fonte:radio 105 news
Processo-Jackson: intervista a Natalia Magni, l’attrice romana che ha doppiato Michael nella ricostruzione Tv
È finito il processo più clamoroso degli ultimi anni. Un dramma per alcuni (soprattutto per Michael Jackson), uno spettacolo per tutti gli altri. E come ogni show che si rispetti, ha bisogno di una drammatizzazione. Anche a uso dei non americani. È per questo che Sky (sul canale E!) ha mandato in onda il processo, quasi in presa diretta, con i protagonisti doppiati da attori italiani.
Natalia Magni, attrice romana residente a Los Angeles, è stata una di loro e ha vissuto, giorno per giorno, l’evento mediatico della stagione. Noi l’abbiamo scovata e l’abbiamo messa sul banco dei testimoni, visto che, oltre alle voci femminili, ha interpretato anche Michael Jackson in persona!
Puoi raccontarci in cosa consisteva il tuo lavoro?
“Ogni mattina (ora di Los Angeles) ricevevamo la trascrizione e traduzione delle parti del processo selezionate, ovverosia la ricostruzione della giornata in aula. Evelin Longo, la direttrice del doppiaggio, distribuiva le parti: a me venivano affidati i testimoni femminili, a Luciano Palermi la difesa e a Paolo Lorant l'accusa. La corte e i ragazzi erano poi assegnati cercando di non sovrapporre troppi ruoli. A quel punto entravamo nel ‘booth’ (la cabina di registrazione) e cominciava la corsa contro il tempo: avevamo quattro ore per doppiare il tutto! La traduzione arrivava subito dopo e i ruoli erano fissi. Qui le cose si facevano più complicate per me, perché le due signore in aula spesso si parlavano addosso e, non avendo noi il tempo per lavorare su due tracce audio separate, mi toccava passare da una voce all'altra con trucchi da ventriloquo!”
Nella ricostruzione del processo contro Michael Jackson, terminato con una piena assoluzione, come è stato possibile rappresentare, senza tradire alcun pregiudizio, la malizia della famiglia Arvizio?
“Abbiamo lavorato soprattutto sulla scelta delle voci e dell'atteggiamento. Ho quindi doppiato Janet Arvizio (la madre del bambino, ndr) con una voce nasale, acuta, e una parlata sincopata e nervosa. La nonna invece, l'unica della famiglia dell'accusatore a riscuotere le simpatie di tutti, l'ho resa come una dolce vecchina dall'atteggiamento stupito e sincero e un marcato accento ispanico (in aula lei parlava in spagnolo e si serviva di un traduttore). Ben altra cosa dalle voci sensuali delle hostess e dall'atteggiamento professionale delle assistenti sociali”
Puoi descriverci l’espressione di Michael Jackson e dei membri della sua famiglia durante la lettura del verdetto?
“Come ben sai, la lettura del verdetto, come tutto il processo, è avvenuta a porte chiuse, e le telecamere non erano ammesse. Io e Luciano Palermi commentavamo in diretta per E! e ci siamo serviti della descrizione fatta dai giornalisti presenti in aula, che hanno parlato di un Michael Jackson stoico e controllato fino al verdetto sui capi d'accusa inerenti la somministrazione di alcool a minori. Quella assoluzione è stata la vera sorpresa per tutti, e solo a quel punto Michael Jackson ha lasciato sfogare il suo sollievo e ha cominciato a piangere. All'uscita dall'aula, la gioia e la soddisfazione della famiglia Jackson era evidente e Michael mostrava i segni della emozione, nonostante il trucco e gli occhiali da sole”.
Come si ricostruisce un processo come questo. Quale iter è stato seguito, dall’aula di tribunale al "prodotto finale"?
