Michael Jackson: Re del Pop e degli Imprenditori

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4everMJJ
00martedì 24 gennaio 2012 19:26
Intervista di BusinessNewsDaily con Joe Vogel del 24/1/2012


Beh ragazzi, che dire: una breve ma interessante intervista fatta di domande intelligenti sulle qualità di MJ e risposte altrettanto intelligenti (ma non poteva essere altrimenti considerando l'intervistato [SM=g27836] ).




Quando la famiglia di Michael Jackson e i fan si riuniranno nel piazzale del Teatro Cinese Grauman di Hollywood questa settimana e useranno le sue scarpe per creare le impronte nel cemento, sarà l'eredità del Re del Pop come icona della musica al centro dell'attenzione.

La musica, tuttavia, non era solo il talento di Jackson. Era un imprenditore acuto e raffinato che conosceva il suo pubblico e che, fino alla sua morte nel 2009, stava costantemente cercando di migliorare il suo prodotto e perfezionare il suo marchio.

Lo scrittore di musica e insegnante dell'Università di Rochester, Joe Vogel, autore del nuovo libro "Man in the Music: La vita creativa e il lavoro di Michael Jackson" (Sterling, 2011), dice che l'evoluzione di Jackson come artista e persona è andata oltre il suo talento di musicista.

In un'intervista esclusiva con BusinessNewsDaily, Vogel parla dell'eredità di Jackson come intrattenitore, uomo d'affari e innovatore, e quali lezioni ha offerto a tutti noi.


BusinessNewsDaily: Michael Jackson è stato chiaramente più che talentuoso e più che semplicemente fortunato. Deve aver avuto qualche altra qualità - una dote da imprenditore - che lo ha aiutato sulla sua strada per diventare il Re del Pop. Puoi descriverle?

Joe Vogel: Una delle più grandi doti di Michael Jackson era la sua capacità di concepire qualcosa nella sua mente - qualcosa di audace, diverso e innovativo - e poi avere la forza di volontà e l'etica del lavoro per realizzarla. Sfidava costantemente se stesso e chi gli stava intorno per spingersi oltre l'ordinario. Spesso i suoi amici e collaboratori leggevano "Il gabbiano Jonathan Livingston", una favola sul rifiuto di conformarsi e l'aspirazione all'eccellenza. Vedi, anche con i suoi concerti "This Is It" all'età di 50 anni non avrebbe accettato la mediocrità. Voleva che lo show fosse diverso da qualsiasi cosa la gente avesse sperimentato prima.

BND: Pensi che la sua decisione di reinventare continuamente se stesso fosse consapevole, nel tentativo di diventare sempre qualcosa di nuovo ed eccitante per il suo pubblico, o pensi che si sia naturalmente evoluta con l'età?

JV: Michael Jackson aveva capito che l'immobilità per un artista era la morte. Odiava l'idea di limitarsi a ripetere formule, perciò si trasformava costantemente, reinventando la sua immagine e lo stile e il suono, alimentando le aspettative e il desiderio di novità delle persone.

Ma ci sono anche continuità nella sua immagine/personaggio: certi simboli, marchi e qualità. Lui è forse l'unico artista che può essere rappresentato in 5-10 diverse pose di profilo e la gente sa esattamente chi è. Era molto cauto circa le sue scelte. Una cosa che ha sempre temuto era la sovraesposizione. Sapeva che l'aura magica associata a lui e l'emozione potevano essere mantenute solo nascondendosi al suo pubblico. Così, ad esempio, non avrebbe mai fatto un intero circuito di spettacoli televisivi e interviste per promuovere un album nel modo in cui fanno la maggior parte degli artisti di oggi. Avrebbe fatto uno show, e la sua campagna pubblicitaria sarebbe stata incredibile.

BND: Come pensi che avrebbe descritto il marchio "Michael Jackson"? Che cosa stava cercando di vendere?

JV: Credo che Michael fosse un po' come Steve Jobs, in quanto ogni nuovo prodotto - che fosse un album o un video o un singolo - era un evento. C'era ogni genere di pubblicità martellante e trepidazione. Così il marchio era questa eccitazione, perché sapevi che qualsiasi cosa stesse per pubblicare sarebbe stata all'avanguardia, unica e di altissima qualità.

BND: Prendeva delle buone decisioni finanziarie? Quali sono state le migliori e le peggiori?

JV: Michael ha preso delle decisioni finanziarie molto buone per i primi 10-15 anni della sua carriera adulta, e molto brutte nei suoi ultimi 10-15 anni. La sua decisione più intelligente è stata non solo di aver mantenuto i diritti per le sue registrazioni master (prima di lui, c'è stata una lunga storia di sfruttamento nel settore della musica, in particolare di artisti afro-americani), ma anche di aver attivamente acquisito i diritti di pubblicazione di altri, compreso il catalogo dei Beatles.

