E' uscito ieri il
libro di Mottola e stanno circolando le prime interviste promozionali dove c'è qualche commento anche su MJ, ma che ce ne facciamo noi di un commentino qua e là quando abbiamo la meravigliosa
Ivy che ha letto tutte le parti relative a MJ e ne ha fatto un riassunto che ha postato su MJJCommunity?
Con il suo permesso vi posto la traduzione, ci sono anche molte parti quotate interamente:
Tommy Mottola ha pubblicato la sua autobiografia dal titolo
"Hitmaker". Questo libro non è su Michael Jackson, ma Mottola cita le sue interazioni con Michael - anche se non sono molte o molto lunghe.
Ecco il sommario: (le date non sono precise)
Nelle prime parti del libro Mottola cita il fatto che Michael lo ha chiamato razzista e nega tali affermazioni, citando le sue mogli e la sua apertura a tutte le culture. Dice che l'attacco di Michael contro di lui non aveva nulla a che fare con il razzismo, ma era per il declino delle cifre di vendita e per il fatto che Michael voleva uscire dal suo contratto con la Sony.
Tommy Mottola: "L'attacco è stato triste e patetico. Come capo della società, sono rimasto al di sopra della mischia e certamente non ho fatto commenti. Ora che Michael non c'è più non ho un gran vantaggio a riportare a galla l'incidente, ma se mi conoscete sapete che non sono il tipo di persona che evita le cose."
1991
Mottola parla del rinnovo del contratto di Michael nel 1991. Lui dice che è stato uno dei più grandi contratti offerti. Dice che hanno pagato a Michael un anticipo di 35 milioni di dollari. Mottola dice che anche se Michael era contento del contratto si rifiutava di firmarlo a meno che il comunicato stampa non lo annunciasse come un affare da un miliardo di dollari.
Tommy Mottola: "Chiunque bucava i palloncini che Michael scoppiava intorno a lui non stava vicino a Michael Jackson molto a lungo. In altre parole se dicevi di no a Michael una volta perché era la cosa giusta da fare, eri fuori".
Tommy Mottola: "Ma non c'era praticamente nessuno intorno a Michael che poteva dirgli la verità perché era Michael Jackson, il Re del Pop, e firmava gli assegni. Si circondava di persone che dicevano sì semplicemente per stargli intorno o perché incassavano i suoi assegni. Michael, cosa ti piacerebbe? Michael, come ti piacerebbe? Michael, possiamo fare questo. Michael, naturalmente possiamo farlo. Sì, Michael. Sì, Michael. Sì, Michael, sì. Questo mi ha messo in qualche modo in una posizione unica. Comandavo la Sony Music e la Sony firmava i suoi assegni. Io non l'ho affrontato molto spesso, ma avrei potuto essere l'unica persona al mondo che poteva dire 'Io non credo che sia giusto' a Michael Jackson. Fin dall'inizio una parte di lui non sopportava questa cosa, ma per lo più la rispettava".
Mottola definisce l'album Dangerous un successo da 32 milioni di unità vendute. Menziona però che Michael non era contento delle cifre di vendita, a partire dall'album Bad. Mottola dice che ha iniziato a lavorare per la CBS/Sony subito dopo la pubblicazione di Bad e Michael non era contento dei 45 milioni di unità vendute dell'album Bad e diceva a Mottola di farlo circolare di nuovo e avrebbe potuto vendere più di 100 milioni di unità. Mottola dice che allo stesso modo Michael non era contento dei 32 milioni di vendite dell'album Dangerous. Mottola dice che diceva a Michael che avevano inviato un esercito di promozione e nessun altro album stava vendendo neanche lontanamente questi numeri.
Tommy Mottola: "Perciò potete vedere come fossero diverse le nostre opinioni sugli stessi numeri fin dall'inizio."
Tommy Mottola: "Ma Michael aveva perfettamente ragione su una cosa. Per quanto fossero alti quei numeri, per quanto redditizi per l'azienda, stavano diminuendo."
1993
Mottola dice nel 1993 hanno cercato di riaccendere l'interesse per l'album Dangerous di Michael organizzando la performance al SuperBowl e l'intervista di Oprah. Entrambe hanno avuto successo e hanno avuto numeri di audience elevati e Dangerous ha avuto un aumento delle vendite. Poi sono arrivate le accuse di molestie del 1993.
