Quando Michael sventò una rissa.
"[...] Una volta, alla metà degli anni ’90, dovetti viaggiare da Los Angeles a Berlino e poi fare un volo di collegamento per Cannes. In prima classe c'erano cinque file con due posti su ciascun lato dell'aereo.
Ero seduto sul sedile, lato corridoio, della terza fila a sinistra. Davanti a me c'era un solo signore. I due posti in prima fila erano occupati, ma i proprietari erano già seduti quando mi misi comodo per il volo di 12 ore.
L'uomo di fronte a me chiese un cocktail prima del decollo. Una volta in volo, fu il destinatario di un flusso costante di bevande.
Circa mezz'ora dopo, uno dei due uomini in prima fila si alzò e si spostò al centro della cabina. Il suo compagno di posto si alzò e si fermò dietro di lui. Un altro uomo che si trovava di fianco a loro, sul lato destro dell'aereo, si alzò e raggiunse i due in piedi, mettendosi dietro il secondo uomo. Con passo quasi serrato, andarono in bagno.
Le luci della cabina erano deboli per favorire coloro che volevano dormire durante il lungo volo. Quando camminarono accanto a me, fu chiaro che l'uomo centrale, in questa breve parata, era Michael Jackson.
Il volo proseguì, ma l'uomo davanti a me non si fermò mai con le sue richieste di alcolici. Alla fine, lo steward lo interruppe. Potevo solo immaginare la tempesta perfetta che stava per accadere.
Alzando lui spesso la voce nella cabina silenziosa, era facile ascoltarlo mentre rivendicava i suoi diritti ad essere servito dopo aver pagato così tanto un biglietto di prima classe. Ma lo steward era irremovibile.
L'uomo, ubriaco, continuava a suonare il pulsante di chiamata. E lo steward, con riluttanza, si avvicinava al suo posto solo per essere accolto dagli insulti per essersi rifiutato nuovamente di servirlo.
Dopo un terzo squillo, lo steward ripeté ciò che aveva già detto all'uomo, e cioè che non lo avrebbe più servito. L'uomo balzò come una gazzella sullo steward e si schiantarono entrambi sul pavimento.
Lottarono. Si sentì un altro steward chiamare in modo convulso il pilota, che si precipitò in cabina per vedere cosa stesse succedendo.
Senza pensarci troppo su, senza essere annunciato, senza luci, senza pubblico, un preoccupato Michael Jackson si alzò e separò i due uomini in lotta.
Non appena si resero conto che il Re del Pop stava agendo come pacificatore, i due si fermarono imbarazzati come i bambini della scuola sorpresi dal preside o persino dalla loro stessa madre. Il capitano (o co-capitano) arrivò sulla scena e vide che la pace era stata ripristinata senza spargimenti di sangue.
Michael chiese al suo amico e guardia del corpo di sedersi sul sedile dell'uomo ubriaco, e invitò l'uomo completamente ebbro a sedersi con lui. Non riuscivo a sentire una sola parola pronunciata da Michael né dal suo nuovo compagno di posto, ma stavano parlando da venti minuti.
A un certo punto, Michael fece segno alla sua guardia del corpo di aiutare l'uomo ubriaco a tornare al suo posto. Dopo pochi minuti, in preda ai fumi dell'alcool, svenne e dormì per tutta la durata del volo.
Michael e il suo bodyguard erano entrambi di nuovo insieme per proseguire le restanti ore di viaggio in relativo silenzio. Quella che ammirai fu una rara visione di Michael Jackson.
Chi avrebbe immaginato che proprio il Re del Pop avrebbe portato la pace a 30.000 piedi d’altezza?".
- Don Barrett -
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A cura di Laura Boggioni dal nostro Gruppo Facebook Michael Jackson FanSquare • ITALIA.