I tremila volantini di Donzelli
Vota «Li Avete»; la tipografia chiede quale nome deve comparire sul santino, Donzelli risponde «i nomi li avete»
Il volantino
Il volantino
FIRENZE - Tremila volantini elettorali seppelliti da una risata. Quella di Giovanni Donzelli, consigliere comunale del Pdl candidato a tornare in Palazzo Vecchio, che si è visto recapitare i «santini» commissionati ma con su scritto: «Li Avete». Come riportato dal Giornale, la tipografia aveva chiesto a Donzelli quale nome dovesse essere scritto sul "santino". La riposta era stata: "Li avete". Detto, fatto. I tipografi hanno stampato un volantino dove si invita appunto a votare tal "Li avete".
GLI ALTRI MANIFESTI E I VOLANTINI - Mancano pochi giorni al voto, e la fantasia degli aspiranti al potere prova a raffinarsi. Una pioggia di manifesti e santini e volantini e volantoni e adesivi e segnalibri e facce più o meno inquietanti si è abbattuta sulla città. Tutti — dal candidato al consiglio di quartiere a quello per il parlamento europeo — offrono il meglio del narcisismo politico; e se per le primarie il Pd aveva fatto della sobrietà il cappio da stringere attorno al collo di Renzi, Pistelli, Lastri e Ventura, oggi i volti moltiplicati di chi vorrebbe dare il suo contributo per una politica nuova, onesta, altra, innovativa e trasparente sono un’immensa opera di pop-art, sono Marylin Monroe di Andy Warhol, sono l’urgenza dei quindici minuti di celebrità, sono la caccia alla preferenza con cene e apericene.
CHI METTE LE FOTO DI QUANDO ERA GIOVANE - Qualcuno ringiovanisce di dieci anni, mette una foto di quando i capelli erano più sbarazzini e meno bianchi. Tipo Alessandro Falciani, candidato per «Sinistra per Firenze», che ha stampato un depliant con una foto in cui assomiglia parecchio a Renzi: «Io sono laico. Un valore che dobbiamo difendere». In quinta pagina, foto fra compagni socialisti. C’è Ségolène Royal che «in visita a Firenze riceve il saluto di Alessandro Falciani»; non manca l’abbraccio con papà Beppino Englaro, un inno al laicamente corretto.
LUOGHI ORIGINALI PER I VOLANTINI - Ma non contano solo le fotografie, gli slogan e i colori; bisogna anche sapere dove si mettono, ’sti volantini. Con una virata verso il radical chic, il renziano Dario Nardella («Firenze, una bella scommessa») ne ha piazzati qualche pila in un nuovo ristorante vicino a via de’ Benci, dove si vendono i libri e si naviga con gli iMac. E tutti occhieggiano al votante, ma qualcuno forse si spinge troppo in là: Anna Maria Cariglia, imprenditrice, presidente di una società di comunicazione e pubblicità esterna, è nella «Lista Renzi» e solletica l’elettorato maschile con un sorriso e la scritta «Votami…» da 144.
LA LOTTA TRA EX: «ITALO-FORZUTI E NAZIONAL ALLEATI» - Nella battaglia delle preferenze vengono meno perfino le distinzioni partitiche, destra e sinistra non valgono più; e i politici guardano gli ultradiciottenni come fossero voti con le gambe. Gli attacchinaggi notturni colpiscono pure i compagni di partito, e un manifesto copre l’altro; davanti allo Zoe ci sono i segni di una lotta fra italo-forzuti e nazional alleati (Marco Stella versus Riccardo Sarra). Stella, consigliere uscente di Forza Italia, si affida al Signore, pardon, a Berlusconi e nel suo manifesto i due compaiono insieme: «Partecipa al cambiamento. Crediamoci!» (anche se di questi tempi, veline e photoshop alla mano, è più facile trovare qualcuno che non ha una foto col Cav.).
I «COLORATI» DEL PDL - Ma non tutti ci mettono il faccione: Stefano Alessandri sceglie il giallo e il blu e punta tutto sul suo nome. E sul simbolo del Pdl (lui e il compare Stella in fondo l’avevano inventato già dieci anni fa). Jacopo Cellai, sempre del Pdl, punta sul messaggio fallacian-gladiatorio. «Firenze. La rabbia. L’orgoglio. L’alternativa. Al Comune Cellai. Niente scuse. È Firenze».
IL DIVERTENTE SLOGAN DELLA PEZZA - Per il premio gioco di parole dell’anno si segnala quello della giovane democratica Cecilia Pezza («mettici una pezza!»), mentre per il manifesto più brutto se la giocano quello di Eugenio Giani da sagra del tortello (giallo canarino e scritta nera) e, ahinoi, quello di Ornella De Zordo, che la fa sembrare una del partito lisergici-maoisti (sfondo arancione con raggi che irradiano dal centro e figura della candidata in bianco e nero con lo sguardo rivolto verso le sorti magnifiche e progressive del dezordismo; e addio alla sindaca da guardare negli occhi, domenicianamente parlando).
CHI RISPETTA LE NUOVE FRONTIERE DELLA COMUNICAZIONE - Le nuove frontiere della comunicazione politica impongono un maggior contatto fra elettore e potenziale eletto e c’è chi, come Giovanni Donzelli, mette il suo numero di telefono; Jacopo Bianchi invece, al grido di «politica partecipativa» e di maggior interazione fra cittadino e Palazzo, vuole offrirti un «caffè a casa tua» (anche no, grazie: ce lo offriamo da soli). L’aperitivo, si diceva. Spartaco Marchiani e Iacopo Landi di «Sinistra per la Costituzione» il 3 giugno vi invitano in piazza Sant’Ambrogio, per «paperella rossa (l’unica scampata all’editto cioniano ndr), l’unico aperitivo dove non vedrete apparire Matteo Renzi o Giovanni Galli». Ma non è detto che non spunti l’homo novus Spini Valdo a servirvi un Mojito.
David Allegranti
29 maggio 2009
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