Tommy Mottola "Ci sono poche accuse più gravi delle molestie, e nel caso di Michael Jackson c'era poco che noi di Sony potevamo fare tranne fare un passo indietro e chiederci come sarebbe andata a finire. Era nostro compito gestire le pubbliche relazioni per quanto riguardava la sua musica e la carriera discografica, ma non potevamo fare nulla in queste questioni legali oltre che sostenerlo in qualunque modo chiedesse. Guardando a quel periodo adesso è ovvio che la carriera di Michael aveva già raggiunto il picco, anche se lui rifiutava di riconoscerlo. Vivere in una bolla ingannevole gli permetteva di pensare che queste accuse e le notizie sulla stampa non avrebbero influenzato il pensiero della gente su di lui. La realtà è che la sua carriera non è certamente mai stata più la stessa da quando le accuse hanno iniziato a circolare".
Mottola dice che a quel tempo non sapevano con esattezza l'impatto che le accuse avrebbero avuto sulla carriera di Michael e avrebbero valutato la portata all'uscita dell'album successivo di Michael.
Mottola menziona che Michael non ha mai lavorato con un budget e spendeva tutto il necessario ai suoi progetti senza pensarci troppo. Mottola dice che il costo di registrazione di un album si aggira intorno a 1 milione di dollari, ma i costi di un album di Michael erano 40 milioni di dollari. Mottola dice che il costo medio di un video musicale si aggirava sui 200 mila dollari a quel tempo e Dave Glew gli dava 1 milione di dollari di budget (5 volte la media), ma questi limiti di budget non fermavano Michael. Michael prendeva degli anticipi e andava allo sbaraglio con i suoi soldi e pensava che avrebbe riguadagnato i soldi con le vendite dell'album.
1995
Michael stava lavorando all'album History. Di nuovo sperava di vendere 100 milioni di copie. Mottola dice che il costo per produrre l'album è stato astronomico perché Michael affittava studios interi quando registrava e prendeva più produttori in tutto il mondo che lavoravano contemporaneamente. Mottola dice di aver percepito che questo album era molto personale ed era la voce interiore di Michael che parlava. Hanno speso altri 7 milioni di dollari per il video Scream e 5 milioni di dollari per l'History Teaser.
Tommy Mottola: "C'era anche un'interpretazione del capolavoro di Charlie Chaplin, 'Smile', inclusa nel nuovo materiale, ed era una delle performance vocali più belle che avessi mai sentito nella mia carriera. La canzone, che incita ad accettare il dolore con un sorriso, è toccante ed emotiva, e arriverei fino al punto di definire perfezione quello che Michael ne ha fatto. In mezzo a tutto il caos dentro e intorno a lui, non potevi fare a meno di dispiacerti per Michael. Soprattutto sapendo che al di là di tutto quello che ha passato lui era davvero un bravo ragazzo".
Mottola dice che hanno fatto del loro meglio per promuovere l'album History. Hanno speso 30 milioni di dollari in costi di promozione (10 volte ciò che venne speso per Thriller). L'album ha venduto 20 milioni di unità, il doppio album più venduto. Alla Sony pensavano che le cifre di vendita fossero buone ed era stato un grande business, ma Michael non era contento perché i numeri scendevano ad ogni album.
Mottola dice che anche l'HIStory Tour è stato un business fenomenale, ma che tutti i palchi elaborati, gli elementi dello show, le statue di Michael ecc hanno finito per tagliare i profitti di Michael.
Fu allora che Sony fece un'offerta di 90 milioni di dollari per la metà del catalogo ATV. Mottola lo definisce una grande affare per Michael, visto che era il doppio di quello che aveva pagato per la metà del catalogo, ma questo accordo ha anche legato Sony e Michael.
2001
Michael stava lavorando su Invincible. Mottola dice che Michael ha scritto/analizzato 120 canzoni prima di modificare e selezionare le canzoni che avrebbero composto l'album.
Michael chiese a Mottola di andare alla Hit Factory di Miami e Mottola ci andò con la moglie Thalia. Trovarono l'intero studio vuoto e Michael in un veicolo attrezzato per la registrazione nel parcheggio (Mottola dice che c'erano 5-6 stanze di registrazione e ciascuna costava 5000 dollari al giorno di affitto).
Michael disse loro che gli piace il veicolo perché è tranquillo, silenzioso e privato e lì lui può pensare. Mottola dice che era preoccupato perché in quel momento le spese di registrazione avevano superato i 30 milioni di dollari e lui non aveva sentito una sola canzone.
Michael disse a Mottola che questo sarebbe stato il più grande album e avrebbe venduto più di 100 milioni di copie.
Tommy Mottola: "So che era così che giustificava tutto questo nella sua mente. Per lui non importava quanto spendeva - o prendeva in prestito - per creare la sua arte. Pensava che avrebbe recuperato tutto una volta che l'album fosse stato pubblicato e fosse diventato una megahit. E tutto il suo entourage (assistenti, manager, ecc), e intendo tutti, ogni singola persona, permettevano che ciò accadesse. Nessuno ha detto di no. Mai. Dicevi solo di sì a Michael Jackson, oppure eri storia".