Le sue decisioni peggiori sono arrivate quando aveva un sacco di soldi e non molta coerenza o attenzione. Il suo management, a partire dagli anni '90, è diventato come una porta girevole. Lui è diventato vulnerabile alle estorsioni, allo sfruttamento e alle spese eccessive perché non aveva più un team di fiducia, vigile e scrupoloso intorno a lui.

BND: Che cosa potrebbe imparare da Michael Jackson un uomo d'affari o un imprenditore?

JV: Penso che la cosa principale che un uomo d'affari o un imprenditore potrebbe imparare da Michael Jackson è che fare qualcosa di grande richiede sia l'idea che il lavoro. Michael si avvicinava a ogni nuovo progetto con passione infinita, e quell'energia era contagiosa per i suoi collaboratori. Ma ciò che impressionava veramente coloro che hanno lavorato con lui era che poteva portare a compimento le sue idee. Sognava in grande e poi lavorava instancabilmente fino a che il suo sogno non prendeva vita.

www.businessnewsdaily.com/1943-michael-jackson-book.html

Antonella-60
00martedì 24 gennaio 2012 20:06
Una delle più grandi doti di Michael Jackson era la sua capacità di concepire qualcosa nella sua mente - qualcosa di audace, diverso e innovativo - e poi avere la forza di volontà e l'etica del lavoro per realizzarla.

Non c'è niente da fare io adoro quest'uomo non solo perchè scrive di Mike in termini positivi ma anche perchè lo fa meravigliosamente.

Ed adoro anche la traduttora instancabile [SM=g27838]
rossijack
00martedì 24 gennaio 2012 20:07
Michael si avvicinava a ogni nuovo progetto con passione infinita, e quell'energia era contagiosa per i suoi collaboratori. Ma ciò che impressionava veramente coloro che hanno lavorato con lui era che poteva portare a compimento le sue idee. Sognava in grande e poi lavorava instancabilmente fino a che il suo sogno non prendeva vita.






E' quello che manca oggi,c'e' superficialita' e la pretesa di avere il massimo con il minimo sforzo e questo e' impossibile!L'energia e l'entusiasmo che si investono in un progetto sono fondamentali per la riuscita!

Grazie,Cris! [SM=g27823]
chiara64
00martedì 24 gennaio 2012 22:43
Quella energia,volontà,passione duro lavoro che oggi manca.
Grazie per la traduzione.

amomichael
00martedì 24 gennaio 2012 23:07
E' stato un grande. Punto!
E grande Vogel nostro che ne parla così!
Anto (girl on the line)
00mercoledì 25 gennaio 2012 02:10
Solo tanta,tanta,tanta ed ancora tanta stima per Michael. E grandissimo apprezzamento per l'impegnoo di Vogel nel descrivere il suo genio,non solo sotto l'aspetto musicale.
Grazie Cri [SM=x47938]
badgirl.
00mercoledì 25 gennaio 2012 07:51
Re:
rossijack, 24/01/2012 20.07:

Michael si avvicinava a ogni nuovo progetto con passione infinita, e quell'energia era contagiosa per i suoi collaboratori. Ma ciò che impressionava veramente coloro che hanno lavorato con lui era che poteva portare a compimento le sue idee. Sognava in grande e poi lavorava instancabilmente fino a che il suo sogno non prendeva vita.






E' quello che manca oggi,c'e' superficialita' e la pretesa di avere il massimo con il minimo sforzo e questo e' impossibile!L'energia e l'entusiasmo che si investono in un progetto sono fondamentali per la riuscita!

Grazie,Cris! [SM=g27823]



Ti quoto che faccio prima [SM=g27824]

Grazie Cri


valmjj70
00mercoledì 25 gennaio 2012 09:52
grazie Cri per la traduzione!
un bellissimo articolo, sempre grande Vogel!

forza di volontà e l'etica del lavoro
ne aveva in abbondanza (oltre a tante altre cose!)

purtroppo oggi merce rara
CarmenJ
00mercoledì 25 gennaio 2012 11:57
Michael e' il Re in tutto e per tutto!!!Nessuno potra' mai eguagliarlo o sostituirlo.Anche perche' se ci guardiamo bene intorno c'è solo superficialita' e scarsissima professionalita'!!!
mo.vir
00mercoledì 25 gennaio 2012 16:28
...Una delle più grandi doti di Michael Jackson era la sua capacità di concepire qualcosa nella sua mente - qualcosa di audace, diverso e innovativo - e poi avere la forza di volontà e l'etica del lavoro per realizzarla...