“Il primo passo è la lettura della trascrizione degli atti processuali e la selezione dei momenti salienti della mattinata da parte della produzione americana. Viene poi creato il cast di attori, alcuni ruoli sono fissi, altri vengono assegnati a seconda delle presenze in aula. La sera stessa viene girata la ricostruzione o re-enactment e gli attori - cui viene data una idea generale dell'atteggiamento e del comportamento in aula del loro personaggio - leggono le loro parti sul cosiddetto ‘gobbo’. Durante la notte il girato viene montato e suddiviso in ‘vignette’. Nel frattempo vengono scritti gli interventi fissi del presentatore del programma. La mattina dopo viene girato il dibattito tra gli esperti mentre a noi italiani arriva la prima parte del materiale da doppiare. Ricordiamoci che, per questioni di fuso orario, la messa in onda in Italia precedeva quella americana di cinque ore, da cui il pochissimo tempo a nostra disposizione. Ma dopo quattro mesi riuscivamo a consegnare il prodotto finito in meno di tre ore!”
Non pensi che la ricostruzione televisiva di un processo possa fuorviare l’opinione pubblica soprattutto in un caso come questo?
“Direi che il rischio esiste, soprattutto tra chi seguiva il dibattito tra gli esperti. Ma è anche vero che si cercava di mantenere un atteggiamento più neutrale possibile e molti dei dibattiti riguardavano le strategie degli avvocati e la credibilità o meno dei testimoni e dei resoconti portati in aula. E poi ricordiamoci che la decisione non spettava a noi, ma alla giuria presente in aula, che aveva ben altro materiale a disposizione e dubito potesse seguire la nostra trasmissione. Inoltre, trattandosi comunque di un caso di alto profilo, che coinvolgeva una personalità così universalmente nota, credo che ciascuno in cuor suo avesse già una sua opinione in proposito. Non a caso è stata molto lunga la selezione della giuria, perché è stato difficile trovare giurati privi di preconcetti su Michael Jackson”.
In tutti questi mesi, tra gli attori impegnati della ricostruzione televisiva, si è formato un convincimento. Quale?
“Beh, noi del team italiano ci lanciavamo in grandi dibattiti, divisi tra innocentisti e colpevolisti. Ma in generale a nessuno aveva convinto la testimonianza della madre e di ragazzini Arvizio e neppure degli altri testimoni oculari delle presunte molestie passate. Ognuno di loro sembrava mosso da ben chiari secondi fini. E d'altra parte Michael Jackson è emerso come, certo, un personaggio disturbato e con serissimi problemi di sviluppo emozionale. Ma onestamente, credo che sì, con i ragazzini si comportasse come un tredicenne che va a vedere i siti con le donnine nude, ma non me lo vedo molestare i ragazzini con la malizia di un pedofilo. Per tutti noi, a questo punto bisognerebbe proibirgli di avvicinarsi a minori... ma anche alle mamme di minori bisognerebbe impedire di avvicinarsi a Michael Jackson. Siamo seri: che razza di madre sei se ‘cominci a nutrire sospetti’ dopo che tuo figlio ha dormito per trenta notti nel letto di un quarantenne?”
In base a quali caratteri avete rappresentato il personaggio Michael Jackson nella ricostruzione?
“Purtroppo Michael Jackson è rimasto muto come un pesce per tutto il tempo del processo, se si esclude il celeberrimo ‘Non riesco a sentire, non riesco a sentire! Parli più forte per favore!’ che ho doppiato io usando una voce simile a quella del suo sosia. In questi casi, quando si tratta di personaggi famosi, bisogna attenersi alle loro voci e caratteristiche reali”
Che riscontro ha avuto Sky in termini di audience in questi mesi? Il progetto avrà un seguito?
“Il programma ha avuto un gran riscontro di pubblico. Bastava navigare su Internet per leggere i commenti quotidiani di chi seguiva le nostre ricostruzioni. Non ho i dati percentuali ma credo che E! fosse arrivato a essere uno dei primi canali nella piattaforma Sky, subito dopo Sky Cinema e i canali Fox. Al momento non si sa, o non si parla, di un seguito al Michael Jackson Trial. Certo, trattandosi di un programma strettamente legato all'attualità, dipenderà molto da potenziali sviluppi nella vita reale. Che spesso è più avvincente di una fiction!”
(16/06/2005)