Michael Jackson ha dichiarato di aver quasi rischiato di perdere tutto durante il processo e solo grazie ai consigli del Rev. Jesse Jackson e del miliardario Ron Burkle è riuscito a salvarsi.
La controversia dietro le quinte riguardo i conti finanziari del cantante, esposta dettagliatamente in una deposizione sotto giuramento fatta da Michael per una causa federale, che sarà sotto processo, secondo le disposizioni, in questa settimana.
C'è una forte possibilità che lo stesso Jackson sia chiamato a testimoniare.
Il Daily News si è procurato circa 7 ore di trascrizione, che rivelano quanto il controverso intrattenitore fosse convinto quanto i suoi guai finanziari fossero continuamente ingigantiti da un branco di uomini di fiducia senza scrupoli, che gli hanno sottratto molti soldi mentre era occupato a fronteggiare le accuse in tribunale.
"L'uomo del guanto" ha anche indicato come persona cattiva e senza scrupoli un individuo molto vicino al fratello Randy.
Un avvenimento increscioso che ha lasciato Jackson basito per quanto riguarda il mondo nel quale ha speso una vita.
E' pieno di squali, ciarlatani e impostori, ha rivelato in una testimonianza della scorsa estate a Parigi.
Tutta colpa dei grandi giri di denaro: che branco di deficienti, ha detto Jackson. E' il mondo dello spettacolo, pieno di ladri e avvoltoi. Non è nulla di nuovo. Lo sanno tutti.
A Santa Maria, in California, la giuria lo ha dichiarato innocente per le accuse di pedofilia, il 13 Giugno 2005, dopo un periodo di relegazione forzata nel suo ranch di Neverland.
Nei momenti di intervallo del processo,
Jackson ha detto di essere stato forzato a cercare di firmare un accordo multimilionario da un certo Don Stabler, un associato, amico del fratello Randy, che da sempre gestisce gli affari finanziari di Michael.
Jackson inizialmente vedeva di buon occhio Stabler, proprio perché glielo aveva presentato Randy e si fidava di entrambi.
Mi ha ricordato subito quel tipo di persone che vivono nel centro America, come in Indiana, ha testimoniato Jackson.
Ma Stabler insisteva, addirittura una volta, durante il processo rilasciò un comunicato attraverso uno dei bodyguard di Jackson, membro della Nation of Islam,
screditando la fedeltà del cantate sulle sue origini afro-americane.
Un duro colpo per chi già da tempo aveva dichiarato che lo schiarimento del colore della sua pelle, non fosse imputabile a cause artificiali.
Da quel momento in poi, Jackson fece riferimento ad un certo Burkle, un miliardario amico dell'ex Presidente Bill Clinton, per chiedere un aiuto finanziario. Burkle coinvolse Jesse Jackson, che conosce Michael Jackson fin dai tempi dei Jackson 5, perché collaborasse alla consultazione.
Burkle insisteva, chiamandolo al cellulare durante le pause concesse al cantante per andare in bagno, avvertendolo di non firmare alcun documento, ha detto Michael Jackson.
Stabler non ne era felice, ha detto Jackson.
[Stabler] affermò,
Qual è il problema? Non sei finito, sei con gli Ebrei ora. Non sei più inviso ai Neri, ha dichiarato Jackson.
Non è stato carino, ha aggiunto Jackson.
E' stato meschino, ignobile, cattivo. Semplicemente perché non è riuscito a farmi firmare quello che voleva lui.
La volta successiva che Jackson incontrò Stabler
voleva letteralmente staccarmi la testa. E neanche lo stesso Randy era di buon umore.
Randy in seguito sostenne che Jackson e il suo staff avevano accreditato una cifra di $700,000 sulla propria carta American Express, somma che Jackson si era riproposto di ripagare.
E non era la prima volta che Stabler, d'accordo con Randy tentasse di fargli firmare un accordo, ha dichiarato Jackson.
Durante una riunione in un bungalow del Neverland ranch, Jackson ha dichiarato di avere avuto sua madre al fianco, mentre rifiutava un'altra proposta.
Glielo dissi subito chiaro e tondo, No, non firmerò questo accordo, ha ribadito Jackson.
Ancora mi ricordo quanto fosse arrabbiato e il clima di tensione nella stanza. Dopo se ne andarono dalla stanza.
Jackson ha rilasciato queste dichiarazioni, perché sotto pressione dagli avvocati della
Hackensack, N.J., compagnia finanziaria attualmente in causa con il cantante presso la Manhattan Federal Court. La ditta, Prescient Acquisition, è di proprietà del manager Darien Dash, che sostiene che Jackson deve ancora pagargli circa 48 milioni di dollari.
A quanto sostiene l'avvocato di Dash,
Steven Altman, Dash avrebbe prestato del denaro a Jackson per rifinanziare il prestito bancario di 272 milioni di dollari e assicurarne un altro di ben 573 milioni di dollari per comprare l'altra metà del catalogo dei Beatles, posseduta dalla Sony.
Ma Jackson ha affermato di non aver mai sentito parlare di Dash, un cugino dell'impresario hip-hop Damon Dash, e di non aver firmato mai alcun accordo.
fonte:
nydailynews.com