Mottola ricorda come Michael fosse caloroso. Thalia dice a Michael che quando era un adolescente è salita sul palco con Michael e Michael si apre con loro sulla sua infanzia.
Tommy Mottola: "Per qualche ragione l'immagine di Thalia da ragazza ha aperto la strada a Michael per raccontarle una storia sulla sua infanzia, e su come sia stato difficile per lui, e quello che ha dovuto sopportare per mano di suo padre durante le prove quotidiane. Non entrerò nei dettagli che ci ha raccontato, ma avrebbero fatto venire i brividi a qualsiasi genitore o figlio. Il mio punto è che non avrebbe mai parlato di dettagli come quelli con qualcuno che vedeva come un nemico o come il diavolo. E' stato così triste sentire quella che era senza dubbio la più grande star dell'intrattenimento, seduto nel retro poco illuminato di un veicolo attrezzato per la registrazione, raccontare queste storie. Thalia e io avevamo le lacrime agli occhi. Avresti voluto solo mettere le tue braccia intorno a Michael e abbracciarlo. Non c'è mai stato alcun dubbio nella mia mente, allora come oggi, che tutte le intenzioni di Michael erano affettuose e buone, e che era un anima gentile."
Mottola dice che Sony stava anticipando a Michael decine di milioni di dollari per l'affitto dello spazio studio, i produttori, gli autori per i cortometraggi e così via. Mottola dice che Michael si è anche rivolto alle banche per ottenere credito con la Sony/ATV come garanzia. Mottola dice che questo ha messo Michael in una posizione molto vulnerabile; Invincible avrebbe dovuto avere un grande successo per coprire tutti questi milioni di dollari di costi/debiti. Mottola dice che tutti alla Sony sono rimasti scioccati, non capivano perché a Michael non fosse stato consigliato di non prendere tali decisioni dalle personi del suo entourage.
Mottola dice che dopo diversi anni e 40 milioni di dollari di costi di Michael consegnò loro l'album Invincible. Mottola dice che alla Sony pensavano che Invincible fosse buono, ma non il migliore lavoro di Michael. Tuttavia, tenuto conto dei costi già elevati e di quanto tempo era servito per finirlo, non hanno chiesto a Michael di tornare indietro e far altre tracce.
Mottola dice che Sony ha aiutato a organizzare un accordo con la CBS per fare una celebrazione televisiva del 30° anniversario della carriera di Michael al Madison Square Garden. Questo avrebbe fatto da propellente per un tour e tutto quello che avrebbe incentivato le vendite di Invincible.
Mottola dice che i concerti al Madison Square Garden furono un successo, anche i biglietti di costo elevato vennero venduti, Michael aveva incassato 7 milioni di dollari dai 2 concerti. Sarebbe stata la promozione perfetta, ma il giorno dopo avvennero gli attacchi dell'11 settembre e, ovviamente, nessuno parlava di Michael Jackson.
L'album Invincible di Michael venne pubblicato, andò subito alla numero 1 ma entro un mese era fuori dalla Top 10. Invincible ha venduto 8 milioni di copie, le cifre di vendita sono state deludenti per tutti e non sufficienti a coprire i 40 milioni di dollari di spese. Mottola dice che secondo la percezione di Michael questo non era accettabile e la colpa era di Sony. Michael chiamava Dave Glew e gli chiedeva di fare qualsiasi cosa per far tornare l'album al numero uno.
Tommy Mottola: "Quando sei abituato a sentire 'Sì, Michael, sì, Michael, sì, Michael, sì' da tutti quelli che sono intorno a te, deve essere insopportabile sentire 'No, Michael, non possiamo e non metteremo altri milioni nella promozione di questo album'. Le vendite erano completamente ferme, e questo dopo che avevamo già speso un budget di marketing globale di più di 25 milioni di dollari."
Mottola dice che Michael, attraverso i suoi avvocati, disse loro che non avrebbe firmato un nuovo contratto con la Sony, avrebbe soddisfatto gli obblighi rimanenti e lasciato Sony per essere indipendente.
Mottola dice che poi qualcosa scattò e Michael lanciò un attacco totale a Sony e personale a Mottola, definendolo razzista e diabolico.
Mottola dice di aver chiamato Al Sharpton subito per chiedergli cosa stava succedendo. Sharpton gli avrebbe chiesto scusa e detto che non aveva idea che Michael avrebbe preso di mira Mottola. Doveva essere un discorso sulla disuguaglianza.
