael Jackson: venerdì in aula
Venerdì 30 aprile Michael Jackson dovrà presentarsi nuovamente dinnanzi alla Corte. Recentemente infatti, dopo ben 13 giorni di camera di consiglio e un’attenta valutazione delle prove e delle dichiarazioni rilasciate dai teste, il Grand Jury ha accusato formalmente il divo nero dei sette reati ascrittigli dal Procuratore Distrettuale di Santa Barbara, Tom Sneddon. Si tratta, lo ricordiamo, di cinque reati di molestie nei confronti di un minore di 14 anni - Gavin Arvizio - e di due reati di somministrazione di sostanze intossicanti, vino e/o psicofarmaci, al fine di commettere i reati suddetti. Re Michael si è dichiarato innocente e totalmente estraneo alle imputazioni, tuttavia poche ore fa ha sollevato i due fedeli avvocati difensori dal loro incarico.
Non saranno più Benjamin Brafman e Mark Geragos a occuparsi di lui, ma un vero principe del foro, Thomas Mesereau, coadiuvato da Steve Cockran e Robert Ranger. “Ho destituito gli avvocati Mark Geragos e Benjamin Brafman con effetto immediato”, ha scritto Jackson in un comunicato, “Lasciate che chiarisca che non ho sostituito il mio team legale, ho sostituito i due responsabili e, contrariamente a quanto è stato riportato, questa è una decisione che ho preso personalmente. E’ imperativo che io abbia la totale attenzione di chi mi rappresenta. La posta (in gioco) è la mia vita…”. Da parte sua l’avvocato Brafman ha fatto sapere di non essere in disaccordo con la decisione di Mr.Jackson, di confidare nell’assoluzione del suo – ex – cliente e, affermazione alquanto ambigua, di non ritenersi una persona che dice sempre di sì. L’ultimo appello di Geragos invece è stato indirizzato al Giudice della Corte Superiore di Los Angeles, Clifford Anderson: secondo l’avvocato la forte pressione esercitata sui testimoni dall’ esasperazione del regime di segretezza imposto dal Giudice Melvin su tutto il processo avrebbe effetti deleteri sul comportamento dei testimoni.
In questi giorni Michael e i suoi tre figli se ne stanno alla larga da Santa Barbara, reclusi in una villa-fortezza di Miami, in Florida. Proprio da lì è partito un comunicato, pubblicato sul sito mjjsource.com, con cui il cantante denuncia l’assedio dei media: “Ci sono elicotteri che volano sopra la mia residenza, reporter che piantonano (la casa) e fotografi che si nascondono dietro i cespugli. Io comprendo le esigenze dei media nel rispetto della mia privacy e dei miei bambini….
Sicurezza personale a parte, c’è chi sospetta che le finanze del nostro siano destinate a esaurirsi: i soliti ‘esperti’ insinuano infatti che a processo non ancora avviato, Wacko Jacko abbia già sborsato 27 milioni di dollari e che, tra nuovo avvocato e spese processuali, dilapiderà almeno 355 milioni di dollari… E non è nemmeno garantita la vittoria (!). L’ultima parola a due personaggi vicini al cantante: se suo fratello Jermaine è convinto che presto Mike si convertirà all’Islam, una sua vecchia conoscenza, il Rabbino Shmuley Boteach avverte: “La mia più grande paura…è che non viva a lungo. La mia paura è che la sua vita possa finire prematuramente…come Janis Joplin, come Elvis…Michael sta andando in quella direzione”.
da 105.net