recensione
Premetto che non riuscirò a recensire il concerto di Peter in modo approfondito e dettagliato, come credo di aver fatto con lo show di Prince, per vari motivi.
Il più importante è che io conosco molto poco la musica di Peter Gabriel; anche se quel poco che conosco mi piace veramente tanto.
Inoltre, l'acustica del Palamalaguti è decisamente più scarsa di quella del Palatuker milanese (dove tra l'altro ero anche molto più vicino).
Credo che sia difficile rimanere attenti per quasi tre ore di concerto, quando non si conosce bene l'artista che si sta esibendo; nantenere desto l'interesse di un ascoltatore/spettatore che non conosce la produzione di un artista richiede qualità. Beh, quella c'era ieri sera, perchè non mi sono mai annoiato, neppure per un attimo.
Prima di tutto la musica. Un originale e raffinato mix di rock, new age, musica etnica. La voce di Peter Gabriel, particolarissima, e il suo modo di cantare che ha influenzato altri famosissimi vocalist (Phil Collins, Dave Matthews, Sting), ti inchiodano letteralmente alla poltrona.
Il palco è come un ovetto Kinder. Piccolo ma pieno di sorprese! Circolare, ruota su se stesso a 360° (come quello del Lovesexy tour di Prince, ma più piccolo), sovrastato da una struttura da cui escono gran pate delle sorprese di cui sopra.
Prima del concerto, Peter è salito sul palco e, in italiano (foglio alla mano) ha salutato il pubblico e ha presentato il gruppo di supporto (sotto contratto con la Real World dello stesso Gabriel), che si è esibito per circa una mezz'oretta con un ipnotico e ritmato mix di musica etnica orientale e rock.
Poi è arrivato il momento di Peter Gabriel. Si è presentato in scena da solo, ha preso posizione alle tastier e ha incominciato il concerto "con la canzone che aveva chiuso l'ultima turnè di Ovo" (parole sue; Gabriel è stato simpaticissimo...prima di ogni canzoni spiegava in italiano il significato dlle parole e il pubblico ha molto apprezzato lo sforzo enorme di Peter, che leggeva prestando la maggior attenzione possibile il foglio che aveva in mano...a volte causando qualche bonaria risata tra i suoi fan più accaniti, che gli suggerivano l'esatta pronuncia delle parole...davvero simpatico quel "nonnetto calvo")
Dopo questo inizio intino, gli altri musicisti hanno preso postazione e la batteria è salita dal centro del palco (puntualizzazione: al basso c'era Tony Levin, uno dei più grandi bassisti sulla faccia della terra, amico di Gabriel da decenni)
Una delle prime canzoni è stata "Red Rain", bellissima, quella la conoscevo. Uno schermo sukl palco proiettava i primi piani di Gabriel e dei suoi musicisti, insieme a colori e diapositive in stile Pink Floyd.
Trovo molte difficoltà a raccontare un concerto senza poter abbinare titoli alle note che ho sentito. Comunque altre canzoni che ho riconosciuto sono state la dolcissima "Upside down" (al termine della quale Peter e la corista-sua figlia-si ritrovano a camminare in cerchio a testa in giù, sulla struttura che sovrasta il palco), la mitica "Sladge hammer" (con Peter che indossava una giacca fatta di tanti abbaglianti punti luce), "Ovo" (un uovo scende dalla struttura sovrastante il palco, pe poi trasformarsi nella luna, sotto la cui luce la figlia di Peter naviga in circolo sul palco, a bordo di una piccola barca) e la conclusiva "In yor eyes".
Ovviamente Peter non poteva esimersi da interpretare gli ultimi singoli "The Barry Williams show" equello presentato al Festival di S.Remo; anche in turnè Peter interpreta l'ultimo singolo "Growing up" all'interno di una sfera luminosa di plastica, girando e saltellando per tutto il palco (unica ma necessaria concessione al playback)
Bellissima anche "Signal to noise", dell'ultimo album, che non avevo mai sentito ma che mi ha fatto venir voglia di comprare l'ultimo album "Up". Emozionante, sentita, appassionata e valorizzata da giochi di luce in perfetto stile Pink Floyd.
Insomma, un bel concerto. Un vero spettacolo multimediale dove musica e colori, note ed immagini si completano a vicenda, interagiscono, senza mai prendere il sopravvento l'una sull'altra.
Lo show si chiude con "Sledge hammer", ma poi Peter risale sul palco da solo e canta alle tastiere la famosa "Father and Son" dedicata al padre. Saluta nuovamente i suoi fan ma questi lo richiamano sul palco,.Allora torna, questa volta con tutti i suoi musicisti e con la cantante del gruppo di supporto, e canta "In your eyes".
Comunque vedere un "vecchietto" con tutta quell'energia in corpo, con tutta quella creatività, vederlo scherzare con il pubblico e con i suoi musicisti, vederlo sforzarsi a parlare la lingua del paese in cui si esibisce...è veramente emozionante.
Insomma, vi consiglio di assistere a questo concerto se verrà nella vostra città; prossime date Milano, Ancona e Firenze. Per sapere qualcosa di più e vedere anche qualche immagine dello spettacolo visitate il sito ufficiale
www.petergabriel.com[Modificato da criticofan 08/05/2003 18.33]