Bellissimo ritratto, incredibile Michael!
silvia80.
00mercoledì 25 gennaio 2012 16:59
E' vero aveva forza di volontà e dedizione per riuscire, l'idea non verrà portata a compimento se manca la volontà nel realizzarla...Ma questo in tutti i settori non solo nella musica!
Michela Jackson 95
00mercoledì 25 gennaio 2012 17:32
"C'è una forza motrice più forte del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica: LA VOLONTA'."

E lui ne aveva da vendere...
Compix
00mercoledì 25 gennaio 2012 19:55
Michael aveva indubbiamente queste doti straordinarie descritte da Vogel: la capacità di pensare e fare le cose in grande, di rifiutare l'ordinarietà e di mirare sempre all'eccellenza. Sono tutte caratteristiche contagiose per chiunque gli si avvicinasse; e questo spiega come mai le persone che ebbero in qualche modo a che fare con lui ne parlassero con tanto stupore.

Penso che chiunque di noi possa fare di questo modus operandi una filosofia di vita. E' una delle tante "eredità" lasciateci da Mike.

EDIT. Grazie Cri!
mimma58
00mercoledì 25 gennaio 2012 20:16
Re:
Compix83, 25/01/2012 19.55:

Michael aveva indubbiamente queste doti straordinarie descritte da Vogel: la capacità di pensare e fare le cose in grande, di rifiutare l'ordinarietà e di mirare sempre all'eccellenza. Sono tutte caratteristiche contagiose per chiunque gli si avvicinasse; e questo spiega come mai le persone che ebbero in qualche modo a che fare con lui ne parlassero con tanto stupore.

Penso che chiunque di noi possa fare di questo modus operandi una filosofia di vita. E' una delle tante "eredità" lasciateci da Mike.

EDIT. Grazie Cri!



Compix, condivido il tuo pensiero.Mi sembra però difficile applicarla come filosofia di vita,anche perchè bisogna avere tutte le doti che aveva Michael,e la voglia di lavorare instancamibilmente...cosa che manca a parecchi purtoppo!
mo.vir
00mercoledì 25 gennaio 2012 20:23
Re:
Compix83, 25/01/2012 19.55:

Michael aveva indubbiamente queste doti straordinarie descritte da Vogel: la capacità di pensare e fare le cose in grande, di rifiutare l'ordinarietà e di mirare sempre all'eccellenza. Sono tutte caratteristiche contagiose per chiunque gli si avvicinasse; e questo spiega come mai le persone che ebbero in qualche modo a che fare con lui ne parlassero con tanto stupore.

Penso che chiunque di noi possa fare di questo modus operandi una filosofia di vita. E' una delle tante "eredità" lasciateci da Mike.

EDIT. Grazie Cri!




Sono perfettamente d'accordo anch'io, mirava all'eccellenza, era esigente con se stesso e gli altri ma non era presuntuoso, altra dote che rendeva contagioso il suo operare.
(Miss Piggy)
00mercoledì 25 gennaio 2012 20:26
Avercelo un capo che ti sa trasmettere entusiasmo!!!Ti fa veramente sollevare le montagne.

Ma, sarà perchè sul resto avevate già messo l'accento voi, io ho apprezzato questa parte, meno tenera di quel che può sembrare ad una lettura veloce:

JV: Michael ha preso delle decisioni finanziarie molto buone per i primi 10-15 anni della sua carriera adulta, e molto brutte nei suoi ultimi 10-15 anni. La sua decisione più intelligente è stata non solo di aver mantenuto i diritti per le sue registrazioni master (prima di lui, c'è stata una lunga storia di sfruttamento nel settore della musica, in particolare di artisti afro-americani), ma anche di aver attivamente acquisito i diritti di pubblicazione di altri, compreso il catalogo dei Beatles.

Le sue decisioni peggiori sono arrivate quando aveva un sacco di soldi e non molta coerenza o attenzione. Il suo management, a partire dagli anni '90, è diventato come una porta girevole. Lui è diventato vulnerabile alle estorsioni, allo sfruttamento e alle spese eccessive perché non aveva più un team di fiducia, vigile e scrupoloso intorno a lui.



Potenza di Vogeluccio [SM=g27822] , che può dire queste cose senza che nessuno protesti. Io son più che d'accordo con lui, obviously [SM=g27828] .
emanuelaz
00mercoledì 25 gennaio 2012 22:56
Letta con molto,molto piacere [SM=g27817]
GRAZIE [SM=g27838]
Compix
00giovedì 26 gennaio 2012 02:57
Re: Re:
mimma58, 25/01/2012 20.16:


Compix, condivido il tuo pensiero.Mi sembra però difficile applicarla come filosofia di vita,anche perchè bisogna avere tutte le doti che aveva Michael,e la voglia di lavorare instancamibilmente...cosa che manca a parecchi purtoppo!



