Cap.6 If i could see you again
Ad ogni modo non dovetti fare molta strada per tornare in albergo e quando vidi l’entrata tirai un sospiro, feci spallucce e mi apprestai ad entrare.
Finalmente un po’ di calduccio, anche se devo ammettere che di caldo in quei momenti precedenti ne avevo sentito fin troppo!
<< Salve, potrei avere la chiave della 559?>>
<< Certamente, mi dia un documento di riconoscimento per favore >>
<< Subito.>> La receptionist diede uno sguardo veloce
<< Ecco a lei, buona serata signorina>>
<< La ringrazio, buonasera>>
Salivo le scale silenziosa, mentre affondando la mano sinistra nella tasca ripresi quel famoso cuore di vetro, gli diedi un’ occhiata dubbiosa e lo rimisi in tasca.
Avevo un po’ di fame, così mi sbrigai a salire sul pianerottolo per giungere nel mio appartamento.
Precisamente davanti alla stanza numero 560 era agiatamente appoggiato un uomo, di notevole statura, del quale però non vidi il viso perché coperto dall’ombra. Non appena si accorse della mia presenza entrò nella stanza, tanto che non ebbi neanche il tempo di proferire verbo.
‘’Ma chi sarà..’’ pensai incuriosita.
Intanto in quella stanza…
<< Mr. Jackson, Mr. Jackson! È arrivata la ragazza che cercava…>>
<< Davvero??? >>
<< Si è proprio lei.>>
<< Magnifico. Devo vestirmi, andare giù nella sala da pranzo.>>
<< Signore ma aveva ordinato la cena in camera>>
<< Lascia perdere quello che ho detto, anzi la mia cena se ti piace mangiala tu, io devo correre!>>
<< Si… capo>> disse attonito
Si infilò velocemente i pantaloni e la camicia bianca, era morbida, ricadeva a pennello sul suo corpo, come fosse una nuvola.
Sistemò per bene i ricci, e una volta fatto ciò si scaraventò letteralmente sulle scale.
Infilai la scheda per chiudere la porta della stanza, la riposi in borsa e cominciai a scendere le scale.
Il rumore dei miei tacchi era tamponato dal tappeto che si estendeva dall’apice delle scale fino al pian terreno. Mi reggevo al corrimano e intanto il mio pensiero ricadde su Michael, poiché distrattamente mi parve di aver sentito il suo profumo…
<< Che sciocchezze! Chissà dove si troverà ora…>>
Sospirai, e per un attimo ebbi l’incontenibile desiderio di stringere a me il suo corpo. Cercai di distogliermi da questo pensiero e mi affacciai ad una finestra. Faceva sempre più freddo.
Giunta nella sala da pranzo mi guardai attorno e trovai la mia amica e compagna di lavoro Priscilla ad attendermi.
<< Ehi! Come è andata la giornata? Non dirmi che hai affaticato la voce!>>
<< Niente affatto, anzi, ho vissuto la storia più incredibile che tu possa mai ascoltare, ma ora non c’è tempo per raccontare.>>
<< D’accordo allora. Io ho già ordinato, sapevo già cosa avresti preso.>>
<< Hai fatto bene, ho una fame!>>
Ridemmo e poi guardammo tutte e due nella stessa direzione.
<< Stasera fanno cantare i clienti dell’albergo, e io so già chi potrei proporre>>
<< Signorina Priscilla, sta alludendo a me per caso?>>
<< Aveva qualche dubbio?>>
<< Naaaa>> E ridemmo ancora
<< Sta arrivando il cameriere, diamoci alle forchette!>>
Così mangiammo tranquillamente e dopo una buona mezz’ ora dalla cena, mi andai a sedere su una delle sedie di vimini trovatasi sulla terrazza che dava sull’oceano.
Era uno spettacolo fantastico, in cui mi persi nuovamente, proprio come oggi nel primo pomeriggio, prima che mi accadessero tutte quelle cose.
E ancora una volta fui conscia di aver sentito da qualche parte il profumo che portava addosso Michael…sembrava fosse lì per davvero.
Qualcosa sembrò distogliermi dai miei pensieri. Priscilla.
<< Veronica guarda, stanno cercando qualcuno che vada a cantare!>>
<< Io…>>
<< Vai dai! Saranno felici dopo che ti avranno ascoltato!>> Mi fece un sorriso dolcissimo e poi si sedette da una parte, mentre io mi avviavo verso il palco allestito proprio su quella terrazza splendida.
Non appena salii sul palco, per mio grande stupore e meraviglia, tra la gente che mi osservava apparse Michael, più elegante di un angelo, più delicato della neve.
Sentii il battito del cuore accellerarmi di colpo e le gambe che cominciavano a tremare.
Distolsi il mio sguardo dal suo, e il mio io interiore sembrò calmarsi.
Il suo corpo era vestito di bianco, il mio colore preferito, ed una rosa rossa era appoggiata al taschino di sinistra della giacca. Era magnifico.
Partì la musica e tutto ciò che era intorno a me sembrò dissolversi come nebbia.
