Michael Jackson, star che divide Stasera in tv l’intervista-scandalo

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DOUBLE-D
00sabato 1 marzo 2003 11:09
Michael Jackson, star che divide Stasera in tv l’intervista-scandalo

«Amo i bambini e mi piace dormire spesso con loro» Le proteste in Inghilterra e Usa: dichiarazioni pedofile


Pro o contro. Michael Jackson si ama o si odia. La musica non c’entra nulla, è il personaggio che divide. Pedofilo ossessionato dall’aspetto fisico, tanto da sfigurarsi il volto e sbiancarsi la pelle, o eroe vittima delle più infamanti accuse dei tabloid?

IL DOCUMENTARIO - Cerca di dare un risposta a tutto questo - ma il fanatismo degli opposti schieramenti è inamovibile - il documentario-intervista «Living with Michael Jackson», in onda questa sera alle 23 su Italia 1. Martin Bashir, star del giornalismo britannico (nel ’95 fece ammettere a Lady D di aver tradito il principe Carlo) ha seguito per 8 mesi il re del pop intervistandolo più volte. Uno scoop che ha tenuto incollati al televisore 15 milioni di spettatori in Gran Bretagna e 17 negli Usa. «Italia 1 ha un patto di fiducia con il pubblico e non poteva sottrarsi all’occasione di offrire un documento di valore eccezionale come questo», spiega il direttore di Italia 1 Luca Tiraboschi.


LE POLEMICHE - Successo di pubblico, ma anche polemiche. Soprattutto per le risposte di Jackson alle domande sul suo rapporto con i bambini. «Sono la mia fonte di ispirazione: nel loro volto vedo Dio. Spesso li ospito a casa mia e, se lo chiedono, li faccio dormire nella mia camera: a volte dormo sul pavimento, altre volte assieme a loro. Condividere il letto è il gesto più amorevole che si possa fare», racconta Michael verso la fine del documentario. Parole choc che rilanciano i sospetti sul personaggio. Nel 1993 venne accusato di aver molestato un minore e, per evitare il processo, offrì alla famiglia del ragazzo oltre 18 milioni di dollari. «La gente si scandalizza perché è ignorante. Non sono Jack lo Squartatore. Qui il sesso non c’entra nulla: gli rimbocco le coperte e leggo una fiaba».
Il Moige («Una società civile non può mandare in onda tutto quello che vuole») e l’Osservatorio dei minori («Offende la gente») hanno protestato per la messa in onda. Aggiunge Tiraboschi: «L’attenzione a non ferire gli animi più sensibili e fragili nello spirito del codice Gasparri su tv e minori ci ha portato in seconda serata e all’inserimento prima del programma di uno speciale informativo di Studio Aperto. La scelta del sabato, serata difficile, conferma che vogliamo garantire un’offerta varia, non fare audience a tutti i costi».


LE IMMAGINI - Nel documentario c’è altro. L’infanzia da star, i rapporti con il padre violento e con le donne. Alla domanda tormentone sugli interventi di chirurgia plastica che gli avrebbero modificato i lineamenti del viso e il colore della pelle, Jackson risponde: «Ho fatto soltanto due interventi al naso per poter raggiungere tonalità più alte nel canto». Nel frattempo accusa Bashir di aver violato le condizioni in base alle quali gli era stato permesso di filmare e di aver «distorto la realtà» e ha fatto ricorso per bloccare l’utilizzo di immagini non concordate, come quelle che vedrebbero i figli inquadrati senza la maschera protettiva (un’altra fissazione) che papà Jackson impone.

L’ACCUSA


Ha usato i minori per avere successo

di PAOLO DI STEFANO


Che cosa pensare di una persona accusata dieci anni fa di abuso sessuale nei confronti di minori, la quale dovette sborsare 18,5 milioni di dollari per evitare che il caso finisse in tribunale? Si può pensare che forse era innocente e che preferì pagare quella cifra pazzesca piuttosto che affrontare un processo tanto scandaloso. Anche se risulta sconvolgente il fatto che si possa evitare il corso della giustizia a suon di bigliettoni. Che cosa pensare se quella stessa persona, intervistata in tv davanti a 15 milioni di spettatori, afferma di dormire con tanti bambini nel suo letto? Si può pensare che è vero, dormire con il proprio bambino è un piacere cui pochi genitori riescono a sottrarsi. Ma non si può non constatare che detta da Michael Jackson quella frase suona ambigua quanto basta per far parlare mezzo mondo. E lui, certo, con la sua aria postumana, lo sa bene. Del resto, come non potrebbe saperlo uno che dell'esaltazione feticistica di sé ha fatto una religione da proporre ai suoi fan fino a sfiorare l'autolesionismo? Quindi con tutta la migliore disposizione d'animo, è difficile accogliere il video che andrà in onda questa sera su Italia 1 come una qualsiasi intervista a un personaggio famoso e dunque più o meno legittimamente strapagata dal network che la mette in onda. E' proprio difficile. Perché è impossibile separare quella frase dall'immagine di un cantante che assume l'ambiguità fisico-sessuale e l'instabilità psichica, il neutro un po' mostruoso come requisito di successo. L'ambiguità in sé non è certo un male, e chi vuole può farne una bandiera del proprio comportamento senza offendere nessuno. Il guaio è che in Jackson l'edificazione di questa immagine di trasformismo psicofisico e di un sentire artificiale non esita a coinvolgere con puntualità l'infanzia. Anzi, proprio evocando l'infanzia ha raggiunto il culmine dello scandalo e dunque del successo.
Con la stessa apparente idiota innocenza, Jackson può far penzolare dalla finestra di un hotel il suo bambino di sei mesi oppure può dichiarare il suo impegno umanitario a favore dell'infanzia affamata. Un giorno può comperare il silenzio di due genitori che lo accusano di aver molestato il proprio figlio e il giorno dopo può dichiarare di andare a letto con tanti bambini per un puro "atto d'amore". Un giorno può urlare ai quattro venti che accudisce un ragazzino malato di cancro e il giorno dopo può imporre ai figli di uscire con il viso coperto per evitare i paparazzi. Come sfuggire al sospetto che si tratti solo di un gioco duro unicamente votato allo spettacolo? Il fatto che in questo gioco vengano coinvolti bambini, figli e no, è l'estrema provocazione. Inaccettabile. Dunque, che non appaia in prima serata, l'intervista di Jackson, poco importa. Non è certo uno slittamento d'orario che potrà salvare lo spirito del cosiddetto codice in difesa dei minori.


