blog.panorama.it/mondo/2009/06/30/che-diavolo-centra-obama-con-michael-...
Un’icona nera, come Michael Jordan per lo sport e Barack Obama per la politica (mondiale). Un pezzo di storia dei Neri d’America (che ora ne rivendicano la figura nonostante la sua scelta di trasfigurare il suo corpo). Una leggenda della pop music. Un personaggio globale. Da omaggiare. Così, negli Usa, la Rete si è divisa sul mancato riconoscimento pubblico del presidente nei confronti di Michael Jackson. Il dibattito è in corso.
C’è chi ritiene che la lettera privata inviata tre giorni dopo il decesso sia stata sia tardiva e insufficiente. E chi, invece, crede che, rispetto ad altri interventi di Obama (vedi Iran), la sua tempistica, in questo caso, sia stata addirittura fin troppo veloce, prioritaria. I blog e Twitter sono pieni di commenti. Partiti dopo quello che è apparso un infortunio da parte di Obama. Il silenzio di venerdì mattina ha impressionato molti. Nessun comunicato ufficiale, nessuna dichiarazione.
Al posto del presidente, nelle ore successive, aveva parlato il suo portavoce Robert Gibbs. “Ne ho discusso con lui stamattina - aveva raccontato ai giornalisti - e mi ha detto che Jackson è stato una grandissimo artista, un’icona della musica, ma ha anche aggiunto che alcuni aspetti della sua vita sono stati tristi e
tragici”. Forse è questo il motivo per cui Obama non si è speso in prima persona? “JFK fece una dichiarazione formale per la morte di Gary Cooper, Lyndon Johnson la fece per Charlie Chaplin, Richard Nixon per Louis Amstrong, Jimmy Carter per John Wayne, Billy Clinton la fece per Frank Sinistra, nonostante la sua biografia piene di zone grigie.
“Perchè Obama non l’ha fatto con Jackson?” è la domanda che si fa l’utente JakeD sul blog del Washington Post. E’ su un altro sito, che Paul Levinson risponde. Con una critica nei confronti di Obama. Per quella che lui definisce una vena puritana che “spesso” colpisce il presidente. Perché, se è vero che Jackson sia stato un personaggio “complesso e controverso”, è anche vero - spiega il blogger - che il Comandante in Capo ha diversi doveri, tra cui quello di spiegare al mondo il sentimento dell’America quando accadono eventi che dominano il sistema mondiale dei media per giorni e giorni. Anche perché - afferma Kelato
su Twitter - se prima non ci fosse stato Michael Jackson, poi non ci
sarebbe mai stato posto per persone come Tiger Woods (golf), Will Smith (cinema) e Barack Obama (politica)”. Dopo le critiche ricevute per il
silenzio, domenica, la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente
aveva scritto una lettera di condoglianze alla famiglia. Non solo.
Sempre Gibbs ha rivelato (tardivamente) che durante la conferenza
stampa con il Cancelliere tedesco Angela Merkel nel Giardino delle Rose, Obama era pronto a ricordare la pop-star, ma nessun giornalista glielo ha chiesto.
Che diavolo c’entra Obama con Michael Jackson?
Obama e Jackson
Un’icona nera, come Michael Jordan per lo sport e Barack Obama per la politica (mondiale). Un pezzo di storia dei Neri d’America (che ora ne rivendicano la figura nonostante la sua scelta di trasfigurare il suo corpo). Una leggenda della pop music. Un personaggio globale. Da omaggiare. Così, negli Usa, la Rete si è divisa sul mancato riconoscimento pubblico del presidente nei confronti di Michael Jackson. Il dibattito è in corso.
C’è chi ritiene che la lettera privata inviata tre giorni dopo il decesso sia stata sia tardiva e insufficiente. E chi, invece, crede che, rispetto ad altri interventi di Obama (vedi Iran), la sua tempistica, in questo caso, sia stata addirittura fin troppo veloce, prioritaria. I blog e Twitter sono pieni di commenti. Partiti dopo quello che è apparso un infortunio da parte di Obama. Il silenzio di venerdì mattina ha impressionato molti. Nessun comunicato ufficiale, nessuna dichiarazione.
Al posto del presidente, nelle ore successive, aveva parlato il suo portavoce Robert Gibbs. “Ne ho discusso con lui stamattina - aveva raccontato ai giornalisti - e mi ha detto che Jackson è stato una grandissimo artista, un’icona della musica, ma ha anche aggiunto che alcuni aspetti della sua vita sono stati tristi e
tragici”. Forse è questo il motivo per cui Obama non si è speso in prima persona? “JFK fece una dichiarazione formale per la morte di Gary Cooper, Lyndon Johnson la fece per Charlie Chaplin, Richard Nixon per Louis Amstrong, Jimmy Carter per John Wayne, Billy Clinton la fece per Frank Sinistra, nonostante la sua biografia piene di zone grigie.
“Perchè Obama non l’ha fatto con Jackson?” è la domanda che si fa l’utente JakeD sul blog del Washington Post. E’ su un altro sito, che Paul Levinson risponde. Con una critica nei confronti di Obama. Per quella che lui definisce una vena puritana che “spesso” colpisce il presidente. Perché, se è vero che Jackson sia stato un personaggio “complesso e controverso”, è anche vero - spiega il blogger - che il Comandante in Capo ha diversi doveri, tra cui quello di spiegare al mondo il sentimento dell’America quando accadono eventi che dominano il sistema mondiale dei media per giorni e giorni. Anche perché - afferma Kelato
su Twitter - se prima non ci fosse stato Michael Jackson, poi non ci
sarebbe mai stato posto per persone come Tiger Woods (golf), Will Smith (cinema) e Barack Obama (politica)”. Dopo le critiche ricevute per il
silenzio, domenica, la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente
aveva scritto una lettera di condoglianze alla famiglia. Non solo.
Sempre Gibbs ha rivelato (tardivamente) che durante la conferenza
stampa con il Cancelliere tedesco Angela Merkel nel Giardino delle Rose, Obama era pronto a ricordare la pop-star, ma nessun giornalista glielo ha chiesto.
Dopo la missiva, i malumori dei fans del cantante si sono quindi placati. E sono iniziati invece quelli di coloro che pensano che su questo tema, i riflessi di Obama siano stati troppo veloci, non certo lenti. “Ha impiegato 11 giorni per condannare la repressione degli ayatollah contro i dimostranti a Teheran; 5 giorni per ordinare la
liberazione di una marinaio rapito dai pirati somali, e solo 3 giorni per scrivere ai Jackson. Ecco la sua scala di priorità”.
Anche Minquoranger 31 gira il coltello in questa piaga: “Possibile che il Numero Uno della Prima Super potenza mondiale debba perdere tempo dietro un cantante e ballerino?”. Sì, sembra essere il mood della rete, non solo dei fan del protagonista di Thriller. Sì perché qui il livello non sembra essere quello scelto da Obama. Qui si tratta di due icone americane, così vicine, così lontane.