Tommy Mottola: "Michael stava cercando di trasformare questo in una via di fuga. Mi aveva preso di mira per ottenere una liberatoria dalla Sony. Ma in realtà si ritorse contro di lui. Davvero pensava che avrebbe messo in imbarazzo la Sony a tal punto da farle abbandonare circa 50 milioni di dollari di debiti o la nostra joint venture nel catalogo dei Beatles? Michael ha anche cercato di coinvolgere Mariah, sapendo che aveva appena lasciato Sony. Ma subito un portavoce di Mariah mi ha difeso e ha sottolineato che Mariah era molto scontenta che Michael l'avesse trascinata nella questione. Nel frattempo, il reverendo Al e Russell Simmons sono stati citati sui giornali per aver parlato a mio favore, così come la Sony".
Tommy Mottola: "Sono rimasto tranquillo a quel tempo e ho preso la strada giusta, che in qualità di presidente era la strada da percorrere, perché non aveva senso far fronte a queste accuse oltraggiose e ridicole. Ma ecco la morale della favola: noi eravamo nel business della vendita di musica. Sony aveva speso più di 30 milioni di dollari in costi di registrazione e altri 25 milioni in costi di marketing e aveva messo in moto tutta la forza della società per promuovere l'album. Ma nonostante tutto questo la gente non voleva comprarlo".
Nota: Mottola cita in dettaglio come i cambiamenti nel settore della musica e come Napster e la condivisione e il download illegali della musica abbiano influenzato le vendite e i ricavi di tutti. Potrebbe essere utile comprendere il contesto e sapere che Mottola nel libro ha menzionato altri fattori di declino dei numeri di vendita - per Michael e per chiunque altro.
Menzioni random di Michael:
- Mottola molto spesso definisce Michael l'artista più talentuoso e/o dice cose dal significato simile.
- Mottola cita Walter Yetnikoff e come si sia ripulito da alcool e droghe. Dice che da sobrio Yetnikoff era paranoico e furioso e chiedeva a Mottola di assumere investigatori privati per indagare su David Geffen e Michael Jackson.
- Mottola parla di George Michael e di come ha lasciato Sony. Si riferisce a Michael in quella situazione.
Tommy Mottola: "Anni dopo ci fu una situazione simile quando Michael Jackson cercava di liberarsi del suo contratto con la Sony dopo che le vendite del suo album erano diminuite drasticamente, dando la colpa a noi per il modo in cui lo avevamo promosso. E' anche andato oltre chiamandomi il diavolo, e in una protesta pubblica ha retto un poster dove c'erano foto del suo volto e di quello di George Michael con una X sulla bocca come se Sony avesse cercato di mettere a tacere tutti e due. Questa è tutta una stronzata. Noi di Sony eravamo quelli che dovevano - e l'hanno fatto - rimanere in silenzio di fronte al pubblico. Non ci devono essere equivoci di sorta al riguardo, noi non l'abbiamo mai fatto e non avremmo mai attaccato un artista in pubblico. Chiunque nel mondo della musica sa che sarebbe un suicidio totale."
- Thalia racconta che Michael venne ad una festa di Natale di Tommy Mottola (il primo Natale di Tommy e Thalia insieme). Furono sorpresi di vedere Michael perché raramente partecipava alle feste degli altri. Thalia ricorda quanto Michael fosse gentile e come abbia posato per le foto con la famiglia di Thalia.
Una nota del reverendo Al Sharpton
Non dimenticherò mai quando Michael venne alla National Action Network e senza preavviso attaccò Tommy. Tommy mi chiamò subito dopo la manifestazione e mi disse: "Cos'era quella roba?" E io riuscivo a capire da dove veniva, perché Tommy aveva fatto più di molti dirigenti e presidenti di società discografiche a suo tempo per spingere i limiti per gli artisti neri, incluso Michael. Tommy era stato estremamente progressista su questi temi. E per di più sapevi sempre esattamente dove eri con Tommy. Il suo sì era un sì. Il suo no era un no. Non mi ha mai promesso qualcosa che non abbia mantenuto. Gli dissi, "Michael pensa che Sony non sia giusta con lui e pensa che tutti stiano cercando di portargli via il catalogo". Tommy disse: "Risponderò a tutte le domande che vuoi, ma non posso creare numeri e vendite che non ci sono. I suoi stessi collaboratori non gli stanno dando le giuste informazioni". Tommy mi espose l'intero quadro e mi mostrò un sacco di cose che Michael non sapeva: persone nel suo entourage che tenevano il piede in due staffe e persone che gli dicevano cose non vere. Lo dissi a Michael e lo dissi a Johnnie Cochran, che rappresentava Michael. Tommy era sinceramente ferito che Michael non avesse capito che Tommy stava facendo tutto quello che poteva fare per questo album in base al business e alle circostanze. Voleva sinceramente che Michael capisse com'era la situazione. E' al di là della comprensione che un dirigente venga attaccato sulla stampa. Voleva che Michael sapesse che teneva davvero a lui.
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