Una legge francese particolare....

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Live-and-Dangerous
00venerdì 20 febbraio 2004 11:16
Nozze con il fidanzato già morto

Nizza: Christelle ha sfruttato la legge speciale voluta da De Gaulle

DAL NOSTRO INVIATO
PARIGI - La cerimonia era stata preparata con cura. La sposa aveva un bouquet di rose gialle, c’erano i nomi dei 40 invitati sui tavoli, le bottiglie di champagne allineate sopra le tovaglie bianche, «offerte - diceva l’etichetta - da Eric e Christelle». C’era tutto, al matrimonio di Christelle, come lei se lo era immaginata da qualche anno, o forse fin da bambina, compresa la torta nuziale. Tutto, tranne lo sposo.
Christelle Demichel ha indossato un tailleur nero per sposare il fidanzato morto. Davanti al sostituto del sindaco, alle famiglie, agli amici, come una qualsiasi ragazza di Nizza di 34 anni. Perfettamente legale. E quando ha pronunciato la formula «e io prendo te Eric come legittimo sposo», anche se la morte li aveva già separati, è diventata al contempo vedova e moglie. «E’ stato - ha detto qualche giorno fa al quotidiano Nice Matin - un matrimonio perfetto».
In Francia, da oltre 40 anni, si può sposare un fidanzato deceduto. Se Christelle ha potuto tener fede alla promessa fatta ad Eric («avevamo deciso di formare una famiglia»), lo deve a quel burbero sentimentale che era il generale de Gaulle. Era il dicembre 1959. Il presidente francese camminava nel fango di Fréjus, dopo che la diga di Malpasset, qualche chilometro più in alto, era crollata seppellendo sotto un muro di acqua e detriti 420 persone. Un Vajont francese. Fu allora che una ragazza, Irène Jodard, lo implorò di aiutarla a sposare il suo fidanzato, che avrebbe dovuto portarla all’altare, se non fosse annegato. «Le prometto, Madamoiselle che penserò a lei», fu la risposta. Quello stesso mese, l'Assemblea nazionale votò la legge che consentiva le nozze con un partner defunto. Da allora, qualche centinaio di aspiranti vedove hanno seguito l’esempio di Irène.
Ancora oggi, per avere il permesso, occorre scrivere al presidente della Repubblica, che poi trasmette la domanda al ministro della Giustizia che la gira al procuratore del distretto in cui vive il/la richiedente. Christelle, bionda e minuta, ma tosta come ci si immagina che lo sia chi fa la poliziotta (era poliziotto anche Eric), ha scoperto la norma scartabellando i codici, e ha scritto a Chirac. La risposta è arrivata il 22 dicembre, 14 mesi dopo che un autista di camion ubriaco aveva investito Eric e la sua moto. Ha aspettato fino al 10 febbraio: e il giorno in cui Eric avrebbe compiuto 30 anni, ha detto sì per entrambi. Fuori dal municipio, i colleghi della caserma di Auvare, l’hanno ricoperta di riso.
Non sono molti i matrimoni post mortem in Francia, circa 20 all’anno. Il giudice deve accertare che la coppia avesse avuto davvero l’intenzione di sposarsi. Norme severe, per impedire nozze interessate di cacciatori di dote. Infatti, a parte il cognome, Christelle non ne ha ricavato nulla: non può ambire all’eredità. Quella spetta, se eventualmente ci sono, solo ai figli legittimi.
Ora si trova in viaggio di nozze a Parigi, a casa della suocera. «Se ho dato il mio assenso al matrimonio? Certo - risponde la signora Jocelyne Demichel - perché Christelle è l’unica donna con la quale mio figlio abbia mai pensato di formare una famiglia». Tra qualche giorno Christelle tornerà a Nizza, a riempire verbali. «Ma io so - dice - che ho sconfitto la morte». Nella camera nuziale ha sistemato un’urna con un mucchietto di cenere.

Mara Gergolet
Corriere della Sera
[SM=g27825]
Orlando78
00venerdì 20 febbraio 2004 11:59
contenta lei...[SM=g27815]
TFFC
00venerdì 20 febbraio 2004 12:05
[SM=g27820] ma dai!
Mr.Thriller
00venerdì 20 febbraio 2004 12:06
...
[SM=x47924]
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