LA DIFESA


Ma è un pupazzo: non deve far paura

di MAURO COVACICH


Come si può pensare che le dichiarazioni di Jackson siano davvero a sfondo sessuale, che siano dichiarazioni davvero immorali? Come si può credere che dentro quell’involucro chiamato ancora da tutti solo per comodità Michael Jackson ci sia qualcosa di simile a un desiderio, o addirittura qualcosa di simile a un ordine etico? E’ a dir poco bizzarra l’idea che uno possa trasformarsi così radicalmente fuori - prendersi ad accettate in faccia, farsi impacchi di acido muriatico, soffocare i capelli nel midollo di placenta, sfondare le barriere dell’ignoto tanto dall’estetista che dal chirurgo plastico - e dentro restare un essere umano. La verità è che Michael Jackson è l’esperimento più avanzato di disincarnazione. Quella marionetta paranoide sta volando in un altro posto e ha già messo molti fusi tra sé e il territorio dell’umano. Jackson è la prova che The fly non era un film di fantascienza, che smaterializzarsi e rimaterializzarsi in forme non antropoidi è possibile. Che cosa sia adesso non è facile dirlo. Potrebbe essere qualsiasi cosa. Uno spremiagrumi, uno yorkshire, una trebbiatrice, qualsiasi cosa. Non c’è niente di pedofilo nelle dichiarazioni di Michael Jackson. Sarebbe come sentire che una trebbiatrice ama dormire con i bambini. Avreste il coraggio di affermare che una trebbiatrice è pedofila? Le prove di una sua post-sessualità sono infinite: il matrimonio con la figlia di Presley, tanto per dirne una. E poi, chi avrebbe mai tollerato da un uomo diciamo «non trattato» quel vezzo - un po’ coreografia, un po’ tic - di aggiustarsi il cavallo, a piena mano, ballando? Sarebbe parso tremendamente volgare se a farlo fosse stato uno come Bruce Springsteen, per esempio. Invece la mossetta copulatoria di Jackson non ha mai sconvolto nessuno. Il perché è fin troppo evidente: a nessuno saltava in mente che quell’entità, già da subito molto avanzata sulla strada del nostro futuro, potesse produrre allusioni sessuali. Ora, d’un tratto, pare possibile. Ma come? Guardiamo insieme la sua evoluzione. Rivediamo attentamente il video di Thriller : il Jackson licantropo dell’82 non era molto più simile a un uomo di quanto non sia la mummia sbendata comparsa nelle interviste più recenti? E poi, se ancora non vi bastasse, considerate il terrore per le malattie che aveva Michael Jackson quando era ancora a metà del guado: già mutante, ma non del tutto un ex uomo, già personaggio di fantasia da visitare insieme a Topolino e gli altri di Disneyland, ma non del tutto disincarnato dalle fobie reali. Considerate tutta la mitologia delle notti in camera iperbarica, delle abluzioni deionizzate, eccetera.
Avrebbe potuto, uno in quello stadio, desiderare di dormire con i bambini, ovvero con i più grandi portatori di germi patogeni? Vorrà dire pur qualcosa se Michael Jackson non è più terrorizzato da bronchiti, varicelle, influenze intestinali. Mi sembra ovvio che, anche rispetto al presunto stadio Vecchio Porcone Vestito Da Peter Pan, lui sia già molto, molto più in là.

www.maurocovacich.it
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Mizar79
00sabato 1 marzo 2003 12:14
ahhhh...
beata ignoranza,ke vi risolve problemi ke son più grandi delle vostre teste...ki fà pena siete voi..
Pitonti
00sabato 1 marzo 2003 14:10
:nono: i giornalisti sono proprio la peggiore razza esistente, tranne qualche eccezzione :)

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