Tra le dolci note di Smile, iniziai a cantare, tutto ovviamente in chiave lirica.
Incrociai gli occhi di Michael che sembrarono stupendamente increduli, estasiati, soprattutto poiché la melodia che interpretavo era sua. Mio Dio come ero felice.
Smile, though your heart is aching
Smile, even though is breaking
When there are clouds in the sky, you’ll get by…
If you Smile…Through your fear and sorrow…
Smile and maybe tomorrow
You’ll find the life is still worthwhile
If you just…Smile…
Deliziosamente perdevo ogni concezione della realtà in quelle note, c’era solo la mia voce e il pianoforte. Avrei voluto non finisse mai. La musica costituiva da sempre il mezzo con cui volare più in alto di un aereoplano restando tuttavia sempre con i piedi a terra. Era come una sorta di ancora di salvataggio per ogni essere umano.
Aprii gli occhi e notai le occhiati dolci provenire dalle persone che mi ascoltavano, ma una in particolare risaltò. Non potevo crederci, Michael si era commosso, per me.
Le mie labbra non resisterono ad aprirsi in un sorriso a trentadue denti, osservai Michael, il suo sguardo era angelico.
Con calma scesi dal palco, mille voci parlavano attorno a me, non riuscii a sentirne neanche una.
<< Michael…>> Ero emozionata
Mi sorrise ed io tacqui.
<< Sei, sei stata…oh non ho parole, insomma hai lasciato Michael Jackson senza parole.>>
<< Mi sento onorata! >>
<< Se non ti conoscessi, ti chiederei un autografo>>
<< Dai Michael, sei tu che dovresti farlo a me non pensi?>>
<< Non hai visto le facce di questa gente? Per guardare te non si sono neanche accorti che ci sia io in sala>>
<< O mio Dio è vero - ridemmo insieme-
<< Te l’ho detto Mike, io non amo vantarmi della mia voce, non sarebbe bello, ma quando ricevi un complimento ti senti gratificata per tutto ciò che hai fatto fin ora.>>
<< Come mai hai scelto Smile?>>
<< Lasciando da parte te, Smile è la canzone più dolce e rincuorante del mondo.>>
<< Continua ti prego sono curioso>>
<< Vedi, ogni volta che piango, mi sento sola o mi capita qualcosa di brutto, mi metto a cantare. E questa è la canzone che canto in ogni situazione del genere. Mi fa sentire meglio, dice di sorridere anche se il dolore ci opprime, asciuga le lacrime amare e per lo meno allevia la tristezza, spero tu mi capisca>>
<< Ti capisco più di quanto tu creda. Charlie Chaplin ha scritto una grande canzone.
Ma soprattutto lei signorina, ha saputo emozionarmi>> Si avvicinò pericolosamente a me, tanto da poter sentire il suo respiro.
<< Spiegami una cosa, come sei arrivato fino a qui?>>
<< Quando oggi mi hai detto che alloggiavi in questo hotel, ho pensato ‘’ma è lo stesso in cui sto io!’’ Ma non te l’ho detto perché avrei voluto farti una sorpresa>>
<< Si ma come facevi a sapere che ero qui a cantare>>
<< Hai visto quell’uomo che controllava davanti alla 560? Ecco lui era uno dei miei bodyguard, gli ho detto di dirmi quando arrivassi, così mi sono precipitato giù e quando ti ho vista salire sul palco, senza neanche accorgermene mi sono fatto vedere>>
<< Tu sei un pazzo patentato mio caro!!! >> Ridemmo
In quel preciso istante partì una melodia di Frank Sinatra.
<
> Fece porgendomi la mano
<< Ehh Michael Jackson, tu mi vuoi proprio far fare una figuraccia allora>> Ci scappò una breve risata, poi presi la sua mano e lo fissai intensamente negli occhi.
Un'altra magnifica canzone era iniziata.
Strangers in the night
Exchanging glances
Wondering in the night
What were the chances
We'd be sharing love
Before the night was through..
Something in your eyes
Was so inviting
Something in your eyes
Was so exciting
Something in my heart
Told me I must have you
Strangers in the night
Two lonely people
We were strangers in the night
Up to the moment when we said our first hello
Little did we know
Love was just a glance away
A warm embracing dance away…
I suoi occhi erano splendidamente brillanti, mi osservavano così dolcemente che sembravano accarezzare il mio viso.
<< Sei una persona molto gentile Michael,mi piace tanto il tuo modo di fare e di porti con chi ti sta accanto, lo fai sentire subito a suo agio.>>
<< Ti ringrazio e in compenso posso solo dirti che… -arrossì di colpo e abbassò la testa, poi la rialzo e mi disse- che sei dolcissima…e hai un grande talento vocale>>
Si girò per un secondo, poi mi riguardò negli occhi e disse: << oltre a questo, permettimi di dirti che sei bellissima>>
I nostri visi stavano prendendo fuoco, tanto che io mi dovetti allontanare per quanta era la tensione che si era creata.