Esco off topic ma non troppo: spesso è una questione di autostima, Mimma. Ognuno di noi ha dei talenti in particolari campi e Michael aveva i suoi. Michael ha avuto la fortuna di conoscere e sviluppare le sue doti fin dalla tenera età di 5 anni e questo gli ha permesso di arrivare a 25 con l'esperienza e la sicurezza di un veterano. La voglia di lavorare instancabilmente, poi, dipende un po' dell'educazione, un po' dalla sensibilità e molto di più dalla passione che senti per ciò che fai. Ed è evidente che Michael amasse alla follia il suo lavoro. Purtroppo non tutti nella vita hanno la possibilità e la fortuna di fare ciò che veramente avrebbero voluto; di fare della propria passione un lavoro, insomma. Se Michael si fosse ritrovato a fare l'impiegato delle Poste, pensi avrebbe dedicato al suo lavoro la stessa passione e la stessa dedizione riservata alla sua carriera di entertainer? Che sarebbe diventato, The King Of Post? [SM=g27828]
Keep the faith
00giovedì 26 gennaio 2012 10:56
Stavolta non si è sbrodolato addosso...bene
facciamo progressi
silvia80.
00giovedì 26 gennaio 2012 19:03
Avete ragione, Michael adorava il suo lavoro, ciò gli permetteva di massacrarsi di lavoro senza che ciò gli pesasse, lui lo ha sempre detto che non ci si vedeva a lavorare in un distributore di benzina. Poi è vero che è stato educato al lavoro, nella sua generazione se volevi avere qualcosa te la dovevi guadagnare lavorando, mia mamma è del 1958 e me lo ha confermato, mentre io non avendo avuto le loro stesse privazioni ho meno stimolo a lavorare con accanimento come nella loro generazione è vero! E' anche vero però che non tutti hanno il genio di Michael o di Einstein o Steve Jobs perciò nel nostro piccolo possiamo provare ad ottenere traguardi con le nostre capacità medie e con tanto impegno, non diventeremo Michael Jackson ma magari risultati soddisfacenti potrebbero arrivare...
rosi@
00giovedì 26 gennaio 2012 19:29
Re: Re: Re:
Compix83, 26/01/2012 02.57:



Se Michael si fosse ritrovato a fare l'impiegato delle Poste, pensi avrebbe dedicato al suo lavoro la stessa passione e la stessa dedizione riservata alla sua carriera di entertainer? Che sarebbe diventato, The King Of Post? [SM=g27828]



Non era lui che diceva che, anche se pulisci i WC pubblici, fallo meglio di chiunque altro al mondo?
rosi@
00giovedì 26 gennaio 2012 19:37
Re:
silvia80., 26/01/2012 19.03:

Avete ragione, Michael adorava il suo lavoro, ciò gli permetteva di massacrarsi di lavoro senza che ciò gli pesasse, lui lo ha sempre detto che non ci si vedeva a lavorare in un distributore di benzina. Poi è vero che è stato educato al lavoro, nella sua generazione se volevi avere qualcosa te la dovevi guadagnare lavorando, mia mamma è del 1958 e me lo ha confermato, mentre io non avendo avuto le loro stesse privazioni ho meno stimolo a lavorare con accanimento come nella loro generazione è vero! E' anche vero però che non tutti hanno il genio di Michael o di Einstein o Steve Jobs perciò nel nostro piccolo possiamo provare ad ottenere traguardi con le nostre capacità medie e con tanto impegno, non diventeremo Michael Jackson ma magari risultati soddisfacenti potrebbero arrivare...



Anche i fratelli hanno avuto la medesima educazione ma c'è un abisso tra loro e Michael.
Compix
00venerdì 27 gennaio 2012 00:43
Re: Re: Re: Re:
rosi@, 26/01/2012 19.29:


Non era lui che diceva che, anche se pulisci i WC pubblici, fallo meglio di chiunque altro al mondo?



Sì, partendo dal presupposto che chiunque possa scegliere il proprio lavoro e dunque svolgerlo con passione. Purtroppo nella vita reale non è così: a volte si lavora solo per necessità, facendo il minimo indispensabile per guadagnarsi la pagnotta. Ma Michael questo, talentuoso, ricco e fortunato fin dalla tenera età, difficilmente avrebbe potuto capirlo. Stiamo uscendo off topic, comunque.
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