Mi girai di scatto e notai una persona vicino al tavolo su cui erano poggiati dei calici di champagne, non potevo crederci, era Whitney Houston!
<< Michael…>>
<< Dimmi!>>
<< Quella è Whitney Houston…>> Dissi con gli occhi sgranati e la voce tremante
<< Si è lei, perché?>>
<< è la mia cantante preferita, io…io la adoro!>>
<< Vieni, te la faccio conoscere, è mia amica>>
<< Cosa come??? MA…MA…>>
Non ebbi neanche il tempo di replicare che mi trascinò per un braccio fino a quel tavolino dove era appoggiata.
<< Ciao Whitney!>>
<< Oh Michael! Che piacere! Come stai?>>
<< Tutto bene grazie, ascolta volevo presentarti una persona, lei è Veronica, la ragazza che prima ha cantato la mia canzone..>>
<< Mio Dio sei tu??? Complimenti, anzi volevo proprio congratularmi con te hai una voce fantastica!>>
<< La ringrazio sig.ra Houston…>>
<< Su via chiamami Whitney!>>
Mi stavo sentendo male, avevo i miei due cantanti preferiti uno a destra e uno a sinistra…pazzesco!
Ero rimasta molto a parlare con Whitney quella sera, era davvero una donna eccezionale. La sua voce mi dava i brividi. Era la cantante con la voce più bella che avessi mai ascoltato!
Verso sera tardi mi diressi sola verso un altro affaccio, ma sempre esposto sull’oceano, mi sedetti su una panchina e silenziosamente mi misi ad ascoltare il suono del vento.
L’aria era fredda non c’è che dire, ma faceva piacere sentirla sul viso. Infilai una mano nella giacca di Jeans e afferrai il cuore di vetro, lo strinsi leggermente e poi riaprii il palmo.
Sospirai.
<< Qui tutta sola?>>
<< Hey, ci provi gusto a farmi prendere i colpi?>>
<< hahaha ma dai lo sai che mi diverto>>
Si sedette accanto a me lentamente, diede un occhiata alla mia mano e disse:
<< Cosa tieni lì?>>
<< Oh, niente è solo…>>
<< La metà del cuore?>>
<< Si>> Gli sorrisi dolce
<< Io ho l’altra metà>>
<< La maga ha detto che se le metà congiungono…>>
Mi guardò come mi stesse guardando un cucciolo indifeso, gli occhi lucidi e un sorriso tenero disegnato sulle labbra.
<< Questa è la mia metà…>>
Avvicinammo i due pezzi, una luce incandescente ci abbagliò e in un attimo le due metà si unirono come se non si fossero mai divise.
<< Michael… Si sono unite >> Dissi con voce lievemente terrorizzata
Non so perché ebbi l’istinto di scappare, mi alzai di scatto ma lui con una mano mi fermò.
<< La canzone su cui abbiamo ballato prima, ascolta le parole dicevano…sconosciuti nella notte, che si scambiano occhiate, domandandoci nella notte quali fossero le possibilità che noi dividessimo l’amore, prima che la notte fosse finita…>>
Si alzò in piedi invitandomi a dargli la mano e io continuai a parlare
<< Qualcosa nei tuoi occhi era così invitante, qualcosa nel tuo sorriso era così eccitante, qualcosa nel mio cuore, mi ha detto…>> mi bloccai due secondi << …che dovevo averti…>>
<< Michael, ma…è tutto quello..>>
<< Che abbiamo fatto stasera? Si.>>
Sorrisi e anche lui ricambiò. Quel sorriso si trasformò in abbraccio. Infatti di colpo mi sentii accolta tra le sue calde braccia che mi stringevano forte. Dopo un tempo indefinito mi lasciò.
<< Dimmi, come fai ad essere così tenero Michael?>>
<< E tu come fai ad essere così dolce quando parli?>>
<< Ma io parlo sempre cosi!>>
Bugia. Io parlo in modo amorevole solo con i bimbi, che sono le uniche creature buone rimaste su questo schifo di pianeta e naturalmente con lui.
<< Non sei brava a mentire…>>
<< Ehm no, infatti>>
<< Sei tanto carino stasera e quella rosellina ti sta bene indosso>>
<< Grazie, potrei dire lo stesso di te, senza rosellina ovviamente>>
Ridemmo per un bel po’ poi ci demmo la buonanotte e tornammo colmi di bei pensieri ognuno nella propria stanza.
Inserii la scheda nella porta, questa si aprii e un ambiente caldo accolse quella nottata piena di sogni e speranze.
<< Che serata stupenda…però mi sento strana, che senso di angoscia mi è rimasto addosso da quando…ho unito il cuore con Michael…ma che succede?>>
Incominciai a pensare e non la finivo più. Accartocciavo le lenzuola turbata come se qualcosa o qualcuno fosse così insistente da entrare nella mia mente. Tuttavia ho dimenticato di aggiungere, piacevolmente turbata. E la persona in questione senza ombra di dubbio è quella che pensate.
Mah, per quel che ricordo, dopo poco riuscii a chiudere occhio, fino alle prime luci dell’alba…
To be continued...